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16-11-2015, 10.08.53 | #12 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Se per tramonto della metafisica si intende la crisi della conoscenza sono d'accordo. Basta che però ci intendiamo sul termine conoscenza. Perchè io potrei anche dire che oltre la fisica c'è la matematica (meta-fisica) ma anche se essa non esprime la conoscenza assoluta del reale (ed è qui che sembra un contro senso) essa è però espressione di VERITA' immutabilità e ordine proprie degli enti metafisici. Se però intendiamo che la crisi è della conoscenza e che delle verità ordini e immutabilità delle espressioni matematiche alla base della realtà noi in realtà non ne capiamo niente (non solo noi ma anche quelli che poi le usano per lavoro, cioè matematici e fisici) allora si certo questa è espressione di una crisi in atto, ma no della metafisica ma della conoscenza, o se vogliamo della conoscenza che abbiamo della metafisica. In un certo senso, sempre rimanendo sulla matematica, avremmo una conoscenza assoluta della metafisica che essa esprime, solo che tale conoscenza non serve per avere certezze sul reale. Ma forse non ho compreso di quale metafisica si parla. Non credo possa tramontare l'idea che esista un ordine; anche se quest'ordine ha il compito di mettere disordine esiste sempre l'ente che determina il disordine altrimenti avremmo sempre disordine, mentre esiste invece un ordine al disordine... e quello è un ente metafisico (a mio modo di vedere). Che abbia un fine o no, comunque esiste! Se non esistesse avremmo sempre disordine, cosa non vera. La sua esistenza è quindi legata all'effetto che esso provoca. Del resto la nostra esistenza non sarebbe stata da noi stessi percepita se quell'ordine non fosse esistito. Non avremmo capito nulla, ma proprio nulla di quello che ci circonda. Non potremmo conoscere qualcosa che non ha un ordine. La metafisica ci circonda... ci siamo dentro fino al collo |
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16-11-2015, 11.45.41 | #13 | |
Moderatore
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Ma non e' la Verita (Metafisica) che deve "adeguarsi" a noi,che di per se sarebbe quanto di più assurdo,ma siamo noi che in un certo senso dovremmo re-integrarci ad essa..ed e' anche quello che in altre parole avrei detto nel mio ultimo intervento sopra |
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16-11-2015, 12.43.36 | #14 | |||
Moderatore
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Messaggi: 335
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Acquario, come puoi dire che questi principi etici/morali "esistono già di per se,da sempre e diciamo indipendentemente.." ? Io nè li percepisco, nè li deduco da altri principi, nè li induco dall' esperienza. Le leggi naturali sono leggi risultanti da un processo di induzione e quindi (altamente) probabili, nulla vieta che in futuro cambino o che l' universo in cui viviamo venga sostituito da un nuovo universo governato da leggi naturali ben diverse da quelle che conosciamo. Citazione:
Citazione:
L' accettare o l' ignorare questi principi è sempre una scelta personale. Il mio principio pone al centro la vita e non è esclusivamente "relativo a me stesso", potrebbe essere adottato da tutti o da una parte (pur con la consapevolezza che non si tratta di un principio assoluto/trascendente, ma di un principio relativo a chi lo adotta). Accettare questo principio (tutti abbiamo uguale diritto di esprimere al meglio il nostro essere (realizzare noi stessi)) significa accettare che non è possibile realizzare noi stessi a discapito dell' altro, annientando l' altro, perchè l' altro ha uguale diritto di relizzazione. E' una questione di (delicato) equilibrio. Ultima modifica di jeangene : 16-11-2015 alle ore 13.58.23. |
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17-11-2015, 00.34.54 | #15 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 02-08-2015
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Acquario69: adeguarsi e integrarsi non sono le azioni di chi si guarda dentro. Se non siamo nemmeno consapevoli della verità a cui andiamo incontro,come possiamo eliminare la distanza che ci separa? Trovare la via ancor prima di intraprenderla è forse anche più importante. Jeangene,hai ragione,questione di prospettive. Il senso del topic è proprio questo,nel momento in cui abbandonando la metafisica si assume la relatività (e la fallibilità anche) del proprio credo interiore. Ultima modifica di memento : 17-11-2015 alle ore 14.19.16. |
