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05-04-2013, 14.21.49 | #292 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Io penso che per quanto si vogliano superare le distinzioni fra fenomeno e noumeno, fra res cogitans e res extensa, alla fine non riusciamo a fare a meno di tornare ad inciamparci. |
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05-04-2013, 19.01.36 | #293 | |
Ospite
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Hai detto bene: Kant ha spostato il problema della conoscenza universale al problema dell'ontologia che fonda una tale conoscenza. E' proprio su quest'ultima che bisognerebbe indagare maggiormente, partendo dall'idea che una conoscenza non può prescindere da essa. E' chiaro che a livello conoscitivo soggetto e oggetto si implicano, e si escludono, a vicenda. Ora bisogna vedere quali sono i presupposti che permettono questa conoscenza. Secondo me bisogna fare attenzione a non confondere epistemologia con ontologia e non farle coincidere. Supponiamo che io sia uno scienziato che scopra una nuovo tipo di batterio e lo chiami "il batterio di Dario". Il batterio stesso esisteva anni luce prima che io lo conoscessi, ed esso si manifestava anche prima, nonostante il mio intelletto non si era mai rivolto verso di esso. Inoltre questo batterio continuerà ad esistere alla mia morte, quando non potrò più rivolgermi verso di esso. Il nome "batterio di Dario" invece esiste in virtù della mia conoscenza del batterio stesso. Quindi, l'esistenza del batterio non dipende dalla mia conoscenza, l'esistenza del nome che gli ho dato sì. Tutti gli indefiniti oggetti che ancora non conosciamo, anche se attualmente non sono illuminati dal nostro "raggio conoscitivo", sono già pre-costituiti, pre-esistenti. Dopo aver teorizzato una certa conoscenza oggettiva basata su una certa soggettività, bisogna stare attendi a non far dipendere anche l'esistenza del mondo dalla soggettività e quindi dalla conoscenza, il passo è breve e pericoloso. Conoscenza implica esistenza, non viceversa! Occorre ridonare una certa indipendenza ontologica a ciò che conosciamo, riuscendo però a non inciampare nel dualismo cartesiano res cogita-res extensa (impresa ardua). Come scrive Heidegger in "Essere e tempo": "il fenomeno si manifesta dà sè stesso e per sè stesso" (quindi non per una coscienza che conosce). |
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05-04-2013, 19.52.02 | #294 | |
Moderatore
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
La volontà esprime invece un modo di apparire della cosa che allude a un soggetto che la vuole ed è da essa voluto, anche la volontà costituisce quindi una caratteristica di ciò che appare (l'oggetto insieme al soggetto nel reciproco volersi) e può apparire inconscia se l'oggetto o il soggetto di questa volontà restano nascosti alla coscienza (apparendo il loro restare nascosti). La volontà è sempre una volere che quella cosa che si manifesta al soggetto come data possa apparire diversa (mostrare un'altra faccia di se stessa), nelle possibilità più o meno diverse che accompagnano il suo apparire. Il pensiero pensante e la materia pensata sono originariamente presenti insieme, ugualmente espressi nell'unità originaria dell'essere che si rivela come qualcosa che c'è, in tutte le relazioni che esso pone per poter apparire e che, per poter apparire, li rappresenta distinti e in astratto separabili. Il problema cartesiano di trovare cosa lega la res cogitans con la res extensa è dunque fin dall'inizio risolto dal loro reciproco costante implicarsi. |
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05-04-2013, 20.01.37 | #295 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
