ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
07-04-2006, 08.39.43 | #233 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-12-2005
Messaggi: 1,638
|
Citazione:
Questa è la visione più materialista della vita che io abbia mai sentito…e poco conto che scriviate morte con la “M” maiuscola…anzi, evidenzia ancor di più l’importanza che ha per voi la materia fisica. Quindi…o togliete la parola “morte” e lasciate la continuità… il feto è il bambino il seme è la pianta il bruco è la farfalla altrimenti ciò che scrivete (e probabilmente pensate) è esistenzialismo puro. …e da voi spirituali non me lo sarei mai aspettato… …soprattutto da te Yam… |
|
07-04-2006, 09.11.39 | #234 |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
|
Se osservassimo cosa la parola "morte" ci genera...
perchè abbiamo paura della parola Morte? ps... hai evidenziato in Rosso tutto.. tranne il fulcro del mio discorso..cioè morte = trasformazione Ultima modifica di atisha : 07-04-2006 alle ore 09.15.04. |
07-04-2006, 09.33.10 | #235 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-12-2005
Messaggi: 1,638
|
Citazione:
Appunto... Abbiamo paura della parola "morte" proprio in virtù di quanto hai evidenziato in rosso |
|
07-04-2006, 09.38.05 | #236 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
|
Citazione:
Dai su non cavillare, in ogni caso c'e' una parentela stretta con l'esistenzialismo......ciaocia o |
|
07-04-2006, 09.42.10 | #237 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
|
Citazione:
Cara Ati, quante volte ci siamo raccontati queste cose. Comprendo, o almeno credo di comprendere il tuo pensiero; così come tu, penso, comprendi il mio. Due modi diversi di sentire ed osservare quel flusso che è la Vita, due diverse sensazioni, diverse tracce lasciate su un monitor che, pur nella loro diversità, colloquiano fra loro. Capisco il fluire di cui parli, il tuo osservare – ho avuto modo di apprenderlo pian piano, tu ben lo sai -, comprendo così ciò che è stato preludio allo sfociare in una resurrezione. Ma sto’ divagando. Va bene anche così. Per esporre il tuo sentire utilizzi termini importanti, ricchi ed intensi; parli della Casa del Padre, e già qui mi sperdo, mi smarrisco, e mi domando se un Padre possa mai scordare e distogliere lo sguardo dalla propria prole, dalla propria figliolanza, dal suo Figlio reietto? Può mai impedire a se stesso di coprire con un manto protettivo d’amore le pene che affliggono il Figlio? Eppure il pianto, i gemiti del Figlio sono possenti, come tuono, inuditi, si sperdono nell’aria, intridono la terra, son portati dal vento. Mi concedo il lusso di storpiare un’ode a cui sono affezionato e mi domando ancora: quanto tempo deve spirare il vento prima che il Padre si desti e volga lo sguardo ai patimenti del Figlio? E la risposta, cara Ati, a differenza di quel che ci suggerisce il poeta, non è portata dal vento. Quel vento è un vento di terra, che non lambisce il Cielo, ma che bordeggia da un angolo all’altro del nostro umano mondo. E’ così che il campo di cui parli nella tua bella metafora è sempre mezzo arato e mezzo incolto, abbandonato a se stesso per tre quarti, e la semina è sempre più abbondante e copiosa e ricca, direi ridondante, là dove si concentra la parte minoritaria della figliolanza, quella più grassa e pasciuta, non la moltitudine reietta e spersa, e va da sé che per tre quarti impera la carestia che inaridisce il terreno e i cuori, proprio là dove necessita maggiormente la sacra pioggia vivificatrice. Ed è così, cara amica, che la Morte è sempre quella più definitiva, è sempre l’ultima Dea, e la resurrezione è sempre una Promessa che induce una Speranza, che talvolta, troppo spesso, si traduce in illusione, per tergersi e rendersi infine nitida nelle sue fattezze di disillusione, disincanto e disperazione. Ed è così che abbiamo reso gravido di vane speranze ed illusioni, di tanti gemiti e disperazione il nostro Spirito, perché il corpo è diventato sterile e non si nutre, perché non trova acqua che disseti, pane che lo sfami, abiti o mantelli donatigli dal Padre che lo coprano e proteggano dal freddo. Ed è così che l’arsura si fa più cocente, il freddo più pungente e la fame e la sete sempre più violente, e non c’è sole che scaldi, ma solo incendio che brucia, e la Notte è sempre Nera, senza Stelle e Luna, la strada più erta e desolata, e il furore furoreggia, mentre il Padre scorda il Figlio e da lui distoglie lo sguardo, e questi della sua indifferenza sempre più si duole, e la preghiera si tramuta in lamento: <Dio, fai che tu esista!> Citazione:
Non conosco il significato di questa Vita, tantomeno sono in grado di comprendere il senso o il destino dell’Uomo… di questo Uomo; figuriamoci se posso riuscire ad immaginare quale potesse essere la Vita che in origine è stato l’orizzonte dell’ipotetico uomo che fa capolino dalla tue parole. Abbiamo questa Vita e siamo questo Uomo. Non so se vi sia una strada o un mezzo per spezzare le catene che cingono l’una e l’altro, tenendo entrambi avvinghiati al Male. Io non ci credo, non ci ho mai creduto. Un seme muore perché prosperi la Vita che dalla sua Morte germinerà; ma questa nuova Vita, che si radica nello spegnersi della precedente, è al tempo stesso humus che nutrirà altra Morte. Così per la Notte che segue e precede la luce, così per l’Alba che è riposo delle tenebre e nunzio dell’incedere di nuove tenebre. Così è anche il Bene che sconfigge il Male, per esserne da questo a sua volta soppiantato, in un eterno alternarsi che incrocia soltanto una promessa, la quale però si scontra con la crudezza della realtà della Vita, vortice, gorgo, spirale eterna da cui niente e nessuno potrà mai sottrarsi, finché la polvere ritornerà ad essere polvere. |
||
07-04-2006, 09.49.16 | #238 |
ospite sporadico
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
|
Atishetta cara (il vezzeggiativo è affettuoso e non dispregiativo)
Io non ho problemi con una parola, a direil vero non ho problemi con nulla, volevo a favore di chi legge che chi dichiara di vivere nel non dual esprimesse come si comporta poi concretamente nella vita. Sai è facile dire: sono nella grazia, bla bla.... lascio che tutto va come deve andare bla bla... la naturalezza di un vivere spontaneo e fluido porta di fatto alla non dualità. bla bla etc etc.... ma come ho cercato di descrivere sopra con la llimitatezza delle parole e di un solo post fin da quando nasci devi decide (es se piangere subito o aspettare un secondo) qualcosa. Ok vuoi dirmi che non decidi nulla? Menti con la mente che mente (son bravo su questi "giochi" se voglio e lo sai, ma non è giocare che voglio) oppure (e insieme) devo pensare che hai dei processi interni che non sai di avere... certo si può pensare che non serve controllare tutti i processi interni.... ma se seguo un "conosci te stesso" tutto è importante. Se non vedi la forza di materializzazione (chiamandola come vuoi) in ogni azione/manifestazione al pari della forza di spiritualizzazione forse stai vedendo con i paraocchi... ( non ti sto giudicando/prendendo in giro e comunque non affermo che... ma ti prospetto, il "tu" può essere un "voi", un "io", un "noi" etc). Che fai la guardi soltanto o cerchi di Comprendere come agire al meglio? E' vero che in certe situazioni solo al momento si sa esattamente come si agirà... ma questo solo quando se succederà non siamo in grado di agire invece che reagire.... o no? Avvocato Atisha a lei la parola, e si ricordi che non c'è imputato se non il sonno. |
07-04-2006, 10.01.59 | #239 |
ospite sporadico
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
|
Ragazzi con morte e trasformazione siamo O.T.
Comunque è vero Maxim... le si accomuna perchè alla fine morte significa solversi completamente per poi ricoagularsi, invece trasformazione è sempre un divenire conservando nel processo qualcosa del vecchio... anche se alla fine il risultato sarà completamente diverso la morte e la trasformazione non sono la stessa cosa, nella seconda è possibile che alcune cose passino molto ben nascoste (o anche no come nel seme ) |
07-04-2006, 10.12.48 | #240 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-07-2005
Messaggi: 464
|
Citazione:
Caro Uno, tu sostieni che ad ogni bene per una persona corrisponde un male per un'altra persona, io sostengo che questo non è necessariamente vero, anzi che il bene moltiplica il bene e il male moltiplica il male. Prendiamo l'esempio del pilota dell'areo che precipita. Se io fossi un pilota coscienzioso controllerei o farei controllare che ogni posto abbia il suo paracadute e qualsiasi cosa inerente la sicurezza dell'areo e dei passeggeri, come è buona norma. Se tutti farebbero il loro dovere tanti incidenti verrebbero evitati… Questo è un esempio pratico di come il bene moltiplichi il bene… Nei casi di urgenza ognuno agisce secondo il proprio istinto e non credo ci sia il tempo per fare delle scelte o problemi di coscienza… Il classico "Si salvi chi può…" Nella vita di tutti i giorni per fortuna non capita di dover decidere della vita o della morte di altre persone… Ma il criterio è sempre quello: buon senso e buona disposizione d'animo… Ciao |
|