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08-02-2008, 10.01.45 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-07-2007
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
dire Verità assoluta e dire che questa è conoscibile è secondo me un ossimoro.......poi non penso che la scienza positiva voglia sostituirsi alla metafisica perchè ogni vero scienziato non direbbe mai di poter dare la spiegazione delle cause essenziali dell'Essere ( è molto utile a riguardo leggere ad esempio le opinioni di Russel )...detto questo potrebbe sembrare che ormai la filosofia abbia fatto la sua parte e sia destinata a rimanere lingua morta: niente di più fallace...la filosofia è secondo me una delle discipline più utili per l'umanità
perchè da chiunque è stata criticata e nondimeno la critica che se ne faceva era già filosofia...si pensi alle argomentazioni del Circolo di Vienna o al primo Wittgenstein....sarebbe utile veramente e doveroso sostituire alla metafisica dell'Essere una metafisica della conoscenza umana e procedere su questa strada se si vuole sperare che la filosofia torni ad essere lo splendore della civiltà umana..... PS: adesso so già che mi verrete a dire "ma conosci una Verità assoluta: che cioè non è possibile conoscere una Verità assoluta".....ma se si dovesse ridurre la Verità assoluta alle condizioni di pensabilità delle possibilità della Verità assoluta allora che Verità assoluta sarebbe??????? se si facesse distinzione tra Verità e certezza reggerebbe più la confutazione aristotelica? e poi il principio di contraddizione è davvero condizione imprescindibile della Verità? cioè un principio basilare della correttezza del ragionamento è anche principio della Verità? l'Essere non può che essere non-contraddittorio? e via dicendo tanti interrogativi che abbisognano di una scansione concettuale necessaria dalla quale potrebbero sorgere le basi per una discussione disinteressata che magari potrebbero far approdare a risposte condivise...chissà.... PPS: non sono nichilista nè un puro empirista....secondo me davvero la conoscenza umana può approdare a certezze fondamentali...il problema è che penso che miliardi di certezze non costituiscono un miliardesimo della Verità |
08-02-2008, 18.49.37 | #5 | |||||
Moderatore
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Io non ho detto che l'Apparato scientifico vuole sostituirsi alla metafisica. E' il contrario. La Scienza e la tecnica, (seguendo il discorso di Severino), negano qualsiasi epistéme, ovvero qualsiasi discorso totalizzante che pretende di imporsi su di esse e sugli uomini. E' proprio il rifiuto, da parte della Scienza di ogni metafisica tradizionale, che le permette di non sentirsi limitata da nessuna etica. L'unica certezza che manda avanti essa, è la persuasione che gli oggetti sono domimabili, che sono quindi predisposti ad essere annientati e creati dal nulla. E' questo il vero Nichilsmo dell'Occidente per Severino. In esso egli vede il più grande errore che abbiamo (il pensieo greco per primo), commesso. Citazione:
Ma noi non possiamo prescindere dal concetto dell'essere il quale è quello più generale in assoluto. Siccome però, vedo che lo hai scritto in maiuscolo, forse intendevi il Dio dalla tradizione. E' Cosi? Citazione:
Citazione:
Citazione:
Infatti, può essere che miliardi di certezze siano, tutte o quasi, erronee. |
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08-02-2008, 22.35.21 | #6 |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Argomento interessante, vedo che Koli fa riferimento al discorso di Severino (e anche di Galimberti), e difatti la tecnica non ha altro scopo se non l'incremento della capacità di realizzare scopi, di aumentare la potenza, presupponendo da principio la caducità delle cose e come conseguenza l'abbattimento di ogni pensiero stabile, immutabile, che freni il divenire su cui la tecnica (e la sua essenza, la volontà di potenza) si fondano.
Nietzsche aveva ragione, ma una cosa bisogna dirla: se tutto diviene anche la certezza diveniente non può essere una certezza stabile, quindi il divenire si contraddice da sè stesso, per cui la certezza del divenire è intesa come non-diveniente (e anche per altri motivi, ma rinvio agli scritti di Severino, soprattutto Tautotes). La Metafisica intesa nel senso di scienza che studia i principi primi, col sottinteso che il principio primo sia tale per cui esso si porta al di sopra e domina il divenire (che in realtà è esso stesso principio primo, certezza mai discussa, nel senso specifico del divenir altro da sè da parte del qualcosa), non ha nessun futuro. La tecnica è il futuro. In questo senso, secondo me, hanno ragione Severino e Galimberti |
09-02-2008, 13.07.26 | #7 |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Il pensiero di Severino è squisitamente metafisico...quindi la metafisica ha un futuro perché è un "pensare" ineludibile.
Egli mette a nudo le radici guaste di una metafisica, quella occidentale e quindi anche cristiana....e sono d'accordo con Severino. |
09-02-2008, 16.14.38 | #8 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Dipende da cosa intendi per metafisico. Perchè il pensiero di Severino con la metafisica come è stata intesa dagli altri pensatori non ha nulla a che fare. Difatti Severino dice che tutta la metafisica Occidentale è in realtà fisica, perchè cerca una spiegazione al divenire, e non si interroga sul divenire (sul suo peculiare principio primo). Nella metafisica tradizionale nemmeno Dio è principio primo, prima di lui viene la certezza che le cose divengano altro-da-sè e poi si cerca l'immutabile che dia una stabilità al divenire, ma il divenire stabilizzato non è divenire, per cui si devono abbattere anche i principi immutabili che lo reggono, ed ecco che alla fine di questo processo l'avvento della tecnica è una coerente conseguenza |
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09-02-2008, 20.34.28 | #9 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Gli essenti sono eterni per Severino... non divengono...l'ente ha un destino eterno. E' super parmenideo. Questa è la sintesi del suo pensiero tutto metafisico, radicalmente diverso dal pensiero metafisico tradizionale che egli vede come pensiero nichilistico, per il quale l'ente venendo dal nulla è destinato al nulla...in forza di quel divenire per cui qualcosa diventa altro da sé. Diversa certo la sua da quella metafisica per la quale l'universo viene dal nulla, ex nihilo che tanto male ha fatto alla teologia. |
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10-02-2008, 00.42.16 | #10 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Si si stiamo dicendo lo stesso, però secondo me Severino storcerebbe il naso di fronte al termine metafisica associato al suo pensiero, che poi non è suo, altrimenti si negherebbe (il suo presupporrebbe la sua volontà, e sarebbe solo interpretazione). Comunque per Parmenide l'essere è eterno, gli essenti (gli enti) sono illusione, sono nulla. Severino è radicalmente parmenideo perchè allarga quel principio anche all'essente, ma non ridurrei il suo pensiero a questa benedetta eternità che è ovviamente l'aspetto più affascinante, perchè per arrivare ad affermare l'eternità (io me ne sono accorto leggendo Tautotes) bisogna operare una pars destruens non indifferente, e secondo me la parte più importante è proprio quella. Lo stesso divenir-altro-da-sè è contraddittorio sia in quel senso che indichi, sia nel senso che presuppone una relazione tra il termine iniziale e finale del divenire (per poter dire che qualcosa diviene), ma insieme non la presuppone, perchè per poter lasciar essere il risultato del divenire lo stesso termine finale deve presupporre che l'iniziale sia annullato, da cui A diviene B, ma nello stesso tempo è non-A a divenire B, secondo noi poveri mortali occidentali Buona domenica. |
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