E’ poi vero che, nella pratica di ricerca, ci si riferisce a protocolli ad hoc, sia in singolo che in ambito di team di ricerca in continua interazione fra intuizioni, controlli/analisi dati, calcoli, ragionamenti induttivi e deduttivi, ecc….nei quali il ricercatore (il team di ricerca) esprime ogni soggettività e capacità del proprio processo cerebrale. La cosa buona è che, per lo più, chi fa ricerca non è un automa…anzi, in genere, è in possesso, oltre che di creatività, conoscenza ed esperienza, anche di un “QI” superiore alla media: ne consegue che la più parte della strumentazione operativa e ludica di cui oggi disponimo è frutto sia del metodo che della genialità dei molti uomini passati e presenti che hanno saputo dare ai fenomeni dell’universo la loro specifica interpretazione realizzando la massima oggettività possibile con la più avanzata congruenza fra fenomeno dell’universo "là fuori" e risultanza del trovato in corso di ricerca. Quindi le occasioni di soggettività ed inquinamento personale sul processo in corso di sperimentazione vanno ben oltre (e fortunatamnte) ciò che Maral cerca di intuire e stigmatizzare.…al fine di negare una oggettività cui egli non crede. In effetti ha ragione di non crederci…dato che egli è capace solo di supporre che s’intenda perseguire una “oggettività assoluta”. Ma il fatto è che nessuno pensa o pretende una oggettività assoluta: invero la oggettività del trovato in riferimento al corrispondente fenomeno dell’universo è raramente assoluta…anzi direi che non lo è mai...così come il metodo non ha alcuna pretesa di costituire verità...esso è solo pragmaticamente utile. Solo nei casi di intuizioni geniali di geniali uomini, il sapere "scienza" si approssima asintoticamente alla congruenza coi reali fenomeni dell’universo "là fuori" sotto studio..quasi oggettività assoluta. Ciononostante "constatiamo a posteriori" che i passi del sapere scientifico verso una “oggettività” della conoscenza dell’universo assumono sempre più un trend in crescendo esponenziale… complici il “metodo” e la genialità dei molti uomini che vi si sono dedicati in passato e vi si dedicano oggi. Alla fine, comunque, direi che Maral ha ragione…solo che non sa quanto: solo i filosofi o aspiranti tali e adepti credono che il sapere possa essere assoluto…in realtà esso è sempre relativo ed approssimato rispetto al vero essere reale del fenomeno in studio. Altri saperi, via via sempre meno relativi e più oggettivamente affidabili emegeranno a sostituire o contribuire alla oggettività dei saperi attuali. Quindi non esiste una oggettività intesa come assoluta: l’oggettività del sapere scientifico è semplicemente, proprio per questioni di metodo, di un livello relativamente più affidabile in riferimento alla realtà dell’universo che non i saperi esplicati da altre discipline. E’ tuttavia anche vero che l’attività delle ricerca scientifica è solo limitata allo studio del campo concernente.... l’immenso universo o multiverso che sia. Alla fine direi che, in fondo, la genialità degli umani è materia abbastanza diffusa…solo che senza un metodo spesso si rivela vana. La scienza è grande perchè unisce le due cose: genialità è metodo. Concludendo, le fasi finali di una ricerca rivolta alla esplicazione di un trovato o di una teoria, sono costituite da controlli sperimentazioni funzionali, esplicazioni matematiche, diffusione su riviste specializzate e in rete…in modo che, quando riescono, danno livelli di carisma, di oggettività e garanzia di "oggettivo reale" (è constatazione!) che altre discipline in relazione ai propri “trovati” non danno e non possono dare proprio per mancanza di sperimentazione, matematizzazione, controlli incrociati fra i laboratori in rete, ecc…. Fu, in effetti, la sperimentazione e la matematizzazione la grande intuizione di Galileo che diede origine a quella particolare filosofia che chiamiamo “scienza moderna” e che costituì una vera e propria cesura rispetto ai vecchi saperi, non sperimentati, (ipse dixit!) degli aristotelici che ancora si insegnarono nelle università per tutto il ‘600…e, qualcosa, persino oggi. Credo che di fronte ad una tale vastità di opere tutt’ora efficaci costituenti la “scienza moderna” con controlli, interazioni e risultanze “oggettive”…relativamente oggettive, s’intende… la critica di Maral alla bozza di metodo che, solo per darne un cenno, ho richiamato da Wikipedia, sia abbastanza inconsistente, vana e ben poca cosa…magari frutto di un qui quo qua o di misconoscenza dello specifico campo. |
