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16-10-2011, 16.09.56 | #72 | |
Ospite abituale
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
I filosofi greci cercavano un elemento o sostanza che unificasse il tutto da cui far partire le loro teorie. Cartesio separando la res cogitans dalla res extensa ha permesso alla scienza di operare in tranquillità nella natura materiale senza far riferimento a Dio, che divenne di pertinenza della realtà personale, liberandosi cosi dal rischio dell'eresia. La scienza moderna va verso la riunificazione della realtà perchè la natura che si osserva oggi è osservabile per mezzo di potenti strumenti creati dall'uomo ed usati a discrezione dell'uomo. Forse prima di chiederci cos'è la realtà dovremmo prima definire l'ambito di pertinenza di quella realtà, un pò il discorso di Hawking che riportavi. Il problema è che la realtà non è mai uguale a se stessa,non sono d'accordo con tempo 2011, perchè tutto muove e perchè noi la rapportiamo con la nostra conoscenza. L'uomo crea delle leggi che dovrebbero valere universalmente. Ma quell'universalmente è riferito alla conoscenza dell'uomo in quel momento. Se nel futuro la conoscenza umana si estende e diventa più ampia, come possono quelle leggi universali di una conoscenza meno ampia mantenere la loro universalità anche in una conoscenza divenuta più ampia? |
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16-10-2011, 17.42.16 | #73 | |
Ospite abituale
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Le informazioni sono molto sintetizzate ed eventualmente possono essere implementate. Etimologia. Interpretare: -composto da inter (fra, in mezzo, durante) e dalla radice latina di prezzo. (Diz.etimologico G. Devoto) -composto da inter ( “ “ “ ) e da una radice che significa far conoscere -composto da inter ( “ “ “ ) e da una radice greca che significa vendere. (Etimologia in rete) Sinonimi Interpretare: capire, comprendere, decifrare, decodificare, indovinare, intendere Interpretare: Nella grecità il termine latino corrispondente a interpretatio è hermeneia Dizionari Chiarire, spiegare qualcosa di oscuro; spesso con specificazione del modo Filosofia Ermeneutica, dal greco hermeneutike “tecnica dell'interpretazione”, dal verbo hermeneuein “interpretare”. Per ermeneutica, nel senso più ampio, si intende qualsiasi tecnica che permetta di interpretare un testo, un documento, un'epoca storica e qualsiasi altro discorso o segno. In età medievale l'ermeneutica fu la disciplina che interpretava il testo biblico. In età moderna il termine è stato proposto da Schleiermacher quindi, in epoca contemporanea, ha visto una sua riformulazione per opera di Gadamer. L'ermeneutica contemporanea si configura come il metodo per il quale ogni aspetto della realtà presente e passato è interpretabile a partire dalla conoscenza del suo carattere storico e legato ad una particolare tradizione culturale. La verità non è quindi qualcosa che rimane al di sopra di ogni cosa, stabile e immutabile indipendentemente dalle epoche e dalle diverse società, ma è il senso che può via via rivestire la realtà entro i cammini mutevoli e soggettivi dati dall'interpretazione degli eventi. (Dal Dizionario filosofico utilizzato da Riflessioni) Sarebbe troppa lunga una rassegna dei filosofi che se ne sono occupati e risulterebbe poco digeribile...ma se volete. All'altra questione che poni, come anche ad Ulisse, Dubbio, risponderò questa sera, quando avrò più tempo a disposizione. (Le risposte ai post mi sembrano impegnative). |
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16-10-2011, 18.40.41 | #74 | ||||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
.....Continuo dal precedente post. Citazione:
Ma si riferisce ai modelli attraverso i quali (magari con minor dettaglio) noi ci rappresentiamo la realtà oggettiva, analogica e continua, “là fuori”…raggiungibile solo al limite. Per noi essa si riduce ad una rappresentazione discreta, digitale nostra della realtà oggettiva, Ovvio che sempre più lo scopo è di migliorare, e perfezionare i nostri modelli, scientificamente (o anche solo intuitivamente) strutturati. Magari, anche, evolutivamente, migliorare il nostro organo di elaborazione orientandolo a meglio indagare e interpretare là “realtà "continua" là fuori"..pur con mezzi dela massima sofisticazione, ma inevitabilmente discreti". Quando le due realtà, che sono le stesse e dovrebbero coincidere, differiscono nella nostra Vision… allora diciamo che i sensi ci ingannano e deve intervenire la scienza a sistemare le cose…a sovrapporre il modello…e in genere ci riesce o crede di riuscirci…oppure non ce ne accorgiamo..e andiamo avanti così finchè qualcuno scoprirà l'incongruenza...il chè accadrà prima o poi. Del resto questo non è solo una idea di Hawking, è un concetto di neurozienze: il nostro cervello non è organizzato in linea, ma ad albero…e d’altra parte, nonostante i miliardi e miliardi di neuroni attivabili, ha capacità finita…non infinita…per cui utilizza modelli discreti. Abbiamo un esempio semplice di “modello” del reale, nel nostro schermo PC: esso rappresenta la vera oggettiva realtà composta di infiniti punti, con una realtà discreta per punti/pixel…ad esempio un minimo di 700 x 1100 pixel… ma più sono i pixel, più elevata è la risoluzione…ma non mai infinita e continua…come, in effetti invece appare al nostro occhio. Magari i più recenti schermi al plasma non hanno di questi limiti: si è migliorato il modello…o, magari, il modello non è più un modello! Citazione:
Infatti io direi invece che sia necessario chiedersi e indagare cosa sia la “realtà là fuori”: una “realtà, al limite vera”, ci deve pur essere…in qualche modo supposta o ipotizzata, altrimenti come potremmo farci dei modelli che la rappresentino: mica sono innati questi modelli…non sono loro la realtà vera oggettiva di là fuori…solo la rappresentano..o vorrebbero rappresentarla! Comunque mi propongo di leggere al piu' presto il libro di Hawking/Mlodinov e lo propongo anche! Citazione:
Citazione:
Mi pare che per la “scienza” solo i dati sperimentali tradotti ed esplicati con logica/matematica ci possono rivelare quanto più possibile del mondo reale oggettivamente esistente e tanto più quanto meglio interpretiamo i dati e le risultanze sperimentali. Non ci trovo niente di nuovo o di strano! O forse sono troppo pragmatico? Noto però che la nostra scienza, da Galileo in poi, si denomina “scienza sperimentale e/o fisica sperimentale: è attarverso la sperimentazione in primis, che possiamo capire il reale…cosa è e come funziona ed anche perchè così funziona. Quindi non si tratta affatto di rinunciare per principio a “comprendere” quello che succede nel vero oggettivo reale: è il metodo empirico/strumentale che ci porta a comprenderlo sempre più…come tendenza al limite: il “taci è calcola” di antica memoria, imposto dal maestro all’allievo che faceva troppe domande, è solo una battuta…ma è anche l’invito a badare al sodo. Citazione:
Citazione:
Ovviamente le cosiddette leggi della natura esistono in sé “là fuori”, siano esse ordinate e matematiche come le supponeva Newton (celesti armonie) o complesse e caotiche come sempre più ci appare oggi. La scienza, comunque, nelle sue varie branche, tende alla loro conoscenza sempre più approfondita: quella della nostra scienza, in definitiva, è una realtà che descrive e rappresenta, entro un discreto e limitato, la “realtà vera, continua e oggettiva di là fuori” a mezzo di schemi, algoritmi e rappresentazioni geometrico/matematiche sempre più sofisticate ed evolute e, al limite, con quella coincidente. Citazione:
E non sono le astratte elucubrazioni logico/matematiche da tavolino o i molti dubbi sul vero reale, che ce ne garantiscono…ma ce ne garantisce il “fatto” che il razzo, la naveta spaziale, in diverse tornate, è andata sulla Luna ed è tornata e il “fatto” ci garantisce anche che le nostre rappresentazioni e i nostri schemi della realtà “là fuori” non sono poi così errati e approssimati...per lo meno, non in questo basso mondo. Quindi nella nostra cosiddetta “scienza sperimentale” non è l’astratto calcolo che ci garantisce a priori della qualità della teoria, con l’induzione, la deduzione. la non contraddizione o che altro, ma il trovato stesso a posteriori nella sua funzionalità e predittività. Alla fine, in ogni caso, non ci accontentiamo del “basta che funzioni” …vogliamo anche sapere il perché e il come...approfonditamente. Ultima modifica di ulysse : 17-10-2011 alle ore 13.40.14. |
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16-10-2011, 19.18.20 | #75 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Comunque nella foga di dare a josa definizioni e sinonimi credo che hai dimenticasto il significato più ovvio...che a tutto sopperisce: nel mio sistema concettuale,un "fatto" è "un evento avvenuto"...concreto o astratto che sia. Citazione:
Comunque, Poichè, invece, il mio sistema è in assoluto assai limitato, tanto che non c'è bisogno di dimostrazione, farò, d'ora in poi, molta attenzione ai tuoi post!...qualcosa mi arriverà, no? Ultima modifica di ulysse : 17-10-2011 alle ore 13.32.39. |
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17-10-2011, 00.15.25 | #76 | ||||
Ospite abituale
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
La definizione che ho dato di realtà è la più generale possibile e l'unica inevitabile: ciò che è. Realtà è irriducibile ad ogni altra definizione meno generica di questa. Tu stesso, spogliando il tuo pensiero da ogni altro riferimento, hai detto "io sono" e "qualcosa è". Sei andato all'essenziale del pensiero: l'unica idea senza la quale non puoi pensare alcunché, né di conseguenza parlare, è l'idea essere. Essa è sempre implicita, anche dicendo solo, "io", cioè "esserci". Citazione:
Non si può dare alcuna significato di "essere" proprio perchè è l'idea prima, analogamente ad assioma che è un principio generale evidente di per se stesso, che non ha bisogno di essere dimostrato e che non può essere dimostrato. E' evidente di per se stesso perchè "essere" è parola astratta che esprime l'esperienza universale e fondamentale di esistere. Realtà è il termine che rappresenta fenomenologicamente "ciò che è" in quanto fenomeno totale ed in quanto fenomeno la percezione universale che la realtà è continuamente in divenire o come dice Citazione:
Ed io aggiungo che l'esperienza della realtà fenomenica è sempre diversa, per poco o per molto, da individuo ad individuo. Concludo: ogni individuo ha un suo mondo mentale strutturato, e per molti versi strutturato in modo assolutamente originale di rappresentare e di esperire la realtà. Equivale a dire che la realtà “esterna” consiste in una griglia soggettiva e che vi sono probabilmente tante visioni del mondo quanti sono gli individui. In altri termini ognuno interpreta il mondo secondo se stesso ed edifica un suo “sistema di verità”, perciò ognuno è verità a se stesso. Se leggi gli interventi di ogni topic e di tutti i 3d vedrai che queste affermazioni non sono gratuite...e per induzione.... In un post non indirizzato a me, tu stesso dici: Citazione:
Risponderò poi a Dubbio e ad Ulisse, che in modo diverso affermano che qualcosa nel divenire permane. Ultima modifica di Giorgiosan : 17-10-2011 alle ore 11.08.59. |
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17-10-2011, 10.15.03 | #77 | ||
weird dreams
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Citazione:
Ultima modifica di z4nz4r0 : 17-10-2011 alle ore 16.12.46. |
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17-10-2011, 21.08.50 | #78 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
