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03-02-2016, 11.18.12 | #162 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.
Citazione:
In questo periodo sto rileggendo dopo parecchi anni Fenomenologia dello spirito di Hegel, Essere e tempo di Hiedegger e il Tractatus di Witgenstein, tre autori che ho scelto per influenza e diversità di veduta. Continuo a pensare che sia riduttivo il pensare che che le forme della conoscenza per quanto si distinguano e nella logica dialettica siano contraddizioni astratte necessarie per arrivare al concreto, per spiegare le diversità di vedute fra gli stessi filosofi. Sono comunque d'accordo che non bisogna fossilizzarsi sulla dualità, diciamo che facciamo dialettica confrontandoci, anche questa è una modalità di conoscenza. Ci risentiremo quando avrò metabolizzato la fenomenologia dello spirto, Hegel è comunque un grande ed interessante. |
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03-02-2016, 12.23.47 | #163 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.
[quote=maral]Sì, ne abbiamo già discusso, ma la risposta, alla luce della volontà di potenza continua a non convincermi: non si può invocare la "decadenza dei tempi" a giustificazione del tramonto dello spirito di potenza aristocratico. Se i leoni sono stati sconfitti dai sorci restano comunque i sorci i vincitori e pertanto i detentori della maggior potenza che in quanto tale comunque li giustifica ed è questa loro vittoria a determinare l'età dei sorci e non l'età dei sorci che determina, nostro malgrado, il prevalere dei sorci. Se si è coerenti fino in fondo con l'idea di potenza, chi perde non può recriminare proprio nulla, il risultato giustifica tutto.
Ma se i leoni sono stati sconfitti dai sorci...i sorci non erano sorci e i leoni non erano leoni. Ossia il sorcio era più forte del leone, la sua volontà di potenza ben maggiore. Il leone era in realtà un decadent. Nietzsche odiava il volgo e amava una certa idea ( illusoria) di aristocrazia. L'aristocrazia come la immaginava Nietzsche non è mai esistita. Gli aristocratici sono storicamente sempre stati "ignobili" e non nobili. La loro supposta volontà di potenza nient'altro che immenso desiderio di possesso ( di beni materiali e gloria. Ma prima di tutto di beni materiali...). I sorci ( la plebe) vedendoli gozzovigliare a loro spese ( mi vengono in mente i Proci nell'Odissea) si son detti: -anche noi vogliamo magnà bene come loro. E chi siamo noi...dei sorci per caso? Andiamo, scaraventiamoli fuori al freddo e alla nostalgia del gozzoviglio e...magnamo tutto noi, che è cosa buona e giusta, visto che noi siamo tanti e loro solo pochi boriosi che si credono nobili. Vediamo se siam più forti noi o loro che si credono dei... Ma dei non erano e sono stati meritatamente scaraventati fuori ( dalla storia) . Adesso pensano: Ben diversi eravamo noi, dei senza bisogno di Dio, di questa melma umana, di questi sorci arricchiti che si riempiono la panza e non credono di essere dei. Anzi gli idioti si sono creati un loro Dio che dice: Beati voi sorci e guai a quei ricchi, pieni di volontà di potenza, che se magnano tutto e son sepolcri imbiancati. Pieni di parrucconi e con le pulci dappertutto ( in senso metafisico s'intende). Poi arriva Nietzsche, pieno di insana nostalgia per un'epoca eroica (mai esistita se non letterariamente) e grida: -Ah sorci...il vostro Dio è morto, l'avete creato voi per farci rabbia e poter gozzovigliare al nostro posto. Adesso però vedrete che torniamo noi, i Superuomini, che non necessitiamo di Dio perchè già lo semo noi (dei). Ve rode che sia morto eh ? Non ho il coraggio di dirlo ( ma lo penso...) il primo è già arrivato. Sono io...non mi credete? Osate prendermi per il.....? E io ve copro di invettive, brutti sorci che non siete altro. Maledetti voi e quel vostro Dio che ve siete inventati... Ma i sorci , che sono sì sorci ma piuttosto astuti, gli rispondono:- Ah Nietzsche...ma solo te ce credevi veramente a quel Dio che se semo inventà! Noi facevamo finta, tanto pe magnà...a proposito...che ne vorresti per caso un pò anche te? De magnà ? Scusate il simil-romanesco ( da burletta). |
03-02-2016, 12.49.40 | #164 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.
