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16-06-2004, 11.09.33 | #82 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Citazione:
Certo che sono d’accordo con quel che ho scritto… già, il testo è mio. Sono convinto che a certe cose, che stazionano oltre il limite dell’umana competenza, non sia possibile arrivare attraverso la conoscenza che si sviluppi a seguito di un processo iniziatico rivolto ad un’elité intellettualistica e sofistica. Dio, se un Dio esistesse veramente, sarebbe molto al di là delle nostre misere capacità di conoscere tanto con l’intelletto, tanto con il sentimento/anima. La ragione naturale arriva a speculare sulle cose del mondo sensibile fino ad un certo punto, poi, stante la situazione attuale, a quel limite deve arrestarsi, anche solo momentaneamente, per iniziare, quindi, a congetturare confidando in un’intuizione che, in seguito, dovrà essere necessariamente confermata dalla dimostrazione empirica, per poi, da qui, riprendere il percorso verso altre mete precedentemente ritenute inarrivabili… ma dubito che mai possa riuscire a svelare tutto quel che vi è da svelare, anche in quest’ambito delle scienze naturali. Questo per quanto attiene al mondo del sensibile. Viceversa, per quanto inerisce al mondo del sovrasensibile, la mente non può che limitarsi ad esprimere proprie congetture, senza che questa attività possa mai sfociare in una dimostrazione di quanto teorizzato. Questo è il limite della ragione naturale. Ma la mente è anche uno strumento potentissimo che ha la capacità di percepire quel che stà oltre il limite di quanto acquisito in termini di conoscenza. Lo percepisce perché coadiuvata in ciò dal sentimento, che qualcuno definisce anima. Questa percezione, non solo razionale, spinge l’uomo a porsi delle domande, e le risposte di cui volta per volta si guarnisce sono sempre le più disparate possibili. La fede rappresenta il complemento della ragione, è ciò che permette a questa di compiere quel salto qualitativo necessario a colmare il vuoto cognitivo, a penetrare all’interno dell’area grigia del non noto; s’innesta sulla ragione (cioè sul noto), e di questa ne rappresenta la propaggine qualificante. La fede non rivela i misteri del non noto, ma fa in modo che questi siano percepiti e creduti veri, è una conferma fideistica, d’amore. Non è cieca credulità, perché si poggia su un fondamento di conoscenze ben solide, quelle della ragione naturale che è giunta a lambire il proprio limite, almeno dal punto di vista della speculazione teoretica, immaginativa e filosofica. La fede, a differenza di quanto sostenuto da qualcuno (Milarepa: < La fede non è un dono…>), è un dono proveniente da Dio, anche se condivido la sua bellissima immagine che sia anche <… un investimento d’amore…>, perché Dio non si lascia scoprire attraverso speculazioni sofistiche, intellettualistiche o ragionieristiche, ma si lascia raggiungere e ‘baciare’, in seguito ad un investimento d’amore, che altro non è che una fiducia razionale e sentimentale in ciò che non è possibile vedere, ma che si ritiene sostanza di quel che si percepisce, soltanto percepisce, con il cuore, con il sentimento (non impressionarti per il tenore assoluto che questo mio concetto esprime, sono solo mie convinzioni personali – dovrei utilizzare il condizionale, ma opto per questa forma più scorrevole perché ritengo siano solo pensieri, miei, espressi aderendo ad un concetto di fede che avrei se veramente riuscissi a credere all’esistenza di un qualsiasi Dio o entità trascendente). L’uomo, val la pena ripeterlo, è un essere limitato, ma è anche la più bella creatura del ‘Creato’; bella proprio per questa sua paradossale capacità di percepire ed innamorarsi di un qualcosa che non può conoscere (intendi partecipare alla sua essenza divina) interamente. E’ parte integrante e costitutiva del ‘Creato’, ma è un al di fuori rispetto al suo Creatore, altrimenti sarebbe Egli stesso. Non lo dissi io che Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza: Immagine e somiglianza, non certo identico a Lui; quindi, ritengo che stia ad indicare che Dio stà al di sopra della propria Creazione. Se la perfezione del Creatore fosse assoluta come asseriscono i Testi, questa perfezione non potrebbe integrare anche la sua Creazione, che è imperfetta, e il ritorno dell’anima immortale fra le braccia del suo Creatore sarebbe solo una circolo vizioso senza alcun senso… a chi dovrebbe ricongiungersi quest’impalpabilità metafisica se della divinità sarebbe parte integrante ed in essa integrata? Difficile comprenderlo, come difficile è comprendere il senso della Creazione stessa. Su questo tema è molto più coerente il pensiero materialistico, quello ateo… tutto nasce dal caso etcc… ma è un’altra storia più volte affrontata in questo forum, come è un’altra storia la questione della reincarnazione, ma pare che il tema sia stato abbandonato. P.S.: non so se queste specificazioni siano gradite o meno a Giulma, ma confido sul fatto che le ritenga meno astratte delle precedenti…. In ogni caso, attendo che esponga lui le sue personali considerazioni |
