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11-12-2011, 20.09.45 | #162 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Ti dirò di più rinunciare all'interpretazione mentale e vedere la realtà com'è fa parte della nostra crescita personale, crescita che io ritengo essere il motivo per il quale siamo in questo mondo. |
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11-12-2011, 20.36.34 | #163 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Comunque una delle teorie ultime è quella degli "adesso": gli accadimenti, a partire dal big bang o anche da prima, sono costituiti dai tanti istanti (stati) dell'universo buttati lì e ammucchiati nel presente "adesso". Siamo noi che li mettiamo in ordine secondo causa/effetto. E' come averci il sacchetto della tombola contenente gli infiniti numeri che rovesciamo sul tavolo: noi poi li mettiamo in ordine progressivo. Il numero uno è il passato big-bang...ma potrebbe esserci anche lo zero...e forse i negativi. I numeri intermedi diciamo siano il presente, quelli più alti che ancora non processiamo...potrebbero essere lo sconosciuto futuro. Ora ammesso che...non saprei come aggiustare le cose con la "relatività"...ma lascio il compito a chi ha inventato la teoria degli "adesso". Quanto a me, mi pare che non cambia niente: il tempo è nella nostra testa, lo viviamo in sequenza ed in sequenza ordiniamo anche il passato...ne abbiamo bisogno! La nostra struttura cerebrale è fatta così! Se non lo facessimo le nostre cellule lo farebbero per noi ..lo farebbero per noi le cose che cambiano: nascono, vivono, invecchiano e spariscono in qualche modo. Il futuro lo ordineremo accadimento per accadimento via via che ne veniamo in possesso e fin che dura per ciascuno di noi. Ma è solo un altro modo di presentare le cose! Non mi cambia la vita. ....e poi, se sparisse una entità, pur impalpabile, come quella che chiamiamo "tempo" non saprei dove mettere tutti i miei orologi. |
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11-12-2011, 20.55.28 | #164 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Per il quarto (lo scopo) mi pare ipotesi abbastanza aleatoria: forse ti è arcinoto che propendo per "nessuno scopo"...inutile dirlo! |
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11-12-2011, 22.03.14 | #165 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Talora certe considerazioni sulla percezione filosofica della realtà possono sconfinare nella percezione psicologica, oppure possono completarla.
Anche tenendo conto di problemi sollevati delle new entry, spero di far cosa gradita mettendo a confronto le due cose, per una possibile distinzione e eventuali altri percorsi di discussione Percezione sensoriale e conoscenza La “realtà” nel contesto filosofico è il “modo di essere delle cose in quanto esistono fuori dalla mente umana, o indifferentemente da essa e dalla presenza nella coscienza. Per esempio in un'esperienza con il tachistoscopio che verifica la percezione di immagini, parole, ecc. è il “materiale” proprio dell'esperienza sensibile, contrapposto all'irreale, illusorio, apparente. In filosofia lo scopo della percezione è la consapevolezza tramite i sensi del mondo che circonda, mentre per la psicologia si riferisce alla conoscenza apparentemente diretta e immediata del mondo: per esempio acquisire informazioni tramite la vista. La PNL insegna che in ognuno di noi prevale un filtro rappresentazionale, visivo, auditivo o cinestesico ( in quest'ultimo caso tatto, gusto, olfatto) volto sia all'esterno ambientale che all'interno della mente. Il cervello percepisce, rielabora e poi esprime tramite il linguaggio il mondo circostante secondo una griglia personale che privilegia una delle modalità sensoriali. Io sono un “visivo”: guardo dritto negli occhi, riesco a fissare per un minuto le pupille di una sconosciuta senza imbarazzo ( una delle prove in un seminario Gestalt), uso spesso locuzioni come “ in vista di … la visione di … alla luce di … vorrei rendere chiaro che … La vista prevale pure nell'erotismo maschile mentre la sensualità femminile è più sensibile a stimoli tattili, olfattivi, uditivi. Qui mi riferisco più alla percezione filosofica che psicologica, non oggettiva, riguardante idee, impressioni, immagini, sensazioni. Il fenomenismo presuppone costruzioni logiche partendo da sistemi sensoriali e conseguenti inferenze interpretative. Un accenno alla selezione percettiva e personale: le figura reversibili come i vasi che si convertono in profili umani e viceversa. La metafora è un non precludersi mai le alterne e alternative visioni di una realtà globale. La vita è come un palcoscenico con tanti spettatori: ognuno vede in modo diverso la stessa scena perché diverse sono le coordinate con cui se la rappresenta,riconducibile a proprie esperienze e storia personale, eventuali modelli interpretativi diversi: l'oggettività sarebbe definibile come una descrizione dove non entrano le proprietà dell'osservatore ( difficile). A tale proposito viene indicato un test a cui fu sottoposta una coppia di coniugi: venne loro proposto di descrivere, senza la presenza dell'altro, la stessa foto di una persona con oggetti e immagini, con qualche ambiguità. E' sorprendente poi constatare che ognuno vede “con chiarezza” cose molto diverse rispetto all'altro. Non esiste la realtà, ma “una” realtà. arsenio saluti |
12-12-2011, 18.08.41 | #166 | |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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Molteplicità de dicto, diversità de re
Citazione:
