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30-06-2014, 13.43.28 | #72 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-04-2014
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
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Sono d'accordo con quanto affermi, e permettimi di aggiungere qualcosa di ancora più schiettamente filosofico come ad esempio il concetto di spirito e di autocoscienza nei quali si trova una chiara componente pratica: lo spirito infatti è il prodotto dell'estrinsecarsi della ragione o altrimenti dell'io, che considerando l'oggetto come altro da se, arriva ad appropriarsene e a scoprire che esso è un suo prodotto. Quindi la verità è un prodotto della ragione, proprio come per il pragmatismo, per il quale la ragione e il linguaggio non sono essenze riflettenti il reale, ma facoltà in grado di istituirlo attraverso la conoscenza, la cultura, l'arte e la politica. Idealisticamente e pragmaticamente si tiene conto della pluralità dei modi in cui si esprime la ragione, e questi modi devono essere considerati nella loro essenza come non-definitivi, cioè non esaustivi. Solo lo spirito infinito è pienamente esaustivo, perché esso è negazione assoluta che non ammette alterità alcuna, e in cui ogni differenza è tolta o alienata. Tale spirito infinito, che viene solo alla fine del dispiegarsi della ragione, è premessa e fondamento dell'intero processo, ma tale processo non può che avvenire nella dimensione finita dello spirito, dimensione in cui esso si esplica e si manifesta. In questa dimensione noi troviamo i valori, i comportamenti, le istituzioni, la cultura che consentono all'io di innalzarsi dalla mera vita biologica o naturale, alla vita spirituale, e attraverso la crescita o sviluppo a dimensioni sempre più elevate di quella. Il dispiegarsi della ragione, il suo crescere e elevarsi a una condizione sempre meno particolare e sempre più universale è l'elemento pratico della verità. |
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30-06-2014, 15.55.20 | #73 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
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Non so bene cosa tu intenda per "filosofia della verità". Comunque la filosofia é "tante cose" (cioé ricerca critica razionale della verità in tanti ambiti di interesse), per lo meno molte delle quali sono attualissime; anzi, "classiche", sempre attuali. Per esempio é crirtica razionale della conoscenza in generale e della conoscenza scientifica in particolare, considerazione del senso, delle condizioni, dei limiti entro i quali la conosenza in generale e la conoscenza scientifica in particolare può essere considerata vera. E' analisi razionale delle caratteristiche generali, fondamentali della realtà che può essere conosciuta (e in questo ovviamente non può ignorare ciò che più o meno in particolare ne dicono le scienze). Per esempio é etica criticamente, razionalmente intesa, estetica criticamente, razionalmente intesa, critica razionale dell' organizzazione sociale umana in generale, delle organizzazioni sociali umane di fatto esistite ed esistenti e di quell potenzialmente realizzabili. Tutto ciò travalica di gran lunga le conquiste di conoscenza delle varie discipline scientifiche, anche se ovviamente non può ignorarle (se vuole essere "buona filosofia"). E anche la filosofia della mente é ben lungi dal ridursi alle neuroscienze, anche se ovviamente non può permettersi di ignorarne i risultati (e quando i neuroscienziati cercano di fare della filosofia della mente generalmente brancolano nel buio o fanno presuntuosi e pomposi proclami senza fondamento razionale; per la verità pure molti filosofi brancolano nel buio e fanno affermazioni infondate -di solito per lo meno meno pompose, almeno a quel che risulta a me- a questo proposito; il che peraltro non é per niente un buon motivo per ritenere che la filosofia della mente possa ridursi alle neuroscienze, o a vani discorsi sulle, o a meri commenti delle neuroscienze). Ultima modifica di sgiombo : 01-07-2014 alle ore 07.38.30. |
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30-06-2014, 21.57.17 | #74 | |
