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08-10-2011, 01.43.36 | #12 | |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Piuttosto Darwin mi convince che gli oggetti (più o meno complessi che siano) emergono non certo dal nulla* ma dalla "diversità" (concetto assolutamente generale e irriducibile, metafisico). Ogni individuo, ogni osservabile è specificazione della diversità; specificazione che si articola in alberi evolutivi. "Diversità" è il minimo che possiamo assumere per fare una qualsiasi osservazione. *"Nulla" mi pare opportuno identificarlo con "omogeneità" ovvero il limite inferiore IDEALE della complessità. Un concetto puramente convenzionale. |
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08-10-2011, 13.25.19 | #13 |
Ospite
Data registrazione: 07-10-2011
Messaggi: 9
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Riferimento: che cos'è la realtà?
la realtà non è la vostra cultura né la mia ignoranza;
la realtà è una visione che mi appare ,che subisco,che le leggi della fisica e della matematica a volte spiegano e a volte no; non sono saggio,non rifiuto nulla: il cuore continua a battere e...........basta.. |
08-10-2011, 17.17.42 | #14 |
Ospite
Data registrazione: 01-08-2011
Messaggi: 33
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Per rispondere in maniera sintetica: la realtà è una rappresentazione del mondo alterata di (e da) un punto di vista ristretto, parafrasando il celebre neon genesis evangelion, 26esima puntata. E il mondo da dove salta fuori? Semplicemente l' ipotesi del mondo (inteso quale unione della differenza sistema/ambiente - il punto di vista sopra citato è il taglio sistemico) è quella che genera, almeno sin ora, meno incongruenze con tutte le informazioni a nostra disposizione.
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08-10-2011, 17.25.19 | #15 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-10-2007
Messaggi: 663
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Suppongo che tu sappia benissimo che il dibattito sulla "realtà" ha avuto forse proprio nella scienza il suo momento più elevato, negli anni '30, culminato con lo "scontro" Bohr-Einstein sui fondamenti della neonata meccanica quantistica. E visto che le scienze naturali sono quelle che più di ogni altra disciplina studiano quel qualcosa che sta fuori di noi e che chiamiamo "realtà" non vedo perchè non debbano avere valenza anche in campo filosofico. Posso capire che uno rifiuti a priori che la scienza possa avere questo ruolo, in fondo anche Galileo si imbattè in persone che non volevano "guardare" dentro al cannocchiale, ma tu non giustifichi la tua posizione: la dai per vera, scontata, un atto di fede. Evidentemente per te il "senso filosofico delle tesi della scienza" è qualcosa da buttare nel cestino della spazzatura, assieme al nostro "senso comune". Ma allora ti chiedo su quali fondamenti dovremmo discutere di "realtà" ? E come mai quel tanto vituperato "senso comune" plasmato da millenni di evoluzione ci ha permesso di adattarci così egregiamente all'ambiente ? Ribalto quindi la tua frase iniziale: che senso ha oggi tentare di dare risposte sulla realtà sensa tener conto della scienza ? p.s.: si capisce benissimo l'acredine contro la scienza, infatti alcune tra le più importanti teorie scientifiche, quali la meccanica newtoniana e la relatività, sono nate quasi esclusivamente sulla base di speculazioni intellettuali, terreno considerato "proprietà privata" dai filosofi. |
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08-10-2011, 19.58.46 | #16 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Dante poteva, in un poema, sintetizzare efficacemente tutta la cultura del suo tempo...oggi sarebbe impossibile...penso io. Non si accede al pensiero che ci ha preceduto solo con la lettura diretta dei testi ma anche con il supporto di sintesi operate da altri, come analogamente avviene per le altre discipline. E’ chiaro che il pensiero scientifico di Einstein risulterebbe poco comprensibile senza la conoscenza di quello di Newton. (Fra gli strumenti didattici ovviamente anche i dizionari che permettono di accedere ad una sintetica presentazione delle categorie.) Un saggista come Reale, per esempio, deve conoscere tutta la produzione filosofica in un modo o nell’altro. La conoscenza non è l’esito di una somma, o la risultante geometrica di tutti i vettori, nessuno escluso, che hanno