ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
28-10-2004, 10.03.27 | #104 |
______
Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
|
Sono d'accordo.. non ci sono percorsi 'da percorrere' per percepire
Non ci sono percorsi da stabilire..! C'è però il 'percepire' al quale ognuno giunge in modo personale.. Si può comunque tentare di comunicare i moti interiori.. Se è comunque vero che la comunicazione è relativa è peraltro altrettanto vero che dentro ad ogni comunione c'è sostanzialmente la nostra energia che fluisce, senza la quale né tu, né io saremmo qua a scrivere o comodamente di passaggio nelle nostre forme.. a respirare! Ciao! Gyta |
28-10-2004, 10.04.26 | #105 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2003
Messaggi: 876
|
noooooooooooo...
l'ho pensato adesso
in questo preciso istante : cosmo-agonia ma trovo che qualcuno mi ha preceduto (ah... gyta,gyta... non ho parole) e poi io non la penso diversamente da niente e nessuno poichè ritengo esserci 6 miliardi e passa di pensieri paralleli ma nessuno che sia "significativamente" diverso da un altro poi penso,poi penso e poi non penso più (!) ehi... grazie per il "mulo" oltre che in triestino lo sono anche in realtà w. |
28-10-2004, 10.10.16 | #106 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2003
Messaggi: 876
|
ad un livello base
si può comunicare solo ciò che si conosce per banale intuizione o perchè ci è stato insegnato mentre ad un livello appena un pelino più alto nessuna forma di comunicazione è più possibile poichè diverrebbe superflua come il mangiare per chi è ormai sazio ed allora ? largo ai passatempi della mente ! . . . sì credo si possa lavorare molto su questo w. |
28-10-2004, 10.19.26 | #107 |
ospite sporadico
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
|
Gyta il nostro intento è quello.... ma parole stiamo usando... tu e Dawork in maniera + poetica... io in maniera più.... tecnica?
Io cerco di vedere la cosa da tutti i punti di vista... speravo che qualcuno integrasse quelli che a me sono meno congeniali (da esprimere ma non prendere in considerazione)... visto che gli interventi sono solo per dire "sbagli" o per fare la domanda tendenziosa... sto mandando avanti una cosa che se sono da solo assomiglia (ma non lo è perchè non è la mia pretesa) ad un manuale... sperando sempre che qualcuno voglia costruire.... Brucus sono d'accordo con te infatti ho scritto "che forse sarebbe più chic" non che sia meglio... Però adesso perdonatemi tutti... io sono il primo che dice che bisogna poi eliminare tutti i libri, tutte le idee preconcette etc etc... però si può eliminare solo ciò che si ha.... intendo che comunque in un percorso bisogna prima capire poi Comprendere anche la teoria (si Pensiero... bisogna... non ti piace.... ) e poi eliminare..... io direi che non è una vera eliminizione quanto un'accettazione che integra nell'Essere senza che più ci si accorga da dove viene.... tutti scrivete e citate qualcosa e anche se non lo fate direttamente comunque attingete ad un comune serbatoio... io stesso cerco di citare il meno possibile... cerco di dare una nuova forma proprio per cadere negli stessi binari... per non rinforzarli... per "creare" nuove strade .... però l'acqua non la inventa nessuno ne calda ne fredda.... Comunque non ho problemi a tornare da dove sono venuto... evidentemente non c'è bisogno di scrivere niente... (e potrei anche essere d'accordo) La comunione di menti non serve? Proponete un modo per comunicare l'interno senza la mente in un forum con le parole.... (non è polemica Gyta) Non ci sono percorsi da seguire? Ok salutiamoci... perchè veniamo qui?... Per convincere altri a seguire il nostro modo di non seguire percorsi? Io so che mi basta lasciare l'acceleratore per far rallentare l'auto... posso farlo senza sapere che così facendo la leva allenta e chiude la valvola che permette il flusso della benzina etc etc..... per guidare mi basta questo... ma se l'auto si rompe e vado in officina... se conosco almeno un pò il motore posso comunicare con il meccanico.... altrimenti devo mettermi nelle sue mani.... avete diversi modi per sostituire "me" "meccanico" e "motore" Uno può essere meccanico=religione, filosofia, teoria, cosa dite? Ah io non vado dal meccanico... ok tieni la macchina rotta... Poi uno può anche diventare talmente bravo da ripararsi la macchina da solo.... ma deve sapere come funziona il motore. |
28-10-2004, 10.22.46 | #108 | |
ospite sporadico
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
|
Re: noooooooooooo...