Utente bannato
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
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Se leggi è quello che ho scritto io: la filosofia tradizionale intesa come discorso sul tutto e ricerca di verità assolute è DEFUNTA. La filosofia si è parcellizzata in tante filosofie particolari, dipendenti dalle costruzioni di altri ambiti fenomenici. Filosofia della scienza, filosofia del diritto, bioetica, filosofia della mente... questo è diventata la filosofia dopo aver scoperto che i discorsi sul tutto e sulla VERITA' erano aria fritta. Ma questi "discorsi", di fatto, risultano irrilevanti. La scienza procede per la sua strada, così la fisica, così le neuroscienze. Procedono imperterrite nelle proprie costruzioni "EFFICACI", fregandosene dei discorsi filosofici totalmente assolutamente "INEFFICACI". Pensi che al CERN gliene freghi qualcosa dei discorsi filosofici? Meno di zero. Questa è l'irrilevanza alla quale si è condannata la filosofia, grazie ai filosofi "parolai" esperti in tutto. A chiacchiere. Co le chiacchiere, non se ne ingravidano donne. Questo è certo. FMJ |
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30-06-2014, 21.57.26 | #75 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
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E "ridaje" col mettere in bocca concetti attribuiti e non scritti. Forse più che di verità bisogna aprire una discussione sul perchè fraintendiamo. Innanzitutto quello che tu chiami costruzione io la definisco credenza(che non è un mobilio della casa in questo caso). Devo dare un esempio per togliere possibili equivoci. Gli organi sensoriali sono atti a prelevare informazione dall'ambiente esterno e trasmetterli al cervello. La retina dell'occhio percepisce le onde elettromagnetiche e attraverso il nervo ottico le passa al cervello.Avviene che quell'immagine in entrata nel cervello viene correlata con le memorie interne. E' quì che si stabilisce già un'importante forma di relazione; quel particolare, cioè l'immagine esterna viene confrontata con le immagini delle memorie del cervello le quali confrontano, rimodulano, armonizzano. Nei sistemi si dice che il particolare agisce come bottom-up e il sistema cervello come top-down.Il cervello per inglobare quell'immagine verfica quindi. Se noi abbiamo sempre visto un gatto nel prato fare le fusa e le rondini volare e continuano ad apparire immagini dei due soggetti armonizzati, allora la reiterazione temporale delle immagini diventano conoscenza.Se noi dovessimo invece vedere un gatto che vola ,oppure una rondine che fa le fusa in giardino, noi ci stupiremmo in quanto l'evento esce dalle reiterazioni conosciute che hanno costruito la credenza.Un conto è quindi già a livello fisico della realtà percepire sensorialmente in entrata una informazione che non si conforma alla nostra conoscenza che è un sistema esperto con dei feedback.Un altro conto è invece il pensiero che genera immagini (quindi non sensoriali) di un gatto che vola o di una rondine che fa le fusa. Ci siamo fino a quì? Le nostre credenze (o costruzioni come le definisci) non anticipano nessun evento, diversamente non ci stupiremmo del mondo, dell' emergenze e degli eventi. Semmai sono le emergenze esterne imprevedibili come da programmazione non lineare che rimettono in discussione una modellazione rappresentativa e quindi le stesse credenze che ci "confortano" nella conformità reiterata delle solite immagini dei soliti eventi e quindi della prevedibilità o predittività fenomenica. E' per questo che ritengo che le nostre credenze sono la base del conformismo sociale, abbiamo paura dei cambiamenti perchè mettono in discussione i punti di riferimento che anche se non ci piacciono in realtà sono "confortanti" nella loro prevedibilità. Non è la predittvità fenomenica a funzionare, ma è la metodica. Immagina quanti scenari diversi possa avere un leone che caccia gazzelle. La sua metodica gli assicura la predittività che è fatta dal stare sottovento, di stare mimetizzato, di non fare rumore:gli scenari sono infiniti ma la metodica è una sola. I sistemi aperti