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22-01-2013, 18.48.05 | #32 |
Ospite abituale
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
@paul: ti rinnovo a parlare di keynes se ne hai competenza.
mi sembra che tu sposti il problema economico alla sola produzione aziendale (ovviamente sono molto a digiuno e così dovrei rileggere e informarmi per aprire una discussione su quella, ma lo farò ), comunque se avrai il tempo e la pazienzadi leggere sotto, la tua analisi di fine della politica coincide con la mia. manca decisamente, ma forse sei un liberista, la questine della domanda però. @il dubbio come leggerai di sotto, non ho ancora visto quella discussione a cui ti riferisci, penso di essere in termini genealogici d'accordo con te, ma non possiamo però non confrontarci con le problematiche della contingenza, richiamandoci a impossibilità di restauro linguistico.la langue come sai da saussurre è diversa dal linguaggio (sebbene contenga quest'ultimo come severino spesso argomenta una saggezza ben maggiore della storia d'occidente da platone in poi). un pò lungo.... Salve oggi vorrei provare ad iniziare ad argomentare, devo dire subito che allarmato dalla visione risolutrice hayekiana di una persona che stimo (e che continuo a stimare)come mauro mi ha portato a guardare una serie di conferenze più addentro al mondo economico, in particolare un paio random di barnard sul democratura mmt, che quindi sono tecniche e non per un pubblico televisivo. Il mondo che ivi si apre è veramente ampio e mi rendo conto che se voglio parlarne in maniera più consapevole, mi devo aggiornare, pur non essendo l'economico un mio interesse principale ma a questo punto diventa per annessione al discorso etico necessario, in quanto sono tenuto come filosofo ad informarmi. Sul fondo della conferenza del professore julian pavon tenuta in spagna e che trovate meritoriamente tradotta su youtube, e sulla scorta della intervista dello psicologo e filosofo calciolari all'economista crapanzano. Vorrei cominciare ad annotare i seguenti fatti, che poi paul magari amplierà, in pavon si parla di keynes in termini strettamente economici, e sulla teoria aggiornata della domanda generale, nella quale si mostra come una forte disoccupazione incida pesantemente sul totale, e sui rimedi annessi ad essa: ossia opere pubbliche e indebitamento dello stato. Ma le teorie del monetarismo freidmaniano invece come barnard e lo stesso pavon fanno notare hanno già portato tramite la firma del patto di stabilità a una sostanziale impossibilità giuridica a cercare di utilizzare quel tipo di risposte. In sostanza è già finita, a meno che di uscire tramite una multa salatissima dall'europa. Quello che avverrà, va bè sta già avvenendo è il sostanziale decremento della domanda e il fallimento degli stati sovrani, con un parallelo impoverimento senza possibilità di uscita della piccola e media borghesia, con i poveri ridotti alla fame. Ma questo non mi interessa a livello filosofico,(umanamente d'altronde la possibilità di voto a febbraio dovrebbe esserci con connesso cambio di politica radicale). A me interessa l'assunto etico che i monetaristi assumono nel momento in cui essi chiedono una politica onesta non solo dell'apparato burocratico (a cui scaricano la colpa) ma anche del singolo. Il fatto che a me pare evidente è che non si sanno spiegare perchè l'etica contemporanea sia così e non come vorrebbero loro (e da qui il fascimo latente). Come nel topic della tecnica spieghiamo, la motivazione non è certo da intendersi nel mondo utopico economico bensì nella struttura stessa della storia occidentale. La rabbia e a volte l'isteria di queste menti brillanti risiede per me proprio nell'incapacità di estendere una visione più ampia del mondo che è il materiale con cui si confronta il vero filosofo. Non si tratta perciò di affermare un diritto negativo come fa hayek (benchè sia una argomentazione valida nella critica allo stato positivista), perchè come Francescomaria Tedesco sottolinea, non esistono uomini preconfezionati, e se l'ethos non c'è alla base è vero anche il contrario non c'è nemmeno al capo (anzi il prodotto della ferocia dall'alto è anche più violento poiché lascia in uno stato di disperazione non pochi uomini ma interi settori dell'umanità). parlerei di filosofia perciò prima di parlare di economia pura, e penso ne avremo occasione (dal toglimento della legge finanziaria dell'89 da parte di clinton, di cui rela crapazzano, allo scambio immorale più ancora che etico delle teorie keynesiane per quelle friedmaniane, di cui rela pavon, alle possibili soluzioni utopiche o no che siano delle diverse scuole economiche che barnard introdurà). Torniamo alle strutture filsofiche dunque (così come evinco dall'aggregamento delle conferenze che ho ascoltato negli ultimi 2 anni.) Per come me ne ero