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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 09-03-2008, 15.33.57   #171
Koli
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Citazione:
Originalmente inviato da Noor
E un cane che si morde la coda.per forza che non si avranno mai risposte..
Perchè sono domande mal poste...o mal indagate.

Insomma:non si trascende la mente con la mente stessa,ne con quello stesso soggetto impuro.

Io sarei propenso a ricondurre anche l'esperienza del mistico, al di la della facciata esteriore della sua unione con Dio, come qualcosa che non può prescindere dalla mente. Credi che il mistico non ragioni durante tale unione e che la sua mente sia priva di qualsiasi attività?
Diamo pure per accertato che non si trascende la mente con la mente stessa ma dovremmo anche ammettere che le esperienze mistiche non hanno alcun valore all'interno di un dibattito comune.
Io posso dire di aver "incontrato" un entità spitrituale ma se non posso provarlo, l'esperienza rimane solo personale.


Piu che domande mal poste, direi che sono domande che non possono, per via della limitatezza del nostro intelletto, trovare una risposta non relativa. Oppure che sono domande che "nascono morte".

L'espressione osservazione senza oggetto è una contraddizione di termini. Per osservare ci vuole sempre un soggetto. Se tu non esistessi non potresti osservare niente.
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Vecchio 09-03-2008, 18.20.09   #172
Noor
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Citazione:
Originalmente inviato da Koli
Io sarei propenso a ricondurre anche l'esperienza del mistico, al di la della facciata esteriore della sua unione con Dio, come qualcosa che non può prescindere dalla mente. Credi che il mistico non ragioni durante tale unione e che la sua mente sia priva di qualsiasi attività?
Diamo pure per accertato che non si trascende la mente con la mente stessa ma dovremmo anche ammettere che le esperienze mistiche non hanno alcun valore all'interno di un dibattito comune.
Io posso dire di aver "incontrato" un entità spitrituale ma se non posso provarlo, l'esperienza rimane solo personale.


Piu che domande mal poste, direi che sono domande che non possono, per via della limitatezza del nostro intelletto, trovare una risposta non relativa. Oppure che sono domande che "nascono morte".

L'espressione osservazione senza oggetto è una contraddizione di termini. Per osservare ci vuole sempre un soggetto. Se tu non esistessi non potresti osservare niente.
…“domande che nascono morte” mi piace..
Con osservazione senza soggetto,intendo quella ove non interviene il giudizio e si è solo specchio di ciò che è.
Per questo è necessaria una “mente pura”.
E’ chiaro che non si può dibattere con la mente ciò che non le appartiene,ma che l’oggettività dell’osservazione possa essere confrontata in tutte le esperienze,anche qualora fossero accertati linguaggi diversi,è assodato.
Rimanendo nell’ambito delle religioni,per rendere tutto più semplice,un induista riconoscerà l’esperienza comune di un cristiano,e questi quella del buddhista.

