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14-02-2008, 22.10.51 | #33 | |||||
Moderatore
Data registrazione: 17-11-2007
Messaggi: 405
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Mi sembra difficile poter pensare senza il pensiero (un ossimoro), e percepire senza i sensi. E' chiaro che facciamo sempre riferimento ai nostri sensi. Questo però, non dovrebbe costituire un limite insormontabile, (che è ciò che tu sostieni se non mi sbaglio), nella conoscenza dell'Essere e delle sue proprietà nucleari. Ti devo chiedere a questo punto se per te è possibile, in qualche caso, conoscere le proprietà essenziali dell'Essere. Citazione:
Non mi sembra che l'essere primogenio di Nietzsche sia una negazione del principio. Lo è invece il pensiero di Cusano. (Sono andato a dare un occhiata). A Cusano, il quale sostiene l'assoluta trascendenza di Dio e la sua non riducibiltà alla nostra logica, potrei chiedere se Dio, in quanto onnipotente, possa creare un peso che non può sopportare e che lo possa uccidere. La mia è una congettura metafisca che parte da una logica "finita" (in quanto sono un essere finito). Se Cusano dovesse rispondere affermativamente, allora Dio non sarebbe onnipotente perchè una forza ( in questo caso il peso), lo schiaccerebbe fatalmente. Se dovesse rispondere negativamente allora Dio non è onnipotente pechè ci sono cose che non può fare, (creare un peso eccessivo per Lui). Non è però "colpa" Sua. Il concetto di onnipotenza è contradditorio se inteso letteralmente. Basta questo esempio credo, per elevare alcune asserzioni della logica al massimo grado. Che ne dici? Citazione:
Si tratta di una chiave di lettura (intendo quella di Severino). Non credo che la critica severiniano al Filosofo si riduca solo a quella frase. Probabilmente, per Severino, ci sono ampi brani di Aristotele che mettono in chiaro la posizione che vuole denunciare. Citazione:
Per Severino, dire come fanno i greci ( ma anche tutti noi), che le cose mutano, (il legno che brucia non è più legno ma cenere o la divisione fra iperuranio e mondo naturale), implica che si accetti che alcune cose non sono sempre state perchè non eterne. Infatti dire che un sasso non è eterno, vuole dire per lui, che c'è stato un tempo in cui il sasso non esisteva (era un nulla). Citazione:
Credo Dasein, forse mi correggerai, che lo status delle forze che si propongono il riparo dell'uomo dal nulla appartiene solo alle concezioni epistémiche. La tecnica non ha lo scopo di proteggere l'uomo dal nihil, in quanto il suo unico scopo è l'incremento indefinito della potenza. La tecnica inoltre non può potreggere l'uomo perchè non crede che sia possibile farlo. E proprio la sua fiducia nel passaggio delle cose (uomo compreso), dal nulla e viceversa che non le permette di assegnarele un compito "salvifico". Per quanto riguarda nello specifico la domanda della discussione, io ho le idee confuse. Forse si accentuerà la disillusione nei confronti delle visioni totalizzanti. Di più, per il monento non saprei dire. (il mio prof (credente) del liceo la pensava cosi. Il lato negativo forse, è rappresentato dal fatto che non vivremmo abbastanza per scoprirlo. CIAO. |
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14-02-2008, 23.50.03 | #34 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 192
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Dovresti sapere che la tecnica deve proteggere dal nulla evocato dalla concezione greca del divenire, dapprima protetto con l'episteme e poi finito con l'essere tecnica. Ma tra episteme e tecnica v'è solo la differenza esteriore: ciò che è sotteso ad entrambe è la volontà di potenza che deve in qualche modo prevenire quel nulla che essa stessa evoca. Perchè la tecnica cerca di salvare sempre più vite umane in maniera a volte accanita? Perchè la morte è la credenza primaria, il nulla. E questo nulla bisogna allontanarlo. L'incremento indefinito della capacità di realizzare scopi garantisce il dominio sull'essere, e quindi nella concezione occidentale il controllo sempre maggiore del suo rapporto col nulla. Ma la volontà di potenza non si accorge che quel nulla è la base sia per dominare, che per evocare l'impotenza del dominio (perchè evocando il nulla si evoca da un lato la libertà dell'ente rispetto all'essere e dall'altro la massima imprevedibilità che il nihil absolutum comporta). Da un lato, dunque, i tentativi di dominio sempre maggiori, dall'altro l'impossibilità del dominio rispetto a qualcosa che si pone come base stessa (imprevedibile, non dominabile) del dominio. Sul nulla è stato fondato tutto. E' questa la contraddizione metafisica, nel senso Occidentale. Per Giorgiosan: ok l'educazione religiosa, i valori cristiani, non vengono messi in dubbio per la loro valenza in qualsiasi campo. Ma se Severino domattina si svegliasse dicendo che c'è un Dio sopra l'uomo avrebbe contraddetto 50 anni di studi e libri (i suoi). Ti dovresti anche chiedere perchè Severino è rimasto scottato dalla cacciata della Cattolica: appunto perchè il suo pensiero (come egli ammette tranquillamente, vedasi tra gli altri La risposta alla Chiesa di Essenza del Nichilismo, n.ed. Adelphi) è completamente incompatibile con la teologia cristiana, con la fede nel Dio-creatore. Capisco il tuo auspicio, ma non credo (anche vista l'età abbastanza avanzata ) che Severino finirà per vederci la fede cattolica nel suo pensiero. Che poi sia stato educato cattolicamente niente di male, ma molti si distaccano da queste concezioni, fermo restando che alcuni valori cristiano-cattolici sono alla base del vivere civile. |