fatto l'idea (da un video di nereo villa che cita geminello alvi), l'economia non è la salvaguardia del soldo ma del gregge (pecunia deriva da pecus, pecora), in modo allegorico come sempre nell'antichità, ciò di cui un grande stato si deve occupare sono le persone e non il meccanismo che dovrebbe essere usato come suo strumento (il denaro). Il punto è che come il chiarissimo professore sini ha fatto emergere è che quello strumento, come oggi potremmo considerarlo, giuridicamente da sempre (dal tempo dei fenici) è nato al di fuori delle mura della città. Il problema reale dunque si sposta dal fatto che solo all'interno delle mura vi può essere politica, ma come poi il professor irti fa notare le dimensioni globali dell'economia oggi rendono impossibile instaurare delle mura credibili. E' proprio questo fallimento del diritto positivo che mi ha fatto credere che l'unica via possibile fosse l'istaurazione di una banca europea. Ora perà mi accorgo almeno secondo barnard che questo fatto cancellerrebbe ogni forma di sovranità mandando allegramente in pensione qualsiasi sistema politico proposto. Anzi visto il patto di stabilità è ormai legge. Questo vuol dire che anche ogni forma di ethos che il sistema finanziario immagina (sbagliandosi ovviamente) sarà distorto se non ridicolo (e allora forse hayek potrebbe far riflettere anche i monetaristi). Vediamo come la massa reagirà. In scala mondiale ovvio, nel caso italia invece sappiamo già da oltre 20 anni a questa parte come pensa la gente. Disinteressandosi....d'altrond e l'italia è sempre stato un paese che guarda più alla vita che alle strutture che lo compongono, in realtà penso sia dappertutto così. Vediamo se “vince” il bios sul “thanatos”, in termini psicoanalitici se si sarà ancora (non vedo come) un apparato psicologico desiderante, in termini economici se ci sarà ancora domanda (secondo la mia analisi no). Ultima modifica di green&grey pocket : 22-01-2013 alle ore 20.17.49. |
22-01-2013, 19.50.30 | #33 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
Nell'economia attuale pare che l'unica fonte di sopravvivenza sia l'accrescimento dei bisogni Il problema è forse che si è cercato di applicare il metodo matematico sperimentale alle scienze così dette umanistiche e da questo fatto sono nate 'scienze gelide' come l'economia, la sociologia, la psicologia. Se l'economia pare non avere più sbocchi è anche perchè non c'è più creatività, oramai è tutto schematizzato, standardizzato. Uno fa la scuola x per poi andare a fare il lavoro x', e quando inevitabilmente il canale si congestiona ci si ritrova senza saper cosa fare. Manca la capacità di inventarsi o reinventarsi professionalmente perchè ci si dimentica che l'economia non è fatta solo di equazioni e relazioni matematiche ma ha anche riferimenti umani imprescindibili. Che farsene della crescita se non c'è giustizia sociale? |
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22-01-2013, 19.51.39 | #34 | ||
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
Se eleggete me giuro che le banche le sistemo https://www.riflessioni.it/forum/rifl...eliminare.html Citazione:
Sicuro. In generale non conviene a chi ha già tanti soldi, che rischiano di perdere valore. E' comunque uno strumento da utilizzare con esterma cautela |
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23-01-2013, 22.32.28 | #35 | |
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
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24-01-2013, 08.02.17 | #36 | |
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
Se non mi sbaglio troppo oggi il compito di ovviare alla saturazione del mercato è affidato alla psicologia del marketing ed al rinnovamento tecnologico. Psicologia e tecnologia dovrebbero avere altri scopi che quelli di tener viva la domanda, eppure mi sembra innegabile che oggi questo è il loro compito principale. Il problema è che questo mondo rappresenta la distruzione degli ideali illuministi, a cosa serve pensare con la propria testa quando hai un motore di ricerca a tua disposizione 24 ore su 24 e quando c'è gente che studia per soddisfare ogni tuo desiderio purchè tu paghi? Dovrebbe essere chiaro che la libertà deve essere una conquista e non una questione di prezzo. Forse saremo costretti a ravvederci dalla necessità, quando le risorse oltre che scarseggiare cominceranno a non esserci più. A meno che si trovi il modo di reperirle dalla luna o da altri pianeti. |
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24-01-2013, 10.02.13 | #37 | ||
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
Ricchezza è tutto ciò che ci serve o che ci piace Citazione:
Beh, tutto sommato non è male, no? Un clochard oggi può comunicare meglio di quanto potesse fare la persona più potente del mondo solo qualche decina di anni fa. Ovviamente se poi parliamo dei pericoli di questa crescita continua sono d'accordo con te |
