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24-02-2008, 13.58.57 | #102 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Infatti è una tautologia. Citazione:
Una domanda visto che conosci Wittgenstein meglio di me, il secondo W. riteneva o no sensata la metafisica ? (intesa nel senso classico del termine) Citazione:
Vi è una lunga tradizione della cosiddetta teologia negativa ove si dichiarava che il “deo abscondito” è un ente sul quale non si può dire nulla nemmeno che esiste ! Ma costoro sostenevano questo perché ritenevano che la ragione non potesse in alcun modo analizzare, esprimere o schematizzare Dio e solo l’intuizione profonda in stati di meditazione o mistici poteva coglierne un barlume d’essenza (non per niente costoro svilupparono pratiche meditative simili a quelle orientali). Ovviamente se solo nei momenti intimi e personalissimi si poteva sentire Dio, nessuna parola o pensiero normale avrebbe potuto dir nulla su di esso, nessun concetto di ragione avrebbe potuto esprimere alcunchè su Dio e quindi quest'ultimo era relegato alla pura sfera privata interiore, un rapporto intimo e nascosto del singolo uomo con il suo Dio. Saluti Andrea |
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24-02-2008, 14.36.04 | #103 | ||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Wittgenstein fu sempre convinto che l'intera filosofia, intesa come insieme di tesi, fosse qualcosa di sbagliato. Quindi, sia il primo che il secondo Wittgenstein, vedevano la filosofia, rettamente intesa, come attività di chiarificazione. Ciò che cambia dal primo al secondo Wittgenstein, è il concetto di linguaggio, e quindi di chiarificazione. Ma l'idea base rimase. [Si può vedere, qui, la contrapposizione tra la classica metafisica revisionistica e la metafisica descrittiva.] Citazione:
Questa sembra una possibile scappatoia alla mia argomentazione, anche se non credo sia quella che seguirebbe emmeci. Comunque, ho detto che sembra una possibile scappatoia, perché credo che neppure questa via sia praticabile. Dopo che il mistico ha avuto la sua esperienza, che cosa ci può dire di tale esperienza? Se, come tu dici, "nessuna parola o pensiero normale avrebbe potuto dir nulla su di esso, nessun concetto di ragione avrebbe potuto esprimere alcunchè su Dio", come possono tali mistici dire che hanno avuto una esperienza diretta con dio? Se l'esperienza privata è indicibile (ammesso ma non concesso che abbia senso una tale espressione), come possono servirsene per qualcosa? |
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24-02-2008, 14.57.53 | #104 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 17-07-2007
Messaggi: 128
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
chiedo scusa se non ho usato il virgolettato; capisco quello che vuoi dire ma in base al tale argomento la prima posizione di cui parli diviene di per sè inconfutabile. Non penso che wittgenstein o un agnostico o addirittura un ateo non possa sedersi in un tavolo con dei filosofi a parlare del concetto di Dio nelle religioni o nelle metafisiche..dire che la parola "Dio" non ha senso vuol dire, almeno stando a quello che ho capito del Tractatus, che il concetto "Dio" non ha un referente ( come hai detto tu ) nella realtà, ossia non rispecchia alcun fatto presente nella realtà...la chiave della sensatezza del linguaggio sta nel parlare di fatti, siano essi complessi o elementari, che sono gli accadimenti che contempla la fisica...ora io però voglio porre un discrimine: c'è differenza tra mostrare l'incongruenza logica interna di un'affermazione, cioè il mostrarne l'errore indipendentemente dal riscontro empirico, per un semplice difetto di costruzione logica...e il mostrare l'insensatezza di un concetto perchè questo non ha referente alcuno tra i fatti del mondo...utilizzando un ragionamento ipotetico si può secondo me mostrare come molte delle conclusioni a cui arrivano i sostenitori della prima posizione da te esposta sono logicamente inaccettabili...è possibile secondo te questo? Citazione:
non credi che la base stessa della teoria della raffigurazione spinga di più a far credere che secondo wittgenstein Dio non esista? mi rendo conto della difficoltà della domanda...ma se Dio non ha un referente oggettivo nella realtà dei fatti non potrebbe sembrare una implicita negazione della possibilità dell'esistenza di "Dio" ( ossia quel quid che dovrebbe essere il referente oggettivo del concetto di Dio )? PS: so che nelle "Ricerche" Wittgenstein ha ritrattato molte sue argomentazioni. Fatto sta che un libro, una volta scritto, vive una vita indipendente dal suo autore e continua autonomamente a influenzare generazioni di studiosi. Credo che le tendenze di fondo del Tractatus siano molto attuali e influenzano parecchio certi indirizzi interpretativi della realtà - non necessariaente filosofici -, al di là dei ripensamenti del suo stesso autore... |
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24-02-2008, 15.48.10 | #105 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Il mistico può solo dire di avere avuto una esperienza inesprimibile e che, se si vuole, questa esperienza può, ripeto può, essere considerata un qualcosa di trascendente o divino che dir si voglia. Questo è ciò che il mistico può dire e null'altro, cioè non può descrivere l'esperienza perchè non esistono concetti e parole per farlo. Del reto come descrivere il senso di felicità ? (a parte le conseguenze fisiche intendo) Riguardo poi all'utilità essa rimane circoscritta all'interno dell'essere che l'ha percepita e dunque essa diviene utile certamente a costui mentre per altri l'unica utilità è riscontrabile nel sapere che possa esistere un individuo che sostiene di aver avuto una esperienza mistica e conoscere quale strada lo ha portato ad esperirla. Saluti Andrea ps detto tra noi...mi hai chiesto qual'è l'utilità !!! |
