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12-01-2013, 22.25.19 | #172 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Io non dico che la tensione della coscienza verso la sua conservazione raggiunga o meno il suo obbiettivo, semplicemente non lo so. Credo però che sia che lo raggiunga, sia che non lo raggiunga, la ragione ha in ogni caso la facoltà di pacificare se stessa e di bastare a se stessa. Per far ciò deve elevarsi ad un livello superiore rispetto all'istinto di conservazione. Credo che una volta che sia pacificata dalla ragione la coscienza percepisca comunque la serenità che basta a se stessa, indipendentemente da un prolungamento o meno di essa. |
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13-01-2013, 12.37.59 | #173 | |||||
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Scusa, ma non lo so!....avrò fatto uno scambio!…Ma è l’argomento quello che interessa…cui giungo anche con notevole ritardo…scusa ancora...gli argomenti ed i post si susseguono con troppa rapidità per il mio scarso tempo. Citazione:
Forse non mi esprimo adeguatamente…ed è ovvio che "come" la cosa avvenga non lo so, nessuno lo sa…credo...ma avviene! Ma suppongo sia generalmente accettato e accertato che, per mezzo dell’interazione elettrochimica o altro, (oggi diciamo anche “quantica”), è nell’ambito delle strutture cerebrali, che si svolge il processo che genera pensiero e coscienza. Ad esso concorre il sistema percettivo sia dai ricettori interni che dai percettori esterni esploranti l’ambiente socio-fisico e culturale esterno Certo è un cosa complessa, ma mi chiedo e chiedo dove altro, se non nell’organo cerebrale, possa avvenire una tale elaborazione…con risultanza di pensiero, coscienza e autocoscienza. Ne risulta la nostra vision in sostanza…la weltanshauung…del mondo e delle cose secondo nostra interpretazione…che concorre alla formazione della coscienza e autocoscienza.. In assenza degli 1,3 kg di materia cerebrale, quindi senza interazione neuronale, una tale “Vision” e quindi ”coscienza”, è assente: facciamo un ECG ad un cadavere ed esso risulta piatto: significa che niente avviene lì dentro! [quote] dalla materia cerebrale emerge il comportamento degli animali dotati di cervello (uomo compreso), il quale potrebbe benissimo anche accadere senza che vi corrisponda un' esperienza cosciente[quote] Potrebbe accadere!?...forse alla lumache!...magari ai lombrichi…decerebrati! Ma se intervenisse una esperienza cosciente sarebbe sempre lì che intereviene l'elaborazione, nel processo intrinseco dell'organono cerebrale!…e dove altro? Citazione:
Darwin sperimentò che persino i lombrichi possono esprimere un orientamento preferenziale. Comunque gli animali superiori hanno un cervello con sede sia del controllo cinetico che del peculiare modo di comportarsi e di pensare…fino alla coscienza della coscienza nell’uomo. Non ci accorgiamo, dalla apparenza esterna, se un cervello (sia pure di gallina) è buono o bacato. Ce ne accorgiamo, piuttosto, dalla sua esplicazione comportamentale su cui influisce anche quella parte di pensiero di cui il vivente è capace…:dalla, gallina, comunque, pretenderemo prestazioni da gallina!...in genere una gallina non si comporta da... aquila! A volte non ci accorgiamo che un individuo è scemo finchè non parla o non esplica una qualche azione che richiede pensiero/coscienza… (si fanno dei test appositi…infatti)… ma quando lo fa è chiaro che il suo processo cerebrale presenta qualche pecca o deficienza...che si esplica come tale…e allora diciamo che il suo QI è al di sotto del sopportabile. In effetti non si puo' dire che un cervello è perfetto se non fa cio' che deve fare un cervello a seconda della specie di appartenenza. In ogni caso, dato che sappiamo dove, ma non sappiamo come emerga il pensiero, non possiamo giudicare che un cervello è perfetto se non lo sperimentiamo funzionalmente. Se un supposto zombie dalle sembianze umane ha lo stesso comportamento/pensiero/coscienza, entro certo range, di un umano, come possiamo dire che è uno zombie?…potrebbe essere un umano!…del resto, a quel punto cosa importa!? Rimando, comunque, di seguito, all’esempio di controllo sugli androidi “replicanti” nel film Blade Runner. In ogni caso, sul nostro cervello, una tomografia computerizzata potrebbe rivelare zone più o meno ispessite per attività più o meno intense. E così l’ECG rivela l’attività stessa: per la quale, in mancanza di esplicazione della coscienza, presumo che l’attività elettrochimica sia più bassa che non per individui coscienti per i quali la coscienza neuronica interagisce attivamente e intensamente. Citazione:
Cito un futuribile test da Wikipedia: "Per distinguere un androide replicante da un umano, il sospetto viene sottoposto ad un test per l'empatia denominato Voigt-Kampff, che consiste in un interrogatorio condotto con un dispositivo puntato sull'occhio dell'interrogato. Il replicante, di fronte alle domande pensate per suscitare un'emozione precisa nell'interrogato, tradisce la sua natura in seguito all'impossibilità, dovuta alla mancanza del bagaglio di esperienze tipico di un essere umano, di controllare le proprie emozioni. Per la riuscita del test sono infatti fondamentali i tempi di reazione alle domande." Citazione:
Comunque suppongo che sarà proprio uno di questi “riduzionismi” che risolverà il problema! Del resto, al tempo di Cartesio, era allo "spirito" che si attribuiva l’incombenza del pensiero cosciente. Allora, il voler capire il “come”, era inconcepibile. A Cartesio, infatti, interessava solo risolvere il suo di problema …quello che lui stesso aveva creato con l’enunciazione del supposto dualismo spirito/materia… Doveva, infatti, trovare come un tale dualismo si ricomponesse nell'umano ed ha inventato la scappatoia della ghiandola pineale…che già riscuoteva un certo successo (terzo occhio) presso le filosofie esoteriche orientali. |
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13-01-2013, 22.25.31 | #174 |
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
RISPOSTA AD ULYSSE
1) In realtà “per mezzo dell’interazione elettrochimica …è nell’ambito delle strutture cerebrali, che si svolge” il comportamento (e non la coscienza) umana, cioè che l’ uomo reagisce più o meno adeguatamente (anche talora sbagliando più o meno clamorosamente) agli stimoli che gli giungono dal mondo esterno al proprio corpo, dal mondo esterno al proprio cervello e interno al proprio corpo e da quelli immagazzinati nel proprio cervello come memoria (indirettamente derivanti da precedenti stimoli extracerebrali più o meno remoti); tutto ciò non è la coscienza e infatti accade -può essere constatato- nell’ ambito di altre coscienze diverse da quella del “titolare di un certo cervello”, la quale ultima potrebbe anche non accadere senza che il suo comportamento cambi in alcun modo; per esempio tu, nell’ ambito della tua esperienza cosciente, potresti osservare il mio comportamento e constatare (in linea teorica; di fatto ciò accade assai di raro e indirettamente) che è interamente determinato dalle razioni con le quali il mio cervello (attraverso conduzioni di impulsi lungo assoni e attraverso sinapsi) reagisce agli stimoli ambientali più o meno diretti e immediati oppure indiretti e remoti, con azioni immediate o con pensieri, ricordi, aspirazioni, progetti, ecc. Ma tutti questi eventi neurofisiologici del mio cervello accadenti nella tua coscienza -che tu puoi constatare, in linea di principio- non sono la mia coscienza (le mie volizioni coscienti, pensieri, ricordi, aspirazioni, progetti, ecc.). E allo stesso modo nella mia coscienza può accadere (in linea di principio) che vi sia la percezione di ciò che accade nel tuo cervello allorché tu hai determinati volizioni coscienti, pensieri, ricordi, aspirazioni, progetti, ecc, i quali ultimi però sono altri, diversi eventi che accadono in un' altra diversa coscienza, la tua (e non nella mia che constata ciò che accade nel tuo crevello). 2) A parte il fatto che preferisco usare le parole delle mia bellissima lingua italiana, concordo che <<In assenza degli 1,3 kg di materia cerebrale, quindi senza interazione neuronale, una tale “Vision” e quindi ”coscienza”, è assente>>. Ma ciò non significa affatto che il funzionamento di quei tre chili sia la coscienza, bensì solo che necessariamente la accompagna, vi coesiste (però in un’ altra, diversa coscienza): l’ una cosa non può accadere senza che accada anche l’ altra e viceversa, ma ciò non significa affatto che siano la stessa cosa (anche il polo positivo di un magnete non può esistere senza il polo negativo e viceversa, ma ciononostante sono due ben diverse cose, esattamente come cervello e coscienza. Per esempio i contenuti fenomenici della mia coscienza non possono esistere senza che (in linea di principio; di fatto ciò accade direttamente molto di rado) il mio cervello esista e funzioni in un certo determinato modo nella tua coscienza (di fatto nella tua coscienza c’ è il mio corpo con il mio cranio che contiene il mio cervello e solo con l' imaging neurologica o l’ elettroencefalografia o meglio con l’ esplorazione chirurgica del mio cervello potresti constatarlo direttamente); e viceversa i contenuti fenomenici della tua coscienza non possono esistere senza che il tuo cervello esista e funzioni in un certo determinato medo nella mia coscienza. Ma i tuoi pensieri nella tua coscienza sono cose diverse al tuo cervello nella mia coscienza cui necessariamente corrispondono, così come i miei pensieri nella mia coscienza sono cose diverse dal mio cervello nella tua coscienza. 