ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
22-01-2014, 21.30.14 | #182 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-07-2010
Messaggi: 405
|
Riferimento: Riflessione su: "Intorno al senso del nulla" (E.Severino)
Non dico che l'essere è alto ma che la situazione descritta dalla frase "Mario è alto" è una descrizione dell' "essere" (d'un soggetto indefinito e indiscriminato/indiscriminabile) e non una descrizione di Mario (come se tramite questa parola -"Mario"- io abbia definito il mio riferimento-soggetto, mentre essa è una maschera per l'indefinito -x-). Nego che le proprietà appartengano a qualcuno o che siano a loro volta degli enti separabili/separati, cioè dei soggetti; mario di per sé non è nulla, né la "Mariezza" potrebbe essere qualcosa (nel senso di non-qualcos'altro).
|
25-01-2014, 10.10.24 | #183 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Riferimento: Riflessione su: "Intorno al senso del nulla" (E.Severino)
Citazione:
Ciao |
|
06-03-2014, 19.16.27 | #184 | |
Ospite
Data registrazione: 27-08-2008
Messaggi: 135
|
Riferimento: Riflessione su: "Intorno al senso del nulla" (E.Severino)
Citazione:
Il Filosofo del Divenire Eraclito, non credo amico di Parmenide, diceva che "Ci Immergiamo negli Stessi Fiumi ma Acque sempre Diverse ci bagnano... e noi Siamo E Non-Siamo la Stessa Cosa" ... x me questo aforisma è compatibile col NeoParmenideo Severino : Io ora Non Sono Più lo Stesso Io che Ero 1 secondo fa ormai Passato" .. quindi x me il PDNC (inclusa la clausola : "allo Stesso Tempo") è anche x Eraclito Rispettato (tantochè Aristotele diceva che chi pensava che Eraclito non rispettava il PDNC nn lo aveva veramente capito).. anzi è proprio il Rispetto del PDNC ad Imporre che Io Non Sia Più Ciò che Ero.. ed è la Memoria che Ri-Corda Cose Diverse (cioè l' Io in T0 ed in T1) e le chiama con lo Stesso Nome a confondersi.. sin qui per paradosso Severino = Eraclito !!!! ma la Logica di Severino poi dice : se il Nulla-Non-E' (Eternamente).. allora la Cosa (un ciò-che-E') in T0 Ancora E' in T1 (Eternamente).. la Follia la pensa Nulla perchè Non-Appare più a me.. Logicamente nn riesco a smontarlo.. ma umanamente è difficilissimo crederlo.. e poi se la Logica è solo Una Parte del Tutto allora non è detto che la Logica possa capir Tutto.. potrebbe sbagliarsi xrchè è una Visione Parziale.. oppure potrebbe aver ragione Severino.. ma siccome nessuno (finito il ragionamento) è in grado di crederci veramente nella vita di tutti i giorni allora è poco utile.. non è un Cura efficace per la Meditatio Mortis = Angst del Nulla che cova dentro il 99,99% di tutti gli esseri umani di tutte le epoche di tutte le religioni di tutti i livelli sociali di tutti i livelli intellettuali.. |
|
07-03-2014, 13.46.15 | #185 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Riferimento: Riflessione su: "Intorno al senso del nulla" (E.Severino)
Citazione:
Sul punto che noi non scorgiamo l'eternità degli essenti nella vita di ogni giorno è per questo è un'idea poco utile, faccio notare che non ci accorgiamo nemmeno che la terra ruoti attorno al sole e che il cardinal Bellarmino rimproverava a Galileo proprio l'inutilità di questa pretesa. Il problema è che ciò che vediamo e giudichiamo utile è determinato dal modo stesso di vedere le cose. |
|
08-03-2014, 01.55.02 | #186 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-01-2013
Messaggi: 331
|
Riferimento: Riflessione su: "Intorno al senso del nulla" (E.Severino)
Citazione:
Penso che Severino la filosofia del sottosuolo così la chiama quella che si rifa a Nietzsche, ma anche Eraclito da quel poco (pochissimo) che si capisce, porti necessariamente al tramonto dell'occidente che egli vede come deflagrazione nucleare tra oriente e occidente. Dall'altra c'era Vattimo che parlava dell'amicizia cristiana, dell'attenzione al quotidiano. A distanza di un decennio, e forse più, da quella memorabile discussione pubblica tenuta nei salottini di gad lerner (ricordo c'era anche Natoli e altri), Severino parla ancora di amicizia e di amore negli eterni attimi e Vattimo è scivolato in una filosofia realista dove lo scontro politico è inevitabile. Adoravo Vattimo e mi faceva ridere Severino...mmm direi che sbagliavo e anche di molto. Per Severino una discussione si fa davanti ad un bel piatto di polenta. Sinceramente così inutile a me non sembra. Inoltre Severino sui problemi della fenomenologia non si sottrae mai, è curioso che invece sulle sue posizioni, gli altri non facciano mai attenzione. (eh aimè non sono uno studioso, quindi in realtà nemmeno io so quali strade sta seguendo ) alla fine siamo tutti modaioli. |