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24-01-2013, 16.37.08 | #38 | |
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
il problema e' che ,oggi, le persone muoiono di stenti con il cellulare in mano mentre attraversano una striscia di mare , le parabole fioriscono nelle favelas e nella fascia dei poveri villaggi del Maghreb, perche' disporre di cio' che non e' davvero necessario e' diventato troppo semplice; in molte zone dell'Africa e' diventato piu' facile reperire il latte in polvere che quello materno, e , probabilmente, entro breve, sara' piu' semplice procurarsi un hamburger sintetico li' dove un sorso d'acqua salubre non potra' piu' esistere... ; l'economia mondiale e' saturata dal nulla, la stagnazione dei bisogni effimeri e' all'apice, ogni crescita possibile, oramai, puo' avere luogo soltanto abbandonando il nulla ... |
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24-01-2013, 21.10.49 | #39 |
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
@ Tutti voi
Il mezzo che diventa fine è stato l'oggetto della raffinatissima analisi sociologica di Max Weber. Weber, nel suo capolavoro: "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo", afferma che gli antichi valori dell'etica protestante hanno ceduto il passo ad un capitalismo che non si riconosce più in essi, e che così diventa una "gabbia d'acciaio", nel senso di un suo trapassare il fine (che è dato dall'etica) NEL mezzo (che è il capitale). Tutto ciò non può che riportarci alla mente i discorsi che si fanno sulla "tecnica"; una "tecnica" non certo intesa come strumento, ma come vera e propria categoria ontologica. La "tecnica" dunque che cessa di essere mezzo, per diventare allo stesso tempo mezzo E scopo (ho espresso qualche considerazione su questo argomento in: "l'uomo e la tecnica"). Devo dire che concordo assai con le parole di and1972drea, anche se credo che esse vadano inquadrate in una prospettiva filosofica, perchè così esposte hanno un che di indeterminato. Come dicevo nel post che cito, io concordo con E.Severino sulla definizione di "tecnica" ("l'apparato scientifico e tecnologico rappresenta un rimedio contro l'angoscia suscitata dal divenire delle cose"). Dunque eccolo svelato, questo misterioso "fine"; ecco quindi svelato a cosa "servono" l'automobile, gli occhiali, gli aggeggini tecnologici tanto in voga e quant'altro. Come dicevo, alcuni si rendono perfettamente conto di quel che gli succede, tanto che ammettono apertamente di effettuare, compulsivamente, degli acquisti onde far fronte alla depressione. Esattamente come per una persona depressa che acquista compulsivamente, l'economia moderna ha questo "mito" della crescita continua. Come la persona depressa non può non acquistare (pena l'insorgere della depressione), così l'economia non può non crescere (pena l'implosione del "sistema"). Ma, naturalmente, tutto ciò è assurdo. Perchè come la persona depressa non può continuare sempre ad acquistare (vuoi perchè mancano i soldi; vuoi perchè gli spazi domestici non consentono di accumulare più di tanto), così l'economia non può continuare sempre a crescere (più o meno per gli stessi motivi...). Se vogliamo, il problema visto dal punto di vista dello stampare i soldi (i soldi li si stampa, di fatto, in base alla cifra del PIL, e non se ne può stampare a volontà, perchè si crea l'inflazione) è stato pressochè "risolto" con lo scrivere su dei foglietti di carta gli importi. Che poi si chiamino "estratti conto" o "derivati finanziari" non fa gran differenza. A patto che a scrivere gli importi sia chi detiene le leve del potere di questo sistema manicomiale: le banche. Tanto ci siamo sempre noi a "garantire" che gli importi corrispondano a soldi "veri"... Un saluto |
25-01-2013, 00.44.23 | #40 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Economia: cos'è e cos'è diventata
Citazione:
Scusa, non avevo visto il tuo post per cui ti rispondo solo adesso, per quel che posso. Sarà lapidario sulla prima domanda: noi siamo in una economia di pre guerra perchè la domanda mondiale sta ristagnando. Se non cresce la domanda di merci nel "primo mondo" anche i Paesi del BIRC (Brasile,India,Russia, Cina) che sono gli Stati che hanno avuto in questi ultimi anni un forte sviluppo del PIL, ristagnano anch'essi. La guerra distrugge ....per poi ricostruire, e riecco la domanda. Se l'uomo non avesse scoperto l'energia atomica e fossimo ancora alle guerre di trincea di un secolo fa , basterebbe mandare al "macello" qualche milione di persone e avremmo dato un colpetto anche alla disoccupazione. Per fortuna nno è così...ma non si sa mai. Personalmente ritengo che l'impasse attuale sia stato dato in termini economici dal fatto che noi vivevamo al disopra delle nostre possibilità economiche; è tipico delle