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04-11-2005, 23.10.30 | #124 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-03-2004
Messaggi: 69
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Citazione:
Ho una domanda da farti. Per te la fede è una questione privata o universale? In realtà essendoti definita sostanzialmente kierkegaardiana immagino la tua risposta, ma te lo chiedo lo stesso. |
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04-11-2005, 23.58.29 | #125 |
Utente assente
Data registrazione: 21-07-2004
Messaggi: 1,541
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(continuazione)
Qua subentra un terzo interrogante... ------ **TERZO INTERROGANTE: Lei ha dimostrato che il rifiuto di Nietzsche per Dio era qualcosa al di fuori della sua esperienza esistenziale, del suo dolore, ma la sua risposta alla sua posizione è basata sulla logica. Non significa questo che la posizione di Nietzsche era valida come la sua ma che semplicemente lei sta andando in una direzione e lui andava in un'altra? **R.Z.: La mia provocazione alla posizione nietzscheiana è basata sia sulle basi esistenziali, sia su una critica logica, sia sulla storia. Ma dal momento che il suo punto di partenza è stato esistenziale e il mio punto di partenza è storico e filosofico, una posizione non è valida quanto l'altra. Se i nostri punti di partenza fossero stati gli stessi, allora le posizioni sarebbero state allo stesso modo valide o meno. La critica di Nietzsche alla Cristianità è una diatriba emozionale. La sua motivazione principale è basata su un'argomentazione moralmente auto-degradante. La mia provocazione è stata quella di mostrare quest'auto-degradazione. Se lei è in grado di indicarla nella posizione che io ho presentato, allora anche lei avrà una valida critica. **QUARTO INTERROGANTE: Lei si è pronunciato contro Nietzsche in parte perché la sua posizione ha prodotto alcuni mali, come Hitler. (assolutamente da precisare qua è che Nietzsche non ha mai sostenuto i nazisti, non ha mai considerato il popolo tedesco una razza superiore, ecc.; ma ha però dato un trampolino di lancio a Hilter con la teoria del Superuomo, nel senso che Hilter ha sfruttato e manipolato le idee di Nietzsche a suo piacimento fino a causare la molto probabile - ma messa in discussione in questo forum - shoah. ndr) Ma cosa ha da dire riguardo ai mali che la Cristianità ha prodotto, come la persecuzione degli infedeli durante le Crociate? **R.Z.: Questa è una domanda molto buona, ma c'è un'importante differenza. Credo di aver già risposto a questo durante una lezione. D'altro canto, i mali dell'ateismo sono un prodotto diretto degli insegnamenti dell'ateismo. Questa è una realtà molto imbarazzante e dolorosa che gli atei si trovano a dover ammettere. Prima cosa, mi lasci dire chiaramente quello che non sto dicendo . Non sto dicendo che l'ateismo significa omicidio. Non sto dicendo che tutti gli atei sono un "male". Giungere a tali conclusioni, che io sto negando, significa semplicemente non comprendere bene o non rappresentare bene il problema logico. Io sto dicendo che la violenza è un cammino logicamente deducibile all'ateismo, e posso consigliarvi come lettura "Un mondo di selezione naturale" in cui Darwin stesso ha categoricamente affermato quanto appena detto. (questo passo alcuni lo conoscono già... Nonimoportachi lo ha già commentato una volta così "oltre all'ateismo, anche il teismo è un cammino logicamente deducibile alla violenza", e dopo io ho lasciato perdere, però ora riprendo il discorso per cercare di fare capire che non stanno così le cose! ndr). Tennyson, nella postulazione poetica pre-darwiniana, ha descritto la natura "rossa nei denti e negli artigli". Dove l'ateismo ha regnato come ideologia, il sangue è scorso senza restrizioni - Cina, Russia e Germania nazista forniscono un macabro esempio. Dall'altra parte, è evidente che dove la Cristianità ha brandito la spada e ha causato dolore alle persone o ha cavalcato trionfalmente il cavallo della politica, essa ha soltanto deviato in modo abissale dal cammino che Cristo ha insegnato ai suoi seguaci. La politicizzazione della religione, nella storia, ha più la furia dell'inferno che la grazia del paradiso. Il Grande Inquisitore di Dostoevskij non è stato il primo capo religioso a condurre Gesù fuori dal tempio. Gesù ha detto (così sembra... ndr): "Il Mio Regno non è di questo mondo altrimenti i miei servitori combatterebbero". Gesù non ha mai elogiato lo