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24-01-2008, 08.32.31 | #352 |
Ospite abituale
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Concludo da parte mia questo 3d, a meno di post interessanti, affermando che la fede (come fenomeno umano) non solo ha un rapporto con la scienza ma è una funzione costante della mente. E' necessaria all'ideazione.
E' attiva, ovviamente, in ogni decisione pratica, e se, per assurdo, non fosse " funzionante" l'uomo sarebbe paralizzato. La fede è attiva anche nel comportamento animale. La fede è la forza propulsiva dell'evoluzione. L'uomo vive di fede. |
24-01-2008, 09.30.53 | #353 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Citazione:
Questa mi giunge davvero nuova. Citazione:
Quod gratis adfirmatur, gratis negatur. Questa affermazione è falsa. l'evoluzione si basa sulla selezione naturale e sulle mutazioni genetiche. Citazione:
Una componente ineludibile per l'uomo è la fiducia. Saluti Andrea |
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24-01-2008, 10.29.17 | #354 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Citazione:
Non hai mai avuto, che so, un cane o non l'hai mai osservato. La fiducia nel suo padrone-dio sfugge solo, (stavo per dire ai ciechi)... è meglio dire a nessuno. E' la fede in determinati avvenimenti che lo riguardano è altrettanto evidente. Dire che l'evoluzione si basa sulla selezione naturale e sulle mutazioni genetiche non significa nulla riguardo a ciò che ho detto. Fiducia fede speranza credere ....ecc. ecc. indicano lo stesso fenomeno. A questa obiezione non rispondo più e ti rimando ai post precedenti. |
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25-01-2008, 16.47.33 | #355 |
Ospite abituale
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Volendo stringere il problema alla sua essenza, riassumo come ho fatto nell’argomento “Scienza e fede”, simile a questo.
- Siamo d’accordo che si può parlare di un’assoluta verità anche se non la conosciamo, anzi proprio perché non la conosciamo e ne andiamo in cerca? Il religioso e lo scienziato non cercano la verità e quindi non sottintendono che ci sia - anche se dovesse essere totalmente diversa da quello che si è pensato finora, e anche se dovesse risultare che una verità assoluta non c’è? - Probabilmente essi sono divisi sul ritenere o non ritenere possibile che si arrivi a conoscere questa verità, poiché il religioso crede di essere in possesso del giusto metodo (la fede religiosa), mentre lo scienziato è pronto a riconoscere che non v’è certezza e si offre quindi a una futura critica e a nuove teorie. - Questo è lo stato di fatto, che probabilmente andrà avanti a tempo indefinito. Io però ho tentato di saldare le due posizioni nel concetto stesso dell’assoluto, perché se siamo d’accordo che una verità assoluta c’è e noi la cerchiamo, vuol dire che logica e fede possono condurre allo stesso fine e che anzi sono all’origine la stessa cosa. Di qui discenderebbe che nel momento in cui scatta il bisogno di arrivare alla verità siamo eguali, mentre secondo il metodo scelto siamo diversi. - Vorrei però concludere dicendo che solo chi continua a cercare – cioè non ritiene di aver colto l’assoluto – può dire d’averlo davanti a sé, mentre chi afferma – come il religioso o eventualmente qualche orgoglioso scienziato – di averlo raggiunto l’ha già distrutto, cioè l’ha reso relativo a lui stesso, alla sua intuizione, ai suoi desideri o alla sua capacità di conoscere. Come è per il religioso che si limita a una religione e non si affida a una fede che supera ogni dogma e ogni chiesa, diretta a quel dio che non ha qualifiche ma le trascende tutte. - Dunque mi pare che nel principio e nel fine siamo tutti uguali, e solo nella dolente via tra il principio ed il fine - cioè nella storia - siamo diversi. |
26-01-2008, 18.31.55 | #356 |
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
La scienza poggia tutta su un preciso atto di fede, quello che l'universo sia organizzato in modo razionalmente comprensibile.
John Polkinhorne, fisico e membro della Royal Society |
26-01-2008, 19.50.16 | #357 | |
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Citazione:
...e se vogliamo, dice sempre Polkinghorne, questo atto di fede è simile a quello della teologia che pone i suoi presupposti razionali sulla base di un atto di fede epistemologicamente di eguale valore, quello che Dio si è rivelato in una maniera che è anche razionalmente analizzabile. Sono d'accordo |
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27-01-2008, 15.08.14 | #358 |
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Citazione da Emmeci:Volendo stringere il problema alla sua essenza, riassumo come ho fatto nell’argomento “Scienza e fede”, simile a questo.
