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23-11-2015, 16.47.11 | #42 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
** scritto da memento:
Citazione:
Esatto, senza metafisica, senza il perché esistono e perché uno può sperimentare queste situazioni che tu elenchi sopra, compresa quello del morto di fame, perché dovrebbero poi importare? ...perché avrebbero l'obbligatorietà di dover prendere un senso oggettivo, o dover rispondere alle sofferenze umane? Sperimentarle (e quindi usufruire e godere gratis di esse!) senza domandarsi metafisicamente il perché di quel morto di fame o il perché esiste l'amore, è come chi guadagna 1 milione di euro al mese in nero e senza domandarsi il perché gli altri pagano le tasse, utilizza e approfitta dei servizi che quelle tasse gli concedono. Citazione:
Se non te ne fossi accorto questa tua "ipotesi" è una ragione di fede ...benvenuto nella metafisica. P.S. = perché è inevitabile non ragionarci!! Citazione:
Quindi perché parli di morte, di piacere e di amore?!?! Citazione:
...intanto, però, senza pagarne il dazio (ossia rinunciando a fare metafisica), ti giovi di essa (della felicità)!! Pace&Bene |
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23-11-2015, 22.38.59 | #43 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 02-08-2015
Messaggi: 177
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Cerchiamo di dare una definizione alle cose: Cos'è reale? Reale è ciò che esiste e si manifesta. Come potrebbe dunque una realtà prescindere (trascendere) da una sua manifestazione (l'individuo)? Quali sono le manifestazioni di cui possiamo conoscere l'origine? Solo quelle individuali. Non esiste luna che non sia riflessa dai nostri occhi,priva da una prospettiva parziale da cui ossevarla. Se la vista esiste rispetto ad un'immagine che la stimola,anche l'immagine esiste rispetto all'occhio che la guarda. È un legame biunivoco,uno scambio di informazioni tra il soggetto e il mondo,la vita. Potrebbe anche essere questo il senso del racconto del monaco. |
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24-11-2015, 09.55.14 | #44 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Mah...io direi invece che il senso del racconto del monaco è che non vi è luna e non vi è monaco in senso ultimo. Il monaco ha un'intuizione della natura non duale della realtà. |
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24-11-2015, 13.20.41 | #45 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
"Non più acqua, non più luna" indica che la luna è solo fenomeno relazionale di contesto, pura immanenza relativa, mentre, se la luna riflessa nel pozzo non è la luna, significa che essa è comunque di per se stessa nella sua originaria identità in sé, oltre ogni contesto in cui si produce la sua immagine, ossia il suo significato. Credo che queste interpretazioni debbano essere invece considerate in come complementari, in modo da legare la tautologia logica dell'identità che implica la trascendenza della cosa con la fenomenologia dell'esistere in cui la cosa si rivela. La luna nel suo specifico significato può solo apparire dal contesto che la fa significare e quindi esistere, è solo nell'acqua che si può trovare qualcosa che chiamiamo luna, ma quel qualcosa è, è l'identità che nell'acqua si manifesta. Non abbiamo che il riflesso nell'acqua per dire cosa quel qualcosa sia, ossia non possiamo leggere l'essenza assoluta di quel qualcosa se non nella costante mutevolezza relativa e immanente del suo apparire che ci offre il suo continuo e sempre mutevole significare. L'eterna permanenza di ciò che ontologicamente e tautologicamente è, è così espressa proprio dall'eterno mutare della sua esistente fenomenologia significante. Ultima modifica di albert : 24-11-2015 alle ore 21.29.31. |
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24-11-2015, 14.04.05 | #46 | |||
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
e' proprio nel tentativo di dare una definizione che la Realtà sfugge Purtroppo noi occidentali siamo troppo abituati a interpretare le cose in maniera contrapposta (soggetto-oggetto) ma diventa una visione separativa. comunque credo che le risposte meno "oscure" delle mie le hanno date qui sotto Citazione:
Citazione:
ringrazio sariputra e maral per essermi (esserci!) venuti in soccorso nella possibile spiegazione di cui sono chiaramente d'accordo. |
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24-11-2015, 16.12.24 | #47 | |||
Nuovo ospite
Data registrazione: 02-08-2015
Messaggi: 177
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Il senso di colpa subentra solo in una prospettiva metafisica che svuoti di importanza le proprie azioni in vista di un fine superiore. Se una persona si domanda perché ama è molto probabile che abbia già smesso di amare,o forse non l'ha mai fatto. Citazione:
Citazione:
Ultima modifica di memento : 25-11-2015 alle ore 00.07.09. |