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05-04-2013, 20.41.40 | #296 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
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Quindi bene per l'esistenza di una realtà indipendente dalla nostra coscienza...viceversa è la coscienza che si forma e attua in riferimento alla realtà via via pensata e percepita. Che cosa poi non sia umanamente comprensibile credo che ancora non sia dato sapere: infatti mi pare che sappiamo e comprendiamo dell'univero sempre più. Quella del grande Kant mi pare affermazione arbitraria. Citazione:
Sostituire la metafisica con le filosofia trascendetale mi pare fosse atto dovuto: lo interpreto come un avanzamento del pensiero del tempo. Per quanto anche la filosofia trascendentale mi parrebbe piu' questione religiosa...di teologia insomma...ma forse allora ancora non si faceva distinzione fra filosofia e teologia o religione. Per il tempo e lo spazio mancavano allora basi di conoscenza della fisica. Ancora Newton era rimasto al "tempo" che scorreva da meno infinito a più infinito ed il concetto di velocità della luce era di là da venire. Per definire qualcosa bisognava arrivare almeno fino ad Einstein. In effetti mi trovo sempre in imbarezzo quando leggo di queste cose: Non mi è mai chiaro se si tratta solo di storia della filosofia...di discussioni accademiche... o se proprio ci si crede...non si distingue fra storia e credenza! Penso che nel primo caso la cosa sia ampiamente leggittima, anzi necessaria: occorre, è essenziale, una conoscenza delle posizioni culturali del passato. Per il secondo caso non capirei come nella nostra attuale secolarizzata cultura si possano ancora coltivare di simili credenze. Certo ognuno pensa e crede come vuole secondo suo imprinting e formazione, ma non sarebbe il caso di distinguere e operare una selezione? Ma in effetti è proprio quello che tu hai cercato di fare in questo caso...però... |
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08-04-2013, 11.13.22 | #297 | |||
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
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Un esempio dell'autoreferenzialità (arbitraria) della scienza emerge dalle tue stesse parole quando affermi, a riprova della validità del metodo scientifico, che i ricercatori hanno un elevato QI. Ma il QI è un parametro di valutazione scientifica, dunque il buon funzionamento del metodo è garantito dal fatto che chi lo fa funzionare possiede in buona misura una qualità che il metodo stesso ha fissato come va misurata e definito buona per il proprio funzionamento. In ultima analisi il metodo giustifica se stesso e non accetta altro da se stesso che possa giudicarlo. Citazione:
Ci approssimiamo solo a una nostra pretesa di oggettività che è indimostrabile. Certo, si può ribattere che le cose scientificamente spiegate, poi funzionano e questo sempre miglior funzionare per tutti dimostra l'oggettività della conoscenza maturata. Ma: 1- è dubbio che le cose realmente funzionino per quello che realmente sono nella loro effettiva interezza: ci saranno sempre aspetti che funzionano e altri che intrinsecamente non funzionano, ma che si può far finta che siano irrilevanti in relazione alle nostre de-finizioni. 2-Pure ogni funzionare implica un ambito in cui le cose possono funzionare, non un funzionare assoluto: un tostapane in mezzo al deserto del Sahara non funziona, proprio come non funziona la danza della pioggia in un contesto culturale che ne esclude radicalmente il senso. Citazione:
Un saluto |
