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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
26-03-2013, 09.59.32 | #2 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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Riferimento: La vittoria dell'effimero.
Se lo spazio della comunicazine massmediatica è tutto occupato da queste "armi di distrazione di massa" come si fa a trovare spazi di discussione sulle cose importanti, come si esercita il senso critico sulle questioni fondamentali della vita del paese, come si raggiunge un grado sufficiente di informazione per operare le giuste scelte al momento del voto ad esempio? Semplice .. non si fa. E' un totalitarimo di tipo diverso, la coercizione non è effettuata con la forza, ma con distrazione, spettacolo, divertimento, argomenti leggeri, rissa anche perché no, attrae molto anche quella ma non suscita riflessione, anche il dolore stesso spettacolarizzato in tv minimizza le sofferenze reali della gente, inibisce l'empatia, ma l'importante è anche riempire di notizie, servizi, informazioni, impedendo che quelle davvero importanti possano imporsi all'attenzione generale. Ed è un modo come un altro per censurare, senza che se ne abbia però la consapevolezza. Attraverso questo agenda-setting si impongono argomenti di poco conto su cui la gente discute e si eliminano spazi di reale discussione pubblica almeno dai media in linea con quanto detto dalla Arendt copio da qui
https://filosofiaenuovisentieri.word...tica-pubblica/ «[...]Non a caso Hannah Arendt definisce il totalitarismo come la distruzione dell’idea di spazio pubblico, […] è proprio l’eclissi di questo spazio pubblico che priva gli uomini della possibilità di un confronto dialogico sui principi normativi della vita pubblica» Ultima modifica di La_viandante : 26-03-2013 alle ore 13.08.25. |
26-03-2013, 21.57.48 | #4 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
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Riferimento: La vittoria dell'effimero.
Citazione:
Addirittura, riguardo al dominio degli uomini, Anche Freud, in Totem &Tabù, ne parla a p. 133. Leggiamo che cosa afferma. Citazione:
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27-03-2013, 12.34.32 | #7 |
Ospite
Data registrazione: 11-10-2012
Messaggi: 6
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Riferimento: La vittoria dell'effimero.
Io credo che per dare una risposta giusta a tale quesito,si debba evidenziare il fatto che ragione e stati emotivi siano strettamente correlati.Più precisamente è lo stato fisiologico emotivo,scaturente dalla percezione di una realtà esterna,a determinare una condotta di pensiero e infine l'azione.Prendiamo ad esempio la finale dei mondiali di calcio e la scoperta del bosone di Higgs e per ipotesi collochiamo i due eventi nello stesso giorno e alla stessa ora,entrambi trasmessi in tv.La domanda è molto sempliceerchè la quasi totalità degli ascoltatori starà guardando la finale dei mondiali,con un totale disinteresse per la scoperta del bosone?? Perchè la partita,per natura,è più entusiasmante per chi non ha mai ragionato e capito emozionalmente la straordinaria complessità della natura,e l'inspiegabile mistero che si cela dietro essa.Ciò è ricollegabile (secondo me) a qualcosa di fisicamente concreto a livello cerebrale(essendo uno strenuo sostenitore del meccanicismo).Mi spiegoiù volte ho provato a discutere sulla straordinarietà della natura (e tutto ciò che ne può scaturire) con dei miei amici.Razionalmente i miei interlocutori mi seguivano e alla fin fine riconoscevano la veridicità dei discorsi.Poi,come se avessimo parlato della ricetta di una torta al cioccolato e arancio,si rimettevano a discutere o a far altro,come se l'argomento non li avesse minimamente toccati da un punto di vista emotivo.A conferma che siffatti discorsi non li abbiano quantomeno incuriositi,posso assicurarvi che non hanno mai voluto approfondirli di loro sponte né ne hanno più riparlato.Ora ammetto che ho scarse conoscenze in neurofisiologia,ma ho cercato di spiegare a me stesso che una tale indifferenza verso argomenti così interessanti e degni,sia dovuta a una qualche "carenza" a livello cerebrale che non permette loro una risposta emotiva concreta a tali concetti.Appare più che evidente che la parola carenza in realtà non designa una carenza vera e propria,in quanto designa una condizione comune e normale alla quasi totalità del mondo.Perchè noi siamo qui a dedicare tempo alla filosofia,a scambiare opinioni e a spremerci le meningi? Perchè la filosofia ci emoziona,e scommetto che chiunque in questo forum nella sua vita abbia provato almeno una volta la meraviglia filosofica (che è uno stato emotivo) .Senza la spinta di essa è sicuro che anche noi preferiremmo una partita di calcio a un importante scoperta scientifica,pur sapendo razionalmente l'assoluto divario che separa i due eventi.Riprendendo ora il discorso sulla vittoria dell'effimero io credo che la conclusione più adatta a tutto il mio discorso sia questa:è dunque la scarsa capacità di emozionarsi(o meravigliarsi),e quindi capire realmente l'importanza di eventi scientifici o concetti filosofici ad essere alla base della predominanza dell'effimero(così come lo stiamo intendendo ora).Ciò perchè mentre le emozioni che ti regala una partita di calcio sono comuni a tutti e agiscono in modo diretto su di noi,la meraviglia e la curiosità si raggiungono attraverso processi indiretti,quali alti livelli di introspezione e in generale,pensando.Quest'ultima è una facoltà non comune ed estranea alla quasi totalità,ma al contempo è alla base delle nostre preferenze atipiche(il bosone rispetto alla partita di calcio).Il ruolo delle emozioni,e la capacità di provare certi tipi di emozioni,sono dunque essenziali,a mio avviso,per spiegare la vittoria dell'effimero.
