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03-04-2006, 21.52.45 | #102 | |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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Re: Re: Re: Re: The Devil is loose - A(ti)sha Puthli ...
Citazione:
in effetti si ripetono sempre le stesse cose... ed ognuno interpreta a seconda del proprio livello evolutivo. e.. come dice ati, il "risveglio" è soprattutto un'esperienza interiore.. esperienza che sperimenta contemporaneamente sia il "caldo" che il "freddo".. Ma si può comunicare il caldo ed il freddo contemporaneo? notte mirror... e notte a tutti.. |
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03-04-2006, 22.14.40 | #103 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Re: Re: Re: Re: Re: The Devil is loose - A(ti)sha Puthli ...
Citazione:
Risveglio? Quale Risveglio? Ricominciamo con questa storiella? Un' esperienza di risveglio non e' nulla! In quale lingua ve lo devo dire? dopo si torna tale e quali a prima....a meno che....umilmente non si prenda atto di questo.... Un vero Risvegliato non lo va a dire in giro....non va a dire "io sono risvegliato"......claro o non claro? Un vero risvegliato opera per il bene degli altri, perche' lui non c'e' piu', perche' qualcos'altro si esprime attraverso di lui. Gia' mi immagino chi si esprimera' e come a queste mie parole. |
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04-04-2006, 09.43.35 | #106 | |||||
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Citazione:
Non potrebbe essere altrimenti. Qualcuno deve pur averlo insinuato nella Creazione, questo qualcuno non potrebbe che essere l’unico Essere definito omnicomprensivo, infinito, omniscente, il motore immobile, la causa causante, il principio primo. Diversamente si postulerebbe l’esistenza di ben due distinti creatori: uno per il Bene e l’altro per il Male e si riproporrebbe il ciclico quesito di chi ha creato i due creatori, perché la mente umana tende verso l’infinito e la convergenza degli opposti in un unico punto da cui in origine si sarebbero dipanati. Gli gnostici, pur di negare la responsabilità di Dio per l’esistenza del Male, giunsero a sostenere proprio l’esistenza dei due dei; uno, quello della Bibbia, il Demiurgo, responsabile del mondo materiale corruttibile, l’altro posizionato ad un livello ed in una dimensione sovrastante ancor più trascendente. Ma anche in questo caso non seppero fornire una chiara risposta sul perché dell’esistenza del Demiurgo, neppure seppero rispondere circa la responsabilità del Male che, comunque la giri, sempre all’unico punto deve arrivare. Inventare teorie sempre più farraginose, sempre più capziose e contorte non serve a molto, anche il concetto della progressiva emanazione dell’unico Dio non lo assolve da questa sua responsabilità. Citazione:
E’ la semplice osservazione della Natura, della Vita che induce questa conclusione, al di là d’ogni sofisma tendente ad affrancare il Creatore da questa sua ‘colpa’, se di colpa si tratta. Perché esiste il male? Condivido in pieno, in una concezione teologica, non può che trattarsi di un mistero ineffabile; per quello sorrido di fronte alle certezze di tanti possessori di verità, verità che s’infrangono ineluttabilmente quando incrociano questa domanda. Certezze degli gnostici, dei cabalisti, dei guru della domenica, degli illuminati da balcone di suburbi di periferia, di strabici lettori dei testi sacri. La spiritualità, in quanto pervade l’intero essere, è materia troppo seria ed importante perché sia affidata a spocchiosi costruttori di teologie evanescenti intrise di ciarpame mistico. Mi affascinano i misteri del Cristianesimo, così come ho in uggia le certezze surreali della new age. Apprezzo molto di più l’umiltà di chi, come Mirror, afferma: <Ed è a questa Comprensione che "io" mi arrendo, o sento un qualcosa, che alcuni chiamano Grazia, che mi fa abbandonare a Lui... che mi fa esprimere un SI pregno di gratitudine, comunque sia... la rappresentazione che la Coscienza mi fa osservare e percepire... E questo lo vivo come Fede nel Mistero... nell'inconoscibile>, piuttosto che le dotte spiegazione e citazioni estratte da manuali del buon spiritualista infarcite di reboanti e grassi termini sanscritti. Citazione:
Questo affermano le Scritture. Resta da domandarsi perché il Dio Creatore volle affidare all’antagonista questo spazio d’azione ove avrebbe disputato con la sua creatura più bella, foggiata e forgiata a sua immagine e somiglianza, ma anche una creatura da Lui voluta imperfetta, soggetta alle tentazioni. Eppur sapeva in anticipo che la lotta sarebbe stata impari, quasi avesse voluto godersi il bel teatrino grondante sangue che ne sarebbe venuto fuori. Eppur sapeva bene quanto patimento e quanta sofferenza avrebbe riservato al creato e all’essere da Lui più amato. So bene che la domanda non potrà avere una risposta; è anche questo uno di quei misteri che affascinano, ma che sia perlomeno concesso all’uomo il sacrosanto diritto alla bestemmia, come quello di mugugno concesso a chi qualche tempo fa sottoscriveva contratti di lavoro svantaggiosi. Citazione:
Non so se sia completa. Per definirla tale si dovrebbe immaginare un’altra creazione, ma sarebbe un discorso solo ipotetico, il discorso del ‘Se’, tanto vano quanto inutile e stupido. Citazione:
Le orbite dei pianeti e delle galassie, dei corpi celesti in genere, non sono eterne, si modificano nel tempo, ciò determina il precipitare di una stella nel campo gravitazionale di un’altra con la conseguenza che le due si fondino in una, sprigionando così una terrificante energia nucleare. Non vi è nulla di eterno, probabilmente neppure la vita dell’Universo, quindi neppure il tempo. Un saluto ad Atisha |
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04-04-2006, 10.26.38 | #107 | |
ospite sporadico
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
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Citazione:
Si Visechi... dipende appunto come lo si vuole vedere, l'unica cosa che risponde a tutto e di più, è un Principio Primo, una Sorgente dal quale, dalla quale tutto scaturisce e subito essendo sia principio che fine si divide nella dualità del Creato con un Dio minore opposto a Satana, minore rispetto all'Asssoluto che si trova alla fonte, fonte che non è ovviamente luogo... che comunque tutto comprende... fonte che si apre nella dualità per poter vivere e allora crea (o meglio da essa si origina) il bene e il male come principali antagonisti da cui tutti gli altri derivano. Da questo punto di vista trovo assurdi discorsi di persone che si pongono (concettualmente... poi nei fatti no) al di la della dualità, lo si può fare mentalmente, si può capire l'illusorietà degli opposti, che però è necessaria per vivere... e tant'è che poi chi segue un certo percorso parla di fare del bene o amare.... perchè? Se siamo fuori della dualità fare bene o male è indifferente, in realtà possiamo comprendere la relatività del bene e del male ma a modo nostro siamo orientati verso uno dei due (per una serie di cose che è lungo e noioso elencare) e su questo non ci piove.... in ogni nostra azione per quanto fatta senza attaccamento o importanza personale c'è un input per quanto nascosto che fa muovere l'ago della bilancia da una parte all'altra... e di solito anche nei più coerenti non pende mai sempre da un lato, solo rarissimi casi sanno orientarsi attentamente e perennemente nella direzione che nell'economia dell'Universo ha più necessità perchè meno presente a livello conscio e più presente invece a tutti i livelli incosci: l'Amore. (nella mia presunzione affermo che questo che ho scritto sopra è un pezzo molto importante, che i cercatori dell'impossibile non dualità manifestata dovrebbero leggere attentamente) |
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04-04-2006, 10.32.00 | #108 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-11-2005
Messaggi: 3,250
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secondo me uno spunto interessante sarebbe questo:
cosa fa "trascendere" la dualità (che secondo me significa "tornare alla fonte"?) una vita prevalentemente distorta egoicamente o una vita frutto di evoluzione e di comprensione di se stessi? E qui penso si troverebbero molte risposte anche su alcuni punti correttamente evidenziati da Uno. Un saluto |
04-04-2006, 11.44.29 | #109 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Citazione:
Non è questione di VOLERLA vedere in un modo anziché in un altro, è forse un problema di diversa sensibilità, ma la crudeltà della Natura, che nel proprio operare prescinde da qualsiasi connotazione di carattere morale, è ben visibile a tutti coloro che osservino senza un pregiudizio volto a favore del bello a tutti i costi. Se la Vita è dualità, perlomeno così la percepiamo noi, mi domando il perché imporsi e voler sottostare a tutti i costi ad un concetto di bene, d’amore, di bello onnipervasivo, iperesaltato, sovradimensionato, supervalutato? Se vi è una fonte che nella Sua proterva ed arbitraria facoltà di creare ha operato in guisa tale da rendere necessaria questa disputa eterna, questa contrapposizione indistricabile fra poli opposti affinché noi, creati nel nulla e dal nulla creati, potessimo percepirla, viverla e fruirne (della Vita, della Creazione), credo che la sua onnipotenza avrebbe anche potuto optare per una creazione diversa, che non implicasse questa necessità. Perché la necessità, se tutto è a Lui riconducibile, è anch’essa da Lui determinata e voluta. Nulla può affrancarlo da questa decisione che inclina verso l’amore e per concretarlo e conseguirlo rende manifesto e necessario il polo opposto, l’antagonismo, l’abisso e l’abnorme che è insito nella Natura e in ciascuno di noi. Citazione:
La dualità è imprescindibile perché scaturisce proprio da quella lacerazione prodotta dalla coscienza che attinge dalle parti più esterne dell’uomo, ma avverte in sé la discrasia fra quanto di abnorme permea il profondo di ciascuno di noi e ciò che siamo inclini a conseguire in termini di pax, caritas ed agape. La dualità può essere trascesa, quietando l’anima, tacitando quel gemito soffuso che ci avverte circa l’inconsistenza di ogni nostro affanno, annullando noi stessi, non esaltando l’(D)Io. Il percorso suggerito dalla mistica medioevale è quella di giungere all’estremo di ignorare d’ignorarci, attingendo copiosamente alla fonte di Lete, per obliare ed obliarci, raccogliendo dal nostro profondo quel niente che c’informa, per giungere a sconfiggere Mnemosine che ci possiede, diventare alterità rispetto al nostro (D)Io, alterità assente, immobile, inefficiente, in pratica ridiventare non essere, assumere in noi la negazione della negazione che è in Dio. Ma credo si tratti sempre di mera utopia. |
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