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10-04-2013, 14.26.54 | #298 | ||||
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
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Non intendo criticare le tue credenze filosofiche o pseudo tali, ma non puoi utilizzarle in relazione a modalità e sapere scientifico: siamo su un altro pianeta! Infatti me ne scuso a priori e non metterla sul personale, ma il tuo post è tutto uno sproloquio! Per scongiurarlo e renderlo innocuo dovrò, di seguito, scrivere a lungo…sconfinando anche nella esplicazione ingenua. Se vuoi puoi non leggere, ma perderesti molto. Credo, infatti che alla base del nostro dissenso ci sia proprio il fatto che non si può valutare la realtà o l’oggettività scientifica relativa all’universo… utilizzando i concetti della filosofia…e tanto meno se inquinata di metafisica: infatti la sola corrente filosofica che la scienza ritiene di poter perseguire per lo scopo che si propone (la realtà dell’universo là fuori) è quella del “Realismo”. E' dogma?...può essere!....ma la cosa è influente ...infatti, data la mia posizione geografica, io sò che per dirigermi a Roma devo prendere la corsia Sud dell'autrostrada. Una volta, per non essere dogmatico, imboccai la corsia Nord, ma non arrivai a Roma! Infatti lo scopo della scienza non è l’oggettività assoluta dei contenuti della conoscenza. Gli è semplicemente che, umanamente, l’oggettività assoluta non esiste: …non esiste per il sapere scientifico, ma nemmeno per nessun altro supposto o illusorio sapere. L’oggettività può essere solo relativa e contingente. Peraltro sembra tu non concepisca cosa siano, nella scienza, metodo, oggettività, soggettività, ecc…non ne concepisci i significati, le interrelazioni, gli scopi…le modalità, le possibilità ed i limiti pur esistenti e che si estendono, comunque, ben al di là e sempre più, di quanto non possano perseguire altre discipline concernenti la conoscenza del reale universo. Citazione:
Ma è la “ricerca scientifica” che persegue la conoscenza dell’universo: altre discipline non se ne propongono lo scopo o se lo pongono confusamente, ma neppure dispongono di mezzi concettuali e strumentali adeguati per perseguire oggettivamente una tale conoscenza. Per la scienza il “conoscere” significa disvelare via via la realtà dell’universo ancora non completamente disvelata nonostante che le attuali teorie in essere, ne permettano una interpretazione contingente in sè congruente. Nessuno può sapere se sorgeranno o meno in futuro teorie meglio interpretanti. Dalla esperienza passata credo che sì: nessuno pensa di essere giunto al culmine delle conoscenza dell’universo. E’ in questo senso che si attribuisce al trovato/teoria scientifica, una oggettività ed una congruenza con la realtà dell’universo di carattere non assoluto, ma contingente: l’oggettività/rigore è soprattutto nel metodo/modalità della ricerca che non nella risultanza...che invece è oggettivamente relativa e interagente con le altre risultanze. E’, comunque, un fatto che la ricerca mette in atto mezzi e metodi che tale oggettività garantiscono proprio per il culminare del metodo nella sperimentazione, nella matematizzazione e nella condivisione delle risultanze e dei reiterati controlli sperimentali da parte di diversi laboratori/università del pianeta. Di tutto questo il “metodo”…sfociante nel progetto, nel protocollo operativo e di controllo della sperimentazione…di volta in volta compilato ad hoc… è strumento indispensabile ed efficace. Il metodo sarebbe assiomatica imposizione autoreferenziale?... Ma che significato ha?... Sarebbe come dire che per postare in questo forum ci è arbitrariamente imposto un mezzo computerizzato autoreferenziale che assiomaticamente interpreta e trasforma in codici il nostro pensare! …E poi dice che non è uno sproloquio!? Per il resto occorre sottolineare che non siamo più ai tempi in cui la genialità di un singolo, per semplice casuale intuizione, può introdurre varianti eclatanti nelle modalità di interpretazione dell’universo: oggi senza un team di supporto o un intero dipartimento alle spalle, non vali niente...oppure non ti resta che elucubrare sull'essere e il divenire...per le più rocambolesche ipotesi da soministrare agli studenti. Citazione:
Infatti le problematiche di autoreferenzialità assiomatica e dogmatismo, pur comuni a discipline semplicemente elucubranti, sono concetti che non toccano il sapere scientifico garantito da un ben più realistico e oggettivo pragmatismo sperimentale. Per la scienza ogni teoria o trovato è oggettivamente valido oggi! Domani non lo sarà più...forse… se si troverà di meglio …e a questo “meglio” non ci sono limiti…nell’ambito dell’universo…purchè la cosa sia oggettivamente, sperimentalmente controllabile! Comunque è certo che vale e si considera ciò che si può misurare e controllare…e sempre più con una sempre più efficace strumentazione…diversamente sarebbe arbitrio…. e quindi non scienza. A conforto di questo esiste, a posteriori, che da quattrocento anni la risultanza del sapere scientifico è garantita, con trend di garanzia crescente ed in continua espansione migliorativa, dalla sperimentazione, esplicazione logico/matematica e ripetibilità della sperimentazione nei più diversi laboratori del pianeta. Penso che non vi siano dubbi che il “metodo scientifico”, a partire da Galileo, operando una netta cesura dalla vecchia filosofia aristotelica (quella sì assiomatica e dogmatica), ha cambiato il mondo facendolo, se non migliore…più efficace: basta guardarsi attorno…è tutto tecnica e scienza!...possiamo deprecare, ma è un fatto da cui tutti attingiamo…e di cui non possiamo fare a meno! Purtroppo, constatiamo, che l’ignoranza del sapere scientifico...sia teorico che applicativo… ignoranza a volte veramente dilagante... impedisce che il trend migliorativo sia continuamente in crescita, ma mediamente lo è…in crescita esponenziale! Purtroppo da noi, per insipienza politica, l’entità della istruzione e della ricerca è di molto scemata e il fatto contribuisce alle cause della nostra crisi…attuale e futura. Citazione:
Comunque mi sembra logico che non si affidi la ricerca scientifica ad automi: è, infatti, con la genialità dei ricercatori, supportati dal metodo, che il sapere scientifico è esploso: tanto che oggi ne siamo pervasi…In tutto il mondo! E poi non avrebbe ragione Hawking quando dice che la fiaccola del sapere è passata di mano!? Purtroppo altri supposti saperi e discipline, pur esplicati, spesso, da persone geniali, privi di una qualunque metodica, continuano a rimuginare concetti e saperi emersi dal passato...senza alcuna garanzia di una qualche verità e innovazione .....continua! P.S.: Per dare una idea semplice circa il significato di soggettività/oggettività si può riandare alla storia della definizione del “metro lineare”. La storia è partita dalla quarantamilionesima parte del meridiano terrestre, alla fine del “700, ed è arrivata oggi, dopo varie definizioni, via via sempre più oggettivamente vicine alla lunghezza reale del metro, a definire il metro come la lunghezza percorsa dalla luce in 1/299.792.458 secondo: dice che si è migliorato verso una maggiore attendibilità e oggettività escludendo ogni possibile influenza dell’umano, dell’ambiente, della imprecisione strumentale della misura. Tuttavia nessuno dice che la precisione e costanza è “assoluta”: non so come, ma non è detto che non si arrivi a precisare meglio…ottenendo una più costante “costanza” nel tempo. Oppure si può dire che la definizione è autoreferenziale, dogmatica, inquinata dalla osservazione dell’uomo? Può essere, ma è ininfluente: la velocità delle luce è quella che è! …e anche che tale era quando nessun umano stava a guardare Ultima modifica di ulysse : 11-04-2013 alle ore 11.27.55. |
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10-04-2013, 20.13.50 | #299 | |||||||||
