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20-11-2003, 18.15.17 | #85 |
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E se invece fosse il timore di perdere il controllo della propria vita? La paura di lasciarsi andare?
Non so,ma l’hai scelto tu l’esempio e non credo molto alla casualità . In tal caso non sarebbe la difficoltà di sentire fiducia negli altri il vero problema ma il timore di perdere il controllo cosciente sulla nostra vita..Il bisogno di avere tutto sempre ‘sotto controllo’. Sembrerebbe quindi più un’incapacità di fiducia verso la nostra capacità di non perdere la nostra identità nell’incontro con gli altri.. Per ora, ti saluto.. (Mi auguro che questo incontro mi aiuti a fare chiarezza sulla mia difficoltà a dare fiducia agli altri..) Gyta |
20-11-2003, 20.26.36 | #87 |
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>>Rif. Alla ‘battuta’ di Freedom.
( Forse la mia reazione è stata eccessiva, ma.. ) Il tuo intervento e la mia reazione sono stati scintilla di una mia consapevolezza,mi spiego.. Subito dopo averti scritto in relazione alla tua ‘battuta’,mi sono sentita molto ‘meglio’ Ed in quel momento mi sono chiesta ..’perché..?’ Perché ‘qualcosa’ che mi aveva dato sui nervi doveva attraverso la mia reazione farmi stare ‘meglio’..come un qualcosa che tornasse al suo ‘posto’,come l’esigenza di ‘rimettere a posto’ qualcosa che non era..? Così mi sono trovata a riaffondare il cuore e la mia coscienza in un’esperienza per me ancora ‘scottante’.. Perché ero stata così a lungo tempo con qualcuno così diverso da me..? Cosa mi ‘attirava’ in una ‘trappola’ che sembrava ‘senza uscita’..? Cosa mi faceva sentire in ‘fondo’ a tutto ‘non persa’ in quel rapporto dove la condivisione avveniva ‘a tratti’..? Quella sensazione a me tanto famigliare finalmente lasciava cadere la maschera .. E’ come se il mio ‘equilibrio’ risiedesse in una sorta di ‘consapevolezza degli opposti’ ed attraverso questa nella mia riaffermazione del mio posto fra questi. Il punto cruciale era attraverso la diversità l’auto-affermazione di me stessa , di ciò che ero..Quasi come se la mia consapevolezza di ‘vita’ fosse legata ad un’impercettibile filo di ‘conflitto’, di ‘lotta’.. Ed infatti la mia ‘modalità’ di vita partì proprio da un profondo rapporto di conflitto con mio padre,che riuscii in parte a superare solo nella cosapevolezza della diversità ed attraverso quella l’autoaffermazione, quindi la coscienza di una propria individualità.. E sembra che questo ‘giochino delle parti’ richiami ancora la propria potenza come unica modalità di sopravvivenza alla vita..! (..Chi ha avuto un padre autoritario e ‘schiacciante’, chi è cresciuto ed ha formato la propria personalità in una situazione di terrore e di ‘messa in pericolo’ della propria vita..credo possa darmene atto ..!) A proposito..grazie per il tuo ‘intervento’, senza il quale non avrei potuto arrivare a tutto ciò.. ! Gyta |
22-11-2003, 00.33.05 | #90 | |
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Citazione:
Potrebbe essere un'ottima interpretazione. Ma non credo che ti risponderò sul forum. Non è il luogo più adatto, per me, per un'autoanalisi. Ti posso dire che in parte sì ma che c'è altro. Ma non cosa. Non credo di avere paura di perdere la mia identità nell'incontro. Questo certo no. Ma indubbiamente esiste una certa dose di volontà di controllo. Di cosa? Io lo so di cosa. Ma il nucleo è proprio la fiducia, perchè quelle in cui non riesco ad avere fiducia è la capacità dell'altro a reggere la mia perdita di controllo, che mi concedo in ambiti diversi dalle relazioni o, raramente, in relazioni particolarmente profonde. Qualche volta mi è capitato di fidarmi! Sono passati tanti anni da quella storia del braccio!!! ciao e grazie della bellissima occasione di riflessione |
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