hanno la caratteristica di una difficoltà di modellazione in quanto ci sono troppe variabili da assegnare(immagina la teoria del caos e le previsioni metereologiche fra quindici giorni quanti l'azzeccheranno). Le nostre credenze fondamentali sono a volte parecchio irrazionali come ho scritto altrove riguardo al pensiero maturo di Wittgenstein e soprattutto Pierce, il quale è inizialmente antiintuizionista e anti cartesiano. Chissà perchè tutti i grandi alla fine,compreso Godel, capiscono che non solo le deduzioni e nemmeno le induzioni riescono a descrivere i fenomeni, ma che utilizziamo anche l'intuito. Bisogna che anche tu chiarisca cosa voglia dire per verità.La scienza accetta un modello metodico per costruire una verità e quindi il modello è più vero del fenomeno che studia.Non basta dire che un neutrino è più veloce della luce, bisogna dimostrare la metodica sperimentale e reiterare l'esperimento. La logica proposizionale, le tavole della verità, la matematica booleana ,sono altri modi e linguaggi per verificare una verità,fino ad arrivare a evidenzialismo, fondazionalismo, affidabilità delle proposizioni, coerentismo, ecc. tutte correnti dell'epistemologia moderna. Altro piano è ancora la metafisica con la logica formale tradizionale, dialettica,ecc. Non è così semplice dire cosa sia vero.Una cosa è certa, il fondamento delle nostre credenze sono come degli indubitabili, tant'è che noi ci"scaldiamo" nelle discussioni perchè ovviamente crediamo in quello che scriviamo e diciamo,tanto più toccano le credenze a fondamento del nostro sistema di conoscenza .Noi in realtà costruiamo una conoscenza fatta di "verità" un a sull'altra con una coerenza interna tutta nostra.Una forma gerarchica funzionale interna come se fosse sequenziale, Sono le credenze non centrali, ma quelle periferiche che mettiamo in discussione, perchè non convincono nemmeno noi stessi. Infine:dove hai letto che ho scritto che ci sia una verità assoluta? Ho richiesto semmai una tolleranza intesa come spazio comune in cui pragmatismo e metafisica possano confrontarsi , ma bisogna scegliere un modello epistemico per fare questo. Nel primo post di questa discussione che ho scritto ho addirittura scritto il contrario: "...La verità assoluta è una chimera, se mai avessimo avuto il potere di averla avremmo smesso di porci domande, la storia sarebbe davvero finita."(post n°5). |
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30-06-2014, 23.44.32 | #76 | |
Moderatore
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
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Credo possa ritenersi indubitabile che l'esigenza di una verità fondante universale che spieghi l'apparire fenomenologico sia innegabile e forse è solo questa la verità originaria, questa eterna ricerca che ogni disciplina persegue con i suoi metodi e le sue prospettive di senso, nonché con la sua volontà di potenza in quanto ogni disciplina offre una visione parziale del tutto esattamente come ogni individuo e ogni cultura e se un compito è pertinente al filosofo non è certo quello specializzarsi, ma piuttosto di mantenere uno sguardo d'insieme che sappia vedere alla giusta distanza i campi di senso determinati dalle diverse prospettive specifiche con le loro pretese, le ragioni di queste pretese. Stesso discorso vale per l'efficacia pragmatica, l'efficacia rientra in toto nell'ambito prestabilito da un determinato campo di senso, è una sua fenomenologia rappresentativa e ne misura la coerenza interpretativa specifica. Ogni campo di senso misura come efficacia la correttezza sintattica e non la verità semantica di quanto viene a costruire, la verità semantica sta fuori di esso. In un determinato campo di senso (cerchio dell'apparire, come direbbe Severino) appaiono le cose in un determinato modo e in quel determinato modo se ne valuta metodologicamente l'efficacia misurando la coerenza delle rappresentazioni con i presupposti prefissati che determinano quel campo e fanno apparire le cose -efficacia compresa- in tal modo, secondo un metodo che è proprio di quel campo e non di altri. L'efficacia in termini scientifici