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Vecchio 17-03-2008, 08.47.11   #173
emmeci
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Mi pare di poter concludere – anche in base alle risposte qui registrate sul tema – che quando si parla di metafisica siamo irresistibilmente spinti a guardare in alto, cioè a identificare metafisica con ciò che va al di là della fisica ed evoca fede, religione, verità della chiesa e alla fine Dio, magari insieme a ciò che concerne paradiso ed inferno, cioè il destino degli uomini di tutte le stagioni…Mi sembra che una tale metafisica abbia però ormai poche chances di resistere nel pacchetto-credenze degli stessi religiosi e forse anche in quello di teologi impegnati a cercare inoppugnabili argomentazioni per sostenere le loro idee metafisiche davanti a una platea così estesa, smaliziata e varia come è quella di questo XXI secolo. Ma per non arrivare ad espungere dai dizionari quella parola che i redattori delle lezioni aristoteliche hanno messo in circolazione avventatamente nelle aule della filosofia, forse è possibile, approfittando del regime di libertà che almeno per il momento ci è dato godere, dare a metafisica un senso forse un po’ riduttivo ma più comprensibile anche da un pubblico non addetto ai lavori, cioè da una audience non adusa a parlare di quell’ontologia superiore, assai poco televisiva, che Aristotele aveva esposto ai discepoli come ciò che si può attribuire a spiriti angelici incaricati di far ruotare i cieli, oltre i quali è un Dio assorto a pensare sé stesso.
Ma quale metafisica è possibile concepire – direte – se non vogliamo parlare di un regno che non è di questa terra e di esseri diversi e superiori a noi? Ebbene, mi pare che non è necessario andare al di là di ciò che giornalmente vediamo e conosciamo per parlare di metafisica. Infine che cos’è questa piccola agitazione morale che abbiamo dentro di noi, questa patetica e talvolta farneticante pretesa di giudicare il nostro vicino di casa, la nostra città, la nostra nazione, i popoli di questo mondo e alla fine l’umanità intera – questa pretesa di criticare o approvare, cioè, infine, di moralizzare che ci perseguita, se non un andare al di là di quello che esiste, cioè cercare che cosa dovrebbe esserci piuttosto di ciò che c'è? Non è questo il senso, banale fin che si vuole, ma che sempre ci accompagna, di metafisica? Ma lo strano è che, concepita in tal modo, la metafisica sembra andare al di sopra di quel mondo di potenze celesti che fino a ieri era il suo teatro privilegiato, anzi poniamo questa metafisica addirittura al di sopra di Dio quando ci scappa qualche critica al suo indirizzo e a una giustizia che per noi non è tanto giusta, fino ad arrivare a chiedergli: ma perché hai creato un mondo dove tutti si scannano, magari in tuo nome? ….Sì, purtroppo la morale è così, semplice e quasi sempre simile a una chiacchiera da salotto o da bar, ma qualche volta capace di affrontare gli spazi celesti al di là di ogni bibbia e corano….Finché saremo accusati – già lo sento - di volare troppo alto imponendo ad esseri spirituali una moralità che è soltanto umana. Troppo alto? Certo noi non stiamo cercando qualcosa di astratto come potrebbe essere un’etica scientifica o filosofica, ma qualcosa di terra terra, qualcosa che possa rispondere, qui e ora, alla domanda - che non è solo di Kant o di Lenin - “che fare?” Certo, anche a qualche grande cervello la moralità è sembrata talvolta più importante della filosofia e della scienza perché l’atto di uno scimunito può coinvolgere il destino di altre persone….e non è questo, in fondo, che ci fa rimanere perplessi di fronte a certe decisioni di grandi politici? Un breve discorso, una firma scarabocchiata su uno scartafaccio, e via! Iraq, Sudan, Tibet – sì, l’azione è qualcosa che nasce dentro di noi e ci porta oltre noi stessi, mentre quella che chiamiamo esigenza morale ricerca non quello che è ma quello che deve essere: deve, nel bene e nel male. E non è questo, ormai, il solo significato che si può attribuire al termine “metafisica”?
(Direte che in fondo anche l’atto più eroico e sublime non esce dai limiti ferrei della fisica, ma siete sicuri che l’evoluzione di Darwin può spiegare ogni scelta dell’uomo e che nessuno avrebbe avuto la libertà di non compierlo?)
emmeci is offline  
Vecchio 23-03-2008, 23.43.11   #174
Koli
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Citazione:
Originalmente inviato da Dasien (nella discussione A quale pensiero appartieni?)
Si comprende la radicalità del pensiero contemporaneo, la coerenza, nella misura in cui se ne vede l'assurdità. Il principio elenctico serve a rivelarla, se non ha motivo di porsi una concezione totalizzante non si può nemmeno porre il pensiero debole come dotato di veridicità, in quanto appunto esso ammette che nulla(e quindi nemmeno se stesso) può avallare una veridicità maggiore rispetto alla corrente "forte" del pensiero.... Poi, dire, "non più credibile" significa presupporre che il metro di giudizio sia la credibilità in termini di fede, allora non ho capito perchè Vattimo creda di credere, visto che nemmeno Dio (che è una concezione totalizzante) può imporsi come totalizzante.