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17-11-2015, 01.09.56 | #16 | |
Moderatore
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
infatti non ho detto niente del genere,(rileggi meglio) i principi a cui mi riferisco io non sono etici o morali (umani e relativi) bensi Universali (non umani ed assoluti) così come il manifestarsi del molteplice vi sarebbe necessariamente un unica matrice di provenienza ed un unico principio,allo stesso modo incontrovertibile,che non e' la parte a contenere il tutto ma il contrario |
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17-11-2015, 10.00.41 | #17 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
** scritto da Sariputra:
Citazione:
Ma questo sarebbe possibile se si fosse certi, al 100%, che non esiste niente aldilà del tangibile, della sola e pura materia, del calcolabile, dell'indubbio, della certezza empirica manifesta. E' la perplessità, viva e presente in ognuno, sul Mistero dell'esistenza del Tutto che nutre la metafisica, altro che tramonto; anzi, la crisi etica e morale è dovuta proprio dal fatto che ci s'illude di poter generare la risposta oggettiva a quel Mistero senza la metafisica, credendo che non ci sia nient'altro aldilà dell'autodeterminazione dell'individuo nel piacere e nell'orgoglio. Questa è una sfida persa prima del fischio iniziale, è come giocare da soli contro 11 Maradona del 1986, solo un miracolo potrebbe conseguire la vittoria, ma, quindi, se è un miracolo, è metafisica, altro che tramonto!! ------------------------------------------------------------------------------ ** scritto da jeangene: Citazione:
Ma il problema è proprio questo: non si può adottare, a meno che non si viva succubi di un altro per paura, convenienza o angheria, un principio etico che proviene dalla sola "fisica" umana, perché la consapevolezza ti suggerisce (in proporzione con l'aumento dell'esperienza inevitabile interiore: la spiritualità) che c'è un Principio aldilà di quello caduco, manchevole e limitato di un individuo che prima o poi, senza la fede nella metafisica, sarà costretto a prendere decisioni a discapito dell'altro, altrimenti sai da quanto l'avremmo già realizzato, altrimenti sai da quanto sarebbe stato smentito il Vangelo. Pace&Bene |
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17-11-2015, 17.40.19 | #18 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Non ho ben compreso la replica. L'ordine di cui io parlo è quella struttura che io individuo (ad esempio nella matematica) che mi da sufficienti garanzie per poter fare delle valutazioni razionali su quello che mi circonda. Se quello che mi circonda non avesse (o non si fondasse) su strutture "fisse", non potrei avere alcuna garanzia sulla qualità della mia conoscenza. forse i problemi di incomprensione sono all'interno di questa frase Citazione:
Vorrei contestare questa frase cercando di portarti sul ragionamento che ho fatto in precendenza. La m.q. è una teoria probabile solo se mi serve per conoscere il reale. Dopo di che non è per nulla una teoria probabilistica. L'assunto è che La metafisica serve per conoscere (o ricercare) i fondamenti. Allora se per ipotesi ponessi la matematica della m.q. uno dei fondamentali (come se fosse l'ente metafisico che sto ricercando) potremmo ritenere codesta matematica a fondamento della realtà. L'unico inghippo è che essa non è la realtà stessa, o meglio non è quello che poi io andrò a conoscere di volta in volta quando mi troverò ad interrogarla su: cos'è la realtà? Solo in quel caso mi si risponderà che la realtà che io posso conoscere ha come base un mero calcolo probabilistico. Ma la struttura di base non ha nulla a che vedere con la probabilità. E' fissa (si dice meglio determinata) ed è conosciuta. Si può calcolare come evolve e con quei calcoli si possono fare previsioni. Ed anche se poi le previsioni sono di tipo probabilistico il fondamento non è casuale, è misurabile.., e se così non fosse non esisterebbe la m.q. come non esisterebbero le particelle le stelle ed anche gli uomini. |
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17-11-2015, 18.59.16 | #19 |
Ospite abituale
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Guardate che le prassi sono impregnate di sedimenti storici lasciati dalle metafisiche,comprese le logiche.Ma nulla è andato perso definitivamente.I concetti giuridici sono fondati sulle metafore delle filosofie morali a loro volta derivate dalle metafisiche, la persona giuridica è una "finzione"diventata realtà tangibile materiale.
