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13-09-2005, 18.22.23 | #162 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-07-2005
Messaggi: 464
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Citazione:
Dire è vero TUTTO è come dire non è vero niente. Il mondo intorno a te è vero, o è solo una realtà tra le tante possibili? Se tu hai tutte le risposte, in base alla risposta su cui ti basi quella è la tua vita. Dov'è il tuo cuore, là è il tuo dio o il tuo io. Ciao |
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13-09-2005, 19.05.23 | #163 | |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
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Citazione:
Tutto è vero, ma quel che riguarda la natura animale umana è vero solo quel che è disposto lungo la "fibra" di tempo lungo la quale è incanalata l'esistenza animale del materiale umano di nome "Pippo". C'è, perciò, una sola realtà possibile per quella esistenza di quel "Pippo". Dove poi sia il cuore di Pippo ci sarà la sua religione ed il relativo ipotizzato "DIO"... ma quello Vero prescinde dalle idee di Pippo e lo include nella propria divinità. Consapevole od inconsapevole che Pippo sia, egli avrà il suo ruolo divino nell'esistenza di Dio compiendo a nome di Pippo e per conto di Dio ogni azione e creazione ed interferenza con il Resto che gli compete per suo preciso Scopo di esistenza che è preparare la venuta in esistenza dell'Ulteriore che da Pippo deriva... Ohbeh!... Se vedi quel che mostro dimmelo, altrimenti penso proprio che basti così… ...Solo un'altra piccola nota: La tua seconda natura, quella divina, non ha inizio di nascita o fine dovuta a morte. Quella esistenza è lì nel tempo come stampata sulla pagina di un infinito libro. Il "libro" è Dio e quel che tu sei può essere "riletto" a piacere infinite volte senza morire, mai! Il senso della tua esistenza è percepito da te attraverso la tua natura animale e lungo il percorso del tuo presente che ti mostra la tua "verità" ...relativa donandoti coscenza di te stesso su di un piano assolutamente MECCANICO. Ultima modifica di Mistico : 13-09-2005 alle ore 19.09.31. |
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14-09-2005, 08.57.45 | #166 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-07-2005
Messaggi: 464
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Citazione:
D’accordo. Ma vorrei farti una domanda: Secondo te quel che pensa e decide Pippo è una sua illusione di pensare e decidere, perché tutto è gia stato scritto dal fato imprescindibile, per cui Pippo è inconsapevole del suo ruolo divino nell’esistenza, e compie nel nome di Pippo e per conto di Dio ogni azione che gli compete, cioè preparare l’Ulteriore che da Pippo deriva… Cioè Pippo è solo uno strumento del Divino? Che qualsiasi cosa faccia o pensi, nella sua più completa autonomia, doveva essere così e non altrimenti perché quello è il suo destino? Io penso invece che ogni Pippo può preparare con i suoi pensieri e le sue decisioni un Ulteriore diverso… Solo Dio è dentro il tempo e fuori del tempo e in ogni tempo e in ogni Pippo di ogni tempo: ma Pippo è libero in ogni momento di modificare il suo destino: se così non fosse non avrebbe senso parlare di libertà e di libero arbitrio, di bene e di male… Dio essendo in ogni tempo è anche nel nostro futuro, ma è un futuro che dipende da noi, la nostra esistenza sembra già stata scritta ma la scriviamo ogni istante della nostra vita, quello che conta è il presente, Dio è un eterno presente che comprende tutti i tempi. Ciao |
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14-09-2005, 09.32.24 | #167 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 05-07-2005
Messaggi: 464
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Citazione:
Volevo dire che nell’accettare Dio si dovrebbe capire dov’è l’origine del male che identifichiamo proveniente da Lui… Citazione:
Il flusso della Coscienza ti dice che noi siamo uno (anima e corpo – spirito e materia) e se queste due parti sono divise l’Uno sarà sempre in contrasto con se stesso. Citazione:
Così la mente divisa si sarebbe inventata un “creatore” per giustificare la presenza del bene e del male in se stessa… Citazione:
Il “Paradiso in terra” sarebbe il ritornare Uno, non più divisi tra bene e male o tra anima e corpo… Cioè ritrovare l’equilibrio perduto con il proprio creatore… La penso come te! |
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14-09-2005, 09.39.00 | #168 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Citazione:
Credo che Mirror intendesse dire un creatore "esterno", "separato"....immaginato e dotato di qualita' immaginifiche. Il creatore in realta' e' l'assoluto, ma e' privo di attributi nel senso che non se ne puo' parlare ne' in positivo ne' in negativo, semplicemente E'. |
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14-09-2005, 10.00.35 | #169 | |