Riprendo Severino con il quale avevo aperto (insieme a Nietzsche) questa discussione. Lui dice che chi critica la Filosofia contemporanea accusandola di essere ingenuamente scettica non coglie l'essenza di questa posizione. L'essenza, come tu sai, va ricercata nelle nostre origini greche. Ormai è questa, sempre stando a Severino, l'unica verità riconosciuta non solo dagli "uccisori" dell'epistéme ma anche da chi crede ancora a quell'epistéme, proprio per rifuggire dall'orrore del nihil.
Per quanto riguarda specificatamente Vattimo, aggiungo che la sua posizione è si suscetibile di essere attaccata dall'elenchos ma ha dalla sua parte la possibiltà di controbattere dicendo che essa, a differenza delle posizioni totalitarie non esclude le differenze e la molteplice presenza (quindi la validità), di ciascun punto di vista sulla realtà.
Non entro, per ora, nel merito della questione che vede ogni punto di vista uguale agli altri, come sembra indicare il filosofo torinese.
Ciao.
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Vecchio 24-03-2008, 08.31.37   #175
Noor
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Citazione:
Originalmente inviato da Koli
l'unica verità riconosciuta non solo dagli "uccisori" dell'epistéme ma anche da chi crede ancora a quell'epistéme, proprio per rifuggire dall'orrore del nihil.
Esattamente...questo è da riconoscere...nient'alto secondo me..

Questa è una frase di UG (antiguru indiano) che spiega tutto:

"Al pensiero non interessa risolvere i problemi.
L'unica cosa a cui è veramente interessato è la propria continuità."
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Vecchio 24-03-2008, 10.23.39   #176
La_viandante
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

La metafisica è a mio parere la ricerca del senso dell’esistenza ma in questa esistenza noi ne siamo parte. Un tutto non può essere compreso dall’interno, bisogna che se ne sia fuori per osservarlo, comprenderlo, ma è impossibile esserne fuori, anche quando si pensasse possibile star osservando dall’esterno questo presunto esterno sarebbe sempre un punto di osservazione interno all’assoluto.
Non se ne esce, un senso non può essere dato, e questa deve essere la metafisica se vuol star al passo copi tempi, un senso mai dato ma sempre da cercare, verso il quale tendere, una ricerca infinita (ammesso se ne abbia voglia).
Questo è Dio, un non essere dato ma una verità al di la delle nostre possibilità di conoscenza, anche l’esperienza mistica in quanto osservazione di se all’interno di un sistema è illusoria (se presa come assoluta) quanto tutto il resto.
Una verità metafisica, altra rispetto a questo mondo, la verità che non è di questo mondo, potrebbe riguardare questo da un punto di osservazione esterna ma riproporrebbe sempre lo stesso problema su se stessa, se la metafisica è il senso dell’esistenza fisica quale è quello di se stessa?

Un sistema è definibile solo da un osservatore ed esisteranno tanti sistemi (universi?) per altrettanti osservatori, il senso non può che essere relativo a chi osserva e mai intersoggettivo
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Vecchio 24-03-2008, 13.16.00   #177
Dasein
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

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Originalmente inviato da Koli
Riprendo Severino con il quale avevo aperto (insieme a Nietzsche) questa discussione. Lui dice che chi critica la Filosofia contemporanea accusandola di essere ingenuamente scettica non coglie l'essenza di questa posizione. L'essenza, come tu sai, va ricercata nelle nostre origini greche. Ormai è questa, sempre stando a Severino, l'unica verità riconosciuta non solo dagli "uccisori" dell'epistéme ma anche da chi crede ancora a quell'epistéme, proprio per rifuggire dall'orrore del nihil.
Per quanto riguarda specificatamente Vattimo, aggiungo che la sua posizione è si suscetibile di essere attaccata dall'elenchos ma ha dalla sua parte la possibiltà di controbattere dicendo che essa, a differenza delle posizioni totalitarie non esclude le differenze e la molteplice presenza (quindi la validità), di ciascun punto di vista sulla realtà.
Non entro, per ora, nel merito della questione che vede ogni punto di vista uguale agli altri, come sembra indicare il filosofo torinese.
Ciao.