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16-06-2004, 13.25.24 | #83 | |
Utente bannato
Data registrazione: 09-07-2003
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Citazione:
E' al di fuori rispetto al suo Creatore? E che vuol dire? Perchè c'è qualcosa che è al difuori di Dio? La sua Creazione è imperfetta? Perchè Dio crea le cose imperfette? Difficile comprendere il senso della creazione? Solo per chi non lo vuole comprendere credendo dire il suo giusto. Tutto nasce dal caso? Ma quale caso. Che parola senza senso. La reincarnazione? Parlane con me. Ciao, Giulio |
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16-06-2004, 13.39.25 | #84 |
Ospite abituale
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"noi siamo legati alla nostra umnità e quindi al karma della nostra umanità"..... (Giulma)
..........karma: legge di causa ed effetto e rimetti a noi i nostri debiti come noi..........(legge del perdono) io ho letto, ho studiato e non mi offendo affatto perchè le fonti tue forse sono diverse dalle mie, ma io credo nella libertà di scelta che Dio ci ha sempre dato e..... nella buona novella e cioè quella del perdono. Pertanto so che ritorna chi vuole, o chi ha creato delle cause di cui non ha scontato gli effetti o chi deve in qualche mpodo perdonare, .....ma chi, grazie ad un processo di purificazione ha raggiunto uno stato di supercoscienza o....distacco da qualunque apparente ferita o fesa... torna solo se lo vuole, per compiere la volontà di Dio che è Amore per i fratelli che sono rimasti indietro!!! |
16-06-2004, 13.45.26 | #85 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2004
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a Visechi
che fuoco interiore ......se solo lo risvegli!! Altro che mancanza di fede!!! dentro di te c'è un tale ardore, un tale desiderio di Unione al divino.....E' uno splendido inizio di un viaggio infinito in cui troverai tanti appassionati compagni di viaggio, pellegrini e viandanti che con lo sguardo rivolto al cielo percorrono il....cammino. Sei veramente una splendida anima (e non dico persona perchè il termine persona per me significa maschera e tu in questi post le maschere le deponi tutte.....oquasi) Un bacione |
16-06-2004, 13.46.34 | #86 |
Utente bannato
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Certo, certo, ..., certo.
Vediamo un pò, ti dico solo quello che credo io, chiaramente: 1) tornano tutti, perchè sono tutti legati al Karma di questa umanità; 2) gli altri? sono talmente pochi. 3) "... Amore per i fratelli che sono rimasti indietro!!!" Certo, a parole però non serve assolutamente a nulla. Ciao, Giulio |
16-06-2004, 16.11.59 | #87 | ||
Ospite abituale
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Messaggi: 1,150
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Citazione:
Caro Giulio, il concetto non è poi complesso: la Creazione sarebbe opera di un Creatore eterno e onnitutto, ma non è il Creatore stesso, ne rappresenterebbe una sua opera dalla quale Lui si terrebbe leggermente discosto, seppur sempre vigile, perché alla sua più fulgida creatura – l’uomo – sia lasciata la libertà di muoversi, agire, scegliere… perché solo nell’imperfezione si concreta per l’uomo la possibilità di agire con una certa libertà, vincolato o suggestionato dai suoi interiori condizionamenti e da quelli che provengono dall’insegnamento che questo, vivendo, trae dall’interazione con le cose che lo circondano. L’uomo è, nel suo ambito umano, libero, giusto perché nel suo ambito imperfetto, essere imperfetto, si muove ed agisce. In tale contesto, avverte la costante necessità di operare delle scelte, scelte che lo condizionano e che, a loro volta, condizionano e in, una certa misura, concorrono a costruire e a modellare la creazione stessa. La Creazione è affidata e consegnata all’uomo, e l’uomo stesso è parte della Creazione: pare che le Scritture, perlomeno quelle più accreditate come tali, si esprimano in questo senso, forse per te inusuale, ma pare - di nuovo pare - che sia così. Ora pretendere di comprendere il senso divino, non umano, della Creazione sarebbe un atto di superbia alquanto improponibile, perché conoscere la ragione per cui Dio volle quel che si dice abbia voluto, sarebbe anche entrare a discettare sui Suoi proponimenti… c’è sempre chi la vuol cruda e chi cotta… ma sarebbe anche pretendere di entrare fin dentro gli angusti meandri della Sua superiore volontà. La superbia è però anche ciò che annebbia la vista dell’uomo e lo elegge a Suo pari (se vuoi ti proporrò un phamplet su cosa è la superbia – sempre mie considerazioni). Se solo per un attimo dovessi