A onor del vero ho estremizzato un pò Chiunque in questo forum non resterebbe impassibile se si perdesse la finale dei mondiali,ma è un estremizzazione legittima in quanto utile per spiegare il principio alla base. |
28-03-2013, 09.41.05 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-10-2007
Messaggi: 663
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Riferimento: La vittoria dell'effimero.
Visto che è stata menzionata la Montalcini, nello specifico penso che ciò rispecchia la mentalità anti-scientifica degli italiani (basta riflettere su alcune affermazioni irriguardose fatte nei confronti della Montalcini stessa).
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28-03-2013, 10.23.49 | #9 | |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
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Riferimento: La vittoria dell'effimero.
Citazione:
Le narrazioni hanno una funzione terapeutica e, come sostiene Umberto Eco, danno forma al disordine dell'esperienza e questa “è la ragione per cui gli uomini dagli inizi dell'umanità raccontano storie.” (Sei passeggiate nei boschi narrativi, Bompiani) Sorprendersi, come è capitato in passato anche a me, del fatto che il povero “popolo” preferisca un attore ad uno scienziato che lavora per l'umanità, da un lato manifesta una pretesa di superiorità morale, dall'altro un lamento infantile del tipo “perché non è tutto come vorrei io? Perché gli altri non si comportano come me?” Forse Freud, visto l'hai citato, avrebbe intravisto un po' di narcisismo o un desiderio di controllo onnipotente. Il quale potrebbe portare a distorsioni, tipo quelle del simpatico Naruto che razionalizza la faccenda ipotizzando un deficit cerebrale nelle persone che non si emozionano per il bosone di Higgs (come facciamo "noi"), ma impazziscono per Totti. Alla radice, questi atteggiamenti sono proprio quelli che hanno dato origine ai totalitarismi più pericolosi: alcuni sono biologicamente superiori ad altri, alle masse, a certi gruppi sociali, i quali dunque vanno guidati, dominati e, se è il caso, mandati pure al macello. Poiché la loro vita vale un po' meno, così come i loro trastulli volatili nel tempo. Ho estremizzato solo per mostrare come un apparentemente innocuo pensiero possa nascondere la stessa violenza di un liberatorio insulto allo stadio. O banalmente lo stesso senso di comunità, un "noi" ed un "loro". E per mostrare come, in fondo, nulla di ciò che è umano ci è poi così estraneo. Ognuno si salva come può, Tempo2011, c'è chi si scatena allo stadio e chi, invece, si accapiglia in un forum con persone sconosciute. Mi pare siano due facce della stessa medaglia. Termino il mio effimero passaggio. Ultima modifica di nexus6 : 28-03-2013 alle ore 12.21.51. |
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28-03-2013, 11.20.03 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Re: La vittoria dell'effimero.
Citazione:
Il disprezzo verso la cultura Il nostro non è un Paese per intellettuali. La scienziata Levi Montalcini ebbe insulti di ogni tipo quando entrò a Palazzo Madama, soprattutto da certe fonti politiche. Il comico Grillo, nel 2001, parlando del suo Nobel la definì “vecchia putt. ...” e dopo la querela patteggiò per 4000 euro. Quando andò a votare, centenaria, si ebbe altri buoni “apprezzamenti”, e con gran dignità disse che rifiutava qualsiasi gentilezza e avrebbe fatto come gli altri la lunga fila. Accomunata ad altri intellettuali di fama internazionale, invidiatici da altri Paesi. Tutti i migliori studiosi e saggisti sarebbero “intelletti miserabili” o “cattivi maestri”, come sono definiti dalla società sia laica che clericale: Eco, Giorello, Boncinelli, Odifreddi, Bodei, Borgna, Serra,Augias, Scalfari, Sartori, Cacciari, Vattimo, Veca. In quanto al declino culturale, le motivazioni vanno cercate in un processo storico: fascismo, “boom economico del dopoguerra, scuola rigorosamente classista degli anni '50 – '60, fenomeno del ' 68 ( il “6 politico”) e sempre più grave decadenza dell'istruzione, di chi decide, di chi insegna, ecc. fino ai nostri giorni. Senza addentrarci nel più ampio quadro della decadenza occidentale, di cui l'Italia attualmente è il più emblematico esempio Non è estranea al nostro discorso la “cultura di massa”, omologante,consumistica, che abbiamo importato con gran ritardo dagli Stati Uniti. Già negli anni '40 erano diffusi certi saggi famosi, come “Dialettica dell'illuminismo” della Scuola di Francoforte e via via saggi di sociologi americani ancor oggi attuali e da citare. Sono noti a tutti, attraverso la saggistica attuale ( per esempio la “società liquida” di Bauman) lo stato della cultura, anche a seguito della diffusione della rete, la perdita di saperi tradizionali, la lettura inesistente, o di libri spazzatura promossi dalla TV,l'analfabetismo di ritorno di laureati, di leader e manager additati come esempi imitabili,ecc. Certi termini come “omologazione”, “assuefazione consumistica”, società effimera delle veline e calciatori, film “panettoni” e “romanzi di plastica” ai primi posti in classifica, sono di dominio pubblico; l'assorbimento passivo di modelli indotti dal contesto culturale, il ruolo delle famiglie, responsabili di certe scelte, di certe figure portatrici di quelli che oggi sono considerati “valori”, la mancanza di spirito critico, di riflessione assunti come “normalità”, se non come nuovo augurabile aspetto della cultura. Bondi: “gl' intellettuali a me fanno schifo” Brunetta: “con la cultura non ci si fa un panino” Tremonti: “con un sonetto non si ripara un rubinetto” . ecc Ben rappresentano la spaventosa povertà etica, estetica, culturale che ci affligge. arsenio |
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