Citazione:
Questo è già un discorso che riesco a comprendere meglio Spero non ti dia fastidio che approvo |
|
28-10-2004, 10.32.57 | #109 | |
______
Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
|
Citazione:
Pace & Bene! Della serie.. Ed io che ho detto...??? Il post poco più sopra, sulla 'comunione' etc.. etc.. etc.. Gyta |
|
28-10-2004, 10.52.00 | #110 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
|
Sulle parole...
Da: LA VISIONE PROFONDA J.Krishnamurti
Ubaldini editore Prefazione Questi dialoghi coprono una vasta gamma dì argomenti. Per più di trent'anni, un gruppo di persone diverse per formazione, ambiente e professione, profondamente interessate alla prova tremenda che l'umanità si trova di fronte, e animate da un fondamentale interesse, lo sbocciare della personalità attraverso il campo intuitivo dell'autocoscienza, si è raccolto intorno a J. Krishnamurti per intraprendere insieme, per mezzo del dialogo, l'esplorazione della struttura e della natura della mente e della coscienza dell'uomo, e delle risorse di energia che giacciono assopite nell'essere umano. In questi dialoghi, l'interesse è centrato sulla liberazione della mente dall'asservimento alla memoria e al tempo, su di una 'mutazione' della coscienza, e sull'insorgere dell'intuito che offre alla mente profonde basi di stabilità.... ... A partire da un approccio sperimentale, ci sono in questi dialoghi una discussione rigorosa, un sondaggio e un'indagine, un 'ascoltare' e un 'vedere' attraverso i quali le profondità dell'essere, insieme alle sue tante astuzie e segrete evasioni, sono svelate. .... Preso com'è nel paradosso dell'esistenza, l'uomo si pone raramente delle domande. Egli evade dalla sua angoscia, dalla sua solitudine, dal suo dolore. In un mondo saturo dì sensazioni, l'uomo sì rivolge al guru, all'esperienza religiosa, ai poteri extra-sensoriali che nascono da forme svariate dì concentrazione, come a un ulteriore stimolo ai suoi desideri ormai logori. L'insegnamento di Krishnamurti rifiuta il guru e l'esperienza spiritualista come via verso la liberazione. Egli propone d'autorità "una vita regolata", una vita quotidiana libera da qualsiasi attività egocentrica.... P: Pupul A: Achyut K: Krishnaji La conoscenza di sé e l'insegnamento P: Qual è il rapporto tra il vostro insegnamento, cosi come si esprime con le parole che usate nei vostri libri e nei vostri discorsi, e il processo reale della conoscenza di sé? In tutti gli altri metodi per giungere alla verità, le parole del maestro sono interpretate come l'indicazione di una direzione, qualcosa verso cui muovere. Le vostre parole hanno lo stesso carattere e, se così, qual è il loro rapporto con il processo intuitivo dell'autocoscienza? K: Mi chiedo se ho capito bene la domanda. Sono nel giusto se la riformulo in questo modo: Qual è il rapporto tra la parola e la realtà di cui K sta parlando? Si tratta dì questo? P: Quando K parla della disciplina, o parla del punto di vista olistico, abbiamo la parola. Poi viene il reale processo dell'autocoscienza e di ciò che in essa è rivelato. Qual è il rapporto della parola di K con questa conoscenza rivelata? K: Questo punto non lo afferro bene. P: Voi dite 'nessuna autorità', nessuna autorità psicologica o spirituale. Abbiamo una tendenza a prendere di peso quell'espressione 'nessuna autorità' e ad applicarla alle nostre esistenze; il che comporta di non trovarsi in quella condizione, di non scoprire la libertà dall'autorità nel processo dell'autocoscienza, ma semplicemente di stare a vedere se riusciamo a raggiungere una condizione di non-autorità. Prendiamo la vostra parola come fosse la verità stessa. K: Ho capito. 