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24-02-2008, 15.55.06 | #106 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Cari epicurus e spirito!libero,
vediamo se posso rispondere. Credo che quella frase di W sia superfamosa proprio perché sembra staccarsi da tutto il contesto del Tractatus, come una specie di concessione in extremis o apertura a eventuali contestatori, quasi ammettendo la possibilità di aver sbagliato nell’identificare la verità con la sua dura filosofia: quindi quella frase non richiede, per essere compresa, che si deve accettare la logica del Tractatus che esclude di poter parlare di metafisica, ma proprio che si accetti questo soffio di metafisica se non misticismo rilasciato con un’aria di cattedratica concessione. Ed è questo che mi ha suggerito la battuta contro l’orgoglio dei filosofi che, almeno dal tono, mi pare sia rimasto saldo in W anche nei suoi momenti di depressione o di evoluzione. Un divieto soltanto logico? Ma la logica può essere patrimonio del diavolo come dimostra Dante: e anche se io non manderei certo W fra i consiglieri fraudolenti dell’inferno, per me questo non farebbe che aggravare l’accusa, nel caso che W veramente fosse aggrappato alla logica fino alla fine (il che forse non è). Quanto al mio imperialismo, epicurus, certo io credo nell’assoluto ma lungi da me l’assolutismo, perché il mio assoluto non impone una verità come farebbero papi e grandi filosofi – ma solo chiede la ricerca di una verità che sempre ci sfugge, a me stesso per primo. |
24-02-2008, 16.21.47 | #107 | |
Ospite di se stesso
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
verso la chiusura del cerchio. Il grande paradosso è che chi fa la domanda (l'ego) non sa che per realizzare la risposta deve farsi da parte. Per questo la domanda sembra tanto inutile quanto la risposta.. PS Mi pare che Wittgenstein (come spesso lo zen) utilizzasse domande paradossali,metalinguistiche,p roprio per eludere o scardinare il senso compiuto,razionale delle stesse che portano solo ad un circolo vizioso, senza uscita.. |
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24-02-2008, 17.29.01 | #108 |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
ora ricapitoliamo per amor di chiarezza. Stiamo considerando 2 categorie di persone:
- chi pensa che sia possibile conoscere le determinazioni essenziali degli oggetti della metafisica classica, in particolare su Dio - chi pensa che non sia possibile conoscere nulla d'essenziale sugli oggetti della metafisica classica i primi accusano molto facilmente i secondi di contraddirsi in partenza, perchè ogni giudizio che formulerebbero per criticare le affermazioni dei primi sarebbe un affermare qualcosa circa le determinazioni essenziali degli oggetti della metafisica classica. Ma i secondi potrebbero avanzare una critica che prende il via dalla proposizione del metodo ipotetico per salvaguardarsi dal contraddittorio senza rinunciare a mettere in luce le falle delle teorizzazioni degli avversari. l'esperienza mistica potrebbe essere spiegata anche come una forma di auto-suggestione o come uno stato modificato di coscienza...credo che l'esperienza mistica non aiuti nè gli uni nè gli altri rappresentanti delle due diverse posizioni e come ha detto bene spirito!libero sembra più un'esperienza sensualistico-irrazionale ( da cui forse l'incomunicabilità ) che un'esperienza conoscitiva |
24-02-2008, 18.09.34 | #109 | |
Ospite di se stesso
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Se fosse poi un'esperienza sensuale sarebbe altrettanto comunicabile,visto che i sensi ce li abbiamo tutti e li riconosciamo.. Irrazionale sì, nel senso che sia il linguaggio che la mente razionale che vuole comprendere (necessariamente dualistici),non possono esprimere e comunicare realtà non dualistiche. Ci sarebbe una possibilità :l'intuito . E ciò può essere "stimolato" solo tramite un linguaggio metaforico ,simbolico o poetico. |
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24-02-2008, 18.55.03 | #110 | |
Moderatore
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Solo una precisazione. Visto che probabilmente mi collochi nella prima schiera di persone, volevo specificare che io non sostengo una posizione che sostiene che sia possibile conoscere le determinazioni essenziali degli oggetti della metafisica classica e in particolare su Dio. Gli oggetti della metafisica rappresentano un contesto troppo ampio che io non posso azzardare a dire di poterli cogliere essenzialmente. Se ti riferisci all'essere, sostenevo che si possono cogliere, in alcuni casi, le sue determinazioni. Io dicevo infatti, che possiamo cogliere alcune proprietà nucleari di alcuni oggetti o soggetti dell'esperienza. Ti avevo fatto l'esempio delle molecole d'acqua (da te rifiutato). Ti posso dire che l'essenza (l'unico scopo) del capitalismo è l'incremento del profitto. Per quanto riguarda Dio mi ero limitato a dire che il concetto di onnipotenza era (se preso alla lettera) contradditorio. Per quanto riguarda la posizione dei secondi, io non dico che non dovrebbero esprimersi ma che potrebbero combattere meglio la metafisica dall'interno facendo vedere o sforzandosi di far vedere che i risultati a cui giunge non sono credibili e possibilmente corregendoli piuttosto che precludere il suo esercizio a priori. La metafisica attuale comunque è abbastanza distante da quella scolastica. |
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