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Non compremdo cosa si intenda con "accordo delle soggettività"!? Citazione:
L’oggettività della scienza significa conformità ai fenomeni dell’universo fino ad arrivare, in un impensabile domani, ad esplicare compiutamente il grande fenomeno dell’intero universo/multiversi, ecc…: in fondo le grandi teorie interpretanti come la relatività, la quantistica, l’evoluzionismo neodarviniano, ecc…fanno questo...nel loro piccolo! La sperimentazione/matematizzazione, simulando il fenomeno, garantisce, nel contingente, l’oggettività necessaria e sufficiente per i nostri scopi. In un continuo “Work in progress”... domani garantirà di più…funzionerà meglio, con sempre maggior approssimazione alla fenomenologia dell’universo, magari scoprendo nuovi fenomeni da sperimentare e dare come certi...magari fino a scoprire un diverso...universo: è tale lo scopo ed il prodotto dell’indispensabile lavorio della ricerca! Ma, come detto nella nota al precedente post, “oggettività” ha anche il significato di precisione e mantenimento sempre più spinto della “costanza” dei campioni costituiti come riferimento: per la scienza il pregio non è tanto nell'essere, ma nel divenire ed evolvere. Comunque, il perseguimento e riferimento ad un inesistente "assoluto"...per'altro ignoto... non ha senso. Citazione:
E’ sempre stato così….basta riandare alla storia. In ogni caso non è tanto il "metodo", nella sua globalità, che garantisce, ma, specificatamente, la sperimentazione, la matematizzazione, la ripetibilità della sperimentazione stessa in congruenza con le leggi fondamentali dell'universo oggi note. Sono "modalità" che il "metodo" raccomanda come indispensabili per l'accoglimento di un trovato" nel contesto scientifico. Citazione:
Citazione:
Poi diventerà meglio noto e sempre più: dipende da noi..dal darsi da fare della ricerca! Infatti, quello che oggi non funziona, pur col massimo di approfondimento possibile, funzionerà domani! A che servirebbe, se nò, la ricerca? Non è escluso, comunque, dalla stessa ricerca scientifica, ad es., un continuo approfondimento della più intima essenza della materia: a che servirebbero altrimenti i ciclotroni, lo LHC del CERN, la caccia ai neutrini sotto il Gan Sasso, ecc...? Per il resto non è contemplato alcun far “finta” di irrilevanza: se c’è un problema, un sospetto di ignoranza, lo si risolve in qualche modo …o lo si demanda ad un futuro meglio attrezzato! Ma non si danno solo i problemi che si risolvono o meno, …intervengono anche intuizioni geniali di uomini/team eccezionali che, nell’ambito del “metodo” confermano o cambiano e rinnovano il mondo, la storia…e la nostra vita: è incontestabile! Citazione:
Infatti, il funzionare assoluto, diciamo perfetto, concepito come impossibile e, comunque, dispendioso, non è lo scopo dell’immediato! Interessa invece che qualcosa sempre più funzioni e ci serva per cavarcela: il concetto è sempre… Try and Error!...Work in progress!...Io… speriamo che me la cavo!...ecc…. E intanto ci serviamo di ciò che abbiamo raggiunto come piattaforma su cui poggiare per l'ulteriore progredire scientifico e tecnologico che la ricerca persegue, perfeziona ed innova. Oggi usiamo il tostapane in casa nostra ed è già un progresso rispetto a 100 anni fa che non c’era! Se poi andiamo nel deserto qualcosa ci inventeremo: la storia insegna che si è inventato sempre più…nel tempo...proprio sotto la spinta deall esisgenza...sia come conoscenza scientifica, che come ricaduta tecnologica. Quanto alla danza della pioggia non credo sia il “contesto culturale” scientifico attuale a non garantirne l’efficacia!...il problema è che non è matematizzata! Citazione:
Non esiste niente del genere in una qualunque religione o filosofia: le vaste risultanze delle elucubrazioni cristiane o induiste o altro…costituisco forse opere immense, ma non sono matematizzate: mi pare siano un sovrapporsi incongruo, ampliato nel tempo, di ogni esplicazione e teoria…da cui l’adepto sceglie ed estrae ciò che gli aggrada e soddisfa allo scopo...soggeyyivamente...seco ndo proprio giudizio. Citazione:
Sarebbe presunzione immensa da parte di altre discipline intervenirvi …per quanto la cosa accada…magari accampando ideologie metafisiche o trascendentali spesso incongrue e contrastanti col buon senso: lo lascia supporre lo stesso titolo di questo topic! Infatti lo scibile umano non è assolutamente esaurito dall’elucubrare e sperimentare scientifico: oltre il concretamente percepibile e misurabile esiste un intero altro mondo…. del sentimento, della affettività, dell’arte, dell’etica, del diritto, dell'organizzazione sociale,...a volere... anche della religione, ecc… Per quanto, tuttavia, sia invitabile che un tale altro mondo sia sempre più eroso…da metodologie avvalentesi del metodo della scienza: evidentemente la invasività e forza del "metodo" è incontrastabile! Comunque nessuno è obbligato, ma ognuno che si immetta nel campo del sapere, o di un presunto sapere, ci tiene ad assumere una qualche vernice di scientificità. Infatti anche l'astrologia si ammanta di metodologia scientifica! Al limite anche un pranoterapista, per dire, si auto nomina “scienziato”. Ovviamente la scienza non ci ha a che fare! Citazione:
Comunque dico inconsistente perché ingenuo: dopo quattrocento anni di esercizio e milioni forse miliardi di applicazioni…con una attuale esplicazione scientifica attiva oltre ogni limite, ecc…ancora presumiamo che non sia valido!...per quanto, il metodo è estremamente flessibile: ogni protocollo persegue il suo scopo...pur nell'ambito del metodo. Comunque non ho preso in considerazione una specifica analisi perché: 1)- La stessa enunciazione di Wikipedia è estremamente ridotta …come una sorta di bozza, ….tanto per darne una idea…come era anche il mio intento. 2)- Il tuo criticare verte su un paradigma filosofico che non ha senso per la scienza: dovresti averlo ora capito dalle risposte che ho dato in questo post. Infatti, da un punto di vista filosofico, in assenza di sperimentazione, matematizzazione, ripetibilità generalizzata, potresti anche avere ragione, ma, per il perseguire scientifico le tue critiche non hanno senso …la scienza non è filosofia ed è questo il tuo qui quo qua. Ultima modifica di ulysse : 11-04-2013 alle ore 17.58.50. |
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11-04-2013, 19.01.58 | #300 | ||||
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Citazione:
Accade anzi il contrario: è l'universo, la realtà là fuori, o quello che ne percepiamo, che via via su di noi influendo, evolutivamente, ci seleziona e ci crea. Piuttosto che dare forma, al massimo noi possiamo solo inquinare...nel nostro piccolo mondo. Citazione:
Di essa (realtà dell'universo) anche noi facciamo parte come uno dei tanti fenomeni: il fenomeno del vivente...sottofenomeno Homo Sapiens Sapiens...fino ai singoli fenomeni costituiti da ciascuno di noi! L'altra realtà, di cui parlasi, è quella "approssimata" che scaturisce come intrpretazione che noi... la scienza invero... operiamo, nello sforzo di approssimare sempre piu' l'interpretazione alla realtà dell'universo "là fuori"...per mezzo della sperimentazione e matematizzazione. Non dimentichimo che una ipotesi fondamentele della scienza è che l'universo "là fuori" sia matematizzabile...cioè esprimibile attraverso algoritmi. Citazione:
Ma veramente, ad essere proprio precisi, si potrebbe dire che esiste una unica realtà concreta dell'universo "là fuori"! ...E poi esistono, più o meno, altri 7 miliardi di realtà consitenti nel nostro "personale sentire" (l'io di ciascuno di noi) che i fenomeni del reale universo provocano, ma che su tali fenomeni non hanno alcuna influenza...hanno influenza, piuttosto, sul come li interpretiamo..in una specie di continuo feedback...del sentire, interpretare, percepire, sentire... ecc... |
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