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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 12-08-2015, 14.26.53   #51
Duc in altum!
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

** scritto da pepe89:

Citazione:
In filosofia cosa è veramente dimostrabile? Le "dimostrazioni" che danno i filosofi, muoiono col tempo.

Ma senza le "dimostrazioni" dei filosofi non avremmo sviluppato il pensiero umano storico (la Storia del pensiero è nella sacrosanta indispensabilità della filosofia), e non avremmo consolidato quello personale che ci serve per decidere a quale fede, azzardata, destinare le nostre teorie razionali e di conseguenza il senso della nostra esistenza.


Pace&Bene
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Vecchio 12-08-2015, 19.12.26   #52
pepe98
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da pepe89:



Ma senza le "dimostrazioni" dei filosofi non avremmo sviluppato il pensiero umano storico (la Storia del pensiero è nella sacrosanta indispensabilità della filosofia), e non avremmo consolidato quello personale che ci serve per decidere a quale fede, azzardata, destinare le nostre teorie razionali e di conseguenza il senso della nostra esistenza.


Pace&Bene
Le "antiche dimostrazioni" hanno valore per l'evoluzione del pensiero e arrivare nel tempo a teorie piú sofisticate. Tuttavia voglio dire che non dimostrano che la veritá sia quella. Le uniche certezze le possiamo avere dalla scienza, sempre tenendo conto che valgono all'interno di un sistema tecnico di nostra invenzione, che spesso possiamo approssimare alla realtá. O meglio, la realtà la approssimiamo a quel mondo con quelle leggi.
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Vecchio 12-08-2015, 20.36.47   #53
Duc in altum!
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

** scritto da pepe89:

Citazione:
Si puó anche ammettere di non sapere come si ha avuto la coscienza, e basarsi semplicemente sulla certezza di essere coscienti


Certo che si può, gli evoluzionisti lo fanno con la "zuppa di elementi" di Darwin, ma ciò che ne deriva è una soluzione falsata e opportunista di come si sia data la vita, quindi conveniente a chi desidera, visto che è fondata su un inganno, anzi, un auto-inganno.


Citazione:
Certezza in quanto la definizione di coscienza la diamo noi facendola coincidere con lo stato che vogliamo esaminare.

Esatto la definizione la diamo noi, quindi confermi la mia ipotesi: l'indicazione, la spiegazione nasce su una teoria che si basa sulla fede e non sulla ragione, in quanto è una tua (o una mia, o la di un altro!) personale convinzione, senza prova certa, che la cosa o l'ente in questione sia così qualificato.


Citazione:
Io credo comunque che la coscienza è necessaria per essere, in quanto l'essere incoscienti equivarrebbe al non essere. La mia teoria che ho scritto qui risolverebbe il problema, dato che ipotizza l'inesistenza del mondo incosciente, giustificata razionalmente.

Certo, ma ci si può credere a questa teoria ipotizzata solo per fede, visto che si potrebbe anche teorizzare che il mondo incosciente esiste (ipotizzando che l'Io non vive secondo i consigli e i suggerimenti della coscienza, anche se esistendo), e non è altro che quella dimensione dove domina l'Ego o l'Io senza Dio.


Pace&Bene
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Vecchio 13-08-2015, 09.31.21   #54
mariodic
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

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Originalmente inviato da pepe98
L'atomo di Bohr è una deduzione attraverso prove sperimentali, quindi osservazione delle sensazioni, che vengono fatte risalire a delle cause, e queste cause le poniamo nel "mondo materiale", ossia un luogo immaginario su cui uniamo causalmente le informazioni ricavate dalle sensazioni.
L'elettrone non ha una posizione precisa in quello che noi chiamiamo spazio, ma gli associamo un'onda di probabilitá sempre osservando la causalitá della sua probabilitá di comparire casualmente in determinati punti.
astiamo dicendo la stessa cosa seppure con termini e da punti di osservazione logica differenti; insomma... siamo d'accordo.
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Vecchio 13-08-2015, 23.45.16   #55
pepe98
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da pepe89:



Certo che si può, gli evoluzionisti lo fanno con la "zuppa di elementi" di Darwin, ma ciò che ne deriva è una soluzione falsata e opportunista di come si sia data la vita, quindi conveniente a chi desidera, visto che è fondata su un inganno, anzi, un auto-inganno.