sfruttamento delle persone o la filosofia della violenza. L'uso o l'abuso della Cristianità in contrapposizione all'autentico messaggio del Vangelo rivela non il Vangelo per quello che è, ma il cuore dell'uomo (malvagio. ndr). È per questo che l'ateismo è così inadatto come visione del mondo, poiché esso fallisce miserabilmente nel trattare la condizione umana così come essa è realmente. **NOTA DELL'AUTORE: Una delle domande più frequenti che mi vengono rivolte è se i cristiani passano dall'ateismo alla Cristianità senza prima stabilire se esista un Dio. È, in fondo, una domanda molto valida. Soltanto perché un argomento può effettivamente decimare la filosofia dell'ateismo non significa necessariamente che la Cristianità sia di conseguenza vera. Quando questo tipo di sfida viene presentata al cristiano, ci sono 2 gradini importanti che devono essere fatti prima di poterla affrontare. a) Dimostrare che Dio esiste (lui, a quanto pare, ci riesce... ndr) b) Difendere il messaggio cristiano come il sistema che meglio spiega chi è questo Dio. -------- Voilà, riassumendo, questa è l'opinione dell'indiano Ravi Zacharias, cristiano convertitosi dall'induismo. Fa sempre dei ragionamenti molto logici e interessanti, e questo non lo trovo affatto male, anche se poi si può condividere o meno le sue idee!!! Ci mancherebbe altro... -------- Altri piccoli imput che volevo dare, in particolare a Alessiob, ma anche agli altri, sono i seguenti: ** Pensare che nel cristianesimo ci sia un Dio che dopo la nostra morte ci condanna o salva a dipendenza che crediamo in lui o meno, è un po', come dire, un'idea ambigua dal mio punto di vista... Alcuni contestano proprio questa idea, questo giudizio, questa possibile condanna, questo punto di vista!... Ma faccio un esempio per vedere le cose in modo differente, da un altro punto di vista (es già fatto in passato): se una persona sta per morire affogata in un mulinello d'acqua, e non ha più alcuna speranza di salvezza; credete che se qualcuno le porge una fune, lei non la prende perché non lo trova giusto? Secondo voi quella persona inizia a fare il seguente discorso?: "Non è giusto il fatto che SE non prendo la fune allora muoio, MENTRE SE decido di prenderla, allora sono salva. Non è ammissibile una cosa del genere! Chi è quel tale che mi lancia la fune? Chi si crede di essere?" Pensate seriamente che quella persona - che sta per morire affogata - ponga questa critica a chi le lancia la fune? Si o no? Beh, sappiate che in ogni caso, nel cristianesimo, noi umani siamo persi, stiamo annegando da sempre, siamo senza alcuna possibilità di salvezza; eppure, eppure Dio ha deciso di porgerci la mano... a voi ora la scelta di prenderla o meno! [chiaramente bisognerebbe parlare un po' sul come mai l'essere umano è finito nel mulinello d'acqua... la colpa di chi è? Di Dio? O dell'uomo? O di chi altro? Ma questo è un discorso molto vasto che tra l'altro abbiamo in parte già discusso... Vedi "Le colpe di Dio" in spiritualità. Nel cristianesimo cmq la colpa NON viene attribuita a Dio, quindi la visione che vi ho dato io di un Dio che porge la sua mano è più corretta di quella del Dio che castiga... Se voi volete continuare a vederla in modo differente, fate pure, ma state manipolando il cristianesimo in questo modo... ] ** Ha chi concorda con il fatto che l'ateismo può portare logicamente parlando alla violenza e al caos; ma ribatte poi che lo stesso vale per il teismo... gli dedico i seguenti passi che troviamo nella Bibbia: Chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. (1Giovanni 4:7-8) Dio è amore, e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. (1Giovanni 4:16b) Se uno dice: "Io amo Dio", ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto, (1Giovanni 4:20) The end Elia P.S.: yam, per la traduzione di quel pezzo, io adesso devrei veramente inizare a studiare un po' per l'uni... se tu sai il Deutsch e hai voglia di tradurre per me, mi faresti un favore; se no AMEN |
05-11-2005, 00.46.30 | #126 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Ravi Zacharias
Elijah il testo che hai trascritto è veramente interessante, uno dei testi quotati più stimolanti che abbia mai letto in questo forum. Dico interessante non perchè l'argomento mi colpisca più di altri o perchè condivido particolarmente il contenuto di tale citazione: mi ha colpito il modo in cui Ravi Zacharias cerca di rispondere agli interrogativi, il suo stile filosofico (che poi vorrebbe essere anche il mio).