non ha nulla a che vedere con quella in termini ad esempio emotivi, di sentimento, con l'efficacia psicologica, anche se le pretese di esprimerla in termini scientifico biologicizzanti si sprecano con esiti ancora fallimentari. Ecco, la filosofia a mio avviso dovrebbe far vedere proprio la futilità di quelle pretese, la falsità di una parte che pretende di poter spiegare il tutto senza ombra di dubbio e nel contempo approfondire i significati che ogni parte presente, non per distinguere il vero dal falso, l'errato dal corretto, ma proprio per scorgervi in essi le relazioni semantiche che le intrecciano e le guidano, per scorgere nel loro gioco quel tutto che non si può non voler definire pur non potendolo fare, perché in esso vi è un continuo incessante apparire (e il livello fenomenologico non esclude nulla). Questo è a mio avviso il compito massimo della filososfia ed è un compito irrinunciabile, perché eterna è la domanda che eternamente si ripete. Quanto all'efficacia il gioco nel suo intero esprime già la massima efficacia possibile non occorre testarla a livello totale: il gioco completo è la realtà, è come stanno le cose ed è una sola, quella che ammette la nostra esistenza proprio per come siamo con tutto quanto implica l'essere come siamo. |
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01-07-2014, 09.52.48 | #77 | |
Utente bannato
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
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Che ti devo dire? Le cose non funzionano come hai scritto in grassetto. Gli organi di senso non prelevano nulla dall'ambiente, tanto meno informazione. Come ogni buon fisiologo sa, il sistema nervoso, quando perturbato da qualcosa, COSTRUISCE le sue distinzioni e suoi eventi in base alla sua fisiologia. Per esempio, un punto guardato fisso e spostato lentamente, ad un certo punto scompare. Questo accade perché hai un punto della retina, dove arriva il nervo ottico, che è cieco. Il problema è che tu non vedi di non vedere. Ci siamo? Come mai tu non vedi di non vedere? E se vedi, come vedi, da dove arriva quella visione? Altra questione, l'esperimento di del 1672 di Otto von Guericke che prevede la generazione di un gioco di luci che, se osservato, produce una colorazione azzurro-verdastra. Peccato che analizzando la lunghezza d'onda di quella luce, non risulti affatto quella della luce azzurro-verde. ma risulti BIANCA, ovvero l'insieme di tutto lo spettro del visibile. Ma come? Vediamo azzurro-verde una luce BIANCA? ... altro che informazioni prelevate dall'esterno... non credi? In realtà, noi COSTRUIAMO da soli le nostre percezioni. ATTIVAMENTE. Quindi, gli stati di attività neuronale sono innescati dalle perturbazioni del sistema biologico e quindi dipendono dalla STRUTTURA del sistema biologico e non dalle caratteristiche dell'agente perturbatore. Quindi, noi non VEDIAMO lo spazio del mondo ma VEDIAMO il NOSTRO campo visivo. Non VEDIAMO i colori del mondo, ma vediamo il nostro spazio cromatico. Ogni esperienza di certezza, quindi, E' UN FENOMENO INDIVIDUALE. Se tu hai sempre visto un gatto saltellare e non volare, tu TI ANTICIPI di continuare a vedere un gatto saltellare. Quando lo vedrai volare, la tua anticipazione verrà INVALIDATA e sarai costretto a procedere ad una REVISIONE del tuo sistema costruttivo al fine di far rientrare in esso anche la possibilità che i gatti volino. Fatto questo, non ti sorprenderai più nel vedere un gatto che vola. Proprio perché hai delle anticipazioni ti sorprendi. Se tu non le avessi e fossi aperto a qualsiasi evento, non ti sorprenderesti di un bel nulla. Mi sembra elementare... Il leone assume quel comportamento perché si ANTICIPA che esso funzioni, altrimenti non lo metterebbe in atto, giusto? Quando tu entri in auto e giri la chiave per l'accensione, perché lo fai? Cosa ti aspetti? Se l'auto si accende nemmeno ci pensi, tutto come previsto, solo se l'auto NON si accende ti sorprendi dato che la tua previsioni/anticipazione viene invalidata. Chiaro? Per me la VERITA' intesa come perfetta aderenza a qualcosa che sta là fuori, non esiste. E' una costruzione. Là