Ospite
Data registrazione: 22-09-2007
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Altra prospettiva per la domanda: Esiste il destino?
Vorrei provare ad affrontare la questione del destino, libero arbitrio e determinismo sotto un'altra ottica, mi sono fatto spesso questa domanda: "Perché desideriamo essere liberi?" cosa ci troviamo? a che scopo essere liberi?
Allora vediamo che cosa comporta essere liberi: significa intanto imprevedibilità, il desiderio del nuovo, del mai-visto, le cose ci stancano dopo un po' abbiamo bisogno di cambiare, un po' in tutte le cose... l'idea che tutto è stato stabilito e noi, con la vita, stiamo come "leggendo" un libro scritto da Dio o da "qualcos'altro", ci mette tristezza, forse delusione. Da qui è anche vero che desideriamo avere una certa responsabilità, c'è chi può non essere d'accordo, ma se non siamo responsabili di niente non abbiamo nemmeno meriti, fondamentalmente è come se non facessimo nulla... è Dio o "qualcosa" che ha fatto tutto fin da sempre. Inoltre c'è il desiderio di essere importanti per il mondo il nostro contributo desideriamo darlo, non tanto per un utopico altruismo, ma insomma chi non desidera essere coinvolto in qualcosa di importante ed essere un elemento significativo non passivo dell'insieme?
Ora ipotizziamo una cosa ammettiamo che esiste una perfezione (divina o fisica) dalla quale tutto dipende, ebbene essendo l'universo perfetto, a che pro cambiarlo? Insomma perfetto non è un termine e basta, perfetto vuol dire un mondo meraviglioso in cui tutte le creature sono felici, e non devono vivere mangiando altre creature, un'opera d'arte infinita.
Potremmo pensare che la perfezione sia solo un concetto e che ognuno la immagina come vuole, però ci sarebbe un punto fermo la perfezione per essere tale non ammette che nemmeno un elemento del suo insieme sia imperfetto, al più incompleto e si completa con gli altri nell'insieme, ma non rovinato già di per sè, se c'è una creatura che soffre non è possibile che il mondo sia perfetto, perché quella coscienza desidera non la sofferenza ma la gioia, è universalmente condiviso che tutti cerchiamo la felicità (anche i masochisti lo fanno per appagamento e piacere quel che fanno) insomma tutti i desideri devono essere soddisfatti di tutte le creature altrimenti non può esserci perfezione. Naturalmente questo mondo perfetto va studiato in modo che nessun desiderio si contrasti, ma che tutto sia in eterna armonia, e tutte le creature godano della loro felicità.
Adesso (a prescindere dal se esiste questa bellissima utopia o meno) in questo mondo che senso avrebbe il libero arbitrio? Sarebbe unicamente la possibilità di scegliere un cambiamento, e una variazione dallo stato di perfezione significa peggioramento. Inoltre questa opera d'arte essendo infinita sarebbe comunque imprevedibile, perché l'infinito non può essere mai esaurito, sarebbe eterna e sempre nuova (quale meraviglia!) inoltre daremmo anche il nostro contributo perché saremmo un anello indispensabile con un ruolo perfetto a mantenere l'armonia universale, ci sentiremmo parte della meraviglia saremmo la meraviglia stessa per le altre creatura nell'unica creazione (che bello sognare! provate!)
L'unica cosa che manca è la responsabilità, per avere anche un merito questo Dio o universo-fisico dovrebbe renderci liberi, con questo "pericoloso" libero arbitrio di cui nessuno dovrebbe mai avvalersene, perché sicuramente farebbe un danno alla perfezione. Adesso se tutte le creature fossero consapevoli di questo, chi, dico CHI potrebbe mai fare qualcosa per rovinare tutto, chi è il pazzo furioso??? Naturalmente il poverino sarebbe ignorante, ceco, non consapevole, non gliene farei una colpa perché semplicemente non sa quello che sta facendo... un po' quello che ha detto Gesù quando era sulla croce: Padre perdona loro non sanno quello che fanno...
Vorrei concludere dicendo: potrebbe essere esistito un mondo perfetto con il libero arbitrio, ma la non consapevolezza per le creature iniziali ha portato ad uno stravolgimento cosmico che però era necessario per far crescere tutte le creature che un giorno ritorneranno nella perfezione, non su un Regno dei Cieli, ma su questo universo ri-trasformato dall'evoluzione stessa della consapevolezza dell'uomo e di tutte le creature.
Lasciando tra parentesi questa mia bozza di visione del mondo, tutto il discorso mi è servito a dire la libertà è perfezione, se siamo realmente e totalmente liberi, immaginiamo di essere Dio, di conoscere tutto e di poter far tutto, non sceglieremmo forse tra i tanti universi possibili quello perfetto?
E se esistesso più possibilità di fare mondi perfetti, semplice, li creo tutti quelli perfetti in più dimensioni e me li godo tutti.
Quindi essere liberi significa assecondare, o essere una sola cosa con la perfezione, cioè con il destino. Per la perfetta scelta di Dio (l'unico realmente libero) che ha scelto la perfezione, noi siamo liberi quando la seguiamo.
Naturalmente per chi non crede nel destino ma in un mondo non vivente, in cui per "caso" è nata la vita, che oggi c'è (illusa dal bene e presa in giro dal male), e domani non c'è più, per chi sente così le cose, questo discorso va a farsi "friggere", e rispetto questa posizione perché ci vuole un bel po di forza per dire, ma sì, voglio credere che il mondo sia perfetto, quando se uno lo guarda gli prende un colpo dal male che ci trova...
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