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14-11-2015, 13.41.39 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Riconosco che la*metafisica, ancor più se priva di contenuti o impronte di teologia,è indispensabile base per lo stesso linguaggio filosofico e difficilmente vi rinunciano gli accademici.* Lo stesso*Popper, rigoroso filosofo della scienza, ne vede una possibile ispirazione creativa in vari campi estranei, come utili possono essere pure le favole e i miti assunti come metafore. Guardata con sospetto dalle menti più aperte e illuminate. Voltaire dice che “quando uno parla a un altro che non lo comprende,e quando il primo che parla non capisce più, allora si tratta di metafisica”. arsenio |
15-11-2015, 12.31.56 | #4 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
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15-11-2015, 14.18.50 | #5 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
La dimensione formante del dare significato non è separabile dal non significato della "cosa" (che, in quanto generatrice di ogni significato, è di per sé essenzialmente senza significato) e il problema del nichilismo insorge quando la dimensione del significare viene considerata isolata in sé, viene considerata cioè esattamente come la cosa in essenza, è allora che non resta niente e ogni significato alla fine, proprio come la cosa, perde di senso e, pertanto, di ogni finalità ravvisabile. Il materialismo dopotutto costituisce ancora una forma metafisica molto forte, poiché assume la materia dal suo essere significato al suo essere essenza: tutto è materia, dice il materialista, ove questo "tutto è materia" indica che tutto è essenzialmente potenzialità a disposizione di chi la usa e come tale si replica nell'immanenza assoluta dell'atto presente che non fa altro che riprodurre senza limiti questa potenzialità. Il puro atto trasformativo trova così in sé, nella propria tautologia, la propria completa giustificazione che non lascia paradossalmente alcun "resto" al poter ancora significare oltre alla sua trasformabilità. In fondo il materialismo assoluto non è che una forma metafisica di spiritualismo assoluto, entrambi non lasciano resti, entrambi si rivelano nella loro pretesa assoluta, assolute trascendenze. La metafisica è morta solo perché non si riesce a riconoscere la forma metafisica in cui ora si presenta e questo non riuscire a vederla è ciò che più ci spaventa lasciandoci disorientati, in essa possiamo solo ravvisare l'assurdità del nichilismo, l'assoluta desolazione del tutto è niente che attrae la razionalità calcolante come un buco nero cosmico. E allora la soluzione per sfuggire all'immane potenza attrattiva del niente è ancorarsi alla sorpresa di quei resti che abitano oltre ad esso e in cui ha senso il nostro pensare e immaginare, riconoscere che dopotutto ciò che possiamo sapere è il nostro sapere di non sapere che continuamente ci si presenta oltre ciò che abbiamo saputo e immaginato, oltre ogni filosofia, razionalità o fede. Riconoscere che oltre la coperta della conoscenza e della morale che su di essa costruiamo senza poter fare altro, c'è sempre qualcos'altro che prima o poi ci sorprenderà di nuovo, sconvolgendoci. |
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15-11-2015, 15.44.29 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Per parte mia distinguerei due piani della questione: quello delle “idee dominanti”, cioè quelle “che contano socialmente, culturalmente, politicamente”, quelle “storicamente efficaci”, le quali secondo me (da seguace del materialismo storico quale sono) “in ogni epoca tendono ad essere le idee delle classi dominanti” (Friederich Engels, Karl Marx: L’ ideologia tedesca); e quello della verità “teorica pura”, ovvero intesa astrattamente rispetto ai concreti dati di fatto reali, la verità che conta per ciascuno di noi individualmente inteso. Sul primo piano non sarei così sicuro che la