|
09-03-2014, 14.17.27 | #187 | |||||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Riferimento: Riflessione su: "Intorno al senso del nulla" (E.Severino)
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
|
|||||
09-03-2014, 19.09.55 | #188 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
|
Riferimento: Riflessione su: "Intorno al senso del nulla" (E.Severino)
Maral:
Le tautologie sono le uniche certezze logiche e le loro implicazioni non sono assolutamente banali. Resta il fatto che quanto da te enunciato è espressione del tuo essere adesso, perché è proprio adesso che evochi un passato in cui non c'eri o eri diverso e un futuro in cui non ci sarai o sarai diverso. Sgiombo: Sono le uniche certezze logiche ma non producono nuove conoscenze limitandosi a ripetere in conclusione quanto affermato a in premessa; cosa che io trovo decisamente banale. E ovvio che ciò che faccio adesso lo faccio adesso. Maral: Non si tratta di un'affermazione illimitata o generica: ogni ente è l'ente che è e dunque non può essere l'ente che non è in nessun tempo e in nessun luogo, altrimenti si va per forza contro il principio di non contraddizione. Se Sgiombo di adesso non è lo Sgiombo che sarà i due Sgiombo non possono essere lo stesso Sgiombo, mi pare elementare. Sgiombo: La questione è meramente terminologica (e dunque risolvibile arbitrariamente, per convenzione). Che si chiami “Sgiombo” il me stesso delle ore 18, 35 e “Sgimbo” il me stesso delle ore 18, 40 oppure che mi si chiami sempre “Sgiombo" (anche alle 18, 40 ben sapendo che qualcosa è nel frattempo cambiato in me; qualcosa che non si ritiene tale da stabilire arbitrariamente per convenzione una diversa identità per me stesso), le cose nella realtà non cambiano (ma divengono: bel gioco di parole!). Maral: Non si tratta di sospendere scetticamente il giudizio su tutto, ma al contrario di considerare l'incontrovertibilità del principio di non contraddizione che certamente può essere scetticamente negato, ma in tal caso tutto è vero e tutto è falso e nulla si può dire di nulla (ex falso quodlibet, secondo la massima dello pseudo Scoto) Sgiombo: No, il pr. di non contraddizione non può essere scetticamente negato; lo scetticismo lo ammette benissimo proprio in quanto non afferma nulla a causa della sua indeterminatezza assoluta: proclamarlo è un modo di sospendere il giudizio. E’ proprio affermandolo e non negandolo (cosa che non avrebbe senso alcuno) che si proclama che tutto è vero e tutto è falso e nulla si può dire di nulla. Sgiombo: Ogni ente (="cosa che é") è fintanto che é. Prima e dopo non é. Solo considerato astrattamente, nel pensiero, il concetto di “qualcosa che è" (un “essente”?), per esempio “Sgiombo l’ 8 Marzo alle ore 18, 00” è sempre quello (quel concetto; nella fattispecie “Sgiombo l’ 8 Marzo alle ore 18, 00”), almeno fintanto che (arbitrariamente) non si convenga di cambiarlo (modificarne il significato); ma ciò non si dà per la realtà (l' ente reale) cui quel concetto ("essente"?) astrattamente formalizzato e considerato (il concetto pensabile e di fatto pensato) allude, di cui parla. Maral: Ogni ente è quello che è, per questo non può insieme essere e non essere come asserisce il concetto del divenire. Questa è un'evidenza logica primaria. Il significato concreto dell'ente non può cambiare, altrimenti esso non è l'ente che si dice che sia. Sgiombo: Il concetto del divenire non è l’ autocontraddittoria affermazione che ciò che è contemporaneamente anche non è, bensì la logicissima e coerentissima considerazione ciò che è per un determinato periodo di tempo può benissimo non essere in altri periodi di tempo da quello determinato diversi: per il tempo in cui è qualsiasi ente è, per gli altri periodi in cui non è qualsiasi ente non é. (cosa che non posso non trovare di una banalità enorme). I significati dei concetti si definiscono arbitrariamente. Dunque si può convenire di definire l' ente "Sgiombo" me stesso per tutta la durata della mia vita oppure in alternativa me stesso per parte del tempo della mia vita, piccolo al libitum, al limite per un solo istante, per esempio oggi alle 19, 05 (e dare altre definizioni di me stesso in altri periodi della mia vita). Ciò é ontologicamente del tutto irrilevante (ha una rilevanza pratica poiché é molto scomodo chiamarmi con un nome diverso ogni goirno che