dubitare dell’imperfezione della Creazione, t’inviterei ad osservarla con maggiore attenzione; se, comunque, dovessi ravvisarci i crismi della perfezione, dovresti anche rispondere a tantissimi quesiti di cui non conosci le risposte; e qualora non dovessi trovare le risposte adeguate, sappi che ignoreresti le regole superiori che governano la Creazione. In relazione all’azione costituente del caso, evito di dilungarmi perché in proposito, in altre occasioni, ho già scritto a profusione… se sei interessato, cerca i relativi thread. Per la reincarnazione i tempi non sono maturi, serve altro, devi scrivere qualcosa in più, devi svelare qualcosa tu… per esempio l’anima cosa è, come e quando si collega al corpo? Anche su questi temi – anima e reincarnazione -, in passato, ho scritto qualcosa, ma a te il compito di effettuare la ricerca… sai, la vita è una ricerca continua, incessante e dura; la ricerca è fatica; ora, considerato il tono con cui domandi, fatica tu, se sei interessato. Ciao Giulio, a risentirci Citazione:
Ehi, ehi… gulp, gasp, mi metti in imbarazzo… che posso dirti? Ritenendo la fede una cosa estremamente seria, disponibile per tutti, soprattutto per gli umili, perché a questi Gesù la promise, non ritenendomi neppure una persona che finge con sé stesso, la mia mancanza di fede è probabile sia dovuta all’assenza di quel qualcosa che dicono sia indispensabile per ottenerla, una specie di fuoco sacro, e, in tale assenza, mi accontento magari del fuoco fatuo del confronto delle opinioni… ma è certa una cosa, se la fede esiste, se questa non è solo autogenerata, se fosse possibile davvero un rapporto intimistico con una Entità trascendente, un rapporto non visionario (nell’accezione negativa di stato alterato della coscienza), credo proprio che questo rapporto potrebbe essere il più simile possibile a come Gesù lo racconta nei Vangeli, anche perché mi piace il Gesù storico e il Dio che emerge dal Kerigma evangelico… e davanti alla fede, quella genuina, o che reputi tale, ci si toglie il cappello, ci si inchina, e qualsiasi argomentazione tesa a sminuirla si piega all’imperscrutabilità di un animo puro… io ho incontrato alcune persone munite di una fede che reputo essere genuina… una fede non amorfa, non artefatta, che non pretende di svelare misteri a cui partecipa senza conoscere nell’essenza, perché la fede è innamoramento, non conoscenza, altrimenti Gesù l’avrebbe chiamata gnosi, non fede, e a Dio ci s’inchina, come s’inchinò Gesù al cospetto del volere del Padre, proprio per un atto di fede ed amore che volatilizzano la superbia, quella che si riscontra in tanti, troppi ‘Maestri’ di spiritualità, soprattutto in quella ‘occulta’. la Chiesa è altra cosa, che io non demonizzo, forse scostante, forse urticante per alcuni suoi aspetti, ma sicuramente da rispettare per quel che di spirituale e filosofico ha espresso nei millenni ed esprime tuttora. Grazie comunque per l’attestato di stima. Ciao |
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16-06-2004, 16.48.54 | #88 |
Utente bannato
Data registrazione: 09-07-2003
Messaggi: 558
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Quando dici:
"la Creazione sarebbe opera di un Creatore eterno e onnitutto, ma non è il Creatore stesso, ne rappresenterebbe una sua opera dalla quale Lui si terrebbe leggermente discosto, seppur sempre vigile, perché alla sua più fulgida creatura – l’uomo – sia lasciata la libertà di muoversi, agire, scegliere… perché solo nell’imperfezione si concreta per l’uomo la possibilità di agire con una certa libertà, vincolato o suggestionato dai suoi interiori condizionamenti e da quelli che provengono dall’insegnamento che questo, vivendo, trae dall’interazione con le cose che lo circondano" è quello che credi tu. Io dico, invece, che il Creatore non si tiene "leggermente discosto" dalla sua opera, perchè Vive la sua opera. Quella che tu esponi è la visione primitiva di certi sistemi religiosi che io non condivido. Capito adesso? Semplice no? La tua lettura e interpretazione nonchè visione del mondo e dell'universo in cui sei immerso è ancora un pò primitiva, ma come del resto quella di quasi tutta questa nostra umanità. Non voglio dire questo per offendere, fai attenzione, ma soltanto perchè è quello che penso, e quello che penso è solo quello che penso io. Dunque, nulla più. Io non ho niente da svelare, scrivo solo quello che mi va e quando mi va, cercando di rispettare un pò tutti i diversi punti di vista. Però, se vuoi, chiedimi pure. Ciao, Giulio |
16-06-2004, 18.02.36 | #89 |
Ospite
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superbia
“La superbia è il senso dell’essere posto nella figura del corpo, è il senso dell’essere diventato corporeità, è narciso che vuole rapportarsi a Divinità sprofondando nella forma; ad essa è associato l’orgoglio, ma quello brutto perché privo di dignità.