O esiste qualcosa e qualcuno che determina oggettivamente oppure tutto è interpretazione della nostra mente. La nostra mente tende ad anticipare e controllare gli eventi ,da questo nasce l'oracolo antico, il profeta, che diventa predittività scientifica. Tutta la nostra conoscenza e aggiungerei anche credenze, si è mossa dalle motivazioni metafisiche dettate dalla gnoseologia o epistemologia delle mente umana.Quando l'uomo ha posto la ragione in termini centrali nella cultura ha sperato di arrivare ad un unico linguaggio veritativo (Leibniz), i tentativi di unire logica e matematica(Frege), ma i paradossi (Russell) e le problematiche di consistenza e completezza nei sistemi autoreferenziali(Godel) hanno di nuovo rimesso in discussione tutto quanto, accettando con l'assiomatizzazione che niente è fondato su verità assolute, per cui il teorico matematico può costruire un universo a nove dimensioni. I principi etici, che siano laici o religiosi, sono comunque forme giustificate metafisicamente e praticate nelle convenzioni quotidiane. Ma la relativizzazione ci appare come continua modellazione, come malleabilità di un mondo "plastico" dove l'immagine retorica come arte persuasiva diventa la forma che implementa il linguaggio umano convincendo le masse.Se c'è malleabilità del mondo c'è anche condizionamento. Quando non si ha un riferimento "fermo e immobile" l'ago della bussola può essere "girato" in funzione di poteri materiali che usano strumentalmente gli archetipi mentali umani. Allora la cultura è ciò che conviene che dica; se nulla è veritativo tutto paradossalmente acquisisce valore veritativo ,basta spingerlo con forza o urlarlo più forte. La metafisica non è morta, perchè ribadisco che le prassi sono il retaggio storico, e finchè non si pone l'accento fra le contraddizioni delle pratiche con le teorie ispirative metafisiche si continuerà nella contraddizione.Nietzsche ha "picconato", Heidegger ha tentato alternative. Il secondo problema diventerebbe quale metafisica potrebbe avere senso oggi? Perchè giustamente si è posto il problema di cercare di ritrovare basi identificative, condivise.Oggi è un "fardasè" la cultura,è frammentazione e individualismo,ma questa non è libertà, è giungla e nella giungla vince il più forte non la cultura più vicina ad una verità. Che cosa cerca l'uomo,cosa vuole? Può una metafisica trovare delle risposte al "cercatore d'oro"? |
17-11-2015, 19.25.50 | #20 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Ritengo che la razionalità sia ricerca critica di garanzie per le verità credute, o da credersi (mentre l' irrazionalismo é credenza acritica senza garanzia alcuna). E di fatto, per un atteggiamento o impulso comportamentale non razionalmente criticato e fondato bensì acritico, irrazionalistico, sono razionalista (il mio discorso vale quindi per chi sia razionalista, lasciando ovviamente del tutto indifferente o magari insoddisfatto chi razionalista non é, e io non posso in alcun modo convincere a diventarlo). Non é per "mettere le mani avanti" di fronte a possibili critiche che avanzo queste precisazioni, ma perché semplicemente, spontaneamente ne sono convinto: d' altra parte essere consapevoli di limiti del razionalismo significa essere molto più razionalisti che ignorarli e coltivare assurde illusioni in proposito (altra considerazione per me decisamente soddisfacente ...credo di avere la fortuna di essere alquanto ottimista). Concordo che il razionalismo portato alle estreme conseguenze imponga lo scetticismo. Ma credo anche che certe verità siano indubitabili condizionatamente o ipoteticamente, cioé "a certe determinate condizioni non dimostrabili" ma solo ipotizzabili; e trovo (anche) questa certezza già (soggettivamente, arbitrariamente, per quel che personalmente mi riguarda) piuttosto soddisfacente. Credo (innanzitutto per la mia propria esperienza personale) che sia possibilissimo trovare in noi (e non nei valori che portiamo come vessilli) ragioni validissime e fortissime (tali da giustificare qualsiasi sacrificio, anche quello supremo della vita, se necessario) delle nostre azioni. E credo che ciò sia ottimamente spiegato dalla scienza (biologica, mediante la teoria dell' evoluzione della vita per mutazioni genetiche casuali e selezione naturale correttamente intesa e non assolutizzata; ovviamente alla condizione della verità delle ipotesi indimostrabili che sono conditiones sine qua non della conoscenza scientifica. E -scienza in senso lato: "umana"- materialistica storica, mediante il rapporto dialettico fra sviluppo delle forze produttive e rapporti di produzione). Non dimostrato o "giustificato" ma molto bene spiegato nel suo accadere realmente di fatto. |
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