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15-07-2007, 09.26.14 | #62 | ||
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
Messaggi: 665
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Riferimento: Credi o no?
Socrate78
Citazione:
Quando si sostiene che tutto è relativo, il motivo di questa affermazione assoluta va ricercato nella sperimentazione quotidiana, la quale vede variare di ora in ora, ma oserei affermare di minuto in minuto, le scoperte o conoscenze fatte in precedenza. Se questo relativismo democratico lo paragoni ad un assolutismo: nulla da obbiettare, ma va aggiunto che è semplicemente un assolutismo metodologico. Citazione:
La mettiamo bene, perché credo che quello su riportato valga anche per quest'altra domanda, per cui dovremmo fare solo attenzione a distinguere tra: l'assolutismo metodologico con quello di arrivo alla soluzione del problema generale. Ultima modifica di katerpillar : 16-07-2007 alle ore 07.50.36. |
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21-07-2007, 09.58.00 | #63 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Credi o no?
Sembra, dalle risposte che qui si susseguono, che la fede sia un optional, che un individuo può accettare o respingere senza troppo penare o gioire….Mi pare che non può essere così, e che se anche nessuno ci obbliga a confessarci e il confessore non ordina più di far penitenza, o forse proprio per questo, la fede è una scelta che può condizionare una vita. Io posso anche considerarmi distante da qualsiasi religione del mondo, ma non posso dimenticare quelle parole, quei momenti di piccola estasi che avevo negli anni d’infanzia, e non posso nemmeno ignorare che la religione è stata il principio di ogni cultura, anche se uno psicanalista la giudica una nevrosi e il buon senso può tranquillamente ignorarla. Direte che proprio questo dimostra che la fede è propria dei primitivi se non dei selvaggi? Ma io vedo nel mito l’accendersi della fantasia e il fremito del concetto, nel rito il profilarsi di un’azione morale. E non si tratta solo di ciò che ho chiamato principio, se nella fede sembra brillare anche la fine, la conclusione di un’esistenza e della storia del mondo.
Come può la religione avere questo potere? E’ un potere che sembra assoluto perché è riposto nell’assoluto, perché ciò che segna il sorgere vero dell’umanità è l’intuizione dell’assoluto, quel momento d’estasi che afferra l’uomo e lo stimola, anche se breve e fuggente, a cogliere la verità, a impossessarsi di quel bagliore strappandolo alla sua vertiginosa astrazione, rivestendolo di tratti gloriosi e trasformandolo, alla fine, in Dio. Dunque è questo l’errore alla base della nostra storia, questo possesso e mascheramento dell’assoluto, che rimane come un incubo dentro di noi, come un’ossessione o emozione che non possiamo dimenticare e ritorna, prepotente, nei momenti critici dell’esistenza, nelle apocalissi dei popoli, ed è sempre presente come un disegno segreto e un anelito della carne. Perché l’assoluto, che era stato all’origine della storia, diventa il suo fine, anche se non si vede, se non esiste, e non si chiama Dio. (Mi vengono in mente a questo punto gli sforzi – questi sì alquanto nevrotici o deliranti – dei cabalisti ebrei impegnati, attraverso infiniti giochi di lettere e numeri, a cercare qual è il vero nome di Dio: un nome di cui nemmeno la bibbia è sicura o che Dio stesso non vuol rivelare, mostrando in tal modo di essere al di là della parola dell’uomo, e forse al di là di ciò che diciamo esistenza). |
21-07-2007, 12.23.06 | #65 |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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Riferimento: Credi o no?
Io credo che non si possa non credere, il fondamento della nostra esistenza e’ la fede in tutte le sue forme…,ogni nostra certezza non puo’ che essere fondata sulla fede in qualche principio postulato indimostrabile alla ragione, e anche questa mia certezza , in quanto tale , e’ solo una credenza; infinite sono le religioni ,quindi, compreso il Cristianesimo , lo Scientismo logico-sperimentale occidentale, lo Scetticismo, etc…;alcuni hanno creduto ad una verita’ postulata da un dio, altri hanno creduto a verita’ postulate da loro stessi o dalla loro ragione, alcuni hanno creduto che due rette parallele mai si potessero incontrare all’infinito, e con questo hanno creduto di vedere nella realta’ fenomenica la geometria delle loro fede, come se la realta’ fenomenica fosse un testimone affidabile delle loro certezze…!!! altri credono che le leggi della fisica siano le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali, che non esista un sistema inerziale privilegiato (Principio di relatività),che la velocità della luce nel vuoto abbia lo stesso valore c in tutti i sistemi inerziali (Principio della costanza della velocità della luce), e su questo hanno desunto certezze sempre piu’ certe ( perche’ cosi’ coesistono le certezze e le fedi dello “Scientinesimo”, sono certezze sempre + diverse fra loro ,ma sempre piu’ certe e ,a detta dei loro sacerdoti profeti ,sempre piu’ proiettate, perche’ destinate, verso una spiegazione del tutto) e conforto ancor piu’ benevolo e compassionevole dalla natura delle cose, che sembra sempre assecondarci come una mamma fa col proprio bambino…e rassicurarci che tutto al fine abbia un senso. Molti, poi, credono nelle guarigioni miracolose di Dio con cuore sincero, altri credono nelle guarigioni della medicina con ragione ipocrita, perche’ incomprensibili al solo intelletto (guarigioni incomprensibili perche’ non e’ mai stata data una spiegazione compiuta di un qualsivoglia fenomeno naturale conosciuto dall’uomo,…da ogni “perche’!” nasce ed e’ sempre nato un altro “perche’?”).
