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22-02-2009, 17.06.16 | #452 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Utilizziamola questa matrice "logica"...
Citazione:
L'affermazione "un uso libertino del termine fede" per me non alcun senso quindi nonla commenterò. L'elenco che volevo pubblicare voleva illustrare come era difficile non incappere discorrendo nella dimensione fede. Dici " ciò che sapevamo prima " , ti sei forse autonominata capo di una fazione che avrebbe come ragione di essere contraddire quanto sostengo? Non credo che ci sia tale fazione faziosa. Chiamare scienza la teologia è un uso millenario, ed è anche ovvio, ma se tu non la vedi così, chiudiamo questo argomento. Rimaniamo ognuno delle nostre rispettive opinioni che abbiamo già esposte. E' ovvio per chi non crede nell'esistenza di Dio considerare la teologia inconsistente. Se ha qualche valore il consenso generale, sono molte di più le persone che credono in una qualche realtà divina di quelle che non credono. Diciamo che la teologia è una scienza riconosciuta come tale solo dai credenti. Ma il consenso generale non è un sicuro criterio di verità. Il sillogismo lo hai costruito tu quindi portalo avanti come più ti piace. Non ho mostrato come la mia affermazione si dispieghi perchè la riflessione non ha ancora preso corpo. Man mano che lo prenderà, se ne sarò capace, pubblichero quello che sarò riuscito a pensare. Dovrò anche fare qualche distinzione fra le proposizioni. [P.S Il nominalismo c'entra come i cavoli a merenda.] Saluti amichevoli |
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03-03-2009, 08.58.28 | #453 |
Ospite abituale
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
La fede come matrice del pensiero mi ha condotto a riflettere sulla prolessi.
Cito ora alcune righe tratte da: Gli stromati. Note di vera filosofia di Clemente D'Alessandria, edito dalle Paoline, pag. 190-191. "Secondo Epicureo nessuno può né indagare, né dubitare, né tanto meno concepire una opinione e neppure confutare senza la prolessi. Ora se chi apprende non apprende senza la prolessi e la fede non è altro che una prolessi del pensiero circa quanto viene detto e ciò è stato definito attenzione intelligenza e insieme disponibilità alla persuasione, non si darà mai caso che uno apprenda senza fede. " Vi invito a riflettere sulla prolessi. |
03-03-2009, 19.55.10 | #454 | |
like nonsoche in rain...
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Citazione:
Chi apprende non apprende senza la prolessi la fede non è altro che una prolessi del pensiero allora: non si darà mai caso che uno apprenda senza fede Direi che la conclusione non è corretta; lo sarebbe se la fede fosse l'unica prolessi del pensiero, ma è -una- prolessi del pensiero, una tra le tante modalità di anticipazione con cui l'uomo apprende e conosce. La fede è una “prolessi” del pensiero poiché nel confidare in un mondo trascendente si proiettano cioè si applicano inevitabilmente, a questo mondo, le categorie umane. Ecco dunque che Ganesh ha la testa di elefante, Kalì ha molteplici braccia, Zeus si adira e Dio è infinitamente buono e conosce ogni cosa. Ho trovato questa definizione: Prolessi - sono le anticipazioni o le premonizioni, ovvero le immagini delle cose che scaturiscono dalle percezioni e si formano attraverso il ripetersi delle medesime percezioni e la loro conservazione nella memoria (“Storia della filosofia antica” G. Reale) Il concetto, per quello che ne posso capire, è interessante. Anche alle nuove cose che l'uomo apprende applica i modelli di quelle vecchie ovvero l'unico modo per comprenderle è in un certo senso “anticiparle”. E' una delle profonde questioni con cui devono fare i conti i fisici, da quando (inevitabilmente) hanno abbandonato il buon vecchio senso comune. Risulta molto complesso immaginarsi ciò avviene nel mondo microscopico, ad esempio, proprio perché tentiamo di applicarvi le rappresentazioni, le immagini delle cose che conosciamo quotidianamente... ma pare proprio che non ci sia altro modo per giungere alla comprensione! Ed è questo che probabilmente voleva affermare Epicuro. Ciao. p.s. continui (e ne sono meravigliato!) a non leggere quanto scrivo: non sono una donna. |
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03-03-2009, 20.55.46 | #455 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Citazione:
Caro Nexus ho proseguito con quella mia percezione errata avendo dimenticato la tua precisazione, che avevo letto. Me ne scuso. Sulla prolessi o anticipazione ho già degli spunti interessanti ma non riesco a cogliere ancora il punto che mi interessa. Il concetto di prolessi è evoluto fino a diventare l'equivalente di categoria, in senso aristotelico. Dovrei capire se la fede-fiducia è un a-priori, seguendo questa strada. Ci sono anche altre suggestioni, ho trovato questo: L'Anticipazione è l'aspettativa cognitiva e volitiva di un evento futuro. Vai a questo sito: http://www.problemistics.org/corso/s...cipazione.html Poi ne parliamo...devo raccogliere le idee. Ciao Ultima modifica di Giorgiosan : 04-03-2009 alle ore 14.22.41. |