metafisica sia “tramontata” o che sia “superata”: le religioni sono più vive e vegete che mai, per non parlare delle più becere superstizioni; e anche, su un piano di certo filosoficamente molto più serio, Emanuele Severino e altri “metafisici” a me (ancor) meno noti godono di un largo consenso e di numerosi ed agguerriti seguaci e allievi (consenso ovviamente “largo” relativamente alla “non popolarissima e numerosa” cerchia di chi si pone criticamente di fronte alla propria vita e alla realtà e dunque si occupa di filosofia, di chi cerca di vivere e non semplicemente si lascia vivere passivamente ed acriticamente). Peraltro fra i più diffusi atteggiamenti “antimetafisici” prevalgono a mio avviso nettamente quelli in varia misura “scientisti” che personalmente trovo non molto meno irrazionalistici di quelli dei loro avversari variamente idealistici, metafisici, religiosi o magari superstiziosi (e infatti assolutizzano e considerano acriticamente la conoscenza scientifica, il che è poco o punto razionalistico!); oppure, in ulteriore alternativa, variamente “nichilistici-nietzcheiani”, che il loro irrazionalismo rivendicano con orgoglio. Sono convinto che la distinzione pertinente in proposito (per capire lo stato della cultura nella nostra epoca storica) non sia fra “metafisica” o “idealismo” da una parte e “nichilismo” o “materialismo” o “naturalismo” dall’ altra, ma che sia invece quella fra razionalismo (-i) e irrazionalismo (-i). E le attuali “idee dominanti” mi sembrano in estrema sintesi (in maggiore o minor misura misura nei diversi casi del loro pleiomorfo manifestarsi e articolarsi; ma tutte comunque “nella loro più autentica sostanza”) irrazionalistiche. Fatto che trovo del tutto ovvio, dal momento che la nostra è un’ epoca di profonda decadenza, ampiamente dominata da rapporti sociali di gran lunga oggettivamente superati che le soggettività sociali “di classe” oggettivamente progressive in essa operanti non riescono ad adeguare allo sviluppo raggiunto dalle forze produttive (si tratta di una diagnosi materialistica storica che ovviamente mi guardo bene dal pretendere sia condivisa dai tanti interlocutori del forum che non aderiscono a questa che per me è un teoria “scientifica in senso lato”, cioé nel senso delle “scienze umane”). In proposito non resisto alla tentazione di raccontarvi un fatto recentemente capitatomi che ritengo decisamente emblematico: La mattina successiva ai recenti attentati di Parigi ero in viaggio di buon ora per recarmi al lavoro e ascoltavo l’ autoradio. Non ricordo più da quale stazione mi sorbisco un pistolotto moralistico sugli Arabi e/o gli Islamici che “vorrebbero distruggere i nostri valori occidentali”. Bene, proprio alla fine del suddetto pistolotto, che terminava letteralmente con le suddette parole “vorrebbero distruggere i nostri valori occidentali”, il giornalista (purtroppo non ricordo chi fosse perché ero passato su quella frequenza quando il suo ipocrita predicozzo -non una lacrima per le infinitamente più numerose vittime civili di ogni età, arabe e non, provocate dall' efferatissimo, disumanissimo terrorismo imperialistico occidentale!- era già incominciato), senza fare una piega, con un tono di voce neutro, indicativo di qualcosa di totalmente ovvio, annunciava: “E adesso facciamo una pausa pubblicitaria (ah, per l’ appunto: i “nostri valori occidentali”! E te pareva? N. d. R.), ma poi riprenderemo il discorso” (Ma certo! I “nostri valori occidentali” ci impongono delle precise priorità…). Sul secondo piano non posso che proporre le mie personali convinzioni, che decisamente negano “l'incapacità dell'uomo di porre una conciliazione tra pensiero e realtà e di giungere a qualsiasi forma di conoscenza che si dica anche solo verosimile [sia pure alla condizione di credere vere certe premesse indimostrabili, N. d. R.]