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15-02-2008, 11.36.45 | #35 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Non credo che arriverà mai alla fede cattolica e del resto, per certi versi sarebbe una specie di involuzione....come credere al Dio creatore dal nulla, come ho già detto....neanche credo involverà verso un deismo...ma il cristianesimo non è questa teologia...chi lo sa? in senectute sapientia |
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15-02-2008, 13.51.23 | #36 | |
Moderatore
Data registrazione: 17-11-2007
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Si, ma a differenza dell'epistéme, la tecnica "sa" che il suo "riparo" è solo provvisiorio perchè intende il tutto come sogetto al nulla. Nell'epistéme invece c'era almeno la presenza di Dio a "salvaguardare" l'essere. Nella tecnica ogni "illusione" è caduta. Questo, il senso del mio dicorso. |
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15-02-2008, 15.27.34 | #37 | ||||
Ospite abituale
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
non è difficile, è impossibile....se il pensiero è l'orizzonte invalicabile della teoresi umana, se il pensiero è essenzialmente un comprendere e se il comprendere è una determinazione essenziale dell'uomo che si interroga sull'Essere allora dimmi a cosa può tendere lecitamente l'uomo quando afferma di indagare le proprietà essenziali dell'Essere? onestamente credo che, obbedendo il pensiero a una logica che le è propria, procedendo necessariamente alla formalizzazione del dato empirico, non può arrogarsi il diritto di avanzare illazioni sulla natura della realtà indipendentemente dall'immagine che ne deriva dall'operazione della formalizzazione stessa. Faccio un esempio banale, che potrebbe sembrare una versione modernistica del mito della caverna. Immaginiamo che il mondo fosse stato creato in una condizione di completa oscurità e che gli uomini fossero stati messi nel mondo e dotati, per vedere, di quei rilevatori termici che indicano le temperature dei corpi secondo gamme cromatiche calde ( rosse ) e fredde ( azzurre ), e permettono di vedere animali a sangue caldo in movimento nell'oscurità....come potrebbero tali uomini dedurre la forma reale degli oggetti dell'esperienza? sottraendo a ciò che vedono la natura dello strumento? e come potrebbero sottrarre ciò che vedono dallo strumento attraverso il quale lo vedono se senza quello strumento non vedrebbero nulla? in tal caso lo strumento in questione non costituisce l'orizzonte insormontabile della esperibilità della realtà? scusate per la natura riduttiva dell'esempio..... ...e poi koli dovresti saperlo....allo stato attuale non ritengo possibile giungere alla conoscenza di una qualche proprietà essenziale dell'Essere Citazione:
dico che l'esempio che fai è un esempio che fa leva sulle solite argomentazioni di ammissibilità logica, che ti mettono in un circolo vizioso e ti fanno sfuggire da un empasse per gettarti subito dopo in un turbine di insensatezze.....se Dio è onnipotente lo è in atto e se è infinito non è concepibile una realtà più grande dell'infinito che lo possa comprendere....se Dio è onnipotente, in base al concetto di onnipotenza, dovrebbe avere la possibilità di autodistruggersi, ma se è onnipotente dovrà essere necessariamente eterno ma se è allo stesso tempo eterno allora non può in ogni caso auto-distruggersi...allora non è onnipotente.....allora è vero che una realtà di per sè infinita, assoluta, originaria, etc, porta nello stesso tentativo umano di concepirla un ginepraio di contraddizioni tali che si è costretti ad affermare che la realtà della metafisica ( Dio o l'Essere o quello che vuoi ) è una sorta di coincidentia oppositorum, l'unità della molteplice diversità, di per sè irriducibile a un principio unificante.....qualcosa insomma che non quadra col principio di non contraddizione...Nietzsche non solo afferma la plausibile contraddittorietà dell'Uno originario....ma concependo questo Essere già in nuce come volontà si spinge a dichiarare che tale contraddittorietà genera sofferenza....lo sforzo titanico del contenere l'unità della molteplicità fà dedurre in chiave metafisica al filosofo la radice della "liberazione nell'apparenza"...la chiave dunque della seduttività dell'arte apollinea..... Per approfondire, se ti và, rivediti anche la seconda parte del Prmenide di Platone, proprio quando parla Parmenide ( non sono tante pagine )..... Citazione:
non metto in dubbio l'onestà intellettuale di Severino....dico solo che ridurre il senso di un pensiero ad una frase è già indirizzare in una maniera forzatamente di parte il ragionamento...tanto più se l'autore di quel pensiero non ha possibilità di contraddire... Citazione:
certo che può esserci benissimo stato un tempo in cui il sasso non esisteva ( materialmente ) come quel particolare sasso.....ma non si fà distinzione tra un nulla relativo e un nulla assoluto? il nulla inteso in maniera assoluta mi sembra difficile trovarlo tra i greci..non esistevano i composti nella particolare forma della composizione ma i principi elementari da cui i composti derivano sono sempre esistiti...voler rintracciare le radici del nichilismo ontologico nei greci mi pare una forzatura PS: mi chiedo una cosa: io questo Severino, devo dirlo onestamente, non l'ho trattato al Liceo e non l'ho mai incontrato all'Università.....sarà che ho preso l'indirizzo estetico ma ho fatto esami anche riguardanti l'ontologia e la metafisica.....mi chiedo il perchè...è un autore molto sentito nelle Università del nord Italia forse? oppure avendo io fatto il Vecchio Ordinamento, non avendo avuto miriadi di esami divisi in miriadi di moduli, semplicemente ho avuto meno possibilità degli studenti post-riforma di incontrarlo? |
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15-02-2008, 20.54.58 | #38 | ||||||||
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Se dovessimo seguire, in questo ambito, il tuo scetticismo, non dovremmo pronunciarci in nessun modo sul mondo. Citazione:
Il pensiero che si basa sull'esperienza, dovrebbe rappresentare lo strumento se non ho capito male. Io non sono d'accordo su una tale sfiducia nei confronti del pensiero. Anche perchè non abbiamo altro strumento per indagare ciò che c'è. Come ho già detto, non possiamo prescindere dai nostri sensi i quali "filtrano" il sensibile. Non mi pare però che questo "filtrare" sia sempre cosi erroneo come nell'esempio da te propsto. Perchè non ammettere che alcuni attributi nucleari si possono pure trovare? Non ti sembra ragionevole dire che una proprietà essenziale dell'acqua è l'unione fra 2 atomi di idrogeno (H) e 1 d'ossigeno (O)? Questa proprietà dell'acqua l'abbiamo scoperta grazie a quello strumento da te considerato limitativo. La frattura che tu poni fra l'ogggetività dell'Essere e il soggetto epistemico è stranamente incolmabile. Citazione:
Mi ricordavo di una tua diffidenza ma non credevo fosse cosi radicale. Se volessi fare il pignolo ti direi che siccome per te non è possibile cogliere l'essere nella sua oggettività, lo stai facendo implicitamente. Non voglio fare il pignolo. Puoi non rispondere. Citazione:
La riducibiltà di Dio ad alcune leggi logiche (vedere le congetture metafisiche) mi sembra sensata. Non ho ancora trovato delle argomentazioni valide che lo smentiscano. Citazione:
Ma il dualismo apollineo - dionisiaco non va contro il principio di non contraddizione. La contradditorietà fra questi 2 atteggiamenti non è radicale. Questo comunque non è importante adesso. (Leggerò il Parmenide). Citazione:
Lo possono fare (controbattere), gli altri interpreti di Aristotele. Citazione:
Per Severino quel sasso è sempre esistito (materialmente) e sempre esisterà. Il pensiero greco (quello che tu esponi e che dice che il sasso non è sempre esistito, è chiamato da Emanuele (scusate la confidenza), nichilismo.) Per poter coprendere la posizione di Severino su questo punto (importante), puoi dare uno sguardo fugace a Ritornare a Parmanide, presente in Essenza del nichilismo. Rischierei di ripetermi. Citazione:
Non temere. Sei in buona compagnia. Severino non si studia certo al liceo. (Si parla tuttavia di lui in brevissimo paragrafo dell'Abbagnano (Fornero), capitolo 20° pag 133). Non si studia quasi mai all'Università a meno che qualche professore non trovi interessante il suo pensiero. Credo che abbiano fatto qualche corso su di lui a Venezia, dove ha insegnato per tanti anni. Io l'ho "incontrato" per la prima volta a Otto e mezzo su La 7 e in segiuto ho comiciato ad interessarmi alle sue opere. Anche nella facoltà dove studio pochi lo conoscono e (quasi tutti) quelli lo hanno sentito non lo apprezzano. Secondo me ci vorrano alcuni anni perchè si possa intendere e apprezzare la sua originalità. (Al di là del fatto che uno sia d'accordo o meno con lui). |
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15-02-2008, 21.48.45 | #39 | |
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
Si certo, io volevo solo intendere che sempre un riparo si cerca, anche se perennemente instabile. |
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16-02-2008, 10.47.06 | #40 | |||||
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?