Esatto la definizione la diamo noi, quindi confermi la mia ipotesi: l'indicazione, la spiegazione nasce su una teoria che si basa sulla fede e non sulla ragione, in quanto è una tua (o una mia, o la di un altro!) personale convinzione, senza prova certa, che la cosa o l'ente in questione sia così qualificato.




Certo, ma ci si può credere a questa teoria ipotizzata solo per fede, visto che si potrebbe anche teorizzare che il mondo incosciente esiste (ipotizzando che l'Io non vive secondo i consigli e i suggerimenti della coscienza, anche se esistendo), e non è altro che quella dimensione dove domina l'Ego o l'Io senza Dio.


Pace&Bene
Dare definizioni non vuol dire trovare la veritá, ma crearsi elementi che abbiano certe caratteristiche a noi comode per comunicare. Non si tratta quindi di un atto di fede, in quanto sappiamo benissimo che le nostre categorizzazioni non corrispondono all'essenza delle cose.
Se io definisco la coscienza in un modo, non è che"credo che la coscienza sia A", ma dico"definisco A e lo chiamo coscienza". Funziona cosí: Prendo in considerazione qualcosa che si miei sensi appare con queste caratteristiche e gli do un nome.
pepe98 is offline  
Vecchio 17-08-2015, 23.35.12   #56
mariodic
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

Citazione:
Originalmente inviato da sgiombo
Non credo che conoscenza significhi necessariamente (sempre e comunque) capacità di dominio.
Cioé credo che la conoscenza sia una condizione necessaria (una conditio sine qua non) della possibilità di dominio della natura, ma non sufficiente.
Per esempio se non si conosce la meccanica del sistema solare non é possibile inviare sonde esplorative e satelliti artificiali verso gli altri pianeti (conoscenza come condizione necessaria della capacità di dominio).
Ma si può benissimo conoscere la "geografia" della galassie e degli ammassi di galassie senza tuttavia essere in grado di inviarvi sonde o macchinari per osservazione diretta o comunque ravvicinata (conoscenza come condizione non sufficiente della capacità di dominio).

Circa la possibilità di dominio della natura peraltro "Ad ogni passo ci vien ricordato che noi non dominiamo la natura come un conquistatore domina un popolo straniero soggiogato, che non la dominiamo come chi è estraneo ad essa ma che noi le apparteniamo con carne e sangue e cervello e viviamo nel suo grembo: tutto il nostro dominio sulla natura consiste nella capacità, che ci eleva al di sopra delle altre creature, di conoscere le sue leggi e di impiegarle in modo più appropriato [cioè di adeguarci ad esse nel nostro agire consapevole e finalizzato, N.d. R]" (Friederich Engels, Dialettica della natura, fine '800!).
La metafora del cieco con in mano un fascio di guinzagli di lunghezza da pochi centimetri a vari chilometri, a ciascun guinzaglio fa capo un cagnolino. Ecco la situazione: l'Universo è costituito da un centro che è la mente dell'Osservatore (il cieco), dall'insieme dei guinzagli e dai cagnolini; L'IO (l'Osservatore=il proprietario cieco dei cani) è bensì titolare di questo universo metaforico ma il suo dominio (=conoscenza) su di esso è, come dire, flaccido in quanto i guinzagli non sono aste rigide ma mere corde flaccide; il dominio del titolare sui cani è buono solo per quelli dal guinzaglio corto e cortissimo, poi si perde man mano che i guinzagli divengono lunghi ma mai si azzera, rimane tuttavia integra la titolarità dell'IO sull'Universo.
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Vecchio 18-08-2015, 17.29.56   #57
and1972rea
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

