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01-06-2005, 20.46.19 | #44 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
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Si, vabbe', molto poetico, ricambio il sorriso ma rimango perplesso: cara Gyta, cosa vuoi dire?
Sembra una di quelle espressioni generate artificialmente da programmi che pescano da un database di frasi ricombinandole a caso, mantenendo la grammaticità ma esprimendo solo la parvenza di un contenuto. Andrebbe bene anche così: "Essere, vivere realmente la 'malvolenza' richiede il 'congiungersi' alla superficialità ed ai 'desideri' più o meno celati.. E questa è una scelta d' 'amore' che ogni uomo che percorre un senso più 'infimo' della ragione, quello della 'solennità' che è per sua natura fondamentale unitaria, non può fare che di fronte agli occhi di se stesso..?Sin che la giovinezza s'accompagnerà alla indecenza la mente non sarà un suo 'sistema' di espressione ma ancora in antitesi..?La lussuria dovrebbe essere espressione della gioia del miracolo che ci avvolge, sul postulato principale che il miracolo consiste non nell'ignorare un qualche percorso logico di rappresentazione di ciò che è, ma del centrale stupore di fronte a tanta ricchezza." oppure così: "Essere, vivere realmente la 'città' richiede il 'cedere' alla superficialità ed ai 'percorsi' più o meno celati.. E questa è una scelta d' 'avventura' che ogni uomo che percorre un senso più 'intrigante' della ragione, quello della 'scoperta' che è per sua natura fondamentale unitaria, non può fare che di fronte agli occhi di se stesso..?Sin che la città s'accompagnerà alla campagna l'abitare non sarà un suo 'sistema' di espressione ma ancora in antitesi..?La vivibilità dovrebbe essere espressione della gioia del miracolo che ci avvolge, sul postulato principale che il miracolo consiste non nell'ignorare un qualche percorso logico di rappresentazione di ciò che è, ma del centrale stupore di fronte a tanta ricchezza." |
01-06-2005, 21.08.32 | #45 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Citazione:
Mi tengo il sorriso, ti lascio il <perplesso>.. (p.s: non sono sibillina: scrivo in un linguaggio abbastanza comprensibile.. credo) Gyta |
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01-06-2005, 23.06.14 | #46 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2004
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I giudizi su se stessi sono sempre problematici, troppo condizionati dall'esigenza che ha la nostra mente di difendere il sistema di valori abbracciato.
Il linguaggio che usi è comprensibile, nel senso che è grammaticalmente corretto, ma è pure allusivo, mira a che il lettore intuisca ciò che sarebbe meglio (secondo me, ma questo è un parere legato al gusto soggettivo) esprimere in forme più esplicite e dirette. Vero è, però, che parlare senza allusioni della spiritualità, cercando di dire cosa sia, è impossibile. Comunque, mi piacerebbe che tu riformulassi il tuo pensiero in modo da farmi più partecipe della tua idea. |
03-06-2005, 14.38.25 | #47 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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ok... adesso mi e' tutto chiaro
la fede, la spiritualita' sono si dei veri e proprio handicap della ragione delle tare psikike come la depressione se nn ce l'hai nn la puoi capire, come le allucinazioni, distorsioni della razionalita' la spiritualita' e' una malattia psikica |
03-06-2005, 15.24.46 | #48 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2004
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No. Nessuna malattia, né tara.
Solo un modo di vedere il mondo che è sì in accordo con certe esigenze psicologiche, con certo senso comune, con una visione "ingenua" della realtà, ma non in grado di fornire spiegazioni ai fatti dell'esperienza, non in grado di scartare quanto non più in accordo con l'attuale conoscenza del mondo, non in grado di aiutarci a scegliere il nostro cammino in un contesto così complesso come quello odierno, ben più complesso e difficile di quello entro il quale i meccanismi psicologici che muovono il pensiero "spirituale" si sono evoluti. C'è da dire che con questo non pretendo che chi ora crede certe cose le abbandoni sulla base della loro irrazionalità o del fatto che io non sono d'accordo. Vorrei piuttosto che si cercasse di guardare oltre i confini dell'attuale "credo" (perdonate l'espressione semplificante e non molto felice), che si fosse capaci di mantenere uno spirito critico, che si eviti di restare abbacinati di fronte ad ogni "verità" conquisti il nostro interesse. Certo, confrontarsi con il rischio di dover rivedere le idee sulle quali abbiamo basato la nostra vita è qualcosa di estremamente difficile, ma per fortuna è possibile e rende possibile progredire verso idee del mondo più rispondenti al vero e alle esigenze della nostra vita sulla terra. |
03-06-2005, 15.49.01 | #49 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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insisto
la religiosita' e' una psicosi, fuga dalla realta' angosciante il religioso e' incapace d accettare la morte come fine di tutto e incapace di accettare la realta' di non avere controllo sulla sua vita in toto, nascita, malattie, morte e sfugge la realta' rifugiandosi in una psicosi la spiritualita' offre come l'oppio una visione distorta e lontana dalla realta' lenendo l'angoscia esistenziale tanto piu' forte e' l'angosci ache si cerca di alleviare tanto maggiore sara' l'attaccamento alla sua fede a la difesa della stessa aberrazione mentale |
03-06-2005, 18.06.48 | #50 |
Ospite abituale
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Scusa viandante, avevo creduto che il tuo precedente intervento fosse ironico, ora invece scopro che era serio. Pur condividendolo in buona parte, però, eviterei di semplificare tutto risolvendolo in una psicosi e facendo dei "religiosi" dei mentecatti.
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