prodotto una qualche costruzione filosofica; se qualche autore non è conosciuto, a meno che non si tratti di autori che hanno rappresentato momenti cruciali della storia del pensiero, non mi sembra essere così determinante come è insinuato dalle tue parole. La mia analisi è molto sommaria e chissà quante considerazioni ho omesso! Non è detto, poi, che chi conosce la storia del pensiero per questo solo motivo possa produrre una filosofia apprezzata. Tutti gli esseri umani producono un pensiero filosofico valido almeno per loro stessi, una filosofia diventa importante, tuttavia, quanto più coglie, mette in luce ed esprime un contenuto universalmente interessante, una “idea “che ognuno ( si fa per dire) non può fare a meno di integrare, a qualche titolo, nel proprio sistema di verità. Citazione:
Talete è debitore, nel riconoscere all’acqua la capacità plastica di produrre il mondo, di un poema Babilonese, l’autore o gli autori del quale sono debitori di altri e indietro fino agli ideatori di massime o proverbi sapienziali ecc. ecc. . Non c’è alcuno che non sia debitori di altri. Talete conosceva benissimo l’”alfabeto” dei suoi tempi, relativamente a quella condizione culturale. Dalle tue parole sembra che tu mi attribuisca un disprezzo per l’empirismo che mi è estraneo, anzi…, ma, forse, non diamo lo stesso significato a questa parola. Citazione:
Arthur Schopenhauer è in contraddizione con se stesso, perché conosceva molto bene “il pensiero dei filosofi” e non solo….forse si riferiva ai filosofi che detestava come Hegel o/e per la sua personale esperienza dell’autoritarismo accademico. Essendo uomo di cultura era pieno delle influenze di altri ma questo non gli ha impedito di produrre un pensiero potente. Chi è libero dalle influenze degli altri? E chi non dipende in parte, intellettualmente, anche da altri? Fin da subito ogni essere umano, e non solo, è istruito da altri. Siamo certamente tutti debitori….l’originalità ad ogni costo, in tutto e per tutto, è una pretesa utopica ed anche una presunzione. Siamo qui o siamo stai gettati qui in forza di altri da noi, o da altro da noi…il debito è una delle condizione ineliminabili. Ultima modifica di Giorgiosan : 09-10-2011 alle ore 09.15.07. |
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08-10-2011, 20.46.17 | #17 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Un nuovo scettico è entrato fra noi...una nuova visione...o è la visione di sempre? Sia il benvenuto! Occorre rimestare le carte ogni tanto...segno di effervescenza intellettuale! Però gia sapevo...e credo la più parte sà... che... sia la più eclatante cultura che la più infima ignoranza, non possono che rappresentare un nanopezzetto di realtà... peraltro ignota nella sua qualità ed estensione globale. Citazione:
Se la matematica e la fisica, l'astrofisica! non ce lo avessero detto, mai lo avremmo saputo! ...già questo mi pare un buon pezzetto di realtà acquisita. Ma da Copernico in poi tanta altra realtà e interpretazione della realtà, le varie scienze, ci hanno dato...anche se, a volte, un qulche "passo indietro", come si suol dire, c'è stato...ma la somma algebrica dei passi è senz'altro positiva...anche se resta sconosciuto l'immenso totale dei passi da fare. La Vision del credo in ciò che tocco e vedo, mi pare un pò troppo da S.Tommaso...ed anche spesso ingannevole. La scienza infatti si propone di pentrare...diciamo "squarciare il velo"... di una supposta realtà che ci appare, che ci ha condizionati e plasmati, a confronto della quale viviamo...ma che scopriamo, in superficie, sempre più ingannevole...nascosta...o piuttosto sempre piu' vera via che approfondiamo. Anche se non parliamo più (spero) di noumeno, di inconoscibile...parliamo piuttosto di "ricerca"...per rendere conoscibile a noi, e congruente, l'ignoto...prima o poi...e non per soddisfare vanamente un sapere astratto, ma per perseguire una tecnologia fruibile...di possibile salvamento. Citazione:
Citazione:
ma se la tua "realtà" è solo questa...credo sia ben poco: è sconfortate, è riduttivo...quasi da rinuncia. |