- Siamo d’accordo che si può parlare di un’assoluta verità anche se non la conosciamo, anzi proprio perché non la conosciamo e ne andiamo in cerca? Il religioso e lo scienziato non cercano la verità e quindi non sottintendono che ci sia - anche se dovesse essere totalmente diversa da quello che si è pensato finora, e anche se dovesse risultare che una verità assoluta non c’è? - Probabilmente essi sono divisi sul ritenere o non ritenere possibile che si arrivi a conoscere questa verità, poiché il religioso crede di essere in possesso del giusto metodo (la fede religiosa), mentre lo scienziato è pronto a riconoscere che non v’è certezza e si offre quindi a una futura critica e a nuove teorie. - Questo è lo stato di fatto, che probabilmente andrà avanti a tempo indefinito. Io però ho tentato di saldare le due posizioni nel concetto stesso dell’assoluto, perché se siamo d’accordo che una verità assoluta c’è e noi la cerchiamo, vuol dire che logica e fede possono condurre allo stesso fine e che anzi sono all’origine la stessa cosa. Di qui discenderebbe che nel momento in cui scatta il bisogno di arrivare alla verità siamo eguali, mentre secondo il metodo scelto siamo diversi. - Vorrei però concludere dicendo che solo chi continua a cercare – cioè non ritiene di aver colto l’assoluto – può dire d’averlo davanti a sé, mentre chi afferma – come il religioso o eventualmente qualche orgoglioso scienziato – di averlo raggiunto l’ha già distrutto, cioè l’ha reso relativo a lui stesso, alla sua intuizione, ai suoi desideri o alla sua capacità di conoscere. Come è per il religioso che si limita a una religione e non si affida a una fede che supera ogni dogma e ogni chiesa, diretta a quel dio che non ha qualifiche ma le trascende tutte. - Dunque mi pare che nel principio e nel fine siamo tutti uguali, e solo nella dolente via tra il principio ed il fine - cioè nella storia - siamo diversi. Carissimo Emmeci, La tua conclusione è da me pienamente condivisa.Con questa riflessione,secondo mè ti stai veramente indirizzando alla strada che conduce alla verità, Ma non alla verità assoluta perchè quella sta solo nel trascendentale, quindi dall'umano irraggiungibile, bensì invece a quella verità il meno distante dall'assoluto e più relativa all'umano, raggiungibile,non dal religioso,ma neppure dallo scienziato, ma da una giusta collaborazione di entrambi. dalla realtà che l'umano non è solo materia ma anche spirito. Ho cercato di spiegarmi al meglio delle mie possibilità,spero di essere riuscito a farmi capire. Purtroppo io non posseggo la vostra bella dialettica. I vostri argomenti mi attirano,scusate se a volte mi intrometto a rompervi le scatole,ma è più forte di mè Ciao a tutti espert37 |
28-01-2008, 09.31.52 | #359 |
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Mi chiedo davvero a cosa serva copia-incollare delle citazioni senza rispondere agli argomenti e alle confutazioni. Credi di ottenere qualcosa di solido con questo modo di fare ?
Ritieni che riportando frasi di un fisico della risma dello Zichichi nostrano tu possa aver ragione di argomenti solidi come quelli già esposto ? Anche questo fisico, che tra l'altro è anche un teologo, esprime la propria fede religiosa cercando di conciliare scienza e fede, egli ha scritto parecchi libri dettati dalla sua fede in Dio e dalla sua ossesisone di conciliare il suo sapere scientifico con la sua fede, ma i fatti rimangono fatti al di la delle opinioni personali. E' inutile andare a scovare le citazioni di qualsiasi scienziato infatuato di una qualunque religione perchè le loro esternazioni in questo campo sono equivalenti a quelle di chiunque abbia una fede. Dunque costui, o chiunque altro, può dire ciò che gli pare ma non mi risulta che nelle università statali italiane si insegni teologia ne come scienza ne come nient'altro, per non parlare dell'Europa. E questo è ovvio per il semplice fatto che l'oggetto di indagine della teologia è, dal punto di vista scientifico, il nulla indimostrato e indimostrabile e dal punto di vista logico equivalente agli elfi nani di tricot. Saluti Andrea |
28-01-2008, 13.51.46 | #360 | |
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Riferimento: Anche le scienze vivono di fede.
Citazione:
E' certamente poco apprezzabile da un punto di vista intellettuale che con il solo argomento del pregiudizio squalifichi tante persone di cultura e di scienza. Penso che Zichichi sia assai più competente di te. La solidità dei tuoi argomenti ? Riproponi le trite e decadenti illusioni del scientismo e del neopositivismo. Tutti gli epistemologi esprimono pareri molto difformi dal tuo. Ma tu che parli di ricerca, in concreto di quali ricerche ti occupi? Nelle università italiane sono state introdotte le lauree specialistiche, tra le quali quelle in Scienze religiose. C’è un riconoscimento della laurea in teologia in quanto c’è l’equipollenza con laurea in lettere e filosofia. Quindi lo stato italiano riconosce tale laurea. E ben presto che ti piaccia o no, la teologia tornerà all'università di stato ...com'era prima che venisse soppressa. |
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