E’ anche di quelle angelicità che, innamoratosi della donna, vollero per superbia fare dell’opera loro la creatività. La superbia è quell’impulso primordiale che pretende di realizzare l’effetto sul piano dell’immortalità. Superbo è colui che possiede orgoglio ma non dignità; anche l’evoluto può in base a quell’evestra superbia fare molto avanzando lungo la via verticale, ma non affrontare con superbia l’ultima prova, quella di fronte alla fiamma, perché la superbia, se non associata alla dignità, diventa ego paradossale e allora di fronte alla fiamma brucia la dignità, l’umiltà, la comprensione cosicché è la disperazione che getta chi a tanto ha osato nella vita, ma come un feto abortito perché superbia magistrale di fronte alla soglia non può entrare, quindi precipita perché è anch’essa attaccamento all’Ego il non essere alla forma; ma di superbia furono portatori gli ibridi, i nati da donna e angelicità. Superbia è comunque quell’estasi che è appesantimento perché diventa corporeità. I vizi capitali nella condizione umana sono le sfaccettature annerite di quello che in principio erano simboli, armi, possibilità, mediazioni fra il Divino e l’umano, nascono dalla separazione dell’uomo dalla dignità. Diventano, più li approfondite nella dimensione umana, cose che appartengono alla personalità e la personalità è una condizione esteriore all’Io che vi trascende in virtù di quelle correnti che hanno nomina di vizi capitali e lì sta tutto ciò che succede nel mondo che si regge sulle guerre. Se non vi fosse orgoglio non vi sarebbe neanche significato di bellezza, se non vi fosse la follia non avrebbe ragione la saggezza e via via così perché onde siete precipitati non potete che riconoscere i significati per il valore del loro opposto; se non vi fosse il male, non sarebbe neanche il bene; è tutto nelle sfaccettature, caotica e flusso di vita in vita, trasformazione di trasformazione, della stessa unica primordiale sostanza. Nella saggezza c’è la follia, come nella fantasia la realtà, così nell’essere il non essere, finché associati siete alla vita dell’uomo che così lontano va a cercarsi; è l’appendice della divinità. Ebbero i profeti ad essere tali perché raccolsero gli avanzi dei folli, i toccati da miseranda ma potente invidia, accidia, lussuria, che, oltrepassati i limiti lasciarono dietro di loro le scintille nella stessa maniera che avete come faro Lucifero (Luce-Faro) che vi fa distinguere la luce dalle tenebre e come ancestrale e possente superbia l’Angelo che in base ad essa, la primordiale superbia può indicarvi il significato dell’antico gelo; quando quelle forze diventato difetto nelle caratteristiche umane hanno, al momento di trovarvi di fronte alla grande soglia, di diventare, di essere guardiani e di ostacolare l’entrata perché come tali quelle forze non possono essere che nello sprofondamento delle forme dentro la materia”. |
16-06-2004, 18.57.31 | #90 |
Ospite abituale
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Se Dio è uno stato di coscienza
Egli è dentro questa infinita pace, dentro questa gioia del cuore che non cambia neanche vedendo l'umana follia perchè tutto comprende e con occhio distaccato e fiducioso, attende il compiersi del creato. malu 01/06/2004 DIO E' Lui è principio eterno è vita rinnovante è dinamismo e quiete èoceano e le sue onde ègoccia della fonte e fonte di ogni goccia è armonia, musica, gioia, allegria èinesauribil vita, magnete irresistibile che tutto attirerà malu 17/3/2004 In quanto al citato guardiano della soglia di esoterica e occulta memoria, trattasi del nostro lato oscuro, che bisogna riconoscer, accettare, possedere e trasformare e poi sono cereta che non vi saranno guardiani, ma solo unione con il Centro.. |