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03-01-2013, 09.23.16 | #113 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Ma poichè la luna ha una precisa ubicazione spazio temporale il fatto che noi la interpretiamo ha una rilevanza secondaria. Non mi soddisfa il concetto di campo di senso perchè noi non percepiamo solamente, ma pensiamo anche di percepire nel tempo stesso in cui percepiamo. C'è quel 'io penso' che si infila più o meno occultamente in ogni nostro pensiero e che non è, credo, un fatto puramente sensoriale. Quando un individuo si organizza muta il suo modo di percepire, e questo suo organizzarsi è un qualcosa che va oltre il semplice sentire. Quindi per come la vedo io il campo di senso è A un qualcosa in continuo mutamento B un qualcosa che contribuiamo a crearci noi stessi Concludendo, la luna è un fatto oggettivo, il nostro campo di senso non è un fatto oggettivo, l'avere un campo di senso invece è un fatto oggettivo |
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03-01-2013, 12.10.57 | #114 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Se io sto parlando di pere, mele e cigliege, allora l'universo cui mi riferisco è quello della frutta o, più in generale, del cibo. Se parlo di auto, moto, treni, l'universo è quello dei mezzi di trasporto. Se parlo di pensieri, idee, sentimenti, l'universo è la coscienza. Se parlo di fenomeni, materia, energia, l'universo è il mondo fisico. Godel ha dimostrato che parlare di un insieme che sia l'insieme di tutti gli insiemi non ha senso. Ciononostante si continua a credere nella possibilità di una teoria del tutto. Il fatto stesso di rivendicare la propria identità è un atto di guerra contro ciò che è non-io, finchè si rimane nell'indistinto non c'è guerra ma nemmeno identità. Avere un'identità significa avere una volontà, ed avendo una volontà ci si scontra per forza contro chi necessariamente si oppone alla nostra volontà. Solo con la ragione si possono conciliare io e mondo in questa guerra cui siamo immersi a causa del fatto di avere una volontà. |
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03-01-2013, 14.03.40 | #115 | ||||
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Frammento il tuo post per mia comodità.
Citazione:
Ghiandola pineale è emblematica di tutte le ingenuità anatomiche e fisiche di Cartesio, che non costituiscono ingenuità metafisiche, perché non riguardano la sua metafisica. Al contrario a Cartesio è riconosciuta la paternità della moderna metafisica, stesso titolo per la filosofia. Egli traccia una nuova partenza per il pensiero metafisico, abbandona quella tracciata dalla metafisica cristiana che si fondava sui grandi metafisici greci. Citazione:
Per questi è assurdo porsi la domanda riguardo alla frontiera fra spirito e materia. Per coloro, coma la Montalcini, che credono in qualche modo ad una sussistenza della mente il porsi la domanda della frontiera, da un punto di vista scientifico è domanda impraticabile. In questo consistette l'ingenuità di Cartesio nel quale, forse, prese il sopravvento per un momento la mentalità scientifica. Citazione:
Se ho afferrato bene il senso generale di questo discorso sono d'accordo con te. Citazione:
Ultima modifica di Giorgiosan : 03-01-2013 alle ore 18.48.53. |
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03-01-2013, 17.09.34 | #116 |
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Il campo è un luogo fisico o figurato in cui compare l’oggetto d’indagine e con il quale l’ambiente totale in cui l’oggetto si presenta costituisce una totalità di fenomeni coesistenti che interagiscono.
