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18-02-2008, 13.27.03 | #52 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Sì, sono d'accordo con Lakatos e con altri: la scienza è metafisica perché cerca le cause e quindi la causa o le cause prime. Ciao |
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18-02-2008, 14.52.35 | #53 |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Come ho già più volte detto, parlare di “scienza” senza distinguerne le fasi è una semplificazione ingenua e inaccettabile. E’ vero che nella fase della “scoperta” tutto può essere utilizzato, anche concetti metafisici, tuttavia la scienza si distingue da ogni altro sapere umano proprio perché ha una serie di metodologie fisiche, benché difficilmente perfettamente codificabili, per giustificare (fese della giustificazione) le proprie scoperte.
Inoltre il fatto che si tenti di scoprire le cause di un fenomeno, non vedo perché debba far rientrare la ricerca scientifica nell’ambito della metafisica, oppure credi che aver scoperto la causa fisica del fulmine abbia per caso detto qualcosa sulla cosiddetta “causa prima” ? Oggi sappiamo che esistono eventi genuinamente incausati e dunque è persino razionalmente infondato sostenere che debba esistere una causa prima. Non vedo dunque come si possa sostenere che poiché si cercano le cause di fenomeni fisici allora si sta facendo della metafisica. Saluti Andrea |
18-02-2008, 16.40.41 | #54 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
La metafisica è la scienza dell’essere in quanto essere: l’esser in quanto uno, l'essere dei principi a cui obbedisce: il principio di identità, di non-contraddizione e del "terzo escluso", per cui è impossibile che la stessa cosa sia e non sia. Di questo se ne occupa la “scienza della logica” La metafisica è scienza delle cause prime, nel suo momento eziologico: la metafisica classica articolava le cause in, materiale, formale, efficiente e finale La scienza cerca la causa materiale cioè il sostrato e afferma che questo sostrato è l’energia La causa formale o forma è il fattore determinante, ciò che fa sì che la materia indeterminata assuma certi caratteri distintivi. Se ne occupa la biochimica, la biologia, l’evoluzionismo. La causa efficiente (o efficace, o agente) è ciò da cui è prodotto l'effetto: se si vuole le cause seconde, tutte le scienze cercano sempre questa causa. La causa finale ciò verso cui tende la cosa causata…le previsioni della scienza. Poi ha specificato i significati di essere che sono 4…quello dinamico di atto e potenza… momenti ineliminabili per il pensiero scientifico….l’essere in senso statico o strutturale, con le categorie che definiscono i modi universali del pensare, ci sono quelle individuate da Aristotele, quelle di Kant , quali genere e specie inevitabili in ogni tassonomia scientifica….ecc. ecc. Poi questo pensiero si è evoluto ma è anche rimasto uguale a stesso ( questo piacerebbe a Severino ) Vedi il fatto è che Aristotele non ha inventato la metafisica, ha semplicemente constatato, e sintetizzato, quando i tempi storici sono stati maturi, le modalità universali di fare scienza nel senso più ampio della parola e un modo di ragionare dell’uomo analizzando il pensiero di quelli che lo avevano preceduto e raccogliendo le loro riflessioni. Ciao |
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18-02-2008, 17.38.45 | #55 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Non mi sembra che tu mi abbia risposto, quindi commenterò solo questo passaggio:
Citazione:
Ti comunico che il principio del terzo escluso è seriamente messo in discussione. Saluti Andrea |
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18-02-2008, 19.48.29 | #56 | |
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Aristotele non se ne preoccupa più. Per quanto riguarda la risposta mi è difficile essere più chiaro di così. Ciao |
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18-02-2008, 21.58.44 | #57 | |
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Se non sbaglio, il paradosso del gatto non dice che tale gatto sia morto e vivo al contempo ma che, poichè ignoriamo le condizioni del felino prima di poterlo osservare esso puo essere considerato sia vivo che morto allo stesso tempo. (Io tifo per la sua sopravvivenza). Torno a precisare che non considero la logica in sè come un mezzo per cogliere il significato ultimo di una dimensione infinita (anche se io, a differenza di te e di koan, non distinguo in questo ambito, l'ifinito dal finito), ma penso anche che alla fine non ci rimane molto se la eliminiamo. L'infinito non è che l'insieme di infiniti finiti. Anche una posizione che stigmatizza la logica, si serve di essa. Ciao. |
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18-02-2008, 22.41.10 | #58 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Ma tu che l'hai citato a fondamento della metafisica dovresti preoccuparti se hai a cuore la verità. Riguardo alla risposta, ribadisco che non vedo dove si possa comprendere che poichè la ricerca scientifica si occupa della cause dei fenomeni, allora dovrebbe occuparsi anche di una presunta causa prima metafisica. Saluti Andrea |
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18-02-2008, 22.47.44 | #59 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Guarda, hai detto di Severino che lo vedi in fondo cattolico e che si mantiene all'interno di verità storiche. Hai detto due cose completamente opposte al messaggio del nostro. Siccome più volte mi sembrava ti fossi richiamato a lui credo che o lo intendi a modo tuo oppure ne fai un uso, ne dai un'interpretazione sbagliata. Che poi tu non sia daccordo con lui niente da dire, ma dire che Severino è metafisico (concesso ma con specificazioni) e che enuncia verità storiche è come dire che Marx voleva che il capitalismo si perpetuasse e consolidasse. Magari puoi criticarlo e dire che anche lui si mantiene su quella scia, ma devi portare argomentazioni inerenti ciò che egli dice, non supposizioni. |
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18-02-2008, 22.52.26 | #60 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Per capire la scienza bisogna indagarne le origini, non si può solo valutare il metodo di verificazione (meglio, falsificazione) che essa usa per corroborare le sue scoperte, per giustificarle. Allora conosciamo tutti gli strumenti scientifici, le teorie e tutte le cose secondarie ma non conosciamo la movenza primaria della scienza e il punto da cui essa trae origine, che è sicuramente ontologico-metafisico. Finchè ci si nasconde dietro l'assolutizzazione della fase successiva senza chiedersi la causa del suo inizio si rimane a una visione limitativa e incompleta della scienza, e si rischia di non saper più intepretare la realtà e nemmeno gli effetti e i risultati che essa genera. |
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