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24-11-2015, 18.01.30 | #48 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
...prendo spunto dal tuo intervento. Manca il soggetto che non può essere la luna. Se accettiamo l'entificazione delle cose ritorniamo alle vecchie metafisiche, ma se inseriamo un soggetto gnoseologico allora non può che essere l'uomo come essere che esiste. Dico questo per "dividere" l'antica metafisica, da una nuova possibilità di fare metafisica e potrebbe essere la continuazione di Heidegger. Se accettiamo che l'uomo sia un semplice ente "cosifichiamo" qualunque cosa, anche l'uomo potrebbe essere la luna. Ma il soggetto del breve racconto è il monaco che deve saper distinguere ciò che è da ciò che appare, ciò che esiste e ciò che è solo l'immagine di un'esistenza. Personalmente ritengo che solo dopo potrebbe essere trascesa l'esistenza per riportarla all'essere, perchè è la relazione fra essere ed esistenza che costruisce i significati .La luna ,sempre nel breve racconto, può avere diverse significazioni dipendenti dal soggetto umano che lo determina gnoseologicamente, quindi lo interpreta e può anche trascenderlo. |
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24-11-2015, 21.52.27 | #49 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
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24-11-2015, 23.29.36 | #50 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Il tramonto della metafisica
Citazione:
Io invece penso di sì, l'uomo è il regista dei significati. Perchè forse non c'è altra percorribilità. O una verità è calata dall'alto ,ed è comunque una costruzione umana, persino l'interpretazione di un Dio ,di un iperuranio o la logica stessa, oppure il procedimento è dagli "inferi", quaggiù sulla terra,dall'esistenza. Le metafisiche tradizionali tendono alla dualità di un origine immobile, eterna e perfetta, questo è il paradigma della perfezione, ma non è altro che il desiderio umano di una perfezione, conscio della sua imperfezione e del suo viatico errabondo e quindi contraddittorio. Ma già il costruire una perfezione metafisica e vivere la contraddizione nell'esistenza,segnala e indica le grandi possibilità umane. L'uomo così oggettiva una perfezione, ma in verità è lui stesso che lo ha costruita, lui lo ha soggettivata. La contraddizione non è fondamentalmente logica, è prima di tutto gnoseologica;perchè la logica è strumento del procedimento conoscitivo. Il problema non è l'ontologia del ciò che è e la logica identitaria, ma il fatto che l'uomo anela una identità dentro una perfezione che si pone ovviamente in contraddizione fra essere, come perfetta significazione, e l'esistenza nella contraddizione che pone le domande. Tanto per capirci, non è così dissimile il sistema relazionale delle logica dialettica, solo che è il soggetto umano come vivente contraddizione portatrice di relazioni fra la sua esistenza e l'essere , intesa come perfetta conoscenza e quindi identità che riempie i significati . Ma il luogo originario è l'esistenza e non una struttura originaria "super" ,al di sopra dell'esistenza. Muta il linguaggio, mutano gli strumenti. Non è possibile infatti argomentare significazioni sull'esistenza omettendo la parte emotiva umana, la logica è un supporto, non l'unico ed essenziale linguaggio che certamente aiuta a verificare la contraddizione e l'identità. L'uomo ha ritenuto che la logica accompagnasse la perfezione e quindi fosse in grado di descriverla, di categorizzarla, ma sbaglia se ritiene che sia il linguaggio utilizzabile per l'ambiguità dell'essere che esiste, perchè non può che segnalarne le continue contraddizioni, ma in questo non aiuta l'esistere a portarlo all'essere, semmai mortifica e deprime l'esistenza. Non è possibile omettere la coscienza e parlare di esistenza. Noi non siamo semplici cose o enti perchè ci distingue una "coscienza" , una capacità riflessiva, motivazioni non solo materiali e istintive e procedimenti che non sono spiegabili dalla sola logica. L'uomo è un soggetto che ha capacità classificatorie di oggettivazioni , ma non può essere prigioniero delle sue stesse categorie oggettivate, essendone lui stesso l'artefice. Se diamo troppa significazione alla perfezione, svuotiamo l'esistenza dei suoi contenuti, ponendoli nemmeno dialetticamente percorribili, ma come antinomie insormontabili. Allora l'esistenza diventa insopportabile essendo priva di senso. O l'essere è con noi, in qualche modo coscienziale, nella contraddittoria esistenza e ci segnala la differenza fra sè e l'esistere, o tutto è privo di senso e allora sì siamo davvero nella contraddizione assoluta. Insomma, il linguaggio pone al centro nuove determinazioni: esistenza, coscienza,emozione, sentimento, ma anche necessità e possibilità senza per questo dimenticare la logica, ma non più come unico procedimento veritativo |
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