La scienza, al contrario, è il sapere che, proprio per il rigore delle sue procedure di elaborazione ed esplicazione offre la massima garanzia di veridicità, che, anche se per ora incompleta (lavori sempre in corso) esprime/rappresenta la realtà dell’universo…in sé congruente e integrata (vedi la relatività, l'evoluzione, la quantistica, ecc…)…”altro che realtà solo in potenza o simulata!”. La realtà in cui siamo immersi, con cui ad ogni momento ci confrontiamo, che la scienza anche ci aiuta a capire, è l’unica realtà vera che conosciamo o che ancora possiamo conoscere…e sempre più...che poi sono tomi e tomi! Altre storie e narrazioni, più o meno fantasiose e distorte, anche se di lunga tradizione, non sono che simulacri di realtà, miti tramandati nei millenni, fantasie commiste di sacro e profano, ecc…: ci danno l’esempio ed il senso di civiltà trascorse, ma nient’altro. Ecco, appunto, realtà virtuali, men che virtuali e simulate, potrebbero essere quelle delle religioni o di altri saperi pur affermati nel pensiero comune…come sarebbe la filosofia, l’astrologia al limite…, le antiche storie di profezie, misteri e magie, ecc…che sembrano ancora oggi impressionare il più infimo immaginario collettivo. Alcuni affermano che quella della scienza, comunque la nostra realtà, sarebbe una realtà distorta, non esaustiva e ingannevole perché il nostro organo elaborante filtra percezioni a volte ingannevoli…. e in parte è vero! Ma il nostro organo cerebrale rielabora e interpreta il percepito in modo da darci concetti integrati e congruenti con la realtà effettiva e, in definitiva pure reali:"dopo tutto le nostre capacità sensoriali e psichiche si sono evolute in presenza e interazione con l'ambiente in cui siamo o eravamo immersi": scambiare un leone con una gazzella o vedere specchiata la prosecuzione virtuale dela spazio/cielo in cui immergersi, non fu mai salutare per nessuno..e il nostro sistema sensorio/elaborativo non la fa se non confuso da improvvisa emozione! Quindi, alla fine, è il nostro filtro cerebrale, è la nostra rielaborazione del percepito che, a confronto col sapere scientifico noto, riconduce al consapevole reale ciò che potrebbe apparire come ingannevole: vedi la vecchia storia del Sole che gira intorno alla Terra...o viceversa. Si aggiunga che la ragione (giustificazione dell’esserci come umani) per cui introduci soggettivamente l’idea di “virtualità del reale della scienza” è assolutamente ingiustificata: non c’è relazione di causa/effetto fra il significato dell'esserci e la visione globale magicamente assunta e compiuta dell’universo: ci vuole ben altro!” E, comunque, una tale giustificazione non risolverebbe!. Il conoscere il significato del nostro esserci,a meno che non apra la nostra mente al livello della mente di Dio, non contribuirebbe in alcun modo alla consapevolezza del nostro vivere o del rendersi conto della realtà dell’universo: e ciò, in primis, semplicemente perché laicamente non esiste alcun significato extra del nostro esserci: ben altre consapevolezze dovremmo, invece, avere!...sarebbero necessarie...e che in effetti a volte abbiamo o alcuni hanno! La teoria evolutiva, ad esempio, ci indica la strada da perseguire, la più affidabile e suscettibile di risultati a crescita esponenziale per l'interpretazione e l'indagine ulteriore sul vivente...niente di metafisico ovviamente! La stessa fede, che pure afferma di sottendere il significato all’esistere non contribuisce in alcun modo alla conoscenza della realtà…anzi…sembra contrastarla! Quando mai la Verità della fede ha incrementato o almeno accolto con benevolenza la laica Verità della scienza?...eppure...(frase di Papa)..La Verità non può contraddire la Verità! Lo scienziato che costruisce e lancia il missile potrebbe avere una “fede ultra” ed avere la massima consapevolezza degli scopi e del perché dell’esserci, in linea con la dotrina, ma se non avesse studiato e appreso i segreti della missilistica, non costruirebbe e lancerebbe nessun missile...non ne percepirebbe la realtà intrinseca...e così per ogni altro non ne fosse esperto...non c'è "significato dell'esistere" che tenga!...l'effetto "del percepito reale in assoluto" non è trasmissibile...credo! Che si auspichi maggior consapevolezza laicamente