. In campo etico, scompaiono i suddetti concetti di bene e male. Scompare la morale, perché per l'affermazione precedente nulla può garantire all'uomo di compiere azioni "virtuose". Entra in crisi l'estetica, se la bellezza non è che mera rappresentazione dell'intelletto (come direbbe Schopenhauer),e quindi anche i canoni dell'arte”. Per me il superamento dell’ eleatismo, del platonismo e dei vari idealismi e metafisiche moderne, nonché delle fedi religiose (nella limitata misura e nei casi specifici in cui si realizza, cioè da parte delle persone e delle correnti di pensiero presso cui si attuano), in quanto riconoscimenti di errori e di falsità non possono che essere considerati positivi. Certo il superamento di errori e falsità, nella misura in cui essi si configurino come “illusioni gratificanti o per lo meno consolanti”, può creare disagio, delusione, infelicità e magari anche orrore; ma credo che un atteggiamento coerentemente razionalistico non possa che superare tale disagio e/o orrore nella consapevolezza che comunque il superamento di un errore e di credenze false costituisce un passo avanti verso la conoscenza e la verità; le quali sono comunque da me avvertite come valori, come mete cui tendere (e dall’ avvicinamento alle quali si ricava soddisfazione e felicità). Quanto al nichilismo in fatto di etica e di estetica accenno qui solo fugacissimamente alla tesi che ho sviluppato in varie altre recenti discussioni qui nel forum, secondo la quale criteri e valori etici (di questi parlavo negli interventi nel forum cui mi riferisco; ma quanto a quelli estetici il discorso è del tutto analogo) oggettivi non ne esistono, non se ne possono dimostrare; e tuttavia ne esistono di fatto: in parte di universalmente diffusi nell’ umanità (e chiaramente spiegati o compresi -e non: giustificati o fondati!- dalle scienze biologiche e in particolare dalla teoria evoluzionistica); e in altra parte di socialmente condizionati e dunque storicamente transeunti (e chiaramente spiegati o compresi -e non: giustificati o fondati!- dalle “scienze umane”, e in particolare dal materialismo storico). Ultima modifica di sgiombo : 16-11-2015 alle ore 10.16.37. |
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15-11-2015, 23.25.26 | #7 | |
Moderatore
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Messaggi: 335
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Il medesimo pensiero suscita in persone differenti emozioni differenti. Per alcuni il "tramonto della metafisica" apre uno scenario desolante, per altri no. L' esistenza di una Verità/Assoluto sarebbe rassicurante, ma vincolante. L' impossibilità della certezza per alcuni è angosciante, per altri eccitante. La scomparsa della morale ad alcuni causa disorientamento, ad altri no (io ad esempio adeguo il mio agire ad un mio personale principio, che può essere condiviso o meno: tutti abbiamo uguale diritto di esprimere al meglio il nostro essere). |
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16-11-2015, 00.09.56 | #8 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 899
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
...illuminante. Quando nel viatico della storia, ci si accorge che man mano sia stato dato accento all'iperuranio, poi al naturalismo, poi alla ragione, all'empirismo,al criticismo,all'idealismo, allo scientificismo e alla fine ci si accorge che nulla è talmente fondante da essere ritenuta verità e in quanto tale nemmeno il processo teleologico di ciascuna di esse, significa che nelle nebbie del tempo tutte le verità storiche appaiono fioche e dormienti , ma soprattutto che un Uomo solingo si staglia nelle penombre,forse il portatore di verità, sicuramente il cercatore d'oro. |
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16-11-2015, 00.44.46 | #9 |
Nuovo ospite
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Cercherò di rispondere un po' a tutti,scusate se sarò breve. Sono contento della partecipazione al topic,d'altronde si tratta di un tema di grande attualità.