Tutti crediamo, insomma, e tanto piu’ fervida e’ la nostra fede, tanto piu’ siamo convinti che la nostra verita’ sia assoluta ed universalmente valida, a tal punto da impegnare noi stessi contro ogni altra blasfema “eresia”; Cosi’ succede, come in ogni altra religione, che anche nello “Scientinesimo” o “Scientismo” ( non Scienza) e nell’ Ateismo vi siano Atei e uomini di Scienza molto piu’ bigotti di molti Cristiani , Mussulmani e uomini di Chiesa. Saluti |
21-07-2007, 14.31.48 | #66 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 219
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Riferimento: Credi o no?
Citazione:
"Padre Nostro" è la risposta più semplice, che significa: non credo di essere io il principio, credo che noi siamo fratelli e che Tu ci hai fatto. Eli, se vuoi ripetere Cristo. Baal Sem, Padrone del nome e di ogni nome, se vuoi stare con i cabalisti moderni, Chassiti. Lavora su quella scintilla che ami. |
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21-07-2007, 20.22.47 | #67 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 45
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Riferimento: Credi o no?
Citazione:
È già da un bel pò che vivo senza, e ciò non mi ha causato problemi.. anzi.. I miei ossequi.. |
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22-07-2007, 07.56.37 | #68 |
Ospite abituale
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Messaggi: 78
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Riferimento: Credi o no?
la fede è un dono, se non ricevi questo dono speciale, non puoi capire. non puoi vedere, non puoi sentire. ho letto la vostra domanda :- perchè Dio non interviene nelle guerre, nelle malattie?-
ho sentito una risposta tempo fa, della quale mi sono innamorata: - per far capire all'uomo, dove lo porta la sua cecità, si converta e creda - scusate ma per me è una frase meravigliosa, auguro a tutti i non credenti, di poter sentire, almeno una volta nella loro vita, la presenza di Dio. la mia risposta è:- sì, io credo! sono però consapevole di quanto debole sia la mia fede, considerato che basterebbe aver tanta fede in Dio, quanto un granello di senape, per poter spostare una montagna.- Padre nostro che sei nei cieli... daria |
23-07-2007, 10.32.52 | #69 |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,272
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Riferimento: Credi o no?
Capisco le perplessità di chi deve affrontare – interrogando sé stesso piuttosto che le parole di religiosi e filosofi – questo inesorabile tema: ho o non ho fede? Ma non è l’intera vita dell’uomo una dimostrazione di fede? Non ha fede chi crede solo in sé stesso, nell’odio o nell’amore, nella scienza, nella filosofia? Già, ma qui si parla di fede religiosa, a prescindere – suppongo – da quello che dice una chiesa ed è contenuto in una dottrina.
Vogliamo essere sinceri e rispondere alla domanda: ho o non ho fede? C’è chi nella religione trova conforto, appagamento e perfino letizia. Credo che per un uomo del ventunesimo secolo, e specialmente per un apprendista filosofo, il problema della fede si presenti in un modo grave e perfino tragico. Sì, perché nonostante le conquiste della scienza e nonostante l’irrazionalità e perfino il ribrezzo morale che può comportare la fede in un Dio che non interviene nei mali del mondo, resta il fatto che soltanto un concezione religiosa (starei per dire una mitologia religiosa) sembra dare un senso alle cose – cioè all’esistenza del mondo e alla nostra esistenza nel mondo: un significato alla parola essere, che nessuna metafisica elucubrazione e nessuna tormentosa riflessione su sé è mai riuscita a raggiungere. Forse c’è stata troppa filosofia, con le sue contorsioni per stringere l’ombra di una verità. Ed è questo il lato banale, assurdo e perfino impossibile della fede: che essa non solo taglia la ragnatela della ragione, annienta le nostre richieste più nobili e va perfino al di là del bene e del male, ma spiega tutto: parlo della fede, non di una dottrina della fede, che ne è sempre un travolgimento. La fede – la vera fede – non si riceve da un padre, un confessore o un maestro ma da qualcosa che è dentro di noi e che non ha storia: ciò che non alleggerisce affatto le cose perché obbliga paradossalmente ad affrontare la storia e iniziare un cammino al fondo del quale forse non c’è il significato dell’essere o del non essere, né ciò che chiamiamo verità o bene morale, e neppure questo o quest’altro Dio, ma la vampa dell’assoluto. Così, dopo tanto cercare e discutere, non resta anche a me che cercare di rispondere a questa domanda: sono o non sono religioso? Ho o non ho fede? |