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04-04-2006, 13.58.04 | #134 | |
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
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Citazione:
Questo è quello che conta... e vale per tutti... anche quelli che la vedono diversamente da me, soprattutto. Fiducia di fondo... in tutto Ciò che E', nonostante le apparenze, le diversità, ecc. Trovo molto bella questa varietà... questo gioco della Vita meraviglioso, anche se a volte può essere difficile, noioso, a volte terrificante, a volte sorprendente... comunque sempre meritevole di essere sperimentato, vissuto, goduto. |
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04-04-2006, 14.28.50 | #136 |
ospite sporadico
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
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risposta unificata "do coglio coglio"
In realtà di amore, agape, caritas se ne parla tanto e se ne fa... poca? No praticamente per niente. A che servirebbe (ops ho usato una parola che no ci sta qui?) servirebbe a prepararci per sopportare quella gradazione dell'Amore subito sopra di noi... per permetterci di entrare in un altro scalino. Lo so così tolgo tutta la poesia, rendo tutto meccanico e tecnico... ma che differenza c'è con l'usare solo l'emozione come fanno gran parte di quelli che esplorano questi territori? Ho solo prospettato l'opposto come quando negli eseprimenti sul suono si sono accorti che si può "silenziare" qualsiasi rumore con un suono opposto... se anche questo non basta con alcuni di voi pazienza Mi permetto di esprimere queste cose perchè non mi sento (e non sono) staccato da Dio pur con tutto quello che ho scritto sopra (da quel Dio Assoluto) e lo sento attraverso quel Dio minore e Satana... chi ha paura di indagare il Creato e cerca di impedirlo ad altri si sente staccato qualsiasi cosa racconti e se stesso e agli altri. Una sola risposta diretta a Sunday: Grazie "nulla di ragionevole" (anche se c'è anche la ragione mescolata ad altro) è il più bel complimento che potevi farmi, ridillo a qualcun altro qui sul forum |
04-04-2006, 15.49.03 | #137 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 351
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Riflessioni confuse.
Dio – Satana. “Dio è creato e ricreato dall’uomo fino a che l’uomo non sa d’essere, lui solo, il creatore del bene, ……….del male, del paradiso, dell’inferno, delle religioni e dei loro idoli, delle glorie e delle abomini terrestri. Tutto questo è creato dai suoi sensi, dai più grossolani ai più sottili: e tutto questo è immagine, sogno, magia.” Commento: La finalità del grande Piano divino è al di là della comprensione del piccolo uomo. Noi desideriamo una Divinità a nostra immagine e somiglianza, capaci di soddisfare le nostre esigenze e di riflettere la nostra umanità. Dio – Satana. Bene – Male. L’uomo si trova con una coscienza polare e vive in base al proprio Ego, che ha una fama costante di Potere e Denaro ( avete visto ieri sera il “duello”) l’io vive di questa limitazione e ha quindi paura dell’Amore e dell’Unione. La nostra vanità ci rende ciechi.. La distruzione delle illusioni non è facile e gradevole, però dona sempre una libertà nuova. Nell’unità è il segreto, è la porta attraverso la quale si manifestano tutti i miracoli. Dio è Amore. Dio è Unità. |
04-04-2006, 16.42.56 | #139 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Citazione:
L’unica cosa che mi sento di condividere è l’esordio, il resto è un già visto che nulla dice in più rispetto a ciò che è stato abbondantemente detto e ridetto più e più volte. Il fatto che il Suo disegno, il Suo progetto complessivo sia ineffabile, inconoscibile all’uomo, non lo sdogana dalle Sue responsabilità. La filosofia illusoria di una promessa di redenzione dell’ultimo giorno, non è sufficiente a lenire il dolore e il patimento, a prosciugare i torrenti di sangue che, come onda impetuosa, sull’uomo si abbattono e a Lui si ribellano. L’ultimo Dio, quello della promessa escatologica, non può essere assolto dal giudizio della Storia dell’Uomo che a Lui non può che imputare la sofferenza. Il dolore innocente, quello di tanti bambini che patiscono e soffrono, che muoiono o vivono nel più lurido ed incomprensibile abbandono, non per proprio volere, non per scelta dell’uomo, non per un Fato incontrovertibile, lo accusano. La sofferenza umana lo accusa e al Suo imperio e alla Sua protervia si ribella. Nulla può giustificare il dolore di un innocente, niente può scagionare il Deux ex machina, la Sua intollerabile indifferenza, dall’indice accusatore a Lui rivolto dalla melma di questo mare di fango. Non vi è Ego nel dolore innocente, non vi è propensione al denaro o al potere in un bimbo che nasce minato nelle sue prospettive di vita e d’amore, non vi è ancora limitatezza dell’io o dell’individuo nell’amore che disabita troppi angoli del mondo. Se la creazione fosse un eccedere dell’amore divino, un suo trabocco, quest’eccedenza è svanita al contatto dell’orrido che ha generato, in caso contrario non potrebbe reggere al suo naturale e divino impulso di accogliere nel suo seno salvifico la pena di quel bimbo che muore d’inedia, nutrirla, slavarla