Notare che un’affermazione del genere non conduce a pluralismi né ad un realismo forte (o metafisico con tutti i suoi problemi) in quanto si limita ad indicare un concetto assolutamente generale, semplice, vago: ‘qualcosa’ (la cui specificazione coincide già con l’evoluzione di sistemi concettuali o, in altre parole, che si specifica in sistemi concettuali). Un conto è assumere ‘qualcosa’, una “realtà amorfa”, concetto che, non suggerendo alcunché, non vincola in alcun modo l’immaginazione; tutt’altra cosa è assumere l’esistenza di oggetti e quindi una molteplicità e quindi distinzione e quindi organizzazione slegata dalla concettualizzazione. E’ nella netta distinzione tra ‘sistema concettuale o immaginativo’ (che siamo disposti ad attribuire esclusivamente ad ‘esseri senzienti’) e semplice ‘organizzazione o struttura’ (che attribuiamo a qualunque cosa) che individuo il problema fondamentale. Non ti pare? |
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12-12-2011, 21.31.48 | #167 | |
Ospite
Data registrazione: 10-12-2011
Messaggi: 8
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Arsenio, spero sinceramente di non aver sollevato alcun problema, perchè non era mia intenzione Tornando alla realtà (non che fossi andata via da essa), oggi guardavo il mio gatto in una delle sue fasi meditative-semioniriche, quando mi è balenata alla mente questa frase: lui sa esattamente chi è, perchè non sa di essere un gatto. Provo a spiegarmi meglio. Se qualcuno potesse dirgli "tu sei un gatto", sorgerebbe in lui spontanea una domanda: cos'è un gatto? Allora gli si risponderebbe che un gatto è un felino, che ama dormire molto, rovinare le tende con le unghie e inseguire le farfalle per acchiapparle. A quel punto, sono certa, avrebbe una crisi d'identità, perchè lui dorme poco, è sempre in giro, non rovina le tende e non insegue le farfalle (anche perchè non si scomoda per qualcosa che vola, a meno che non pesi almeno un paio d'etti). E allora cos'è la realtà? Lui è un gatto perchè appartiene ai felini, rovina le tende e insegue le farfalle? Se non lo fa, allora cos'è? Non è più un gatto, probabilmente bisognerebbe trovare un altro nome che lo classifichi. La realtà cessa, nel momento in cui se ne parla, fino a quando si useranno le parole per "identificarla", poichè è reale solo ciò che senti, non ciò che è, dal momento che quando decidi che una cosa è, non è più. Almeno fino a quando non ritorni a sentirla. p.s. quanto bisogna permanere in questo forum, per poter essere chiamati con il proprio nick, anzichè "new entry"? A proposito, grazie per non avermi ancora chiamato novizia |
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13-12-2011, 12.07.05 | #168 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Quanto al tuo gatto è un gatto depravato...forse gli è mancata presto la mamma ad educarlo...e non sa chi è...come tutti i gatti di casa del resto: si definisce gatto di casa quello che non deve predare per vivere...tanto da tralasciare persino di adunghiare tende e divani. In genere però non sono così disorientati da andare in crisi se gli riveli la loro originaria natura: non gli interessa...è un surplus! Del resto ogni gatto anche se non sà chi è e perchè è: non si perde in problemi esistenziali! La mi gatta, ad esempio, terrore dei gatti del vicinato, sa benissimo di non appartenere a quella orrenda genia che s'azzuffa e miagola di notte nel giardino...mentre lei dorme al calduccio sulla mia poltrona: una differenza genetica ed evolutiva deve esserci! Infatti lei sa benissimo di appartenere alla specie umana e di avere il privilegio di essere la mia amante...infatti ci scambiamo reciproche coccole e non manco di versarle croccantini al mattino...in cambio mi alergisce il suo amore a testate...segno di amore schivo, ma incondiziaonato. Non c'è pericolo che gli provochi problemi di identità! E' anche convinta che solo con le parole identifichimo le cose e i fatti: è con le parole che essi possono esistere: infatti io dico "croccantini" ed i croccantini appaiono! Sono le parole, il susseguirsi ordinato, sempre piu' ordinato, dei fonemi che hanno strutturato, insieme, la lingua e la conformazione fisisca e funzionale dell'organo cerebrale ed anche viceversa. Infatti anche lei, che io erroneamente definisco "gatta", pur con un certo ritardo evolutivo, esprime ogni tanto un diverso fonema sempre più simile ai miei, o i miei ai suoi: presto potremo conversare e chiamare le cose, le pulsioni affettive, i concetti... col loro nome, o dar loro un nome, ed essi vivranno anche nel piccolo organo cerebrale di una gatta...o creduta tale. Infatti, è vero, della realtà fanno parte non solo le cose concrete, ma anche ciò che "sentiamo" o che "sentono" i gatti, ma solo se lo possiamo, noi e loro, razionalmente organizzare in parole, magari in versi, e ne possiamo parlare, se oltre al sentire ne definiamo il concetto, il significato, la classe, l'insieme di appartenenza, ecc... Diversamente siamo persi un un vago fumoso, impalpabile, inestricabile universo. Alla fine, anche nei limiti di questa particolare branca, non c'è contrasto fra parola, definizione e sentimento o pulsione emotiva ed emergerre del reale...ovviamente: dal tentativo/sforzo di esprimere in parole il sentimento, deriva, fra laltro, anche la più alta poesia e, viceversa, con la poesia s'incrementa il sentire. |
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13-12-2011, 14.37.21 | #169 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 173
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Riferimento: Domanda iniziale: che cos'è la realtà?
