ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
25-06-2014, 14.49.40 | #12 |
Garbino Vento di Tempesta
Data registrazione: 13-05-2014
Messaggi: 147
|
Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
X FMJ
Scusa se intervengo, ma sostituerei ciò che funziona con ciò che è utile alla vita. Ciò che funziona non sempre lo è e a volte porta all' estinzione quanto ciò che non funziona. La funzionalità è solo un aspetto e spesso è transitorio. Infatti ciò che funziona oggi è assolutamente inutile alla vita. Anzi dannoso. X Maral Condivido pienamente i tuoi dubbi, ma non credo che la storia dell' uomo ci racconti qualcosa di diverso. Se ci guardiamo bene dentro, a meno di non accecarsi completamente, si può avvertire benissimo quanto di ciò che facciamo ha raramente valore razionale e sia immerso in una irrazionalità spaventosa. E così è stato sempre. Altra cosa è l' uomo con sé stesso che usa la ragione e valuta sia le sue azioni che la sua conoscenza. Ed è lì il punto cruciale dove l' uomo potrebbe migliorare e non farsi irretire dalle carote che ci propina questa realtà voluta ma legata, come giusto intendi, all' irrazionalità della volontà di potenza o, anima vitale come io la intendo. Socrate il disvelatore del sofismo come Nietzsche il disvelatore di Socrate-Platone e del Cristianesimo e di questa modernità che manifesta una decadenza paurosa, sia culturale che, molto peggio, biologica. Aveva torto Gorgia, come Socrate-Platone e anche Nietzsche probabilmente. Ma il problema è sempre come riuscire a rapportarsi con la morsa dell' irrazionalità nell' agire. Fino ad allora le carote funzioneranno sempre per tutti gli asini di questo mondo. Me compreso, naturalmente. Garbino Vento di Tempesta. |
25-06-2014, 15.54.04 | #13 | |
Utente bannato
Data registrazione: 23-06-2014
Messaggi: 147
|
Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
Citazione:
No, non ci siamo. Ti sei fatto distrarre dall'esempio ma non hai colto, nella sostanza, quello che ho scritto. "Utile alla vita" non c'entra con il discorso generale che ho fatto io. Se per dare un significato alla mia vita e mantenere la struttura del mio sistema di costrutti, quindi le mie capacità anticipatorie, la costruzione di me stesso e degli altri, devo morire, io muoio. Esempi di questo tipo se ne possono fare a bizzeffe. E quel morire, del tutto "inutile alla vita", "funziona". "Funziona" nel MIO sistema di significati e nella MIA "verità" che può essere più o meno condivisa. "Funziona", pur causando la mia morte. Pur essendo inutile alla mia vita. Ma "funziona". E' una via percorribile, viabile. Non so se sono riuscito a spiegarmi bene. Da questo punto di vista, è vero l'esatto contrario di quel che sostieni: non tutto ciò ch'è utile alla vita, "funziona". Questo accade perché quella strada, pur, in astratto, utile alla vita, potrebbe non essere percorribile nel mio sistema di significati. E' utile alla vita assumere regimi alimentari devastanti in grassi e trigliceridi e passare le giornate ingrassando sul divano? No, giusto? Eppure milioni di persone al mondo, percorrono questa strada. Come mai? Come mai la loro "verità" è un'altra? Semplicemente perché i LORO significati sono altri. Diversi dai TUOI. La LORO lettura del mondo è un'altra. Diversa dalla TUA. Il LORO modo di guardare alle cose (i loro costrutti) è diverso dal TUO. In definitiva, le loro VERITA' sono diverse dalle TUE. E quelle di un uccello sono diverse da quelle di un pippistrello. E quelle di un lombrico sono diverse dalle tue, da quelle di un uccello e da quelle di un pippistrello. Ma allora, di quale VERITA' assoluta stiamo parlando? FMJ |
|
25-06-2014, 16.10.58 | #14 | |||||||||||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
Citazione:
Citazione:
Anche se lo cattura veramente (realizza un evento voluto) si tratta di una realizzazione della volontà di potenza e non di verità. La rappresentazione non è vera in quanto corrisponde a qualcosa di reale, ma è vera perché ha successo la volontà di renderla vera. Ma se occorre un atto di volontà per renderla vera significa che essa non è vera e che il risultato è un'illusione. Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
E anche questo fa riferimento al medesimo modello. Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Ultima modifica di maral : 25-06-2014 alle ore 16.59.29. |
|||||||||||
25-06-2014, 16.58.22 | #15 | ||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
Citazione:
E così anche le rappresentazioni della ragione sono negate dall'irrazionale, ma esse sussistono proprio e solo in virtù dell'irrazionale che le nega, non si può eliminare l'irrazionale per far trionfare la ragione, necessariamente ci si deve continuare a giocare e sarebbe totale e devastante illusione pensare di poter cancellare le rapresentazioni dell'irrazionale in nome del lume della ragione (errore peraltro già commesso). Le carote davanti al muso dell'asino saranno sempre esposte, perché l'asino che ci casca c'è sempre, siamo tutti noi, completamente convinti della bontà delle carote che sono le nostre rappresentazioni, le nostre inevitabili falsificazioni, ma almeno possiamo renderci consapevoli di quanto ci accade nel gioco a cui queste rappresentazioni partecipano, farci una ragione della nostra fondamentale irrazionalità. Dice poi FMJ Citazione:
|
||
25-06-2014, 20.21.39 | #16 |
Garbino Vento di Tempesta
Data registrazione: 13-05-2014
Messaggi: 147
|
Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
X Maral.