Citazione:
Originalmente inviato da pepe98
Qualche post fa avevo parlato dell'IO universale, cioè un solo IO che corrisponde all'insieme di tutte le esperienze coscienti, e ció risolve il problema dell'identità. Ora, considerando l'IO come l'essere cosciente, proviamo a risolvere, senza bisogno della scienza, il problema della coscienza: come puó il mondo incosciente produrre coscienza?
Se non esistesse il mondo incosciente, il problema sarebbe risolto: La coscienza sarebbe una proprietà di tutto l'essere.
Ma effettivamente siamo cosi sicuri che l'essere comprenda anche un mondo incosciente? Io credo che esso sia un inganno dei sensi. Le uniche cose della cui esistenza possiamo essere certi, sono le sensazioni. Ció che vediamo, pensiamo, sentiamo, percepiamo, sono tutte sensazioni. Non esiste l' essere incosciente, ma solo l'essere cosciente, l'IO. Cosi la coscienza diventa condizione necessaria per essere. Noi non percepiamo cose incoscienti: Se vediamo una montagna, noi siamo quella montagna sotto forma di sensazione visiva.
Si conclude che l'essere è l'insieme di tutte le sensazioni.
Cosa ne pensate?
La questione può essere fichtianamente affrontata considerando Io ,Non-io ed Io universale; affermare che il non-io oggetto dell'Io diventi esso stesso Io e che , quindi, tutto l'Essere si concentri nell'Io , è banalmente intuibile, più difficile è comprendere logicamente come l'Io possa diventare oggetto di sé stesso, come , cioè, una autocoscienza possa fare sua un'altra autocoscienza completamente distinta da essa proprio in quanto autocoscienza; come posso Io percepire Te e conferirti unicamente attraverso questa mia percezione una essenza ontologica senza negare la tua autonoma autocoscienza? È chiaro che, per fare questo, non posso affermare la sussistenza del tuo Io distinto dal mio, ma questo passaggio di affermazione dell'Io è logicamente arbitrario, potrebbe infatti essere che Tu esista indipendentemente da Me e a prescindere da Me, in caso contrario, affermare da parte mia la sussistenza del tuo Io sarebbe illogico, a meno che Io e Te non fossimo tutt'uno, non facessimo ,cioè ,parte di una sola grande, anzi universale ,unica autocoscienza. Personalmente ritengo che ciò possa avere un senso, ma prove fisiche di questa unione universale io non ne ho mai avute, se non qualche sporadico episodio di sincronicita' "younghiana".
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Vecchio 18-08-2015, 22.39.14   #58
CVC
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

Citazione:
Originalmente inviato da and1972rea
La questione può essere fichtianamente affrontata considerando Io ,Non-io ed Io universale; affermare che il non-io oggetto dell'Io diventi esso stesso Io e che , quindi, tutto l'Essere si concentri nell'Io , è banalmente intuibile, più difficile è comprendere logicamente come l'Io possa diventare oggetto di sé stesso, come , cioè, una autocoscienza possa fare sua un'altra autocoscienza completamente distinta da essa proprio in quanto autocoscienza; come posso Io percepire Te e conferirti unicamente attraverso questa mia percezione una essenza ontologica senza negare la tua autonoma autocoscienza? È chiaro che, per fare questo, non posso affermare la sussistenza del tuo Io distinto dal mio, ma questo passaggio di affermazione dell'Io è logicamente arbitrario, potrebbe infatti essere che Tu esista indipendentemente da Me e a prescindere da Me, in caso contrario, affermare da parte mia la sussistenza del tuo Io sarebbe illogico, a meno che Io e Te non fossimo tutt'uno, non facessimo ,cioè ,parte di una sola grande, anzi universale ,unica autocoscienza. Personalmente ritengo che ciò possa avere un senso, ma prove fisiche di questa unione universale io non ne ho mai avute, se non qualche sporadico episodio di sincronicita' "younghiana".
Lucido e pertinente come al solito. Credo sia la discrepanza fra idea e realtà, laddove si è tentato di far coincidere le due cose si è arrivati ad un assolutismo di pensiero che fa a pugni con la realtà, poichè stando ad Aristotele per cui la filosofia nasce dalla meraviglia, la realtà sorprende sempre in qualche modo il pensiero e l'idea. Un idea o pensiero che conglobi tutto aborre la realtà per come la sottintendiamo in senso oggettivo, ossia indipendente ad esso. Il pensiero assimila la realtà come il corpo assimila il cibo. Il pensiero-realtà che assimila se stesso è come un vivente che si nutre del suo stesso corpo, un assurdo. Individuo e ambiente è la massima scomposizione che si possa fare del reale.
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Vecchio 21-08-2015, 19.25.27   #59
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