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04-03-2009, 14.43.41 | #456 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Citazione:
Mi piacerebbe che tu dimenticassi la fede religiosa, quella che si riferisce ad un mondo trascendente coi suoi contenuti. Secondo me impediscono di concentrarsi sulla fede quale motore del pensiero o fenomeno della mente che è il tema proprio di questo 3d. Potrai sempre contestare i contenuti delle fedi religiose. Affrontiamo il tema come un brainstorming e cioè: 1) estrazione/produzione di idee attraverso associazioni mentali spontanee (a ruota libera); 2) circolazione/accettazione di qualsiasi idea attraverso una atteggiamento positivo (libero gioco, astensione e posponimento della critica); 3) selezione/combinazione di idee (in parte o in toto) per un loro affinamento e come base per generare altre idee. Credo che sarebbe fecondo. Che ne dici? P.S. Non sarai costretto a diventare cattolico se troveremo argomenti validi a sostegno della mia tesi. Ultima modifica di Giorgiosan : 04-03-2009 alle ore 20.50.56. |
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05-03-2009, 09.26.42 | #457 | |
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Riferimento: anticipazione e intenzionalità
Citazione:
Inizio il brainstorming Se la mente ragionante è sempre guidata dall’intenzionalità, vale a dire è sempre diretta ad un oggetto, l’oggetto intenzionato è anticipato nella o dalla psiche. La mente è mossa e tenuta costante nella direzione dell’oggetto anticipato, dalla fede-fiducia psichica . Cioè l’oggetto intenzionato è anticipato con un dinamismo di fede-fiducia. In termini psicologici: Se l'anticipazione è l'aspettativa cognitiva e volitiva di un evento futuro allora la fede-fiducia si può identificare con l'anticipazione. Le anticipazioni possono assumere la forma del: - Prevedere : discernere futuri probabili/possibili (accento su : dimensione cognitiva) - Prevenire-Provvedere : esprimere futuri possibili/preferibili Ultima modifica di Giorgiosan : 05-03-2009 alle ore 15.21.32. |
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07-03-2009, 18.28.16 | #458 |
Ospite abituale
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Mi pare che giorgiosan abbia centrato il problema ricorrendo prima al termine prolessi, poi chiamando in causa la psicologia, perché effettivamente ogni discorso, ogni ragionamento (sia esso religioso o laico) appare condizionato dalla fede: se io non credo almeno inizialmente a quello che mi appresto a dire, perché dovrei parlare? E’ il punto in cui dal neurone scaturisce il pensiero, prima per così dire di ogni intenzionalità….salvo ammettere che un secondo dopo io possa dubitarne oppure lo muti: il pensiero è infatti simultaneamente certezza e dubbio, prima di sapere se queste due ipostasi possano tradursi come fede religiosa o laica, e tanto meno come fede e malafede. Ma allora perché questo distanziamento o sovraccaricamento dei termini, che ha prodotto tante lacerazioni fra i popoli e nei popoli? D’altra parte, ciò che riveste la massima importanza è interrogare il futuro, cioè capire se quell’unità diciamo così germinale possa essere ripristinata, se cioè è possibile sperare in un’evoluzione del pensiero tale che possano in un’ultima sintesi fondersi religione e filosofia - ma come? Io torno qui al mio concetto dell’assoluto, pensando che la sintesi potrebbe avvenire solo attraverso di esso, che rappresenta un ponte fra religione e filosofia, a condizione che ciò che si intende sia la stessa cosa: cioè da parte della filosofia una verità che si raggiunga solo attraverso una storia infinita, cioè al di là di ogni formulazione che la renderebbe subito relativa – e da parte della religione una verità che se è considerata divina escluda dal concetto di Dio tutti gli attributi che le chiese gli assegnano, lasciandolo nella sua imperscrutabile tenebra, che è quanto lo rende assoluto.
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08-03-2009, 10.21.58 | #459 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Citazione:
Imperscrutabile tenebra un assoluto come mistero insondabile. Acconsentendo a questo, di cosa potrebbe interessarsi la riflessione? |
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08-03-2009, 16.47.57 | #460 |
Ospite abituale
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Considerando la prolessi, ineludibile è l'dea di Husserl circa quella che chiama Urdoxa (fede originaria): la prolessi originante, la categoria delle categorie per così dire.
La fede nel mondo significa che questa certezza precede sempre addirittura se stessa e che non può essere fondata perché è il fondamento di qualsiasi fondazione. di G. Brand, autore di Mondo, io e tempo nei manoscritti inediti di Husserl. Questa citazione è presa da Sandro Mancini , Sempre di nuovo, ed. Mimesis, pag.285 Ultima modifica di Giorgiosan : 08-03-2009 alle ore 17.16.41. |