Citazione:
Scusa l'assenza, ma sono andato a spasso per la realtà. Il fatto che tutta la nostra indagine sulla realtà, sulla natura e quant'altro sia partita da quando uno scimmione ha scoperto che la legna bruciava è una conoscenza che possiedo io come individuo. Potrei anche dire che è un'opinione, forse sarebbe più appropriato, ma penso che sia ugualmente capibile dire conoscenza. Altra cosa sono le conoscenze collettive. Una enciclopedia può essere una rappresentazione di conoscenza collettiva. Per inciso, quando dicevo che il linguaggio si è affrancato dall'individuo intendevo proprio questo, non intendevo certo dire che le narrazioni siano state fatte dai marziani. Ma torniamo a bomba. Quello che a me non soddisfa più sono proprio quelle frasi ambigue circa le capacità intellettive che aumenterebbero ad esempio, come dici tu, per maggiore afflusso di energia. Secondo me, conoscenza individuale, la conoscenza non può modificarsi senza l'intervento dell'incidente ambientale (grossolano; le obiezioni possono essere molte, in ogni caso discutibili). E' in fondo per questo che credo nella legna e nel fuoco, visti questi in una veste di nuova cultura che è riuscita a distrarre un animale dallo stretto necessario pur sprecando notevoli energie (cultura del cibo ... e che so ... quella del sesso); e che però diviene strettamente necessaria. Qualcuno potrebbe dire che questo discorso è un pochino fuori dal tema della discussione. Potrei essere anche d'accordo. Ciao P.s.: un saluto alle novizie !!! |
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13-12-2011, 15.41.14 | #170 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,006
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Riferimento: che cos'è la realtà?
Citazione:
Gentile Sai fung, sai che che nel tuo breve post sollevi vari “problemi” di tipo linguistico, filosofico, sociale, antropologico, forse … etologico? Ogni termine, come già detto, il suo significato lo assume dal contesto in cui viene inserito. Preso isolato così com'è può avere numerose accezioni, denotazioni e connotazioni, solitamente enumerate dai vocabolari. E' ben diverso affermare in un dibattito culturale” sollevi un problema degno di nota” dal dire in ambito familiare, “per me sei un problema” o “crei sempre problemi inutili”, ecc. Per non parlare del tono di voce, fondamentale,che manca nel virtuale. In quanto al “gatto” si tratta di un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi appartenenti perlopiù al genere Felis. Così come io sono un “uomo” specie del genere Homo che appartiene a una famiglia dei primati. Al tuo gatto inoltre direi che condividiamo l'essere “animali”, con la trascurabile differenza che io sono un “animale umano”, lui un “animale non umano”. Fatti comunque entrambi di protoplasma. Non conosco la personalità del tuo gatto e la sua reazione a certe informazioni che potresti dargli e se in effetti soffrirebbe di una crisi d'identità per una sua “diversità”. Ad esempio io sono un “uomo”, genere maschile,ma non ho crisi d'identità se qualcuno mi fa notare che , a differenza, in generale, dei maschi, non prediligo la partita di calcio, il tifo politico, i film di guerra e fantascienza, i libri di storia e manuali di bricolage, ecc. come ci si aspetterebbe, per il mio genere sessuale,ma piuttosto le soap opera, i film sentimentali ( quelli problematici), i romanzi d'amore, ecc. “New entry” è un termine perlopiù d'uso telematico e può non piacere come “nick”.Per netiquette un tempo si usava dare il benvenuto a una “new entry, col significato che si era lieti per l'entrata di un nuovo partecipante. Ovvio che "new entry" potrebbe essere anche Umberto Eco, senza allusioni alla sua incredibile cultura anche filosofica ( ora discute sul nuovo realismo) ma come primo benvenuto in un forum virtuale. Il noviziato nel contesto di un ordine monastico ha un senso che in altre circostanze può avere altre sfumature. Ma ci si deve preoccupare più di come uno ti tratta con i fatti, che di come ti chiama, sia pure perfino con un termine che ha una storia di stigma. Spero avremo ancora occasione di interloquire, da novizio anziano ( per età) a novizia giovane. Mi dispiace per aver usato questa volta un linguaggio poco formale ( qui non sempre è ammesso) ma assicuro che non è per niente OT, le considerazioni sono tutte veramente filosofiche saluti giano |
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