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29-12-2009, 21.46.10 | #173 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 07-11-2009
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Riferimento: Dio non esiste
Citazione:
Si, hai spiegato cosa significa "proposizione analitica", ma non mi ha spiegato perchè per te "necessario" può essere attribuito a cose o a enti. Citazione:
Ed esiste un ente i cui predicati che lo disegnano sono "necessari" ? Dire che Dio esiste, e non può non esistere, ok, è come dire "esiste uno ed un solo x tale che x deve esistere, e non può non esistere", ma non vedo la differenza. Citazione:
Non ho detto che i tuoi argomenti sono identici. Ho detto che si ricade nello stesso punto, ad ammettere un ente la cui esistenza è "necessaria". A me pare che la differenzia sia sostanzialmente questa: nell'argomento ontologico l'essenza di Dio è "dentro di me", nel tuo argomento, l'essenza di Dio, la scopro osservando il mondo. Ma si arriva sempre allo stesso punto: esiste un ente "necessario", e che non può non esistere. ...Scusami, ma ad una prima lettura non ho capito niente della tua difesa del "principio di identià". Per ora le parole mi scorrono davanti agli occhi e basta. Se lo capirò, ti risponderò. Citazione:
Mi pare, invece, che sono proprio i pensatori scolastici a sapere già dove devono arrivare, visto che sono illuminato dalla "fede", e creano argomenti per difendere le loro verità. Io non ho mai detto "il mio dogma mi dice che dio non esiste" (io, per fortuna, non ho dogmi, e non pretendo di avere verità assolute...), e dunque faccio di conseguenza. Ho detto che mi riesce poco intelleggibile la parte della "contingenza", dunque guardo avanti. |
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30-12-2009, 12.20.44 | #174 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-10-2005
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Riferimento: Dio non esiste
Citazione:
Nikolaj, quanto quotato è interessante, sintetico, snello, fino ad un certo punto efficace. Ecco perchè mi preme la critica che ho rivolto e che non posso non rivolgere all'argomento "a posteriori" (a partire dal mondo, dall'oggetto, dall'esse in re) della contingenza. Un qualsiasi tentativo di formulare enunciati intorno a qualcosa come il "Dio" della tradizione ebraico-cristiana partendo dalla realtà che "osserviamo", è a mio avviso destinato al fallimento. Diverso è il modo di "pensare" di coloro che ancor oggi e fondandosi su un asse dottrinale che parte da Platone e Aristotele, passa anche attraverso Tommaso d'Aquino e finisce con l'attuale pontefice, presumono di possedere una mappa dell'essere, (ontologia) attraverso la quale porre l'ente sommo. Ma per giungervi, gli stessi devono far uso di nozioni che come quella di "contingenza del reale di cui abbiamo esperienza e conoscenza", sono un vero e proprio colpo di spugna dell'immaginazione. E che di colpo di spugna immaginario si tratti può essere "provato" dall'argomento secondo il quale l'ente sommo a cui "si perviene" è concepito nella sua essenza come personale e spirituale. Il referente non è il reale, il quale potrebbe essere di pura natura materiale, ma il soggetto stesso nella sua s-frenata attività razionale. Franco Ultima modifica di Franco : 30-12-2009 alle ore 13.43.22. |
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30-12-2009, 15.02.45 | #175 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Dio non esiste
Signor Franco,
le confesso francamente di non aver mai letto in vita mia tanti malintesi e fraintendimenti messi tutti insieme, come quelli da lei scritti (absit iniuria verbis). Anzitutto, mi preme fare una premessa: "dimostrare" significa "far vedere", dal latino "de-mostrare" ossia "mostrare attraverso" ("de", infatti, è particella di moto); che è come dire: a partire da questo ti faccio vedere quest'altro (a partire dal teorema di Pitagora ti faccio vedere la verità del secondo teorema di Euclide). Detto questo, tenterò, adesso, di "far vedere" in cosa secondo me "peccano" i suoi argomenti. Citazione:
1° - i "concetti altissimamente criticabili", 2° - il "metodo" e, a sua detta, il conseguente esito a cui con questo vorrei prevenire. Le due cose hanno ambiti di riflessione differenti; per i concetti (ossia per quel che riguarda i contenuti) si riflette/argomenta in un modo; per quel che riguarda il metodo in un altro (non è un caso, infatti, che esistano ambiti disciplinari diversi per ciascuno di essi). Or bene, mi pare (per quel che mi riguarda personalmente) che il fatto stesso di scrivere in un forum dovrebbe essere la dimostrazione della mia disponibilità ad entrare in discussione, a voler addurre motivazioni (se per "critiche", come Lei ha scritto, si intende il discutere argomentato, ossia fondato, e che conduce o dovrebbe condurre ad una qualche evidenza, tramite il dibattito sulle motivazioni, i concetti, i punti di partenza...). Citazione:
Lei ha scritto, infatti, "non devo far passare... non le permetto"! Spero si renda conto di quanto di razionalità c'è in queste espressioni... e quanto di emotività. Mi chiedo, per di più: perchè "non può e non deve"? C'è, forse, qualche altro recondito interesse dietro le sue parole, argomentazioni e ragionamenti? Inoltre. 1 - che lei reputi insostenibile i mio sistema di "nozioni, concetti, idee" (ossia, tento di interpretare, lei crede che il sistema di nozioni, concetti ed idee da me utilizzato sia senza fondamento; insostenibile, infatti, significa proprio questo) è legittimo, ma rischia di essere soltanto una sua persuasione, un suo convincimento altrettanto insostenibile se a sostegno non adduce delle motivazioni, degli argomenti validi. 2 - prima di addurre argomenti pro o contro la tesi o la posizione altrui è intellettualmente più onesto e praticamente doveroso "ascoltare" ciò che l'altro ha da dire, viceversa il dialogo "muore" in una generale "petitio principii". continua... |
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30-12-2009, 15.11.25 | #176 | ||||||
Ospite abituale
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Riferimento: Dio non esiste
... continua dal post precedente
Citazione:
Lei, infatti, ha appena scritto che io faccio affermazioni sul Dio al quale si è fatto riferimento sin dall’inizio del thread! Mi domando, con una certa perplessità, se e fino a che punto lei ha letto il mio primo intervento. Per risparmiarle la fatica di andarlo a cercare, ricopio e quoto di seguito ciò che avrebbe dovuto leggere prima di imbarcarsi in questo botta e risposta con me, ossia la prima parte del mio primo intervento in questo thread: Citazione:
Citazione:
Come è lampante, fin dal mio primo intervento io ho ricusato la definizione data da Orabasta perchè non dimostrata, ma postulata arbitrariamente. Non c'entra assolutamente nulla, quindi, il dio della tradizione ebraico-cristiana ! Citazione:
Citazione:
Citazione:
Ma lei, che si è imbarcato in questa diatriba con me, se ha letto, -purtroppo- ha frainteso tutto il mio discorso (ed il fraintendimento è palese da tutto ciò che ho ricopiato in precedenza e poco sopra!). Una maggiore attenzione in ciò che legge è il mio consiglio del tutto disinteressato! continua... |
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30-12-2009, 15.22.25 | #177 | ||||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 30-05-2008
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Riferimento: Dio non esiste
... continua dal post precedente
Citazione:
Se è la prima, allora è un ipse dixit, una presunzione (la chiamo io) infondata sulla quale non si discute perchè la si impone e, quindi, la si deve accettare sic et simpliciter; se, invece, è la seconda, allora "fuori gli argomenti", come soleva dire il mio insegnate di teoretica (perchè senza argomenti si è, direbbe il buon vecchio Aristotele, come un "tronco"). Citazione:
Come si fa a porre il problema della contingenza del mondo di cui non abbiamo ancora conoscenza ed esperienza? Come si può dire qualcosa di ciò di cui non abbiamo conoscenza? Citazione:
Io ho, infatti, sostenuto che la contingenza è o dovrebbe essere il punto di partenza per la dimostrazione dell'esistenza di dio; non ho mai sostenuto (come scrive lei adesso) che la posizione di “Dio” sia appena subito dopo quella dell’essere esperito e conosciuto. Il punto di partenza è (definizione nominale) ciò da cui si parte.... Citazione:
Alla resa dei conti, dunque, colui che impone dogmi è proprio il mio interlocutore, colui che in questo forum ha nick Franco; egli, infatti, è colui che (a suo stesso dire) "non può e non deve... non permette... reputa insostenibili" (senza poi mostrare, o meglio di-mostrare, dove stia l'insostenibilità). Citazione:
Infatti, il mio discorso sulle dimostrazioni di tipo matematico era un esempio che voleva far vedere (ossia dimostrare) che quanto lei aveva scritto (e che per rinfrescarle la memoria cito di seguito) è assolutamente erroneo. Lei, infatti, in un primo momento ha scritto: Citazione:
Citazione:
Ripeto, quest'assunto è del tutto erroneo; e per dimostrare l'erroneità di esso ho addotto come esempio il II teorema di Euclide (il quale si dimostra a partire da quello di Pitagora, il quale -a sua volta- si dimostra a partire dal I di Euclide, che a sua volta si dimostra...). Quindi non è vero, anzi è smentito " in re", che la non-dimostrabilità è data dal fatto che una qualsiasi cosa/fatto/etc., dipenda da un'altra che necessita di dimostrazione. E' chiaro, comunque, che la mia critica era mirata esclusivamente a quanto scritto dal signor Franco (non ho nè scritto nè letto in questo thread alcuna dimostrazione della contingenza della realtà; ergo, non c'è alcuna critica che può muoversi ad essa... d'altronde, se critica ci fosse, sarebbe al nulla... sto portando avanti, quindi, un ragionamento sui principi... o come direbbe qualcuno "sui massimi sistemi"). Citazione:
Respondeo. Ad primum: lei dimostra di non conoscere il contenuto delle vie tommasiane (ragion per cui opino che non abbia letto il testo della Summa Theologiae, affidandosi, forse, al solo giudizio di B. Russell, al quale non può proprio attribuirsi il titolo di storico della filosofia)... e allora di cosa discutiamo? di opinioni di questo e/o di quello? e se anche volessimo discutere di opinioni, che valore avrebbero esse dato che sono dettate dalla non conoscenza del cespite di cui dovrebbero occuparsi. Chiedere su cosa si basi (ossia qual è il fondamento) la sua affermazione (l’impianto dottrinale dell’Aquinate era ed è sostanzialmente apologetica cristiano-cattolica) è chiedere troppo? Certo è che se essa ha il solido fondamento dell'opinione infondata di Russell, siamo a cavallo Ad secundum: la prof.ssa Sofia Vanni Rovighi ha insegnato filosofia morale, storia della filosofia (in un primo momento medievale e poi moderna e contemporanea) e teoretica; specialista di Anselmo d'Aosta, oltre che di Tommaso d'Aquino, Galilei, Cartesio, Leibnz, Kant, Hegel, Husserl, Hartmann, Heidegger, ed altri; ha scritto e pubblicato diversi studi, articoli e libri, tra i quali cito soltanto: "Introduzione ad Anselmo d'Aosta" ed "Introduzione a Tommaso d'Aquino" editi da Laterza, "Storia della filosofia medievale. Dalla patristica al secolo XIV" edito da Vita e Pensiero, "Storia della filosofia moderna e contemporanea" in 2 voll. editi da La Scuola, "Introduzione allo studio di Kant" anch'esso edito da La Scuola... ha curato le "Opere filosofiche" di Anselmo d'Aosta edite da Laterza e ripubblicate di recente... e molto altro ancora. Certo è che additarla come una "dossofogra cattolica", oltre che altamente ridicolo è anche da cadere le continua... |
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30-12-2009, 15.41.46 | #178 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Dio non esiste
... continua dal post precedente
Ad tertium: a me, invece, i capelli si arricciano (almeno quei pochi che la calvizie da trentacinquenne ha mantenuto radicati nel cuoio capelluto) quando leggo espressioni come la sua: non voler ascoltare le motivazioni altrui è l'esatto contrario dello spirito filosofico; è la più chiara dimostrazione di chiusura ad ogni dibattito (che si fa sempre confrontando motivazioni, idee, metodi, argomenti...); è la dichiarazione ferma dell'ideologia "sorda"; il più sicuro indizio di presunzione di verità... Citazione:
Ripeto quanto ho detto all'inizio: "dimostrare" significa "far vedere"; ora, Russell (i cui meriti sono da ricercare in tutt'altro ambito che non la storia della filosofia, nel testo citato non dimostra, quanto piuttosto afferma soltanto una sua opinione -ed io aggiungo: infondata-); con le sue parole, ripeto, non mostra nulla, non dimostra alcunchè... Mi chiedo: perchè non citare anche De Crescenzo? Anch'egli, infatti, ha scritto una storia della filosofia Il parere illustre, diventa tale (ossia "illustre"), perchè dato da una persona famosa (e allora Russell e Pippo Baudo, poichè sono illustri, renderebbero illustre ogni loro opinione ipso facto) oppure perchè dato da uno specialista in materia (tipo la prof.ssa Vanni Rovighi)? E' notoria (per accertarsene, basta dare una scorsa anche veloce al libro di storia della filosofia di Russell citato dal signor Franco) la competenza di Russell a proposito della storia della filosofia occidentale; i giudizi su Hegel, per esempio, sono un monumento all'ermeneutica e all'obiettività storica e teorica Citazione:
Se tra essi c'è la ragione, allora, me ne duole contraddirla, ma credo che ci possa essere una possibilità di verifica del concetto di contingenza della realtà; se invece per "metodi d'accertamento collettivo" si intende i metodi sperimentali (per intenderci, quelli della scienza fisica) allora concordo con lei... in questo secondo caso, però, mi chiedo perchè proprio in un forum di filosofia stiamo discutendo di ciò? Citazione:
In attesa di sue eventuali repliche, la saluto. Gaetano T. |
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30-12-2009, 16.50.02 | #179 | ||||||
Ospite abituale
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Riferimento: Dio non esiste
Citazione:
Questo modo di concepire la conoscenza presuppone che: - la realtà sia più ricca di quello che noi apprendiamo di essa; così che per conoscerla sempre meglio dobbiamo quasi prenderla d’assedio (ossia affrontarla da più parti e da diverse angolature); - la nostra conoscenza sia inadeguata, anzi si adegui man mano alla realtà, comprendendola sempre meglio, in un progresso ed in un approfondimento continuo; - le distinzioni dei nostri concetti non siano sempre distinzioni fra cose (cioè, la distinctio rationis non è sempre una distinctio realis), perché concetti diversi possono essere il frutto di diverse prese di mira di una identica realtà. Per esempio: nei giudizi di fatto, quando affermiamo che il lampo e il tuono (che sono pur sempre idee distinguibili) sono manifestazioni di una scarica elettrica (appresa da due diversi organi di senso: con gli occhi [il lampo] e con le orecchie [il tuono]); nelle proposizioni necessarie, quando affermiamo che la figura triangolare ha gli angoli interni uguali a due retti, oppure che il triangolo iscritto in un semicerchio è retto. Dunque, se col mio primo concetto di triangolo (figura chiusa da tre lati) io sapessi tutto di esso, non avrei alcun bisogno di formulare delle altre proposizioni, di esprimere cioè altri giudizi; così, ci sono "distinctiones rationis" (ossia distinzioni fra idee) alle quali non corrisponde una distinzione reale, cioè una separabilità. Infatti, ci può essere “distinzione logica” là dove c’è “identità reale”. Soggetto e predicato, dunque, nel giudizio sono idee (ossia "cose in me" distinte l'una dall'altra)? In verità nel giudizio, il soggetto è ciò che c’è di più indeterminato, e i predicati sono gli aspetti che via via lo specificano, senza i quali non potrebbe stare neppure lo stesso soggetto. Ne è prova il procedimento geometrico: una figura (un soggetto) di cui tramite l’evidenza conosco un solo carattere (cioè che ha tre lati), ha anche altri caratteri (cioè altri predicati) senza i quali non sarebbe o non potrebbe essere: contraddire questi altri attributi significherebbe contraddire la stessa esistenza del soggetto (perché, per esempio, non esiste alcun triangolo la cui somma degli angoli interni superi o sia inferiore a 180°); quindi, questi ulteriori predicati (o attributi) competono al soggetto necessariamente, e contraddirli significherebbe eliminarlo, annullarlo. La conoscenza, dunque, è capacità di apprendere la realtà. Apprensione inadeguata -è vero- ed anche, se vogliamo, parziale, ossia "per aspetti"; ma sempre della realtà e non di un’idea. In altre parole la medesima realtà ci si presenta sotto aspetti diversi man mano che la nostra conoscenza progredisce, aspetti che dobbiamo ricomporre nel giudizio, per approssimarci sempre più a ciò che la cosa è. Tutti i concetti, infatti, derivano dall’esperienza: o per semplice astrazione universalizzatrice oppure per induzione. Non esistono concetti che siano a-priori per il loro contenuto; quindi sarebbe fuori luogo opporre i "meri concetti" "all’esperienza"; si oppongono (ossia sono specificamente distinti) il processo intuitivo-deduttivo e quello sperimentale-induttivo, il primo fonte di giudizi analitici, il secondo fonte di giudizi sintetici a-posteriori (cioè di esperienza); non si oppongono l’esperienza e i concetti, poiché tanto nel processo intuitivo-deduttivo quanto in quello sperimentale-induttivo i concetti derivano sempre dall’esperienza, sia pure in modo diverso. Spero essere stato chiaro adesso! Citazione:
se io rispondessi semplicisticamente con un sì o un no darei una risposta stupida; perchè -filosoficamente- darei una risposta infondata (cioè direi una mia presunzione)... come faccio a dire che dio esiste prima di averne dimostrato l'esistenza (posto che la conoscenza di dio non è immediata)? Quindi, prima della dimostrazione (escludendo la fede) non posso dire se esiste oppure non esiste un essere necessario "che tutti chiamano dio" (concluderebbe Tommaso d'Aquino). Citazione:
Io direi meglio: "la scopro in qualche modo osservando il mondo". Spero essere più chiaro con un esempio. Una persona viene condotta sulla cima di un monte da un elicottero, e poi egli chiede a se stesso: "ma qua sopra si giunge soltanto con l'ausilio dell'elicottero oppure c'è la possibilità di scalare la montagna, e quindi segnare un sentiero, anche se difficoltoso, irto e pericoloso?". Fuor di metafora: l'uomo che è condotto in cima al monte è l'uomo di fede (colui che accoglie la rivelazione tramite la fede), chi tenta la scalata è, invece, l'uomo che si arma della sola ragione... ma la cima è uguale per entrambi. Ecco perchè, a mio avviso, non ha senso additare i filosofi cristiani di dogmatismo latente... è facile, infatti, etichettare qualcuno per non "ascoltare" i suoi argomenti (es.: tu sei cristiano, quindi DEVI sostenere le tue tesi)... è possibile, mi chiedo io, che questi "cristiani" siano tutti ipnotizzati dalla loro fede, da aver abdicato alla loro razionalità? Ascoltiamoli, una buona volta, verifichiamo cos'hanno da dire, e mettiamo da parte ogni ideologia! Con ogni disponibilità a replicare. Gaetano T. |
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31-12-2009, 20.28.07 | #180 | |||||
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Riferimento: Dio non esiste
Citazione:
Non ho detto che non eri stato chiaro, ho detto che non mi hai spiegato (e ti chiederei di farlo sinteticamente, senza scrivere 25 righe) perchè "necessario", secondo te, può essere attribuito a enti o a cose. Citazione:
Ok, però ora che - finalmente - dici qualcosa in modo così semplice e conciso (perlopiù, a mio modo di vedere, dilunghi molto), ti vorrei rivolgere una domanda: come mai sei ancora convinto della possibilità di dimostrare un ente trascendente con argomenti logici, e in più, con l'argomento (e la logica) di Leibniz che visse ben 300 anni fa? Ti ricordo Kant: nessun argomento logico può dimostare l'esistenza di 100 talleri nelle mie tasche. Citazione:
Non so, a parte il fatto che hai usato le mie stesse parole salvo il "in qualche modo", non ti pare appunto che questo "in qualche modo" sia molto vago e nebbioso? E se, come dici tu stesso, noi non abbiamo una conoscenza "perfetta" della realtà, non si pone il tuo argomento su un terreno friabile ed instabile? Il tuo asserire la contingenza della realtà non potrebbe essere solo un'illusione? Come quella dell' "ordinamento verso di un fine" di S. Tommaso? Citazione:
Sai, sei stato tu il primo a etichettare me di ideologia, e io ti ho solo risposto. Io ti sto ascoltando e sto cercando di capire la tua posizione, e - per inciso - non ti ho mai tacciato di dogmatismo. Ammetto che la scolastica, a mio modo di vedere, sia nata essenzialmente per difendere una verità già appresa, ma questo non significata - attenzione! - che anche la tua posizione sia dogmatica. Se tu accetti argomenti che sono nati per uno scopo, non vuol dire che anche tu cadi nel loro stesso errore. (da come parli non penso che tu accetta nessun tipo di verità a-priori, e che non chiuda gli occhi di fronte alla realtà quando questa contraddice la tua "verità")... ...Penso essenzialmente che ragioniamo in modo estremamente diverso, e ciò che per è probativo e valido, a me spesso non convince, a partire dal tipo di linguaggio che usi. Comunque credo che stiamo entrando in un vicolo cieco e, scusa se te lo dico, per me dovresti divagare un po' meno, fai post di 4 "unità" (ovvero rispondi con 4 post alla volta) che rendono la lettura dei tuoi interventi un po' pesante. Forse sono io che semplifico troppo, ma mi pare che sintetizzare al massimo le mie critiche, e dire precisamente dove non concordo sia il modo migliore di dialogare. Per finire, rispondo a Franco: Citazione:
Dopo questo post ho notato le analogie fra questo argomento a posteriori, e il famoso argomento dell'ordinamento verso di un fine! E se anche la contingenza non fosse che un'illusione? Ad ogni modo, la parte della contingenza la lascio a te |
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