fuori, non ci sono suoni, colori, spazio, tempo, distinzioni, non c'è nulla di tutto ciò. Le distinzioni le facciamo noi con il nostro sistema di costrutti. Sono i sistemi biologici che, perturbati, generano spazio, colori, suoni ecc. L'agente perturbatore non informa di nulla. Quello che tu chiami sistema di credenze, io lo chiamo sistema di costrutti. E' un sistema che permette di anticipare gli eventi e che "funziona". Ma non sono verità. Si limitano a "funzionare" finché funzionano. Sempre soggetto a revisioni in base a ciò che INVALIDA, in qualche modo, il sistema e quindi le nostre previsioni. La meraviglia, l'inaspettato, il gatto che vola, l'asino che parla, invalidano le nostre anticipazioni e costringono il sistema ad una revisione per poter continuare a "funzionare". Ogni organismo vivente, ha il SUO sistema, le sue costruzioni le sue distinzioni. Quando ho detto che non esiste verità assoluta non ho attribuito a te l'affermazione contraria. Ho semplicemente espresso la mia idea. La cosa che non condivido di quello che hai scritto te l'ho spiegata sopra e riguarda il funzionamento del nostro sistema nervoso. FMJ |
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01-07-2014, 13.14.36 | #78 | |
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
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Non sono le eccezionalità a fare la normalità, non è il miope, presbite o le litografie di Escher a costruire la certezza che non abbiamo, semmai ci rendiamo conto di non vedere bene o di avere dei punti “morti” di visione in uno specchio retrovisore di un automobile e ci regoliamo acquistando occhiali che correggono la vista e e regolando lo specchietto retrovisore di un automobile. Un conto è dire che ogni cervello umano non è uguale ad un altro e un conto è negare la compatibilità fra cervelli e percezioni comuni di questi cervelli. Dimostrami come mai in una rotonda stradale quattro automobili con autisti annessi, con relativi passaggi pedonali prima dell'immissione , tenendo conto della velocità dell'entrata dei veicoli e delle precedenze del codice della strada....... escono molto probabilmente e quindi statisticamente illesi? E' un puro caso se torniamo alla sera a casa illesi dal traffico o riusciamo a fare le scale senza ammazzarci tutti quanti i condomini; oppure costruiamo strade personali, case personali e ....realtà personali perchè "funziona" singolarmente? Se ognuno avesse una sua fisiologia talmente personale da essere incompatibile con le altre persone non esisterebbe nemmeno il linguaggio comunicativo. Leggi il mio post come lo leggono gli altri oppure vedi “”lucciole per lanterne”? E come avviene l’atto del vedere , come si è regolato il tuo cervello alla lettura, come mai rispondi e con questi contenuti? Un conto è dire che ogni cervello è personale e un conto è dire che già nella fase percettiva e sensoriale siamo così diversi da rischiare incompatibilità nei rapporti fra noi e l'ambiente esterno. Noi non riusciremmo a comunicare nel forum quì e adesso. e per quale motivo si può pensare che appunto il pragmatismo abbia studiato segni e significati come il linguaggio proposizionale se non come il sistema di relazione che lega soggetto e oggetto. Un conto è dire che noi non abbiam ola certezza assoluta della realtà che sta là fuori, così come non abbiamo certezze assolute su come noi costruiamo cognitivamente il pensiero, la riflessione o quella che possiamo definire coscienza. E un altro conto è negare l’evidenza di noi stessi che relazioniamo con altri simili e con il mondo con una alta probabilità di comprensione reciproca , basata su percezioni altamente condivise Non esisterebbe una anticipazione se non avessimo consolidato una conoscenza costruita dal sistema esperto basata sulla retroazione e i feedback. Non mi sorprende l’anticipazione, mi sorprende ORA se vedo un gatto volare ,perché il sistema consolidato ha accettato per vero che il gatto non può volare. Il leone non anticipa nulla, perché non può sapere le mosse dell’’altro agente che è la gazzella, applica una strategia in funzione di una metodica che utilizza