3) Che Descartes si sbagliasse circa la mancata coscienza degli animali non umani è irrilevante nella mia argomentazione del precedente intervento, la quale serviva solo a illustrarti la differenza fra coscienza e cervello. Tutti cervelli potrebbero benissimo spiegare il comportamento di chi li possiede anche se non fossero accompagnati da coscienza (la quale è un’ altra cosa, irrilevante contrariamente al cervello, ai fini del comportamento) così come Descartes pensava degli animali (non: così come io credo accada agli animali) non umani. Non credo proprio che gli animali non umani, non dotati di pensiero linguistico, possiedano un’ autocoscienza bensì solo una coscienza, ma questo è irrilevante per i rapporti pensiero-cervello; pensiero e coscienza (eventualmente anche di sé) non possono esistere senza cervello e viceversa ma non sono la stessa cosa, bensì cose diverse, come il polo positivo di un magnete non può esistere senza il polo negativo e viceversa, ma non sono la stessa cosa, bensì cose diverse. 4) Ulysse: Darwin sperimentò che persino i lombrichi possono esprimere un orientamento preferenziale. Comunque gli animali superiori hanno un cervello con sede sia del controllo cinetico che del peculiare modo di comportarsi e di pensare…fino alla coscienza della coscienza nell’uomo. In ogni caso, dato che sappiamo dove, ma non sappiamo come emerga il pensiero, non possiamo giudicare che un cervello è perfetto se non lo sperimentiamo funzionalmente. Se un supposto zombie dalle sembianze umane ha lo stesso comportamento/pensiero/coscienza, entro certo range, di un umano, come possiamo dire che è uno zombie?…potrebbe essere un umano!…del resto, a quel punto cosa importa!? Sgiombo: Appunto, potrebbe esserlo o meno e ciò non conta nulla relativamente al comportamento umano, proprio perché la coscienza non è il cervello e non è necessaria affinché il comportamento umano accada come accade (sul cosiddetto "Q.I.” concordo con le puntuali critiche scientificamente demolitrici di Stephen Jay Gould; cfr. Intelligenza e pregiudizio). 5)Ulysse: In effetti l’androide di Blade Runner… ."Ho visto cose che voi umani…ecc…." era perfetto ed appariva umano, aspirava persino ad una coscienza umana…e forse ne era dotato! Ma non era umano…bastava guardarci dentro: in quel caso i costruttori di androidi avevano scoperto il “come” il pensiero emergesse dal processo del macchinismo organizzato ad hoc…solo che in quel caso non si trattava di una macchina biologica. Sgiombo: No: in quel caso i costruttori dell’ androide avevano solo scoperto come il comportamento umano "emerga" dal cervello in relazione (più o meno immediata e diretta oppure indiretta e mediata dalla memoria) all’ ambiente: simili androidi teoricamente costruibili in linea di principio (non di fatto) avrebbero una cosienza o no? Impossibile risondervi, perché il loro comportamento non cambierebbe minimamente dall’ uno all’ altro caso, così come non cambierebbe quello umano se (periodo ipotetico dell’ irrealtà) taluni uomini avessero i propri cervelli ma non fossero dotati di esperienza cosciente (cioè se fossero degli zombi). 6) A proposito della citazione da Wikipedia: Vuol dire che sarebbe un androide mal fatto; un androide ben fatto sarebbe indistinguibile da un uomo. 7) Ripeto che il dualismo cartesiano non é l' unica alternativa al preteso riduzionismo matarialistico. Il quale é (pretende di essere) del tutto analogo alla riduzione della vita (materia vivente) alla materia inorganica o materia in generale: analizzando in profondità la materia vivente si scopre che funziona perfettamente secondo le leggi chimico-fisiche della materia inorganica: é la stessa cosa solo ad un grado di organizzazione superiore. Invece analizzando il cervello profondamente quanto si vuole si trova che é ciostituito da neuroni, assoni, sinapsi, ecc. a loro volta costituiti da molecole, atomi, patricelle-onde subatomiche, ecc. E non da pensieri, ragionamenti, desideri, immaginazioni, ecc. (i quali vi corrispondono in coscienze diverse da quelle che vedono -più o meno indirettamente- i cervelli, e dunque sono altra cosa da essi, anche se necessariamente ad essi coesistenti e corrispondenti). |
18-01-2013, 19.24.49 | #175 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Certo alcune zone cerebrali potrebbero essere solo computazionali, ma non vedo perchè i nostri "comportamenti" coscienti non possano avere origine dalla esplicazione del pensiero sollecitato a sua volta da esperienze coscienti che daranno luogo ad ulteriori e diversi comportamenti,cioè che l’ uomo reagisce più o meno adeguatamente agli stimoli.. ecc... Insomma anche i nostri comportamentoti, in relazione all'ambiente sociofisico in cui ci troviamo, sono espressione del nostro modo di pensare e di essere. Come potrebbe essere diversamente? Non si dice, ad esempio, “comportamento etico”?...oppure improntato al rispetto degli altri?....oppure reazione comportamentale adeguata?... ecc...? Perché un comportamento sia etico, adeguato o improntato a determinati valori, deve essere generato da un pensiero e implicare giudizio e coscienza, ...… o no? Cosa intenderesti per "comportamento"? Citazione:
Io stesso potrei provocre stimoli che tu recepisci, ma posso solo immaginare che effetto essi possano avere nel tuo organo pensante e sulla tua coscienza. Credo però che sia da escludere che eventi neurofisiologici del tuo cervello, accadano nelle mia coscienza o viceversa: i tuoi pensieri, progetti volizioni, ecc…sono tuoi non miei: io ho la mia capacità cosciente e di autocoscienza derivante dal mio ambiente pensato,..tu hai la tua! Non è ovvio!? Magari tu intendi invece coscienza morale…che però è solo un lascito culturale…diversificato per popoli e religioni, ecc…..ma sarebbe solo un caso particolare. Citazione:
Mi è assai difficile pensare che gli stimoli che arrivano in qualche modo al mio cervello determinino la tua coscienza o viceversa: posso solo immaginare! Infatti, io lancio segnali che tu recepisci... poi cosa accada precisamente nel tuo cervello posso solo vagamente immaginare. Cosa potrebbe mai la tua coscienza constatare nel mio cervello!? Magari non ho capito!? Oppure, circa la coscienza e l’autocoscienza… del pensare e dell’organo pensante, ecc...abbiamo idee e concetti assai diversi. In breve, a consuntivare al massimo, io intendo per coscienza quella “cosa” che scompare la sera quando mi addormento e riacquisto (se sono fortunato) al mattino svegliandomi. Tu cosa intendi? …..continuo al prossimo post! Note: Purtroppo...o fortunatamente... il forum è entrato in una girandola di thread, post e argomenti... i più diversificati che lo scarso mio tempo impedisce di seguire e approfondire. Mi scuso dei ritardi! |
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19-01-2013, 19.23.16 | #176 |
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Ulysse:
Certo alcune zone cerebrali potrebbero essere solo computazionali, ma non vedo perchè i nostri "comportamenti" coscienti non possano avere origine dalla esplicazione del pensiero sollecitato a sua volta da esperienze coscienti che daranno luogo ad ulteriori e diversi comportamenti,cioè che l’ uomo reagisce più o meno adeguatamente agli stimoli.. ecc... Insomma anche i nostri comportamentoti, in relazione all'ambiente sociofisico in cui ci troviamo, sono espressione del nostro modo di pensare e di essere. Come potrebbe essere diversamente? Non si dice, ad esempio, “comportamento etico”?...oppure improntato al rispetto degli altri?....oppure reazione comportamentale adeguata?... ecc...? Perché un comportamento sia etico, adeguato o improntato a determinati valori, deve essere generato da un pensiero e implicare giudizio e coscienza, ...… o no? Cosa intenderesti per "comportamento"? Sgiombo: No. Mi sembra che abbiamo grossissime difficoltà ad intenderci. Il comportamento (umano; non dissimilmente da quanto accade a molti altri animali ad un grado notevolmente inferiore di complessità e sofisticazione) è l’ insieme delle azioni immediate o dei pensieri circa possibili azioni future in risposta a quanto accade (presentemente, o a quanto è accaduto in passato ed ha lasciato traccia nella memoria) nell’ ambiente naturale. Esso è regolato dal cervello che elabora gli impulsi nervosi afferenti a partire dagli organi di senso ed in seguito a questa elaborazione invia impulsi efferenti agli organi motori (soprattutto i muscoli). Determinati stati funzionali di un cervello (come può essere constatato nell’ ambito della loro propria esperienza cosciente da altri uomini –non dal titolare di quel certo cervello, che non se lo può guardare- per lo più indirettamente, per esempio con l’imaging diagnostico) corrispondono a determinati stati di coscienza (sensazioni, pensieri, “stati d’ animo”, ecc.) nell’ ambito di un’ esperienza cosciente che é diversa da quella degli osservatori di quel cervello. Ma il comportamento di quell’ uomo di cui si osserva il cervello e che dal suo cervello è determinato potrebbe accadere (osservato da altri, cioè nell’ ambito delle esperienze coscienti dei suoi osservatori) anche se non vi corrispondesse alcuna esperienza cosciente (così -erroneamente, ma non assurdamente, non autocontraddittoriamente- pensava Descartes degli animali non umani: un’ ipotesi del tutto coerente e teoricamente possibile, anche se oggi non la si ritiene corrispondente al reale). Anche perché è contrario alla chiusura causale del mondo fisico, che non ammette effetti su di esso di qualcosa, come la coscienza, che non sia fisico e non segua le leggi del divenire naturale, come mi sembra affermi tu (“Perché un comportamento sia etico, adeguato o improntato a determinati valori, deve essere generato da un pensiero e implicare giudizio e coscienza, ...