Citazione:
puoi chiamarmi anche scettico ma se si intende come mondo l'insieme degli oggetti dell'esperienza allora non vedo perchè non debba pronunciarmi su essi...anche io ammetto che esistono delle proprietà degli oggetti dell'esperienza...purtroppo tali proprietà sono inerenti agli oggetti dell'esperienza appunto...sono le proprietà del soggetto conoscente applicate al materiale delle sensazioni Citazione:
non mi fare un esempio scientifico....quando si giunge agli indirizzi più odierni gli strumenti mostrano tutta la loro limitatezza...la teoria dice che in un determinato luogo si dovrebbe trovare un corpuscolo, si và ad utilizzare lo strumento e non vi è nulla che sia un corpuscolo....il dualismo particella-onda a cui perviene la fisica quantistica è tutt'altro dall'essere stato spiegato..parlando con un amico laureato in fisica si tenta di spiegare queste incongruenze proprio attraverso la scarsa affidabilità degli strumenti di osservazione,,,cioè lo strumento permette di vedere qualcosa modificando quel qualcosa....ma ciò è inevitabile e anche gli strumenti più banali lo dimostrano: se io ho un trapano a punta tonda non mi farà mai un foro a forma di stella: mi farà un foro cilindrico....la natura dello strumento condiziona inevitabilmente l'operazione sulla realtà che si effettua attraverso lo strumento stesso....gli strumenti sono mezzi per operare sulla realtà...e se i nostri sensi sono strumenti, per quanto si voglia credere che l'affidabilità dei sensi sta nella loro completa passività, proprio in quanto strumenti non possono esimersi dallo svolgere una funzione attiva sulla realtà stessa...non c'è niente di sbagliato in questo...non è che i sensi deformano la realtà...semplicemente per coglierla devono smussarla per farla entrare....se poi ci aggiungi le nostre forme intellettuali tipo i concetti vari di unità, pluralità, relazione, quantità, etc, allora questo agire del soggetto conoscente sulla realtà si fa via via più complesso ed esteso....ma ti ripeto: non c'è niente di sbagliato in questo....e non è che non si crede in nulla...si crede soprattutto nelle facoltà di conoscenza, nel loro modo di operare etc.....e non è poco mi sembra....ed è tutt'altro che sfiducia verso il pensiero: è la presa di conoscenza della grande potenza del pensiero che dà senso all'esperienza...questo dare senso lo si intenda come lo intendeva Husserl...se il pensiero cioè dà senso all'esperienza è uguale a dire che il pensiero crea l'esperienza stessa....quello che tu chiami scetticismo io potrei chiamarlo soggettivismo trascendentale....o idealismo soggettivistico..... . Citazione:
non ho capito cosa vuoi intendere...... La riducibiltà di Dio ad alcune leggi logiche (vedere le congetture metafisiche) mi sembra sensata. Non ho ancora trovato delle argomentazioni valide che lo smentiscano. Citazione:
non si parla tanto di dualismo apollineo-dionisiaco...si parla di una condizione originaria in cui gli attributi dell'apollineo e gli attributi del dionisiaco convivevano in una perfetta e speculare unità ( non nell'unità dialettica e artificiosa della tragedia ) Lo possono fare (controbattere), gli altri interpreti di Aristotele. Citazione:
....proverò a leggerlo.... Non temere. Sei in buona compagnia. Severino non si studia certo al liceo. (Si parla tuttavia di lui in brevissimo paragrafo dell'Abbagnano (Fornero), capitolo 20° pag 133). Non si studia quasi mai all'Università a meno che qualche professore non trovi interessante il suo pensiero. Credo che abbiano fatto qualche corso su di lui a Venezia, dove ha insegnato per tanti anni. Io l'ho "incontrato" per la prima volta a Otto e mezzo su La 7 e in segiuto ho comiciato ad interessarmi alle sue opere. Anche nella facoltà dove studio pochi lo conoscono e (quasi tutti) quelli lo hanno sentito non lo apprezzano. Secondo me ci vorrano alcuni anni perchè si possa intendere e apprezzare la sua originalità. (Al di là del fatto che uno sia d'accordo o meno con lui).[/quote] |
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