dall’obbrobrio che gli si para davanti fin dal primo vagito emesso nascendo. Non vi è cecità in tutto ciò, vi è invece in chi levita sospinto dalla propria illusoria speranza, e solca i cieli brandendo una luminosa ed evanescente spada di fuoco fatuo; vi è in chi penetra le nuvole fendendo la loro vaporosa consistenza con l’immaginifica possanza della prua di una nave fantasmagorica; vi è cecità in chi, nell’illusione di lambire le Vette del Monte più alto, scorda da dove è partito, dimentico ormai di quanto l’attornia e non vede e non sente quell’eco che rimbomba da sempre, quel gemito emesso dalla terra, che la percorre in lungo e in largo fin d’allora, fin dal quel ‘In principio’, incipit di uno dei libri più belli e scabrosi della storia della cultura dell’uomo. Lamento ripetuto a più voci, dal più umile al più eccelso degli uomini, innegabile, incontestabile se solo si avessero orecchi per udire, occhi per vedere e cuore per ascoltare fino in fondo, senza infingimenti, senza barocchismi, senza orpelli di crine buoni solo ad abbellire ciò che di orrido e drammatico è compreso nella Creazione. Foglia di fico per coprire le pudende della Creazione, le pudende di Dio. Padre Turoldo, in una magnifica poesia che sgorga dal profondo della sua anima, si domanda se vi sarà mai il settimo giorno della Creazione. La spiritualità, come affermò qualcuno, è poesia, perché solo in sentimento si rende palese. La spiritualità è sentimento puro, ed è materia per poeti della Vita, non per sofisti del sanscritto, o teologi del Nulla. La poesia raccoglie dal profondo quel gemito, sonda l’insondabile portandolo alla luce, dandogli vita, recandolo con sé, fra i suoi versi, attribuendogli un suono, trasformando quell’urlo che raccoglie in estasi lirica. Solo il sentimento, un sano sentimento non ottuso da spiritualità variopinte, non reso amorfo e anodino da un sentire strabico, non accecato dalla vanagloria del (D)Io, può condurre con sé quel flebile eco che rifrange dall’anima occulta di ciascuno di noi. Poi la poesia flette se stessa nell’impossibilità d’espressione insita nella parola, nella dizione grafica: parole che vaniscono la consistenza e l’essenza di quanto raccoglono. Ma dietro quest’evaporazione è pur sempre visibile ed intuibile quella disputa eterna fra sentire e percepire, fra interno ed esterno, fra profondo e superficie; discrasia che sgorga dalla lacerazione dell’essere, dal suo intimo dramma d’esistere ed essere scaraventato in un qualcosa non disponibile alla sua comprensione, perché si tratta di un lurido gioco perpetrato dalla volontà decisoria di chi osserva nell’atarassia più assoluta. <Parlaci, Dio, della tua inesausta fatica, di essa si sussurrano appena sospetti: anche tu infinitamente più che l’uomo, senza quiete? Un sogno perfino ti spinge a varcare Il confine della tua solitudine, un sogno che rende anche le cose insonni? E là si celebri il banchetto nuziale Dividendo il Pane e il Vino fatto sangue: e nella estrema entelechia si plachino le due attese: poiché a noi pure è negato transitare l’abisso. Divina passione spezza la circolare Natura, onde il Verbo infinitamente Risuona dalla tua bocca: altro Te stesso, per cui spira fra voi Il comune Pneuma, il gorgo d’Amore Che vi delizia e tormenta insieme: il primo Fuoco origine d’ogni altro fuoco che nelle infinite altre fiamme si espande… Così tu non puoi, Dio, non creare: popolare gli spazi di astri, comare gli abissi del Nulla. E poi illuderti di fare dell’uomo La tua riuscita immagine! <<Ombra del Sogno>>: schermo appena! Per quanto, se tale Coscienza Non ti sia di specchio, e gli infiniti Corpi di te non rifrangano almeno Bagliori, mai avresti un senso: perduto anche tu, e senza gloria. Né conviene dire che solo in principio Creasti, quando da allora Se appena un attimo Di pensare alle tue creature sospendi E il tuo respiro a loro sottrai, ecco che il Nulla ancora ci inghiotte. Almeno incatenare il Nulla, o Dio! E vincere il Male Offesa dell’universo… Ma poiché tu non puoi non stare Al libero gioco, anche tu Sei un Dio in pena, e noi Il tuo dramma di essere Dio> (Padre Turoldo – Vi sarà mai un settimo giorno?) Ultima modifica di visechi : 04-04-2006 alle ore 16.45.32. |
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04-04-2006, 16.46.46 | #140 | |
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
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Per come posso vedere...
Citazione:
Nell'Unità è il segreto. Sono d'accordo... Ma questo è rivelato solo quando c'è la capacità - o la Grazia- di Vederlo ora e qui! Non domani, proprio adesso!!! Dio è Unità, sì, dei cosiddetti opposti, creati solo dalla mente egoica, identificata con l'organismo corpo-mente. Ma anche questa identificazione è all'interno del Suo sovrumano manifestarsi. E' però soltanto con una Visione Impersonale che è possibile trascendere anche il concetto che Dio è solo Amore... è allora che riesci anche ad accettarLo in tutte la Sua infinita Gloria e Potenza, consentendoti di vivere e morire, beato e "ignorante" in Esso, nella Sua eterna e imperscrutabile magnificenza creativa e distruttiva. |
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