Premetto che non mi piace il termine funzionare, perché per quanto meccanicistica la mia visione della vita sia, sempre di vita si tratta. Però in questo senso utile alla vita aveva lo stesso significato. E cioè utile alla vita della specie dove naturalmente il soggetto perde ogni importanza di funzione fine a sé stesso. In pratica, mi sembra ma potrei sbagliare, che dicevamo le stesse cose solo in termini diversi. E FMJ penso che abbia ragione quando dice che mi sia lasciato fuorviare dall' esempio, ma ricondotto a come lo ha espresso nella risposta va benissimo. Infatti io l' ho ricondotto al fatto che ciò che funziona oggi non solo sta deteriorando la vita ma lo sta portando sempre più nel gorgo dell' autodistruzione. Per quanto riguarda l' uso della ragione, io non credo di aver detto che essa può illudersi di poter controllare l' irrazionalità, e lo ritengo ovvio perché l' unico modo sarebbe proprio il suicidio. Accettarne la presenza e la sua ingerenza è già un passo enorme nel campo della conoscenza, condiviso da chi non so, ma questo ha poca importanza, si può anche essere pochi se si deve. Ma ciò non toglie che, come ho già detto altrove, si può fare di più. Chi ne sia in grado non so, ma se pensiamo che non si può andare oltre, allora è vero che l' apice dell' uomo è stato raggiunto in Grecia più di duemila anni fa. Garbino Vento di Tempesta. |
26-06-2014, 09.04.26 | #17 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
|
Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
Dice Aristotele nella metafisica “..tutte le altre scienze saranno più necessarie di questa, ma superiore nessuna”
L'astrazione nasce in un momento diverso dalla necessità. La scienza moderna è un meccanisco che fa agire sinergicamente la teoria e la prassi, ma teoria e prassi avvengono in due momenti differenti. Prima c'è l'ipotesi (della teoria) e poi la prassi (l'esperimento, la dimostrazione) che è funzionale alla teoria. La teoria è un qualcosa che viene desunto dalla prassi, ma che in un primo momento si genera in modo indipendente. Se non si distingue la teoria dalla prassi si finisce col confondere la verificazione con la verità. In termini storicistici si potrebbe dire che l'attuale civiltà della tecnica sia la verificazione di ciò che a livello teorico aveva espresso il pitagorisco, che la verità è nel numero, nella relazione fra I numeri, nella quantità, nell'ordine. Ma a mio parere è impossibile ridurre la qualità alla quantità. Perchè quantificare significa enumerare, ma se enumero qualcosa è implicito che io abbia anteriormente attribuito una qualche qualità a quel qualcosa che enumero. Si può ridurre progressivamente il sensibile fino all'atomo, fino cioè a quel qualcosa che si pensa (o si sa) che esista anche se non si può vedere. E qua nasce la filosofia, reificare ciò che l'occhio non può vedere. E qui casca l'asino: l'empirismo crede di avere autonomia di pensiero, mentre non potrebbe esistere la scienza senza la teoria che precede la verificazione. E nemmeno può avere autonomia il pragmatismo, perchè prima di dire che è vero ciò che è funziona, bisogna prima stabilire per che cosa debba funzionare e perchè. E questo non si può fare che a livello teorico. Sul fatto che “il nulla è” sia la vittoria di Gorgia non direi. Democrito affermò l'esistenza del vuoto (il nulla), poichè l'essere ha bisogno del non essere. Se ci fosse solo l'essere non si spiegherebbero I fenomeni, il movimento, la molteplicità dell'essere. L'epica proposizione “l'essere è, il non essere non è”, a mio parere rappresenta il principio della dialettica. Zenone che difese a spada tratta la via della verità e la negazione del molteplice parmenidei, lo fece con mezzi dialettici, con dimostrazioni ad absurdo, tanto che Aristotele lo definì l'inventore della dialettica. Io credo che la funzione della dialettica non sia quella né di accrescere né di dimostrare la conoscenza, ma è solo una funzione spirituale, soprattutto nella forma assunta dalla maieutica, che ha lo scopo di far uscire l'uomo dal suo stato di incoscienza, di non lucidità |
26-06-2014, 09.08.43 | #18 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
|
Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
** scritto da Garbino:
Citazione:
Sì che è vero, ma in Israele (a Nazareth) non in Grecia! Ultima modifica di Duc in altum! : 26-06-2014 alle ore 11.44.34. |
|
26-06-2014, 10.48.58 | #19 | |
Utente bannato
Data registrazione: 23-06-2014
Messaggi: 147
|
Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
Citazione:
Il vivente, qualsiasi struttura biologica vivente, E' una teoria sul mondo. La sua struttura, porta con sé dei PRESUPPOSTI sul mondo e sulla natura del mondo. Il vivente E' "anticipazione". Vive nell'"anticipazione". Ci sguazza. Il vivere stesso è "anticipazione". Il problema sorge quando qualcosa, là fuori, ti risponde così: "NO!". Allora e solo allora, stai toccando il contorno dell'universo che sta là fuori... Puoi suonartela e cantartela, puoi scomodare Aristotele, la reificazione, millenni di filosofia e di scienza, l'induzione, l'abduzione, lo zen e la manutenzione della motocicletta, i sofismi di Gorgia, tutto quello che ti pare, la rava e la fava, poi, vieni qui davanti a me e fammi vedere che attraversi un muro... FMJ |
|
26-06-2014, 10.57.48 | #20 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è
Citazione:
E' un prodotto del tutto casuale e appena abbozzato di un nulla che la precede, oppure è essa stessa verità che immediatamente traduce fedelmente la realtà? La prima intuizione è un abbozzo spurio più o meno contaminato da aspetti soggettivi da tagliare via come per liberare la perla dalle incrostazioni deturpanti che ne falsificano il valore di verità da modellare, oppure ogni intuizione prima è già di per sé manifestazione effettiva di verità e ogni sua verificazione intende in realtà solo fare apparire con piena coerenza quella perla che il metodo prescelto vuole che appaia? Il fatto ad esempio che si utilizzi un metodo che esige per giudicare il valore di un'ipotesi una ripetibilità intersoggettiva rigorosamente controllata delle osservazioni affinché i risultati quantitativi di misura restino identici fatto salvo un margine ben definibile di errore sperimentale probabilisticamente casuale, significa che solo in tal modo si può effettuare un intaglio appropriato della perla oppure voler credere che solo in tal modo si può ottenere quell'intaglio della perla che si vuole sia appropriato? Si noti che anche nel caso in cui il valore assunto da una verifica così scelta sia quello del funzionamento e la selezione miri a scartare ciò che non funziona da ciò che funziona, l'applicazione della metodologia pre determina ciò che deve intendersi come funzionante o no proprio nella scelta della sua impostazione specifica. Ciò che funziona per un metodo di verifica del tipo sopra descritto non può certo essere una qualità che soddisfi individualmente proprio in quanto il valore soggettivo individualistico è scartato fin dall'inizio a priori dal metodo stesso che si basa sui rapporti logico quantitativi. D'altra parte se ammettiamo che l'idea del metodo di verifica è dopo tutto assai simile all'idea dell'ipotesi originaria, si ripropone la stessa domanda di prima: cosa fa sì che questa metodologia appaia secondo le regole che le sono proprie? Cosa rende questa metodologia superiore ad altre che potrebbero venire applicate? O cosa la fa emergere dal non esserci che la precede? E quale metodo verificherà l'intuizione di questo metodo del criterio di funzionamento intersoggettivo nel modo quantitativamente ripetibile da esso definito? Appare a mio avviso evidente a questo punto che per evitare la regressione infinita che deriva dal considerare la prima ipotesi (di un contenuto teorico o di un metodo) un fenomeno spurio suscettibile di evoluzione verificativa (così simile all'idea che ci siamo fatti di un'evoluzione naturale!) trova nell'affermazione della volontà di potenza di quella teoria o di quel metodo -"io sono l'ipotesi che non ha bisogno di alcuna verifica, in quanto voglio che la verifica risiede in me stesso e alla luce di ciò sono criterio di verifica di ogni altra ipotesi"- la soluzione che oggi sembra più semplice e diretta, quasi inevitabile anche se formulata in termini più annacquati di quelli che ho scritto in corsivo al fine di renderla più accettabile alle orecchie contemporanee che vogliono morto e sepolto ogni idolo metafisico a completo vantaggio della libera opinione manipolabile. Dall'altra parte ci sta a mio avviso l'idea che ogni apparire (ogni intuizione prima, compresa quella pragmatica) è apparire dell'intera realtà in una modalità che le è propria e in tal senso ogni intuizione è vera come tale e non occorre renderla vera (ossia verificarla togliendo di mezzo il falso per selezione), ma comprenderla alla luce dei significati che genera in rapporto alle altre (ossia verificarla nel suo modo di significare per comprensione di rapporti con i suoi altri), ma essendo comunque una visione parziale, risultato necessario e non certo casuale o arbitrario di una storia culturale, ogni intuizione (compresa quella pragmatica) è falsa se presa nel suo assoluto isolamento autoreferenziale che è sinonimo solo di volontà di potenza che a sua volta è necessariamente volontà di falsificazione. |
|