vivo) in quanto nella realtà le cose vanno comunque nello stesso modo (nella fattispecie la mia vita dura tutto il tempo in cui dura: speriamo molto, purché felicemente!), comunque la si descriva (quali che siano le parole con le quali arbitrariamente si conviene di descriverla). Maral: La volontà di potenza dell'ente vuole che l'ente sia eterno a fronte del fatto che ne crede l'impossibilità, la volontà di potenza vuole l'impossibile. Ma qui non si tratta di volere alcunché, ma di accettare la pura evidenza logica del principio di non contraddizione (che non dipende da chi lo afferma): se io sono ciò che sono non posso essere altro rimanendo sempre io. La volontà di potenza vuole invece che io continui per sempre a diventare altro restando sempre il medesimo io (magari ubbidendo a Dio o grazie a futuri meravigliosi progressi tecnico scientifici) e questo è assurdo. Cogli la differenza? Sgiombo: Per niente! E a proposito di principio di identità e non contraddizione il (preteso) concetto di “volontà di potenza che vuole l’ impossibile” mi sembra palesemente autocontraddittorio e dunque senza senso: “potenza” = “che può” (accadere, realizzarsi, conseguirsi, fare…). “Impossibile” = “che non può” (accadere, realizzarsi, conseguirsi, farsi…). Come dire “Volontà di potere (che si possa) e allo stesso tempo volontà di non potere (che non si possa)”. Idem per il volere continuare per sempre a diventare altro restando sempre il medesimo io. |
09-03-2014, 19.38.31 | #189 |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-01-2013
Messaggi: 331
|
Riferimento: Riflessione su: "Intorno al senso del nulla" (E.Severino)
Per Maral
ho aperto thread, dove aspetto tuo contributo a parte, grazie! anche per la segnalazione del problema c. Per Sgiombo. Ma vedi siamo ancora alla questione del thread sul solipsismo, mi pare. Se affrontiamo il tutto da un punto di vista formale posso concordare tranquillamente con te, che si necessita di una sospensione del giudizio. (come all'epoca la copula "è" veniva intesa solo come tale) Il fatto è, che per me, il vissuto è problematico, nel senso che non accetto che un formalismo decida della mia esistenza, è per questo che a partire dal concetto di verità (se vuoi anche Platonico idealista) mi interrogo in maniera critica sull'eccezione che quella realtà (o questo formalismo) porta con sè. Forse mi sbaglio, ma non eri tu che appunto ti chiedevi perchè questa realtà, piuttosoto che un altra? Infatti possiamo intendere Severino come se formalmente ammettessimo, per un istante, che il divenire non esista, cosa accadrebbe? Non è molto distante che il presumere che dopo la morte non vi sia niente. Si tratta di formalismi, che poi tu senta con convinzione che nulla c'è dopo la morte questo è altro discorso. (ma rimane sempre che seguendo le tue stesse indicazioni per definire quella convinzione devi ammettere una sorta di dualismo) Poi certo se decidiamo, come si era deciso che vale il rasoio d'occam, anche a me Severino sembra debba di volta in volta risistemare il suo pensiero troppe più volte rispetto all'accettazione del divenire. Poi Eistein non desistette e scoprì la relativà generale eh!...non è una questione semplicemente di ipse dixit che condivido al 100%, pur di fatto io nella vita reale e del forum utilizzandola spessissimo. Sul fatto della tautologia, è ovvio che è una tautologia. Qua ci si interroga sulla validità e sulle conseguenze di quella tautologia. Non capisco perciò a cosa stai alludendo: forse che siccome è una tautologia il discorso si debba fermare? |
09-03-2014, 21.09.23 | #190 | |
prof
Data registrazione: 28-05-2011
Messaggi: 221
|
Riferimento: Riflessione su: "Intorno al senso del nulla" (E.Severino)
Citazione:
Direi che un'esempio storico classico sia quello delle famose argomentazioni agostiniane intorno al concetto di tempo quale fu esposto nelle "Confessioni". Generalmente difronte alle tautologie si ci si ritiene, miseramente sconfitti ed abbandonati alla banalità di ciò che siamo andati sostenendo in qualche discorso logico; mi piace sognare che un giorno -se ci sarà- la descrizione completa dell'universo confluisca finalmente una tautologia, allora vorrà dire che è stato compresso l'universo intero in una "teoria del tutto" ulteriormente irriducibile ed acquisita alla complessità dell'Osservatore. Se fosse vivo il grande Popper, verrei bruciato vivo se, un poco, fossi degno della sua preziosa attenzione. Ultima modifica di mariodic : 10-03-2014 alle ore 13.25.46. |
|