umana...certamente concordo e perseguo, ma chiunque altro, oltre lo scienziato …pur perseguisse al massimo consapevolezza e significato dell'esistenza(!!!???), ma senza studio e partecipazione/tecnico scientifica, non costruirebbe_lancerebbe nessun missile: non c’è relazione infatti fra costruzione/lancio missile e significato della presenza dell’uomo sulla terra...così come non c’è relazione fra "significato di presenza dell'uomo quì", ed ogni possibile diavoleria tecnico/scientifica o di funzionamento stesso dell’universo. Alla fine direi che se vogliamo incrementare la nostra consapevolezza del vivere "dobbiamo semplicemente divenirne noi consapevoli": con impegno di esperienza, di studio e di attività ludica e concreta insieme…nonchè nel perseguire i valori civili, empatici, affettivi ed etici che possono contribuire a migliorare noi, la società e l’ambiente in cui viviamo"...comprese le elucubrazioni massimamente profonde (!?) esplicate in questo forum. Alla fine il significato e scopo dell’uomo nell’universo è l’uomo stesso nel perseguire consapevolmente la propria autorealizzazione…nel tempo/spazio di cui dispone. Tutto il resto può essere…ma può solo e sempre essere….nient’altro che fantasia. Citazione:
Del resto nemmeno sarebbe compito della scienza cercarlo e definirlo..per qunto i campi della scinza siano in espansione: non rientra nelle sue metodologie: c’è forse un qualcosa da misurare e ridurre a numero? Quale equazione/algoritmo possiamo scrivere per esplicare enunciare questo recondito, ineffabile, significato? D’altra parte la filosofia lo ha cercato, il significato, per migliaia di anni, ma non ha cavato un ragno dal buco: attualmente la cosa non è certo fra le sue priorità. La religione sembra dire che il significato c’è, ma bisogna avere fede: poiché ancora stiamo qui a lamentarci della percepita mancanza di significato, ne deduco che la fede non è sufficiente. Alla fine il tuo è solo …un “se fosse”..nemmeno sotteso da un "come"!... e di “se fosse” né è pieno l’universo! ...e del "come" manca proprio il foglio!...forse anche il file! Citazione:
In realtà la scienza si dedica ai compiti che gli sono propri: i neutrini, ad esempio….come minimo! Il “significato dell’uomo nell’universo” sarebbe compito della filosofia o della teologia, ma mi sà che anche tali discipline ne hanno piene le tasche…e che anche loro comincino a sospettare che un tal significato non c’è proprio. Per conto suo, infatti, la comunità scientifica, ha ben altro da fare ora e in futuro, se qualche anno ancora ci resta: salvarci dal riscaldamento globale, ad esempio!…incrementare l'efficenza dello sfruttamento del Sole per l'energia rinnovabile!...o salvare dalla fame i bambini in Africa…o altrove…ovunque siano!: ti pare poco? Ma che sia proprio questo, comunque anche di questo genere, il significato e lo scopo della nostra presenza nell'universo? ...non sarebbe niente male! Ultima modifica di ulysse : 18-10-2011 alle ore 18.16.34. |
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18-10-2011, 01.21.58 | #79 | |
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
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18-10-2011, 17.28.17 | #80 | ||||
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Scusa, ma avevo chiesto che cosa tu intendi per ‘interpretazione’ , cioè a che cosa pensi quando si usa questa parola. Non dirmi che pensi tutta questa roba … Citazione:
Beh, altra cosa è usarli normalmente nel linguaggio, altra riflettere sul significato Citazione:
Mica tanto d’accordo. Sono affermazioni un po’ apodittiche, non trovi? E casomai possono essere valide per il mio essere in quanto entità pensante. Per tutto il resto, secondo me, il concetto di “essere” può venire proprio ricavato dalle percezioni. Dico che una cosa “c’è” perché la vedo o in qualche, anche lontanissimo modo, interagisco con essa. Citazione:
E su questo potrei essere d’accordo. |
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