Comunque - ciò è scontato per chi mi conosce - non condivido praticamente nulla di quello che lui scrive. Ho notato degli errori o delle lacune. Se avrò un po' di tempo cercherò di discutere tali nei, anche se per ognuno si dovrebbe aprire un topic differente data la mole di cose da scrivere. epicurus P.S. Per chi fosse interessato ha letture di questo genere - che oserei chiamare di filosofia analitica della religione - potrei suggerire un libro interessante (abbastanza critico verso dio): The God of the Philosophers, di Anthony Kenny. E dall'altra parte (un libro abbastanza favorevole): The Coherence of Theism, di Richard Swinburne. Ultima modifica di epicurus : 05-11-2005 alle ore 00.48.37. |
05-11-2005, 01.58.10 | #127 | ||||||||
Vivi!
Data registrazione: 28-10-2003
Messaggi: 1,159
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Ho letto le prime due pagine di questa discussione e il tuo modo di argomentare mi ha attirato e spinto a rileggere e a confrontarmi passo passo.
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Ma tu di che Dio parli? Citazione:
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...se credi in un postulato allora nessuno mai potra' cambiare la tua idea... .....attendo qualche risposta... ...CIAO, Macro_532 |
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05-11-2005, 02.31.21 | #128 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 191
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Citazione:
Però ammetto, sì, ci sono alcuni aspetti del pensiero di questo filosofo (poco valutato, in verità) che mi appartengono, che corrispondono al mio sentire interiore. Come ho detto in precedenza, il cuore della ricerca esistenziale è il problema sul senso. Né il pensiero razionale né il fideismo danno le risposte esistenziali sul senso. Il senso è sempre religioso. "Pensare al senso della vita, ha scritto Wittgenstein, significa pregare. Il senso della vita possiamo chiamarlo Dio". Ma come affermare la trascendenza dell'assolutamente Altro, quando ciò che si fa teologicamente problema è il silenzio di Dio al cospetto dello scandalo del "malum mundi"? Questa è la domanda metafisica che trova il suo nervo scoperto nella sofferenza e, in maniera cogente, nella sofferenza innocente, e nella sofferenza degli innocenti. In un intervento precedente, Elia faceva riferimento al poema "Il Grande Inquisitore" composto da Ivan Karamazov. Quel capitolo è preceduto da un altro intitolato "Ribellione", altrettanto potente e significante, che è il fondamento dell'ateismo di Ivan e che è presupposto necessario alla parabola. Chi lo ha letto, può capire meglio ciò che intendo dire. La domanda metafisica è una richiesta di senso, che rinvia ad una risposta che mi pare difficile trovare negli schemi rigidi della logica, perché le grandi risposte non sono alla portata della nostra mente. (E' emblematico il destino di Ivan: l'intellettuale ateo, il razionalista esasperato dalla logica ferocemente terrestre, proprio dalla sua mente viene tradito, e diventa pazzo). Questo è il salto: affrontare il paradosso, che è categoria estranea ai meccanismi rigorosi della logica che si fonda sul principio di non contraddittorietà. La fede è problematicità. La fede non è una commozione estetica, non è l'impulso immediato del cuore, ma il paradosso dell'esistenza. Il credente è in qualche modo un non credente che si sforza ogni giorno di cominciare a credere. Se così non fosse, la fede sarebbe un'ideologia, una presunzione di aver tutto compreso, e non la continua ricerca del senso. La fede è tensione costante. E il salto è lo slancio esistenziale in quelle regioni dello spirito che sono comprensibili solo con categorie sovrarazionali (che è cosa diversa da "irrazionale"). Perciò, pur essendo una categoria universale, la fede è una esperienza esistenziale personalissima. "E' una stoltezza , scriveva Kierkegaard , tranquillizzare gli uomini nell'affare della loro beatitudine, poiché il massimo che un uomo può fare per un altro, in cose in cui ogni singolo non ha a che fare che con sé, è di renderlo inquieto”. |
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05-11-2005, 02.37.30 | #129 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 191
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Re: Ravi Zacharias
Citazione:
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05-11-2005, 12.14.40 | #130 |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
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risposta ad Elia...