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09-10-2011, 10.27.09 | #18 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Se ragioniamo secondo la logica classica non può esserci posto per due realtà, perchè la logica classica ragiona in termini di terzo escluso, vero o falso, 1 o 0. Secondo questo criterio dovremmo ragionare in termini o oggettivi o soggettivi. Occorrebbe qualcosa che ci permetta di ragionare includendo nel nostro ragionamento gl'uni e gli altri. La matematica quantistica sembra sia giunta a tale sintesi affermando che il soggetto non può essere separato dall'oggetto. Kant dice che la matematica ha sempre preceduto la filosofia, probabilmente quindi, con un pò di pazienza, tale sintesi potrà essere applicata anche nel pensiero. Nel definire la realtà io penso che avvenga qualcosa di simile a ciò che succede se cerchiamo di definire la pace; ossia ci sono svariati modi di dire cos'è la guerra ma c'è n'è soltanto uno di dire cos'è la pace: l'assenza di guerra. Parafrasando potremmo dire che la realtà non sia altro che assenza di finzione. Io credo che si dovrebbe riflettere sui falsi ideali che albergano il nostro essere. Prendiamo ad esempio il famigerato '68: l'importanza esagerata assegnata alla musica, il mito della droga, l'esaltazione dell'autodeterminazione, della trasgressione, della ribellione cieca ed insolente. Le conquiste sindacali e di altri diritti sono associate inscindibilmente a quegli ideali discutibili. Le conquiste dei diritti sono e restano fatti, ma quanti danni hanno prodotto quei falsi ideali? Peggio ancora se pensiamo agli ideali di eroismo e nazionalismo che hanno ispirato le guerre di inizio XX secolo o allo statalismo che ha determinato l'oppressione Stalinista. La tv e la letteratura (la tv di una volta) si sono date da fare per idealizzare l'amore perfetto, poi nella realtà concreta le coppie dopo poco si lasciano perchè accecate da quel falso ideale inesistente. Quanti giovani vengono distolti dallo studio e dalla formazione professionale per chè esaltati dall'esagerazione di certi sport, della musica, di un sogno di un folgorante successo che risolva tutti i problemi? Forse potrà esserci d'aiuto Seneca:"Quando vorrai saper se ciò cui aspiri si fonda su di un desiderio naturale o su di una brama cieca, rifletti se ciò può avere un termine. Se dopo un lungo cammino ne rimane uno sempre più lungo da percorrere, saprai che non è un desiderio naturale" |
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09-10-2011, 12.54.22 | #19 | |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Proposizione (e premessa): i termini sono intuizioni fedelmente comunicabili (indicazioni; indicazioni per riprodurre nell'altrui mente la propria comprensione, la propria concezione). Che cosa si può comunicare con termini che non derivano da una rappresentazione? Riconoscete che ogni rappresentazione, per quanto adeguata e condivisa, è necessariamente soggettiva (per definizione direi), relativa ad un 'individuo' ed in funzione del suo adattamento nell'ambiente in cui si trova? |
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09-10-2011, 18.30.06 | #20 |
prof
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Messaggi: 221
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Re: che cos'è la realtà?
Per parlare di realtà di verità è indispensabile partire dall'assiome "IO sono", cioè l'IO cosciente, di cartesiana memoria, e collocarlo come "singolarità origine" di uno spazio che qui chiamo "spazio della conoscenza"; da questo origine espandere lo "spazio" della conoscenza ovvero "spazio della logica pura". Intorno a questa struttura immaginare la creazione dell'universo che è una creazione logica. Una proposizione logica, p. es. "ecco una sedia" è vera (e lo è per l'IO osservante ) finchè non si scopra, attraverso altre vie logiche, diverse da quella che ha indotto a dire "ecco una sedia", che la locuzione è falsa (sempre per l'IO osservante che è unico). Ovviamente ciò richiede che la sedia sia definita almeno nell'idea fondamentale dell'Osservatore (l'IO), a cui, per esempio, non interessa sapere di quanti atomi e di che tipo la sedia sia costituita o lacomposizione chimica del materiale della sedia.
L'esempio dice, con altre parole, semplicemente l'adagio di ogni uomo di scienza: ogni teoria ed altra affermazione intorno a cose dell'universo deve essere provata e verificata sperimentalmente; il corsivo vuol dire che la prova sperimentale richiede un'altre teoria (la prima è quella che dice "ecco una sedia"), cioè un altra via, che colleghi la logica del percorso sperimentale alla affermazione "ecco una sedia" che potrebbe richiedere a sua volta un'altra conferma, e così via finchè l'IO osservante non si ritenga soddisfatto. |