Citazione:
Beh, morire combattendo eroicamente contro l' agguato di avversari vigliacccamente numerosi e sleali si può ben dire (metaforicamente, é ovvio!) "morire in piedi", no? Il che effettivamente può essere un' alternativa relativamente soddisfacente al sopravvivere e vincere; se questo si rivela impossibile, beninteso (la figura di Cirano come metafora della mia vita -fatta la tara della mia mediocrità e non-eroismo- non mi dispiace affatto; grazie. |
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03-02-2016, 15.36.44 | #165 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-01-2016
Messaggi: 14
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.
Citazione:
Se non hai mai sentito una cosa, non per questo devi continuare su questa strada! Ma pensa tu che discorso. Allora restiamo fermi alle vecchie credenze...ma si... Oltre il fatto che già il maestro dell'antichità, Aristotele, aveva evidenziato il piacere della contemplazione filosofica, annunciando addirittura che Dio è il pensiero di pensiero. Va bene non conoscere Hegel, ma nemmeno Aristotele avete studiato? Sono i due filosofi più importanti di sempre. |
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03-02-2016, 15.42.42 | #166 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-01-2016
Messaggi: 14
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.
Citazione:
Molto giusto. Il principio che muore non risorge mai nelle vesti di prima, perciò alla moltitudine appare non risorgere affatto. |
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03-02-2016, 22.22.03 | #167 | ||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.
Citazione:
Citazione:
C'è una discontinuità profonda nella storia del pensiero occidentale che determina la mutazione della tecnica nella storia umana e che è la conseguenza di un cambiamento profondo dell'orizzonte metafisico: è una sorta di liberazione da qualsiasi immutabile, di eterno resta solo il divenire fine a se stesso a cui nulla deve considerarsi sottratto, ogni resistenza si configura oltrepassabile e il limite è solo il limite sempre in via di superamento della potenza tecnica stessa a cui tutto finirà per sottomettersi, uomo compreso, destinato a esserne temporaneo strumento in qualità di funzionario specialistico, esecutore sistematicamente collaborante di corrette procedure. La calcolabilità è ciò che garantisce la massima efficacia di controllo tecnico e per questo tutto va inquadrato nei termini di calcolabilità, secondo profilo economico. Non è quindi che il mondo si rivela sorprendentemente conforme al calcolo con cui lo modella la scienza, ma che il mondo deve essere inteso, visto e definito in modo calcolabile, conquistando alla calcolabilità anche ciò che al momento pare da essa esorbitare, facendone caso statistico. Il pensiero principe a cui tutto va rapportato diventa così quello economico che misura la funzionalità in termini di numeri che rappresentano i costi e i benefici, e ormai neppure ci accorgiamo di quanto sia paradossale, dato che non esiste scienza che si sia dimostrata più farlocca della macro economia in ogni sua previsione, a confronto delle quali i vaticini degli antichi aruspici erano di gran lunga più attendibili. La tecnica si configura sempre più come prassi assoluta nella sua completa autoreferenza trasformativa. E tutto questo sarebbe stato inconcepibile prima della rivoluzione industriale e dello sviluppo della scienza moderna. Ultima modifica di maral : 03-02-2016 alle ore 23.10.35. |
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03-02-2016, 23.09.29 | #168 | |
Moderatore
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.