Quanto blabla inutile Elia... mamma mia...
CITO Elia: "Ogni cosa nella vita è priva di significato", affermò di nuovo senza riserve. Gli dissi: "Per favore, rimanga in piedi; mi ci vorrà un attimo. Presumo, allora, che lei ritenga che anche la sua affermazione sia significativa. Se è così allora ogni cosa non è priva di significato. D'altro canto, se ogni cosa è priva di significato, allora anche quello che lei ha appena detto è tale. Quindi in pratica, lei non ha detto niente" Il giovane rimase smarrito per un momento e quando lasciai l'auditorio, stava camminando su e giù mormorando: "Se ogni cosa è senza significato allora...". Cosa dunque avrebbe mostrato questo signore? Avrebbe mostrato al povero studente che esso non ha detto nulla? In che modo? Se io dico che ogni cosa nella vita è priva di significato non mi ci vuole questo indiano, per capire l'esistenza della scontata e ingenua critica: "ma allora anche quello che dici è privo di significato". Grazie, graziella e grazie al c@o... è chiaro che è privo di significato... ma non vedo dove stia il problema...; in questi problemi, secondo me, la logica non deve avere tante pretese. Prima di tutto bisogna specificare la terminologia: cosa vuol dire "priva di significato"? Te lo sei chiesto? O pensi che da questo bel discorsetto discenda logicamente ed ingenuamente la proposizione: "ma allora ci deve essere almeno una cosa che abbia significato" (che è la negazione logica della proposizione "nulla ha significato")? E magari hai identificato questa cosa con dio? Se non specifichiamo la terminologia tutti questi discorsetti sono ARIA FRITTA e per di più con olio esaurito, tipo le friggitorie dei McDonald's... CITO Elia: D'altro canto, i mali dell'ateismo sono un prodotto diretto degli insegnamenti dell'ateismo. Questa è una realtà molto imbarazzante e dolorosa che gli atei si trovano a dover ammettere. Prima cosa, mi lasci dire chiaramente quello che non sto dicendo . Non sto dicendo che l'ateismo significa omicidio. Non sto dicendo che tutti gli atei sono un "male". Giungere a tali conclusioni, che io sto negando, significa semplicemente non comprendere bene o non rappresentare bene il problema logico. Io sto dicendo che la violenza è un cammino logicamente deducibile all'ateismo, e posso consigliarvi come lettura "Un mondo di selezione naturale" ... I mali dell'ateismo così come i mali del cristianesimo, non discendono rispettivamente nè dagli atei, nè dai cristiani... e da chi allora? Ma dall'uomo naturalmente! Blabliamo sulla morale dell'ateo, su quella del cristiano... blablabla... chi è migliore, chi è peggiore... ma l'unico imputato deve essere l'uomo che applica quelle ideologie, non l'ateo o il cristiano... Tu sei ateo... sei brutto e cattivo... mamma mia quando la finiremo con questi discorsi... Ultima modifica di nexus6 : 05-11-2005 alle ore 12.31.38. |