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21-01-2013, 21.03.30 | #22 | |
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
Beh, che una crescita continua sia inostenibile è ovvio, ti segnalo questo articolo https://www.riflessioni.it/scienze/crescita-continua.htm |
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22-01-2013, 05.54.58 | #25 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
in effetti l'economia globale contemporanea assomiglia per molti versi a un gigantesco schema di Ponzi. mi e' tornata in mente una storiella (questa inventata) molto divertente e che secondo me fa molto riflettere; "Avendo programmato da tempo una breve vacanza, una coppia italiana con limitate disponibilità economiche, ripiega su un soggiorno nell’isola greca di Lefkada, dove stante la crisi economica ci sono buone offerte a basso prezzo. Raggiunta l’isola la coppia si presenta in una pensioncina e chiede informazioni su prezzo e sistemazione. Il portiere conferma la tariffa. Abbordabile; 100 euri a settimana per camera doppia e colazione, poi per quello che riguarda la sistemazione lascia ampia libertà di scelta ai clienti in quanto tutte e sette le camere sono sfitte. Il prezzo sembra ottimo e il turista mette i 100 euri sul bancone, arraffa le chiavi delle sette camere e va a fare una perlustrazione. Con tutta calma dice il portiere, intanto lui si deve assentare per una commissione, con tutta calma ripete. Appena gli italiani salgono al piano superiore, arraffa i soldi e corre dal macellaio dirimpettaio a saldare un debito di 100 euri per la fornitura di carne. Il macellaio ringrazia, fa salti di gioia e corre dall’allevatore a pagare il debito di 100 euri per quei vitelloni già macellati. L’allevatore si sente sollevato di un gran peso perché con quei 100 euri può saldare il debito che aveva con il contadino per la fornitura del fieno. La qual cosa tranquillizza il contadino che può così saldare il debito di 100 euri che aveva con la prostituta del paese per le sue prestazioni professionali, di cui in più di una occasione aveva usufruito. La quale a sua volta può regolarizzare le pendenze economiche con il proprietario della pensione che gli metteva a disposizione la camera per i suoi “incontri”. Nel frattempo i turisti italiani scendono, consegnano le chiavi dicendo che tutto sommato si è vero il prezzo è buono ma non hanno trovato la camera di loro gradimento. Ringraziano, riprendono il loro biglietto da 100 euri ancora sul bancone e se ne vanno. " |
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22-01-2013, 09.13.49 | #27 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
si infatti la circolazione...forse pero i governanti al contrario lo sanno e lo capiscono ma si limitano a prendere ordini dai "loro superiori" (banche?) poi ce' un altro punto secondo me che puo dirci questa storiella e cioe' che nel circolo dei 100 euri appunto non e' subentrato l'interesse (usura) |
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22-01-2013, 10.31.00 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Volevo ricordare questa discussione:
https://www.riflessioni.it/forum/filo...conomicus.html La particella fondamentale dell'economia (e di tutto il resto, compresa la politica) è l'uomo. Siamo giunti alla fine ad evidenziare come il pianeta intero abbia un debito di molto superiore alla ricchezza reale. E' come se ogni uomo girasse con una Ferrari testa rossa che non ha ancora pagato e che rischia di non riuscire a pagare mai. Eravamo partiti dal considerare il mercato come origine della povertà. Il mercato per essere "Efficiente" infatti deve essere gestito da chi lo sa meglio gestire. Questa equazione porta alla assurda (eticamente) conseguenza che perchè ci sia il massimo dell'efficienza alcuni devono avere 10 e altri nulla. Si sosteneva anche che il "libero mercato" era un falso ideologico. In sostanza il mercato è diventato una specie di "legge di natura" che non può essere modificato. Se qualcosa è immodificabile vuol dire che non è possibile essere liberi di modificarlo, a quel punto perchè chiamarlo "libero mercato"? Il mercato è una trappola, come quella per i topi. All'inizio sembra profumare di formaggio, ma poi ti taglia la testa. Il massimo liberismo, quindi il massimo di efficienza possibile, significa rendere poveri il maggior numero di uomini. Sempre in quella discussione si è parlato di welfare. Il contraltare alla povertà necessaria all'efficienza di mercato. Ma chi lo paga e in che modo? Lo Stato dovrebbe (sempre secondo una mia presunta comprensione della "legge di mercato" come liberismo) eliminare le tasse per chi realmente sa gestire la ricchezza (e chi sono questi?) e aumentare in modo proporzionale il welfare. Cioè lo Stato dovrebbe privarsi di denaro, detassando le imprese e nello stesso tempo aumentare i servizi per i poveretti che non solo non arrivano a fine mese ma nemmeno sanno se riusciranno ad iniziarlo. I politici sono una classe di uomini che hanno capito che si trovano in una trappola e decidono di vendere fumo almeno fino a che, di loro, qualcuno decida finalmente di farne anche l'arrosto. Secondo me c'è solo una via di fuga. Trovarsi un altro pianeta e ricominciare una nuova vita. |