And1972rea,non sarei cosi certo che l'uomo abbia fatto coincidere il reale con il razionale,tutt'altro. Pensiamo solo al fatto che una delle teorie più importanti del Novecento e non solo,la meccanica quantistica,è una teoria probabile. O anche al crollo delle certezze matematiche avvenuto a fine ottocento. Insomma,nemmeno in campo scientifico è tutto rose e fiori,ed è ingenuo pensare altrimenti. Acquario69: da quel che ho capito auspichi un ritorno alla metafisica più autentica,ad una visione "cosmica e spirituale"(parole tue). Ma la metafisica non ha più nulla di spirituale,è priva di quel lucido sguardo interiore fatto di dubbi e incertezze,di domande troppo spesso ignorate. Il problema è proprio questo. Maral,hai centrato il punto,la contraddizione interna della metafisica: l'incapacità di esistere (letteralmente,"uscire fuori di sé"). Il materialismo,come hai ben notato,è una faccia della stessa medaglia,forse anche peggio se trova una giustificazione nelle teorie scientifiche. Condivido il discorso che hai fatto,dopo tutto è questa malsana e infantile paura del buio che ci spinge a nasconderci sotto la coperta,anche se questa arriva a coprire ormai solo la faccia. Sgiombo,infatti mi sono chiesto se la materia in sé,la metafisica,rappresenta ancora qualche cosa,se non si è svilita totalmente ad una mera convenzione di segni (anche in ambito filosofico) . E soprattutto ho parlato di tramonto,e non casualmente,perché finora alternative non ne ho viste. Sulla retorica che ormai dilaga in questi giorni (e dileggia chi è morto come notizia del momento) sto capendo sempre di più l'importanza del silenzio. Trovo che faremmo bene tutti a parlarne il meno possibile,soprattutto quando ci piacerebbe mostrare la verità che abbiamo in tasca. Di cose nobili bisognerebbe parlare nobilmente,oppure tacere (scusate l'ovvia citazione nicciana,ma qui era d'obbligo). Chiusa la parentesi,volevo specificare una cosa. Qui non è in ballo tanto la razionalità,lo strumento che utilizziamo per giungere alla verità,ma la verità stessa,che da senso alle nostre azioni/riflessioni e alla nostra ricerca,che pone il fine e il traguardo di questa. Se non c'è certezza,allora tutto questo diventa un dialogo tra sordomuti,un inutile girovagare su se stessi. Siamo dunque capaci di trovare in noi (e non nei valori che portiamo come vessilli) le ragioni delle nostre azioni? |
16-11-2015, 05.09.21 | #10 | |
Moderatore
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Si ma senza Principi (o meglio l'ignorare di questi) si va dritti dritti nel caos infatti basta guardarsi intorno per avere la nettissima conferma e per capire a cosa ha condotto una tale mentalità relativista e antropomorfa - e nichilista!- (e il caos così prodotto e' esso stesso conferma di una conseguenza non casuale!) ma il punto e' che questi Principi non esistono perché qualcuno un bel giorno li ha inventati di sana pianta,per una sua libera scelta o solo secondo un giudizio etico e morale o sentimentale,o addirittura emozionale!! (quindi strettamente umano!) ma perché questi esistono già di per se,da sempre e diciamo indipendentemente..per fare un esempio l'intero cosmo e' retto da leggi naturali ed eterne,che non credo proprio possano essere messe arbitrariamente in discussione,non può esistere un solo evento che sia frutto del caso,basterebbe osservare i fenomeni naturali che ad ogni istante rispondo con logica coerenza (legge di gravita,ordine ciclico dei pianeti,a loro volta "sistemati" in altro funzionale ordine corrispettivo a quello galattico,ma senza andare nemmeno troppo lontano tali identici principi si possono riscontrare parallelamente nel "micro" e così via discorrendo) la ragione umana e' stata da un certo momento in poi sopravvalutata finendo per escludere (e chiudersi in una trappola mortale e nichilista) cio che era (e' e sempre stato e sempre sarà') la Verita Metafisica che non e' umana e che percio la ragione non può arrivare a "comprenderla" e difatti e' qualcosa che non si può nemmeno de-finire poiché come dice l'etimologia stessa : al di la della fisica,intesa proprio come al di la di "Tutto" (definizioni comprese) ..Principio Immutabile,atemporale,Sovrasen sibile,concepibile solo attraverso l'intuizione superiore,non discorsiva e umana,non duale. l'uomo se vorra continuare ad esistere,dovra reintegrare le sue facoltà e reintegrarsi con i principi universali stessi di cui fa parte e non farsi le "regole" per conto suo,separandosene..il che,tra l'altro e' quanto di più illusorio,non potendo esistere alcunché di separato |
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