Che le parole non siano isolate nella mente di chi parla o scrive ma raggruppate in campi, al cui interno ciascuna parola è legata semanticamente (per il significato) alle altre, mi sembra chiaro o perlomeno intuitivo. Ogni campo è costituito dalle relazioni semantiche tra parole. Il valore semantico è il significato. Nessuna parola significa qualcosa, indipendentemente dalla rete di relazioni che ha con gli altri elementi del campo. Ogni essere pensante essendo calato nella storia e nell’esistenza (esperienze mai coincidenti) raggruppa le relazioni semantiche in modo personale, tuttavia questi costrutti personali non sono mai di fatto costrutti psicologici del tutto soggettivi ma sono condivisi o del tutto (quasi mai), o certamente in parte, dalla collettività dei parlanti e degli ascoltatori. Per valore semantico, personalmente, intendo il significato e nulla di più. Per campo di consapevolezza si intende l’insieme dei contenuti di coscienza che una persona possiede in un certo momento. Ora mi sembra che in vari post sia stata condivisa l’esigenza di chiarire i termini e anche a me sembra necessario perché se i significati non sono condivisi o sono condivisi in misura minima, allora quel campo di senso nel quale abitano coloro che dialogano non è lo stesso e la inter-comunicazione risulta “babilonica”. Sia chiaro che non intendo imporre queste definizioni, né che non le possa sostituire con altre che riterrò più chiare e perspicaci. Ognuno dovrebbe specificare cosa intende quando utilizza (campo di ) senso, coscienza, ecc. ecc. La linguistica è ormai un campo sterminato e non credo che ci si possa entrare facilmente … o approssimativamente, per me è così. Ultima modifica di Giorgiosan : 03-01-2013 alle ore 22.58.44. |
03-01-2013, 17.51.04 | #117 | |||||||
Ospite abituale
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Scientificamente dovrei dimostrare una tale esistenza, Ma credo sia sufficiente (oltre al calcolo) la rilevazione strumentale e sensoriale…che è certo prevalente su complesse elucubrazioni dialettiche...prive di concreto riferimento. Lo stesso Bacone, fondatore, con Galileo, della metodologia scientifica, accusò di ciarlatanesimo quei filosofi e teologi che non si attenessero alle esplicazioni della scienza….,ma forse esagerava. Comunque anche noi non dovremmo esagerare con fantastiche iperboli anche se appassionano: in fondo basta attenersi ad un semplice “Principio di Cautela” che dovrebbe sempre guidarci: scelgo il probabilmente possibile quando il probabile impossibile non porta da nessuna parte! Quanto alla “relatività” delle affermazioni pensavo fosse la filosofia a perseguire le “intrinseche essenze” e le “assolute verità”…ma che, più recentemente, sembra giocare a rimpiattino con la luna. Per la scienza la verità manco esiste: solo contingenti realtà esistono..sia che esse durino un giorno che mille anni: è solo questione di ricerca, intuito, pensiero laterale ed anche di investimenti: chi più dispone più lontano arriva. Per i miei discorsi in relazione a leggi, teorie e trovati, oggi in auge, interpretanti l’universo, ho sempre affermato più volte, ed è idea generalmente accettata, che si tratta di ipotesi di lavoro valide finchè non si dimostrerà il contrario: uno dei compiti della ricerca è appunto questo: invalidare le teorie correnti…ma dimostrando con metodo scientifico, non con fantasiose abilità dialettiche. Una tale modalità concorrenziale è estremamente innovante e incentivante verso il futuro, contrariamente alla filosofia che sempre cita i filosofi del passato. Mi viene spontanea una espressione consuntivante: la fisica scrive il libro del futuro, la filosofia intanto, continua a chiosare il libro del passato. In conseguenza Stephen Hawking afferma che oramai la torcia del sapere è passata di mano…dalla filosofia alla scienza…non se ne lamentino i filosofi! D’altra parte, non porrei a contrasto filosofia e scienza: pur con metodi diversi le due discipline perseguono (o dovrebbero perseguire) lo stesso sapere: alla fine le risultanze relative alla medesima entità (medesimo campo di senso) non possono contrastare: la verità non può contraddire la verità…disse un vecchio Papa. Citazione:
Citazione:
Che la terra fosse il centro piuttosto che il sole non era questione di buon senso logico…era solo una scelta dogmatica! Infatti già Aristarco da Samo (310/230 a.c.) ipotizzava un sistema eliocentrico (!)...e fu comdannato per empietà!!! Comunque, del resto, nemmeno il sole è il centro fisso. Rivendico che, a quei tempi, pur con pericolo di rogo, tenevo per di Galileo! In realtà era stato Copernico a rivendicare, nel suo libro “De Revolutionibus orbium coelestium”, l’ipotesi del “sistema eliocentrico” piuttosto che “geocentrico”. Galileo si limitò a concordare e a dare il supporto strumentale del cannocchiale. Fu comunque condannato nel famoso processo e costretto all’abiura: nessuno si preoccupò di guardare nel cannocchiale! E’ questa la differenza fra filosofia e scienza: i filosofi pensano di non dover gurdare nel cannocchiale e dalle loro elucubrazioni, insieme con cose eccelse, possono uscire le affermazioni più strampalate…in specie se trattano di Universo!...di fisica, cosmologia, ecc... Citazione:
Io solo lo faccio per te e per esercizio dialettico: cerco di chiarire che, oggettivamente, l’osservare nostro non c’entra, ma se per te il problema/non problema è questione affettivo-emozionale fai pure. Citazione:
Veramente con l’espressione “Universo là fuori” intendo il vero universo reale di cui anche facciamo parte, ma non ancora interpretato e che solo in parte conosciamo. Insomma c’è, un universo là fuori come "fatto in sè" oltre noi e indipendentemente da noi. Da esso, magari, il nostro io trae anche cognizione e sensazione: senza universo il nostro io non esisterebbe …mentre, senza il nostro io, l’universo, con luna stelle e tutto il contorno che gli è proprio, esisterebbe benissimo. L’Universo là fuori e l'oggetto di studio e ricerca della scienza che per esplicarlo elabora teorie, interpretazioni, leggi, sperimentazioni, ecc… Quindi una cosa è l’universo là fuori, per ora, in parte, sconosciuto, altra cosa è l’universo nostro che la scienza interpreta e ci mostra e di cui noi stessi abbiano il modello in coscienza…non quale è, ovviamente, ma quale, per il momento, crediamo che sia…certamente anche l’un modello diverso dall’altro...pur entro certo range. I nostri discorsi, argomentazioni leggi e teorie non possono, ovviamente influenzare l’universo là fuori (il macro-universo) che è, appunto, fuori della nostra portata, ma possono influenzare solo l’interpretazione che di esso facciamo (il nostro modello) o che ne fa la scienza che sempre più si sforza di rendere l’interpretazione conforme e sovrapponibile all’universo vero e reale là fuori…su cui appunto non possiamo influire. Per quanto, in relazione al microuniverso (le sub particelle) sembra che qualcosa si possa fare…osservando o non osservando: interviene una questione statistica!? …infatti il latte, se lo guardi ...non bolle mai…sembra!!!! Forse è questo che ti induce in confusione…comunque resta che la luna (la macro-luna) non scompare! Citazione:
Le leggi della fisica, infatti, sono sempre le stesse (universali) qualunque sia il "relativo" sistema di riferimento: è appunto questa la relatività! Citazione:
Ma non sarebbe questo il punto. Per “Universo là fuori” s’intende l’universo vero, ancora non “pensato”, al di fuori di ogni interpretazione e campo di senso e di cui “vediamo” e “sentiamo” la luna, il sole, la terra... (e non solo)… far parte. Se mai può mutare l’interpretazione con l’avanzare della ricerca scintifica…ma la luna non può mutare o scomparire quando guardiamo altrove…purchè non impatti in un meteorite abbastanza grosso …ed allora anche per noi sarebbe uno sconquasso! |
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04-01-2013, 00.03.57 | #118 | |
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
L'oggetto che all'interno del segno linguistico (o campo di senso) italiano viene chiamato "luna" ex-siste. E perciò ex-siste sia quando la guardiamo sia quando non la guardiamo. Esso non ha una precisa ubicazione spazio-temporale, perchè l'ubicazione spazio-temporale dipende dal sistema di riferimento scelto (o "interpretante", detto in termini semiotici piuttosto che fisici). Tale dipendenza non trovo sia un elemento secondario, perchè se da un lato nulla toglie alla ex-sistentia dell' oggetto, dall'altro molto incide sulla sua conoscenza (credo che qui, in questo preciso "punto" del discorso, molto avremmo da dire circa i concetti di "noumeno" e di "fenomeno"). Per ciò che riguarda il "campo di senso" (cui, ripeto, preferisco "segno", perchè per quel che mi riguarda è termine filosoficamente più proficuo e specifico), esso è una estensione di quel concetto di "campo" di cui parlano la fisica e la psicologia (in fisica è la distribuzione di una condizione prevalente, mentre in psicologia è la totalità degli eventi possibili). L'"io penso" non solo si infila "più o meno occultamente in ogni nostro pensiero"; ma, essendo l'origine dell' appercezione, rappresenta chiaramente e manifestamente la necessaria condizione di tutto ciò che possiamo pensare (d'altronde non penso che l'"io penso" sia in contraddizione con il campo di senso, visto che il campo di senso, come il segno, può teoricamente ridursi ad un solo soggetto come abbracciare ogni soggetto). E dunque concludendo (anch'io...): la luna non è un fatto oggettivo; tu pensi lo sia, e quindi è un fatto oggettivo all'interno del tuo campo di senso (non solo del tuo, ovviamente, ma di tutti coloro che pensano che la luna sia un fatto oggettivo, visto che la condizione prevalente, in questo campo di senso, è pensare che la luna sia un fatto oggettivo). ciao |
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04-01-2013, 00.11.59 | #119 | |
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Come potrei non essere d'accordo? Però, qualche volta, può sfuggire di specificare qualcosa; non credo sia questo gran problema: basta chiedere un chiarimento (esattamente come hai fatto tu su quella che ho erroneamente definito "trascendentalità"). Non credo, d'altronde, sia molto proficuo mettersi a specificare ogni termine (personalmente faccio un uso esagerato delle virgolette proprio per dare ad intendere che dovrei specificare l'esatto significato del termine). ciao |
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04-01-2013, 07.23.21 | #120 | |
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Citazione:
Non so se il programma di Pavlov sia fallimentare, a me pare che questo autore venga ancora oggi studiato in psicologia e fisiologia. |
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