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24-07-2013, 16.05.05 | #212 |
prof
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Riferimento: L' intangibilità dell' IO
La Conoscenza
La Conoscenza cui alludo qui non è proprio quella intesa usualmente nel parlar comune (che comunque mantiene valori da non trascurare anche in ottica scientifica) ma una grandezza che, anche al senso comune, appare in qualche modo misurabile e cumulabile. La Conoscenza, quella che vorremmo trattare con criteri scientifici, misurerebbe la potenzialità dell’Osservatore universale, l’IO, di dominare l'energia interna di un qualsiasi sottosistema dell’Universo o dell’intero Universo, cioè la capacità di fruizione massima dell'energia contenuta nel sistema o sottosistema “osservato”. E’ superfluo dire che la Conoscenza che l’Osservatore ha dell’Universo o di un qualsiasi suo sottosistema è debole o, come dire, flaccida così come flaccido è il dominio che un padrone ha sul suo cane portato a spasso con un guinzaglio troppo lungo, pur conservando la proprietà formale del suo cane e del guinzaglio. La Conoscenza si accresce con l’Osservazione dei sottosistemi (detti OSSERVABILI) e si distrugge per gli effetti entropici che lo stesso processo osservativo induce, va da sé, allora, che la somma algebrica tra la Conoscenza acquisita e quella distrutta è ciò che va ad accresce, appunto, la Conoscenza dell'Osservatore. Dobbiamo tener presente che queste considerazioni riguardano un sistema Universo autoreferenziale, un sistema logico auto-costruito dal e sull’Osservatore che ne è la Singolarità origine, e che col Suo Universo si identifica in un unico inscindibile. Queste considerazioni sono giustificate solo se ci si pone da una prospettiva idealista (non oggettivistica = realistica) del mondo, cioè a dire: “L’IO è l’origine dell’Universo e l’Universo è nell’IO”. Questa prospettiva, però, pur generando una visione coerente e di ampio respiro del mondo, e che, fra l’altro, aprì le porte alla fisica quantistica, tuttavia presenta un conto salato per via delle difficoltà matematiche proprie dello studio dei sistemi chiusi autoreferenziali osservati dall’interno, dove l’azione osservante influisce sul sistema stesso complicando l’osservazione e la matematica necessaria. Questa considerazione impone dei compromessi importanti con la tradizionale visione oggettivistica, compromessi da accettare con piena coscienza e memoria di muoversi fuori strada con tutti i rischi del caso circa la qualità delle conclusioni di studio. Ultima modifica di mariodic : 24-07-2013 alle ore 23.45.00. |
24-08-2013, 00.35.14 | #213 | |
Ospite
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Riferimento: L' intangibilità dell' IO
Citazione:
La mente che ricorda e studia le esperienze è come hai detto tu un perno vuoto, perchè pensare lascia vuoti, ciò che ci fa sentire pieni è il sentire cosciente. La dannazione delle meditazioni è che se togli il pensiero ti addormenti, ma ti addormenti perchè sai pensare ma non sai sentire. Cioè le tue emozioni non vengono dal sentire ma dal pensare. Un caos. Diciamo che ci si sente esistenti quando riusciamo a coniugare una coscienza vigile al sentire. Di solito o ragioniamo o sentiamo, spaccandoci in due. Ergo l'umanità è schizofrenica anzicheno... |
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28-08-2013, 21.22.30 | #214 | |
Ospite
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Messaggi: 33
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Riferimento: L' intangibilità dell' IO
Citazione:
Se la coscienza fosse una pagina bianca ecc. significa che la nostra possibilità di evolverci dipenda da quanto siamo stati sfigati o fortunati nell'infanzia... ci hai pensato? |
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