… o no?” Rispondo: certamente no! Il comportamento umano è una serie di eventi naturali materiali -contrazione di muscoli- che non può avere cause non materiali, come un pensiero, un giudizio, la coscienza; il che non significa affatto che tutte queste “cose” non materiali non esistano per così dire “collateralmente” al funzionamento del cervello –materiale al 100%- che determina o genera -per usare le tue parole- esso sì il comportamento). Ulysse: Certo è vero che il cervello di ciascuno percepisce e reagisce ad ogni stimolo concreto o astratto, interno o esterno che sia, elaborando pensieri ed emozioni cui conseguono esplicazioni volitive, comportamentali ecc… Sgiombo: Non sono affatto d’ accordo: il cervello di ciascuno reagisce ad ogni stimolo esterno (immediato; o mediato dalla memoria e non immediatamente ma comunque indirettamente, mediatamente esterno) con flussi di potenziali di azione lungo assoni e d eccitazioni e/o inibizioni sinaptiche (che hanno come estrema conseguenza contrazioni muscolari), e non affatto con pensieri ed emozioni (i quali accompagnano “collateralmente” questi eventi neurofisiologici ma non avvengono nel cervello: nessuno ha mai rilevato né mai potrà rilevare un pensiero o un’ emozione in un cervello, ma solo neuroni, assoni, sinapsi, ecc. in attività). Ulysse: Io stesso potrei provocare stimoli che tu recepisci, ma posso solo immaginare che effetto essi possano avere nel tuo organo pensante e sulla tua coscienza. Credo però che sia da escludere che eventi neurofisiologici del tuo cervello, accadano nelle mia coscienza o viceversa: i tuoi pensieri, progetti volizioni, ecc…sono tuoi non miei: io ho la mia capacità cosciente e di autocoscienza derivante dal mio ambiente pensato,..tu hai la tua! Non è ovvio!? Magari tu intendi invece coscienza morale…che però è solo un lascito culturale…diversificato per popoli e religioni, ecc Sgiombo: Appunto! I miei pensieri tu li puoi solo immaginare mentre li percepisco io, ed invece il mio cervello stimolato da te lo puoi percepire tu mentre io lo posso solo immaginare: le tue percezioni NON SONO le mie immaginazioni e le mie percezioni NON SONO le tue immaginazioni, sono (mente e cervello) cose diverse. A conferma del fatto che non ci intendiamo, in questa discussione non ho mai avuto in mente la cosicenza morale, che per la cronaca non ritengo affatto sia “solo un lascito culturale…diversificato per popoli e religioni“ ma che non c’ entra nulla con la questione mente-cervello. Ulysse: Questo reciproco scambio di coscienze e di cervelli non mi convince per niente. Mi è assai difficile pensare che gli stimoli che arrivano in qualche modo al mio cervello determinino la tua coscienza o viceversa: posso solo immaginare! Infatti, io lancio segnali che tu recepisci... poi cosa accada precisamente nel tuo cervello posso solo vagamente immaginare. Cosa potrebbe mai la tua coscienza constatare nel mio cervello!? Magari non ho capito!? Oppure, circa la coscienza e l’autocoscienza… del pensare e dell’organo pensante, ecc...abbiamo idee e concetti assai diversi. Sgiombo: Infatti. E’ (la percezione de-) il tuo cervello con gli stimoli che gli giungono che può far parte della mia cosicenza (quando io percepisco il tuo cervello funzionante, per esempio con la RM funzionale), e questo mentre nella tua coscienza accadono le tue sensazioni e pensieri. Io constato il funzionare del tuo cervello in un determinato modo (queste sono sensazioni materiali che accadono nelle mia coscienza) mentre corrispondentemente nelle tua coscienza accadono determinate sensazioni materiali o mentali (due diverse successioni di eventi in due diverse esperienze coscienti, non la stessa cosa: una mente da una parte, un cervello dall' altra parte)! Ulysse: In breve, a consuntivare al massimo, io intendo per coscienza quella “cosa” che scompare la sera quando mi addormento e riacquisto (se sono fortunato) al mattino svegliandomi. Tu cosa intendi? Sgiombo: La stessa cosa; la quale può includere la visione del funzionamento del cervello di altri (in teoria direttamente, in pratica con l’imaging,) e che necessariamente accade allorché altri (in teoria direttamente o piuttosto con l’ imaging) potrebbero, almeno potenzialmente, constatare che il mio cervello sta funzionando in certi determinati modi. Ciao. |
24-01-2013, 20.35.40 | #177 | ||||||||||
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Magari ci può essere un qualche automatismo appreso...come il guidare l'auto o il camminare...ma non sono esplicativi di un "comportamento" Citazione:
Senza materia cerebrale la coscienza non c’è…e neppure con essa coincide…quindi è il processo cerebrale che elabora stimoli/sensazioni/pensieri/emozioni/acquisizioni culturali, ecc…. Purtroppo non sappiamo ancora come ne emerga la coscienza che in noi si instaura e da ciascuno di noi, si irradia…ma di lì emerge!...non da fuori di noi! D’altra parte è difficile pensare che esista al di fuori di noi qualcosa di parallelo che pure scompare con la morte del nostro cervello…la cosa mi parrebbe alquanto strana! Ancora più strano e improbabile del fatto che sarebbe il nostro cervello che elabora pensiero e coscienza…e coscienza della coscienza! …tanto più che… 1)- la neurologia non dà notizie di un parallelismo di altra diversa entità che si possa chiamare coscienza…coscienza di chi altri…se essa è in me!? 2)- è proprio la scomparsa della “coscienza” (encefalogramma piatto) che certifica la morte cerebrale di noi stessi, 3)- mi parrebbe irrealistica una funzione pensante priva di una qualche coscienza di sé! Per il punto 3) occorrerebbe essere decerebrati…cioè essere solo entità funzionanti a stimoli…azione e reazione. A livelli evolutivi primitivi forse è così…una lumaca ad esempio..o un lombrico! …per quanto….!? Citazione:
Citazione:
I due poli, emergono col campo magnetico generato dalla prevalente disposizione degli atomi nella struttura atomica del dipolo…ove le linee di forza del campo escono da un polo e rientrano nell’altro...e li generano... o ne sono generate. Quindi è un tutt’uno: il magnete, i poli ed il campo di forza fanno parte dello stesso fenomeno. Il campo magnetico e la struttura atomica del magnete sono intrinsecamente connessi. Infinitamente più complesso, ma sempre fenomeno unico è la intrinseca correlazione cervello/interazione neuronica/pensiero/coscienza, ecc… Citazione:
Comunque è un fatto che io sono certamente cosciente della tua esistenza e ti attribuisco una mente. Ma il tuo cervello non funziona nella mia coscienza o viceversa: infatti il pensiero/coscienza, muta istante per istante per la sempre diversa interazione neuronica, ma il mio cervello con relativa coscienza emergente resta il mio ed il tuo resta il tuo. Non mi consta che l’imaging o l’esplorazione chirurgica possano mostrare una qualche comunanza di coscienza: il chirurgo, credo, resta cosciente quando il paziente operato perde, temporaneamente o durevolmente, la sua di coscienza …e viceversa! Per lo meno non me ne giunge diversa notizia o conferma da altre fonti. Citazione:
Citazione:
Comunque e veramente io sono cosciente del mio comportamento o di come mi muovo: se ora anche semplicemente alzo o abbasso il dito dal mouse certamente un qualche migliaio di neuroni del mio cervello inferiscono e mi rendono cosciente che il dito spinge di quel tanto necessario e sufficiente al clic. Infatti.... La mi gatta, quando salta sulla sedia, valuta l’altezza e la corrispondente spinta delle gambe posteriori per arrivarci. Non salta, invece, direttamente sul tavolo perchè "valuta saggiamente" che sia troppo alto e decide di astenersi: questo è un pensare ed è una coscienza delle proprie possibilità…un comportamento dettato da pensiero di gatto cosciente di sè! Citazione:
1)- la barretta dipolo non è la stessa cosa del campo magnetico …ma lo genera! 2)- il cervello non è il pensiero/coscienza, ma li genera Citazione:
Era questo il dilemma che poneva il film Blade Runner: se il robot ci appare umano, ne assume la dignità nella mia coscienza e in coscienza non posso più trattarlo da macchina: lo umanizzo e mi umanizzo. Qualcosa del genere ci accade con gli animali domestici ..cani e gatti con cui conviviamo..li antropomofizziamo…diamo loro una coscienza di sé e insorge l’imperativo morale di dover loro considerazione e rispetto. Citazione:
Il leone sa di essere leone, ne ha coscienza nel proprio io… e insegue la preda. La gazzella sa di essere gazzella e fugge. Noi umani pensiamo di essere di più…non solo HS, ma anche HSS…non solo coscienza, ma coscienza di essere coscienti per cui valutiamo il mondo e le cose: prevediamo, non solo “per prevalenza di eventi”, il comportamento del prossimo, ma cerchiamo di metterci nei loro panni e di entrare nei loro pensieri…pensando come loro risolverebbero il problema. Ovvio che questo non significa affatto scambiare reciprocamente le entità della coscienza. Solo ne derivano, da parte nostra, nella nostra coscienza valutazioni non solo meccanicistiche di prevalenza degli accadimnti, ma logicamnte consequenziali! E’ ciò che uno scimpanzè o un gorilla non sanno fare e nemmeno un bambino piccolo, ma che facciamo noi via via che maturiamo..e non sempre. NB: Prosegue con una terza parte al prossimo post. Mi spiace si arrivre in ritardo, ma almeno cerco di dare un senso alla mie considerazioni...conseguenti alle tue. |
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26-01-2013, 15.34.50 | #178 | ||||||||
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
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Citazione:
La sorpresa fu, però, che da quel macchinismo, il pensiero/coscienza emerse creando il dilemma che informava di sé tutto il film. Citazione:
Lo deduciamo proprio dal nostro e altrui comportamento e reciproca interazione…che, senza esplicazione pensante e cosciente, non può darsi. Per gli androidi di Blade Runner l’ipotersi sarebbe che il comportamento verbale/motorio sia frutto di un sofisticato programma….però ad un certo punto gli androidi si ribellano…e sembrano non più controllati dal programma originale, ma che vadano apprendendo via via dalla esperienza cosciente…cioè assumono coscienza!!! E’ idea affascinante!...come dire che a nuotare s’impara… nuotando! In effetti l’idea del robot che assume coscienza appare anche in altri film ...ad esempio in: “L'uomo bicentenario” del 1999 tratto dall’omonimo racconto di Isaac Asimov e dal suo susseguente romanzo “Robot NDR 113”, ancora di Isaac Asimov e di Robert Silverberg. Comunque il “leitmotiv” coinvolgente di Blade Runner è proprio il dilemma in cui, contraddittoriamente, gli umani cascano: loro, i replicanti, sono macchine, però, a volte, ci troviamo a interagire come fossero nostri alter ego! L’umano “Terminator” si trova così obbligato a cacciare e distruggere la propria amante…androide! Mi pare interessante, in proposito, il libro di Alva Noe, professore di filosofia a Berkeley, dal titolo “Perché non siamo il nostro cervello”. Ne riporto un paragrafo. Il film “Blade Runner” rende vivido ciò che sembra incontrovertibile: non esiste alcuna ragione di principio per negare agli schiavi ribelli il rispetto e la considerazione che crediamo dovuti solo a noi esseri umani. Certo nessun fatto che abbia a che fare con la costituzione interna dei replicanti può giustificare un simile rifiuto. I replicanti sono “costruiti”, ma, in un certo senso, lo siamo anche noi. A loro manca una certa autonomia, ma anche per noi le cose non stanno diversamente. Anche in età adulta dipendiamo dai genitori, dalla famiglia, dagli amici, dalla società… per la nostra sopravvivenza. Sicuramente ai replicanti mancano di componenti biologiche: non sono fatti dello stesso materiale di cui siamo fatti noi. Ma proprio questo è il punto: non vi è alcuna connessione "necessaria" fra ciò che siamo e ciò di cui siamo fatti. Non sarebbe altro che un pregiudizio continuare a insistere sul fatto che una tal connessione esista. Ovviamente si possono trovare molte ragioni pratiche per ritenere che occorrano cervelli come i nostri per avere menti come le nostre. La tecnologia che permetterebbe la creazione di menti artificiali è lungi dall’essere realizzata. Il punto è che per quanto non comprendiamo ora come funzionano, ciò non esclude che si possa, un giorno, scoprire, o addirittura imparare a costruire menti di tipo diverso dal nostro. Un a curiosa conseguenza di questa linea argomentativa è che anche se si avesse ragione nel ritenere che i computer non sono in grado di pensare e che quindi i nostri cervelli non pensano (!?) perché sono dei computer, resta una questione empirica aperta se un giorno riusciremo o meno a costruire robot dotati di coscienza con un computer digitale al posto del cervello. Resta infatti aperta la questione se i nostri cervelli siano in qualche modo dei computer. Ma, forse, si potrebbe dire che i nostri cervelli sono computer “biologici” ipercomplessi!? O forse qualcuno solleverebbe l’accusa di perseguire argomentazioni solo dettate da “riduzionismo materialistico”? Citazione:
Coscienza che gli umani ritengono propedeutica alla protesta e rivolta contro “l’ingiusto trattamento”. E proprio la capacità di valutare “l’ingiusto” che rivela la coscienza di sé…anzi la coscienza di essere coscienti di un trattamento da schiavi. Citazione:
Come può essere attribuito un “senso morale” (riduzionismo materialisctico) al rilievo ed esplicazione di ciò che è fenomeno? ...Uno scienziato è responsabile della sua scoperta? Comunque, non sappendo come emerga il pensiero...qualunque alternativa è buona: solo che l’ipotesi di un dualismo appare come una scappatoia ingiustificata e indimostrata. In definitiva non si vede perché dividere…dato che sono sempre io..e pare sensato pensare che io sono un tutt’uno fenomenico…vedi l'es. del magnete! E’ uno strano pregiudizio il pensare che si possa identificare l’attività pensante con la materia stessa: il pensiero e la coscienza (la mente) emergono dal complesso macchinismo cerebrale ove convergono stimoli di ogni genere (in/out) ricordi, esperienze, ecc… ed ivi vengono elaborati dando luogo, appunto, al pensare esplicantesi sia attraverso un comportamento coordinato che per mezzo della espressione verbale, grafica, ecc…, magari anche rilevabile con test di Q.I. Pur conoscendo relativamente, il funzionamento del complesso macchinismo cerebrale e pur potendo rilevarne strumentalmente l’attività non sappiamo tuttavia il “come”, quale sia il quid che permette l’emrgere del pensiero e della coscienza di sé. E’ questo, infatti, l’oggetto di studio e ricerca della neurologia…che potrebbe avere successo…fra 10, 100, o 1000 anni…ed allora conosceremo come si esplica uno dei segreti fondamentali della vita. Ovvio che sezionando l’organo cerebrale scorgo solo elementi ed organi di materia organizzata ad hoc e non scorgo pensiero o coscienza…inevitabilmente impalpabili e ineffabili. Citazione:
Oggi infatti la chimica organica è ovunque…pur non giungendo, purtroppo, all’emergere della vita… alla faccia di ogni preteso “riduzionismo materialista”! Comunque il processo evolutivo del vivente ha portato al fatto che è dalla particolare organizzazione cerebrale…in connessione e interazione con corpo ed ambiente… che emergono il pensiero e vita. Citazione:
La materia vivente…cioè la carne viva, sfrutta, infatti le leggi chimico-fisiche della materia e funziona perfettamente, però...essa…stranamente… vive! Rientra proprio in qusto discorso che è questione di “organizzazione superiore” (da definire) delle particelle, degli atomi, in molecole, cellule ecc…campi di forza, ecc... Una tale organizzazione propedeutica alla vita ed al pensiero è insorta “evolutivamente” nel corso di alcuni miliardi di anni, ma il “come” non conosciamo…per ora!…né si può dedurre da osservazioni e sezionamenti!!! I cartesianires cogitans/res extensa sono pura invenzione!…Un tale dualismo fu “deus ex machina” per superare il supposto dilemma spirito-materia: il pensiero, infatti, era creduto espressione dell’anima… Come poteva immischiarsi con il corpo …fatto di vile materia? Ma ora un tale superamento non è necessario e il dualismo non ha relazione con ciò che sempre più si scopre circa il processo cerebrale (organizzazione della materia) da cui insorge il pensiero/coscienza. Citazione:
Certo parrebbe un po’ buffo sezionare il cervello sperando di scorgervi il pensiero! L’antica neurofisiologia credeva a cose che ora, appaiono inverosimili: mi ricordano il vecchio film “Frankenstein Jr.” di Gene Wilder. |
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27-01-2013, 19.13.00 | #179 | ||||||||
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
A chi/cosa, appare evidente? Come ben affermi: appare. Citazione:
Il rapporto che ci permettiamo di cogliere. Citazione:
Utile sarebbe però giungere a chiedersi se ciò che per semplificare chiamiamo 'io' o 'ego' non sia una semplificazione non utile per accedere ad una comprensione della sostanza reale di quella realtà che identifichiamo come coscienza. La coscienza è l'ego? La coscienza una qualità/proprietà dell'ego? O l'ego un aspetto/proprietà della coscienza? Ciò che credi, percepisci essere e definisci "te, vivo" è una prima analisi della tua percezione diretta? E' filtrata da credenze? E' insomma una estrapolazione concettuale che si fonda su quali concetti impliciti? Perché se ci fossimo fermati a quella che chiamiamo evidenza allora sarebbe evidente che è la luna ad emettere luminosità e non a riceverla. Noi, intesi come ego, emettiamo coscienza o ne siamo un tramite? Per meglio esprimermi: la coscienza la percepiamo o ciò che percepiamo è la totalità di ciò che siamo? Ed allora in tal caso, come sarebbe possibile essere ora coscienti di ciò che prima non eravamo coscienti? Muta qualcosa al di fuori di noi o siamo noi a mutare ed a permettere un'espansione di ciò che credevamo essere? La cosiddetta divisione fuori di me e me è realmente sostenibile? Come, se non al costo di rinunciare ad un approfondimento? Citazione:
Ma già in questo tuo porti distingui realtà inseparabili, poiché ciò che chiami "materia-energia' di già è una creazione mentale, una visione mentale, dove dai per scontato che esista una materia-energia distinta dal tuo coglierla e definirla. Stanno così le cose, sono due realtà differenti o l'una lo specchio dell'altra? Citazione:
Per essere precisi in quel "io sono" non c'è spazio per alcuna realtà esterna né interna. Differentemente significherebbe ammettere che un fuori esiste. Citazione:
Forse per non impazzire dovremmo man mano servirci di stampelle relative per poi disfarcene. Citazione:
Il campo magnetico si crea (genera) o si predispone una struttura in grado di convogliarlo, di evidenziarlo? Citazione:
Generare o permettere il passaggio? Generare o evidenziare? Generare o cogliere? Perché penso che da questa risposta derivi il modo di porci verso ciò che consideriamo reale. Allora tutta la questione iniziale vertirebbe verso una differente impostazione : "esiste qualcosa al di fuori di ciò che l'io (e di ciò che intendiamo per 'io') è in grado di cogliere? E ciò che che intendiamo per 'io' è una realtà finita o una capacità (pertanto non finita)? Seppure parto dallo scritto di Ulysse questa mia riflessione è stata sollecitata dalla totalità della piega che sembra aver preso il dibattito, dove a mio avviso alcune osservazioni di alcuni forumisti non sono state colte in tutta la loro portata. La sintesi, lo schematizzare, può aiutare a semplificare una questione ma spesso anche a sfalsare totalmente la sostanza. Ultima modifica di gyta : 27-01-2013 alle ore 21.41.05. |
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28-01-2013, 13.34.06 | #180 | ||||||
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
L'ego è l'identità, la coscienza è il presente del pensiero, la vita... se sapessi definire precisamente cos'è sarei il più grande filosofo di tutti tempi. La vita è semplicemente la condizione vincolante per la quale sto scrivendo in questo momento. Citazione:
La percezione diretta non esiste, tutto viene elaborato ad un qualche livello dai nostri schemi mentali Citazione:
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E allora se non è dentro e non è fuori, dove la mettiamo la realtà? |
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