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
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Citazione:
Ciao Sunday01... Infatti per me non ha senso...se ci fosse il libero arbitrio saremmo in due...ma così non è. E' soltanto una illusione credersi separati. "Realizzando" la non separazione dal Tutto la Fede sorge totale...aldilà del bene e del male...che esistono relativamente, solo nel mondo che l'ego separato proietta sullo schermo della sua angusta coscienza identificata con l'agente che ritiene "personale". P.S. Se vuoi capirmi meglio, se ti va, rileggi cosa ho scritto nelle pag. 8 e 9. |
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14-09-2005, 11.01.15 | #170 | |
Utente bannato
Data registrazione: 03-06-2003
Messaggi: 58
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Citazione:
La tradizione neotestamentaria ci trasmette questa figura di uomo divino che innova la scrittura, che la rimodula. Gesù Cristo è in sé, col suo magistero, con la sua novella, un rivoluzionario che sovverte l’antico patto fra uomini (ebrei) e divinità. Mentre l’AT può essere inquadrato in un ambito devozionale più primitivo, in cui il sacro era nettamente separato e distinto da quello terreno, e dove erano ben visibili ed esperibili le sue terrifiche forze occulte che agivano nella più assoluta arbitrarietà, e dove l’intero cosmo era rappresentata da tre spazi o aree ben delimitate (mondo di sopra - divino, mondo di sotto - umano e mondo di mezzo – angelico), ben poco di diverso rispetto al cosmo dei miti classici, dove il divino era rappresentato dagli dei, e il mondo di mezzo dagli eroi e dai demoni; il nuovo testamento sovverte anche l’architettura e la centralità cosmologica, ponendo al centro dell’universo non più il creatore, ma la sua creatura. In effetti la cristianizzazione dell’AT operata in conseguenza dell’avvento del Cristo rappresenta in un certo senso una desacralizzazione, un’antropoformizzazione del sacro. I vangeli ci rassegnano non più un Dio lontano, distaccato, assente, viceversa molto partecipe della vita dell’uomo, che parla e straparla (sintomatici i mirabolanti messaggi dei neo profeti sparsi per il mondo). Dà origine al tempo storico, inserendoci in esso la promessa escatologica della salvazione come remunerazione delle proprie azioni, privando Dio di parte della propria arbitrarietà ed attribuendo all’uomo il compito di dar senso, con le proprie opere e il proprio agire, allo scorrere del tempo, non più ciclico, ma inquadrato entro uno scenario finalistico (teleologia), che racchiude in sé il divenire (non più il ritorno), cioè la storia. Questa impostazione, assolutamente innovativa nello scenario complessivo delle credenze allora presenti in quel mondo in cui andava ad incunearsi, ha anche svanito il senso del sacro, della sacralità, ricreando Dio ad immagine e somiglianza dell’uomo, svuotandolo così della propria incommensurabilità. Ha dato così anche vita alla teologia del dolore, elevandolo a strumento d’espiazione in cambio di una remunerazione futura che si conseguirà alla fine dei tempi. Dono proveniente da Dio. Oppure, in una concezione più sottile, come mezzo di elevazione ed ascesa spirituale che avvicina a Dio. Il Cristianesimo ha sublimato, mistificandolo, il significato stesso del dolore, privando la vita di una sua componente essenziale: il terrifico; sublimando la morte, con la promessa di una restaurazione dei corpi, ha spezzato quel cerchio magico che informava la mitologia classica tutta imperniata sulla ciclicità e il ripetersi costante delle manifestazioni della Natura. Condivido quel che affermi: troppi si rifanno alle parole di Gesù per utilizzarle a proprio uso e consumo. Con esse costruiscono improbabili teologie il cui fine ultimo è quello di depurare l’intero suo messaggio da quelle parti che non collimano con i propri auspici e desiderata. Siamo degli eterni creatori d’immagini sacre che esponiamo nel nostro personale supermercato della spiritualità, con il malcelato desiderio di vedere le teche d’esposizione attorniate da visitatori estasiati, pronti all’acquisto. Della parola di Gesù usiamo ed abusiamo, attingendo a piene mani, ma solo di quelle parti che ci creano maggior sicurezza. Allora sì che le esponiamo nude e crude come la tradizione le ha tramandate; le altre, quelle meno graziose o aggraziate, che collidono con i nostri sentimenti, con il nostro ‘SENTIRE’ e la nostra ‘CONSAPEVOLEZZA COSMICA’, le interpretiamo, rimodulandone il suono, piegando il senso ai nostri sensi, affinché il loro eco, innovato dal nostro ‘SAPERE OCCULTO’, non gratti la polvere depositatasi sulla superficie che avvolge il nostro intimo… siamo insulsi costruttori di psichedelie, di allucinazioni, ma guai a farcelo notare. Un saluto |
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