22-01-2013, 10.40.41 | #29 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
Ciao Albert. Stampare moneta non conviene alla Germania, cioè ai Paesi forti economicamente e converrebbe invece ai Paesi più deboli e in difficoltà e tenedo conto dei bassi tassi monetari della BCE. Finchè nno ci sarà una Europa Unita e federata come gli Stati Uniti d'America assisteremo a speculazioni. Questo dilemma conviene alla Germania che non vuole accollarsi direttamente le crisi di altri Stati membri,soprattutto dopo l'annessione della Germania dell' Est. Preferisce avere il potere politico di ricatto verso i Paesi membri poco "virtuosi", cioè entra direttamente nella sfera economica imponendo l'equilibrio degli indici (PIL/Debito Pubblico) e di fatto indirettamente vincolando il potere politico degli Stati membri: significa la famosa perdita di sovranità nazionale. Ma i Paesi membri che hanno problemi strutturali ad esempio mancanza di materie prime, infrastrutture carenti,ecc. nno ne uscirano semplicemente ponendo una forma di imposizione europea e non più nazionale così come andremo a finire. Le sovranità nazionali saranno sempre più vincolate ai Trattati Internazionali piuttosto che al popolo che rappresentano direttamente. Quindi i poteri politici locali conteranno sempre meno e di fatto non esiste più il "controllo sociale"di un popolo, in quanto sono appunto i Trattati e le grande organizzazioni sovrannazionali che determineranno gli scenari , come il WTO che tramite gli accordi Gatt ha di fatto aperto la strada alla globalizzazione. Il potere politico nazionale si troverà sempre più fra "due fuochi";i vincoli dei Trattati internazionali e la politica di consenso degli elettori nazionali, dove i veri luoghi della decisione sono sempre più "altrove", fuori dai confini nazionali. Basta guardare le lettere fra Barroso e Berlusconi prima del commissariamento Monti. Oggi il politico che vuole assurgere al potere governativo ha necessità più della "benedizione" internazionale che della sovranità nazionale del proprio popolo. Monti stava più in Europa che in Italia. E poi basta guardare i governi della Grecia nella crisi: fra guerra civile e vincoli di bilancio Quì entra in gioco la caduta della democrazia e della sovranità nazionale, che avrebbe senso solo in una Europa Unita politicamente e federata, a mio parere. L'economia globalizzata sta travolgendo culture e sovranità locali, standardizzando i processi internazionalmente con un unico linguaggio, la località deve adeguarsi e adattarsi alla nuova configurazione generale, dove lo Stato singolo deve cercare ombrelli protettivi in alleanze economiche e militari. Questo in teoria non sarebbe male se fosse chiaro chi decide e dove decide e con quale autorità rappresentativa, e se fossero salvaguardati i rapporti fra "centro" e "periferie" del mondo. Da sempre la storia insegna che allorchè mutano strutturalmente le economie nascono nuove forme di relazioni politiche ed economiche. Così fu con la scoperte delle Americhe, così fu con al nascita dei commercio e della borghesia e la fine del feudalesimo,così fu con il colonialismo, così è iniziato con il passaggio dagli scambi "atlantici" a quelli del "pacifico" con il nuovo ruolo dell'Asia. L'economia fa mutare la struttura organizzativa sociale (Impero, Stato, dispotismo, democrazia) dettando i modelli rappresentativi a lei confacenti, chi non si adegua ne è travolto. Il capitalismo vive di nuove terre da conquistare e vivrà finchè ci sarà un metro quadro di questo pianeta speculabile, perchè ha sempre bisogno di nuove terre marginali che diventino proficue , risorse utili per nuovi scambi e che il PIL mondiale cresca. Ultima modifica di paul11 : 22-01-2013 alle ore 16.58.17. |
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22-01-2013, 11.09.50 | #30 |
Ospite abituale
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Sento spesso ripetere che la crescita economica ha un limite, non può andare avanti all’infinito. Da questo spesso si tira la conclusione che l’economia di mercato e la sua forma capitalistica sia prossima alla conclusione, che bisogna cambiare sistema economico.
Nulla di più sbagliato. Si trascura il fatto fondamentale che l’economia di mercato è un fatto prevalentemente organizzativo, una modalità di coordinamento sociale delle attività economiche individuali che può valere in qualunque condizione. Ma soprattutto si trascura il fatto fondamentale che l’economia è un sistema monetario. La regola fondamentale di azione che ispira le scelte economiche è quella che più moneta è meglio di meno moneta. L’accumulazione della moneta è infinita perché la moneta odierna è di conto e non ha limiti. Pertanto il sistema economico odierno può continuare all’infinito. La crisi economica non dipende dai limiti delle risorse, la scarsità, dato che gli economisti la pongono come condizione di base di qualunque economia. Vedasi la definizione di economia di Robbins all’inizio del tema. La crisi è connaturata al sistema economico di mercato capitalistico, è una possibilità sempre presente, ineliminabile, ed è stata ampiamente spiegata da Keynes. L’incertezza del futuro, la ricerca del profitto e gli investimenti e la moneta come riserva di valore sono le condizioni alla base della crescita ma anche della possibile crisi. |