** scritto da pepe98:

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Se io definisco la coscienza in un modo, non è che"credo che la coscienza sia A", ma dico"definisco A e lo chiamo coscienza".

Sarebbe semplice e molto comodo se poi quella definizione della coscienza restasse solo una definizione di A = coscienza, e non facesse dipendere da essa le nostre scelte o decisioni senza prove certe che quella definizione sia vera.

Se tu definisci la coscienza A e non si può accertare empiricamente la sua esistenza o la sua separazione o meno dall'Io, è impossibile relazionarsi con ciò che abbiamo definito la coscienza, ossia A, senza avere fiducia in essa irrazionalmente, poiché potrebbe anche non esistere e quindi abbiamo definito A il nulla.
Dunque esista o meno A (in questo caso la coscienza) noi possiamo convivere (visto che è la relazione cosciente o meno con la nostra coscienza che determina Io chi sono e chi desidero essere) con la sua definizione solo per fede, altrimenti che senso avrebbe definire qualcosa che per adesso è solo un'illusione, un'utopia?


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Funziona cosí: Prendo in considerazione qualcosa che ai miei sensi appare con queste caratteristiche e gli do un nome.

Esatto, ma quel nome che tu gli dai prende senso solo grazie alla fiducia, alla fede che riponi in esso, visto che solo per te quel "qualcosa" esiste, anche senza averne le prove, stai credendo alla tua definizione contro logica, senza criterio, se non per fede personale.


Pace&Bene
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Vecchio 21-08-2015, 23.33.42   #60
pepe98
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

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Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da pepe98:



Sarebbe semplice e molto comodo se poi quella definizione della coscienza restasse solo una definizione di A = coscienza, e non facesse dipendere da essa le nostre scelte o decisioni senza prove certe che quella definizione sia vera.

Se tu definisci la coscienza A e non si può accertare empiricamente la sua esistenza o la sua separazione o meno dall'Io, è impossibile relazionarsi con ciò che abbiamo definito la coscienza, ossia A, senza avere fiducia in essa irrazionalmente, poiché potrebbe anche non esistere e quindi abbiamo definito A il nulla.
Dunque esista o meno A (in questo caso la coscienza) noi possiamo convivere (visto che è la relazione cosciente o meno con la nostra coscienza che determina Io chi sono e chi desidero essere) con la sua definizione solo per fede, altrimenti che senso avrebbe definire qualcosa che per adesso è solo un'illusione, un'utopia?




Esatto, ma quel nome che tu gli dai prende senso solo grazie alla fiducia, alla fede che riponi in esso, visto che solo per te quel "qualcosa" esiste, anche senza averne le prove, stai credendo alla tua definizione contro logica, senza criterio, se non per fede personale.


Pace&Bene
No, quel nome prende senso quando gli do una determinata definizione, e posso dargli quella che voglio, dal momento che quel nome non ha significati da rispettare.
pepe98 is offline  

 



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