Citazione:
Nietzsche dopotutto aveva ragione a considerare il cristianesimo una religione da schiavi, esattamente come l'antica aristocrazia pagana, ma quell'ideale di fraterno amore cristiano era in realtà un'arma ideale per affermare una volontà di potenza illimitata, anche perché per la prima volta un unico Dio onnipotente prometteva una vita eterna a tutti coloro che lo seguivano e mai nessun Dio aveva promesso tanto, così democraticamente a tutti. Nietzsche aveva tutte le ragioni di disprezzare quegli asceti che mortificavano la loro vita per conquistarsi l'eternità, ma possibile che non capisse quanta sconfinata volontà di potenza si celasse nei sogni della loro santa mortificazione? Nelle piaghe con cui affliggevano i loro corpi? No, non è solo questione di "voi c'avete da magnà, mò ce lo pijamo noi". I servi, anche se quando non ne possono più si ribellano, restano sempre servi e non desiderano altro che un nuovo padrone venga presto. Figuriamoci se il nuovo padrone, per bocca dei suoi sedicenti servi (i cosiddetti servi dei servi di Dio!), garantisce pure l'eterna beatitudine! Nietzsche sapeva di non essere il Superuomo, era solo colui che ne indicava la venuta, se ne credeva solo il profeta, un paradosale Zarathustra, ma purtroppo il suo Superuomo era un personaggio tragico, senza alcun seguito e così inadatto a collaborare alla grande farsa nichilista che si preparavano ad allestire gli ultimi uomini. Ultima modifica di maral : 03-02-2016 alle ore 23.22.21. |
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03-02-2016, 23.40.51 | #169 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.
** scritto da Hegel89:
Citazione:
Infatti, non penso che tu non abbia mai sentito: "...Io sono la via, la verità e la vita!..." Dunque, quale sarebbe questa nuova credenza "filosofica" che potrebbe competere, alla stessa maniera, nel concedere pace e allegria?!?! ...vuoi vedere che mi sono perso qualcosa stasera nel TG??!!! Citazione:
Sarà pure, ma ripeto che tu abbia fiducia in ciò che ha evidenziato lo Stagirita è una tua prerogativa personale, e non una verità oggettiva. Che Dio è il pensiero di pensiero può star bene a te, a Hegel (forse? ...non so?), per me Dio è il Padre di Gesù, quindi religione e filosofia non hanno lo stesso contenuto. E' solo questa la mia riflessione. Pace&Bene |
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04-02-2016, 00.07.59 | #170 | |
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.
Citazione:
Mi sembra che bisognerebbe interrogarsi su questa fantomatica "volontà di potenza". Cosa vuol dire ? Volontà di possedere o volontà di essere ? Volontà di possedere di più (degli altri) o volontà di essere di più (degli altri)? L'ideale ascetico nasce come volontà di non possedere per essere di più ( inteso come più libero dal desiderio di possedere). Il vero ascetismo è vuoto di dispute, è affrancamento dal desiderio di possesso e in ultima analisi libertà dal desiderio stesso di essere ( e da quello più profondo in noi ma potente di Non-essere, di Non-esistere). Il cristianesimo non conosce il vero ascetismo in quanto, a mio modesto parere, tenta di mascherare la volontà di essere ai massimi livelli ( in eterno) sotto la maschera dell'umiltà e della rinunzia al desiderio di possedere. Ma quello che va a morire nelle nostre secolarizzate società capitalistiche "occidentali" non mi sembra l'idea di Dio , ma bensì la maschera morale imposta per duemila anni dalle istituzioni. Maschera morale che si sta sciogliendo come cera ( all'interno delle istituzioni religiose stesse) in quanto la "desiderabilità" del possedere (beni materiali e idee) è semplicemente divenuta più accessibile per il prodigioso sviluppo della tecnica. Ma il desiderio d'immortalità e d'affidamento (senza impegni morali troppo vincolanti e frustranti per il proprio godimento terreno) è ancora potentissimo. Proprio in queste ore folle oceaniche accompagnano applaudendo la mummia di Padre Pio. Dio è morto ? Idealmente è più forte e vivo che mai, per me. Quelli che stanno morendo sono i precetti morali che hanno accompagnato la religiosità per millenni. Il Dio che impone obblighi e doveri ( il Dio dei "comandamenti") verrà sostituito dal Dio "soft" , il Dio Amore che tutto accetta e tutto perdona ( in particolar modo i nostri godimenti terreni irrinunciabili). L'idea di Dio non sta morendo, secondo me, sta passando un periodo di Krisis, di turbamento, ma foriero di un tempestoso ritorno, di una crescita e di una raffinazione con l'approdo definitivo al Dio-fai-da-te di cui vediamo già le prime avvisaglie. Il nichilismo ha poche possibilità contro un ideale che nasce dalla sostanza stessa che forma l'uomo: il desiderio. E il desiderio non può far altro che desiderare. L'approdo sarà un Dio che conferma e benedice il desiderio. |
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