'Nessuna autorità' è un'astrazione verbale e quindi un'idea, e allora uno finisce per inseguire quell'idea? Quando K dice 'nessuna autorità', il fatto è di per sé evidente, o rimane semplicemente una conclusione, uno slogan? A: C'è anche un altro aspetto della cosa: quando dite 'nessuna autorità', è un ordine, un ordine al quale uno cerca di ottemperare con la più stretta approssimazione possibile? K: Sì, questo è giusto. A: L'uno si trova nel campo dell'azione, e l'altro nel campo della astrazione. P: Esiste la conoscenza di sé; ciò che si rivela nel processo dell'autocoscienza non è conoscibile con la parola. Uno vi ascolta parlare, uno comprende quello che dite, oppure uno legge i vostri libri e li applica alla sua vita quotidiana; perciò si crea un vuoto tra la conoscenza di se stessi e la vostra parola. Ora, dov'è la verità? K: Non nella parola e nemmeno nell'auto-rivelazione. Ne è completamente distinta. P: Potremmo discuterne? K: Sto ascoltando K mentre parla della conoscenza di se stessi, mette in rilievo l'autoconoscenza, la sua importanza, afferma che senza la conoscenza di sé manca del tutto la base. Egli dice questo. Io ascolto. In che modo ascolto un'affermazione del genere? L'ascolto come fosse un'idea, un ordine, una conclusione? O accade invece che nella mia autoconoscenza mi rendo conto delle implicazioni dell'autorità, e perciò vedo che quanto K dice concorda con quello che scopro da me stesso? Se ascolto la parola e traggo una conclusione da quella parola sotto forma di idea, e perseguo l'idea, allora non è evidente di per sé. È soltanto una conclusione. Ma quando sto studiando me stesso, quando sto seguendo i miei pensieri, allora attraverso le parole di K avviene una scoperta di sé? P: Ora, la parola di K è necessaria alla scoperta di sé? K: No. Lo affermo: senza la conoscenza di sé qualunque cosa io pensi o faccia o porti avanti, non ha base alcuna. Così vengo per parlare o leggo un libro perché mi interessa l’autoconoscenza e la ricerco. E quando sento K parlare della 'non autorità', qual è la condizione della mia mente mentre ascolto quelle parole? Sono consenziente, ne traggo una conclusione, oppure è un fatto? P: In che modo diventa un fatto? Lo diventa perché se ne è fatta la scoperta nel processo intuitivo dell'autoconoscenza? O perché voi l'avete detto? K: II microfono è un fatto. Non esiste perché dico che è il microfono. P: Ma quando voi dite 'microfono', non è un fatto nello stesso senso in cui il microfono è un fatto. K: Così, la parola non è il fatto. La descrizione non è ciò che è descritto. Perciò, su questo punto, sono stato chiaro che la parola non è mai la cosa stessa? La parola 'montagna' non è la montagna. Mi son fatto capire? Oppure mi è sufficiente la descrizione e in quella rimango impegolato? Accetto la descrizione svuotata di ciò che viene descritto e radicata nell'idea? Non respingete in blocco la struttura verbale. Per comunicare io mi servo del linguaggio; vi voglio dire qualcosa. Mi servo di parole che conosciamo entrambi. Ma entrambi sappiamo che le parole che usiamo non sono il sentimento reale che ho dentro di me. Così la parola non è la cosa. ... |