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13-06-2005, 15.54.37 | #121 | |
Utente bannato
Data registrazione: 04-11-2004
Messaggi: 1,010
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Citazione:
E bravo Giovanni. Se qualcuno si fosse veramente interessato alla verità, a capire cosa sia in se la verità, quantomeno saprebbe dell'esistnza di 'sto rasoietto che guasta le feste ad ogni baggianata. Se dovessi sostenere una teoria ascientifica, essendo consapevole della sua ascientificità, avrei solo due possibilità di successo: 1) farti digerire un principio d'autorità, attribuendo l'autorità a chi del caso (es. "Dio ha detto....."). 2) demolire il "rasoio di Occam". Apro un tread sul secondo punto...... spero in un tuo intervento....... |
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17-06-2005, 08.54.43 | #126 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
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"[...] non chiedere lumi all'esperienza. Ecco dove si ferma la conoscenza. [...] se la ragione conosce, lo spirito contempla. Se la ragione conosce il mondo, grazie al rapporto coi fatti dell'esperienza, lo spirito confonde la mente, ritenendo le sue speculazioni sufficienti a se stesso, costringendo i fatti del mondo in una rete di credenze prive di confronto critico con la realtà. "
Ripropongo parte del primo intervento per ribadire che non intendevo negare l'importanza per la persona di un coinvolgimento emotivo in quel che fa o che crede, né cancellare dall'esperienza individuale quel particolare modo di sentire cui si associa lo spirituale. Non costringere ad abbandonare l'idea di dio né trasformare la vita in calcolo. Per quanto certe conseguenze possano pure essere tratte ed alimentate più da un procedere secondo ragione che secondo altri paradigmi, il punto che più mi interessa è un altro. Mi dispiace che preso dalla fregola di rispondere alle più recenti questioni sollevate, anche io abbia trascurato il focus che avevo inteso dare alla discussione. Se è vero che lo "spirito", questo nome dato ai fatti del mondo interiore che non riusciamo a verbalizzare, dunque neanche a categorizzare ed inquadrare una volta per tutte, è una componente importante dell'esperienza interiore di ciascuno di noi, è pure vero che per queste sue caratteristiche su di esso non si può basare alcuna negoziazione di significato, se non in maniera molto approssimata, empatica, e senza possibilità di confronto empirico o pragmatico. In questo senso, quando dobbiamo argomentare con qualcuno, quando mettiamo in gioco saperi, credenze e capacità retoriche per convincere della bontà delle nostre tesi, il carattere allusivo dello "spirituale" impedisce la trasmissione di conoscenze, più che altro permette di alludere a sensazioni. Basta che l'altro abbia un'idea diversa perché l'argomentazione fallisca o perché ci si arrocchi su posizioni di assoluta incompatibilità. (continua, appena possibile) |
17-06-2005, 14.19.19 | #127 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Citazione:
(1) dai un occhio alla discussione sul rasoio a https://www.riflessioni.it/forum/ (2) vorrei dare un occhio a questo studio. comunque rimando dell'idea - almeno fino a prova contraria - che se si concepisce che gli essere si siano generati già come li vediamo ora ("casualmente"), allora la faccenda è problematica (e si deve fare i conti con percentuali bassissime). se si concepiscono gli essere come essere che si evolvono con l'interazione con l'ambiente, allora non c'è nulla di problematico. |
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18-06-2005, 00.54.53 | #128 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
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Rinuncio a continuare ora il precedente post perché mi stuzzica rispondere a proposito della probabilità che il genoma umano possa venir fuori casualmente. Credo sia utile citare il famoso esperimento mentale della scimmia che deve riuscire a scrivere l'Amleto di Shakespeare digitando a caso su una tastiera. Solo, per semplificare ulteriormente, farò finta che debba scrivere a caso "caso". In questo caso abbiamo una stringa di 4 posizioni occupabili da variabili tratte da un alfabeto di 21 caratteri. Per ogni posizione vi una probabilità di 1/21 di azzeccare il carattere giusto, sulle quattro posizioni le probabilità diventano 1 su 194481, cioè lo 0,0005141890467449263%, ed ammesso che possa provare in sequenza tutte le combinazioni casuali prima di riuscire nell'impresa, procedendo al ritmo di una battuta al secondo, ci impiegherà poco più di 54 ore. Se però si ammette un meccanismo che lasci "sopravvivere" le lettere cui capita di corrispondere nella giusta posizione, anche senza considerare la possibilità di trovare più di una lettera giusta a posizione per ciclo di 4 battute (quelle utili a scrivere "caso"), le probabilità diventano di 1 su 84, cioè dello 1,19047619047619%, 56 cioè 2315,25 volte maggiori; ed il tempo si riduce a meno di due minuti.
Il meccanismo di cui sopra altro non è che la selezione naturale (qui molto semplificata), e questo esempio, da me riarrangiato con molta approssimazione, si trova (se non erro) in "l'orologiaio cieco" di R. Dawkins. Questo per ribadire che l'evoluzione non sfida affatto le leggi scientifiche, ma vi agisce in stretto accordo, sfida piuttosto l'ignoranza. |