sempre e che adatta al sistema ambiente nel quale si trova in quel momento determinato. Francamente non capisco cosa significhi che noi non conosciamo la realtà. E chi mai conosce allora la realtà in assoluto? E se allora è un punto interrogativo come possiamo quantificare di quel punto interrogativo quanto e come conosciamo? Certo uno spettrometro di massa ci dice che noi non percepiamo tutte le lunghezze d’onda , ma quello strumento è fabbricato perché il nostro cervelli vi si relazioni, quindi è comunque una estensione del “nostro modo di vedere il mondo”. Dopodomani uscirà un nuovo strumento che vedrà altre cose ancora, e così via. Alla fine ci accorgiamo che aumentando gli orizzonti di conoscibilità grazie all’estensione strumentale dei nostri sensi, aumentano esponenzialmente gli spazi di non conoscibilità e la complessità del sistema stesso, in altri termini se quantitativamente noi conosciamo di più, siamo nello stesso tempo più ignoranti in quanto le zone d’ombra di prima ora ci rendono consapevoli di altre ignoranze, di non conoscenze. Il funzionalismo ha un difetto che funziona per l'uccello e il pipistrello ,ma non per il moscerino che è mangiato. Il funzionalismo funziona per chi sfrutta, ma non per chi è sfruttato nelle organizzazioni umane. Quindi bisogna chiarire chi sono gli agenti attivi e passivi e quali sono i sistemi di relazione che regolano i feedback ambientali. Nel caso del pipistrello e uccello e moscerini, se i moscerini fossero “Funzionali" nello scappare, il pipistrello e uccello devono cambiare alimentazione.ma crescerebbero le popolazioni di moscerini alterando il sistema ecologico e quindi il sistema ambiente e della catena alimentare. Una relazione funziona finchè non nasce una emergenza dall'ambiente e dagli altri agenti relazionati. Ma soprattutto è il sistema biologico che in sé tende ad essere funzionale, cioè devo spender meno energie nel cacciare rispetto alla quantità di energia che mi procaccio nella caccia. Quindi è comunque sempre l’efficacia ed efficienza i parametri per rendere funzionale un’azione. |
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01-07-2014, 22.13.05 | #79 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
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Ma perché la meraviglia, l'inaspettato, il gatto che vola o l'asino che parla dovrebbero essere delle disfunzioni del tuo sistema? Se non li hai mai visti prima, come fai a dirlo? Se poi li vedi, perché dovresti cambiare il tuo sistema? Solo per farlo continuare a funzionare? Cosicché la prossima volta saprai anticipare un evento che prima non funzionava? Ma allora la tua revisione è propedeutica al tuo sistema, cioè non è il tuo sistema di costrutti che funziona quando anticipa gli eventi, ma sono gli eventi che anticipano il tuo sistema facendolo funzionare. Se un evento non l'hai mai visto prima, che cosa costruisci? Puoi costruirti un sapore, ma l'acqua disseta te e anche un altro essere che non ha la tua stessa fisiologia: l'acqua ha delle proprietà intrinseche che non costruisci tu. |
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02-07-2014, 09.54.36 | #80 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
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Mi sono già state cestinate due risposte dai moderatori che affermano di averlo fatto per evitare che la discussione degeneri (per la verità mi sembravano due interventi decisamente misurati e pacati). Spero mi si consenta almeno di affermare il mio totale dissenso dalla tua concezione positivistica (che mi astengo a malincuore dal criticare ulteriormente) circa l' inattualità e irrilevanza della filosofia "classicamente intesa" -diciamo così- e la sua pretesa funzione "ancillare" verso le scienze. Mi trattengo dall' approfittare della possibilità offerta dal tasto "edita" di ripetere le argomentazioni che avevo sviluppato nelle due risposte cestinate. Mannaggia, che autocontrollo! (mi stupisco di me stesso; spero i moderatori apprezzino...). Ultima modifica di sgiombo : 02-07-2014 alle ore 12.32.13. |
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