cattive gestioni politiche e monetarie di controllo. Questa economia è fondata sul debito. Il proliferare di finanziarie che coprono i debiti inevadibili, significa continuare a dilazionare nel tempo un debito. Significa quindi che tanto più è stato grande il divario fra ricchezza monetaria e quella reale, tanto più dura una crisi nel tempo , ma nel frattempo genera interessi il capitale indebitato. Se è vero che la crisi è stata generata dall'insolvibilità dei mututi che genreosamente le finanziarie immobiliare statunitensi davano e che a loro volta venivano "spezzettate" con ingegnosi sistemi sul mercato come "derivati", questi titoli tossici che nno valevano nulla qualcuno doveva pagarli(immaginati chi) Temo che la domanda, soprattutto in Italia, debba avere una ricetta ad hoc. Temo che dovremo chiedere prestiti "salati" a enti sovrannazionali e che quindi ci controlleranno ancor più politicamente. Il vero problema è la competitività dei costi delle aree dei Paesi emergenti: loro hanno avuto enormi investimenti Finchè fra i salari e stipendi italiani e quelli dei Paesi emergenti c'è divario, nno possono crescere salari e stipendi : è la legge della domanda e dell'offerta di lavoro. I tentativi di riformare il lavoro che significa in pratica abbassarne i costi non possono bastare. L'unica è tenere sotto controllo i prezzi e l'inflazione perchè questi la pagano davvero i detentori di reddito fisso, fa diminuire il potere d'acquisto. L'altro aspetto è la riforma dello Stato per alleggerirne i costi e diminuire l'imposizione. Ma io direi ai nostri potenti: siamo in 57 milioni se nemmeno venti lavorano e sono destinati a diminuire ancora, chi e come si mantengono il resto della popolazione, compresi gil statli che sarebbero in esubero? Teniamo presente anche una spetto fondamentale sull' equità delle imposte. Costituzione Italiana Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività Cosa significa? Che l e imposte sono suddivise in dirette e indirette. Quelle che paghiamo con il reddito imponibile devono essere con aliquote progressive(chi ha redditi alti deve dare di più). Ma attenzione c'è l'IVA (Imposta sul Valore Aggiunto); se portano l'aliquota al 21% si alzano i prezzi al consumo e costringono a consumare meno e si abbassa la domanda. La politica è colpevole di iniquità e abbassamento dei consumi per proteggere i facoltosi e quello che non viene pagato da chi potrebbe e dovrebbe lo pagano necessariamente gli altri , perchè l'IVA è iniqua paga la stessa tassa sul pane sia il povero che il ricco,così come il carburante per chi lavora,ecc. La domanda in Italia nello specifico può crescere solo se aumenta il lavoro e quindi o un allargamento della base produttiva ( si creano nuove attività e/o si aumentano gli stabilimenti produttivi),. ma attenzione che storicamente avviene il contrario. Cioè gli investimenti sono intensivi e non estensivi. Significa che se cinquant'anni fa si producevano cento pezzi in otto ore con dice persone, oggi se ne producono duecento e con metà del personale. La produttività aumenta storicamente e dovrebbe o diminuire la popolazione o essere distribuita equamente la ricchezza prodotta ( il valore aggiunto) perchè tende a concentrasi nel tempo. Infatti oggi assistiamo alla diminuzione della piccola e media borghesia che si sta schiacciando verso la povertà, mentre gli straricchi sono i soliti ( i beni di lusso non hanno mai crisi). La politica keynesiana è impossibile oggi con i Trattati internazionali che vincolano il debito pubblico con il PIL, significa dover far politica di costo per essere all'interno dei parametri stabiliti. In altre parole lo Stato dovrebbe autofinanziarsi per devolvere il denaro alla "spinta produttiva e del consumo" mandando sul mercato il proprio debito, aumentrebbe immediatamente la speculazione sullo spred che è il differenziale d'interesse fra quello italiano e quello tedesco ed è un indice di credibilità e di solvibilità del debito da parte dell'Italia. Se cresce lo spread significa che gli interessi sul capitale del debito italiano che sarà restituto al termine dovuto saranno alti e lo dovremo pagare noi come popolazione: siamo chiusi in una morsa. In teoria è possibile se c'è un avanzo di cassa nella gestione, se cioè le imposte che arrivano allo Stato permettono un surplus. Personalmente queste elezioni con queste regole elettorali...voglio vedere quale coalizione salterà fuori. Ma mi interesserà di più il Documento di Programmazione Economico e Finanziario dello Stato, perchè quello è il documento che impegna il Governo con tassi di PIL previsti con fabbisogni impositivi e le voci di costo delle partite correnti e in conto capitale dello Stato Italiano. E' quì che si misurerà il prossimo Governo, con quali politiche di sviluppo? |
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