Infatti non si escludono le differenze, come tu sai, ma Vattimo sembra voler dire che si, le differenze hanno tutte la stessa validità a seconda del punto di vista di ciascuno, ma, oltre questo, c'è quello che essenzialmente Vattimo rifiuta: che queste differenze siano e che dunque abbiano una struttura che è "forte", immutabile, stabile, nonostante egli stesso quel qualcosa di stabile lo enunci, probabilmente senza accorgersene (ma credo non se ne voglia accorgere, visto che è uno dei pensatori più acuti che noi abbiamo, acuti fino a quel limite, che, come tu sai, nessuno tranne il nostro Severino vuole mettere in discussione).
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Vecchio 24-03-2008, 20.25.34   #178
ulysse
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Citazione:
Originalmente inviato da La_viandante
La metafisica è a mio parere la ricerca del senso dell’esistenza ma in questa esistenza noi ne siamo parte. Un tutto non può essere compreso dall’interno, bisogna che se ne sia fuori per osservarlo, comprenderlo, ma è impossibile esserne fuori, anche quando si pensasse possibile star osservando dall’esterno questo presunto esterno sarebbe sempre un punto di osservazione interno all’assoluto.
Non se ne esce, un senso non può essere dato, e questa deve essere la metafisica se vuol star al passo copi tempi, un senso mai dato ma sempre da cercare, verso il quale tendere, una ricerca infinita (ammesso se ne abbia voglia).
Questo è Dio, un non essere dato ma una verità al di la delle nostre possibilità di conoscenza, anche l’esperienza mistica in quanto osservazione di se all’interno di un sistema è illusoria (se presa come assoluta) quanto tutto il resto.
Una verità metafisica, altra rispetto a questo mondo, la verità che non è di questo mondo, potrebbe riguardare questo da un punto di osservazione esterna ma riproporrebbe sempre lo stesso problema su se stessa, se la metafisica è il senso dell’esistenza fisica quale è quello di se stessa?

Un sistema è definibile solo da un osservatore ed esisteranno tanti sistemi (universi?) per altrettanti osservatori, il senso non può che essere relativo a chi osserva e mai intersoggettivo

riprendo il post de La_Viandante perchè è quello piu' vicino ad una pratica concezione delle cose...e che intendo rinforzare...se pur ne avesse bisogno e non contrastare...almeno non riporta parole greche: possibile che esistano tanti concetti impossibili da esprimere in italiano?
....ma lo capisco anche...altrettanto è con la scienza!

Allora...la metafisica è a mio parere la ricerca del senso dell’esistenza...dice la viandante...ed è vero!!!...vero nel senso che alcuni lo fanno...cioè cercano questo senso...ma che lì ci sia un senso dubito.

Qualcuno, in un post precedente, diceva che le domande, o le premesse, sono mal poste...e in effetti se penso non esista un trascendente...che nessuno ci abbia dato uno scopo...che nessuno scopo abbia l'universo...allora che senso ha la metafisica...che senso ha cercare..ove nulla c'è?

Probabilmente 3 mila anni di filosofia ...di pensatori che non hanno fatto altro che elucubrare di essenze piu' o meno divine... e di noi umani che ci abbiamo studiato, scevri da ogni dubbio almeno fino all'illuminismo...3 mila anni dicevo, ci hanno condizionato a tal punto da pensare che se non cerchi nell'ultraterreno il senso dell'esistenza ...manco sei uomo!

Ma non intendo andare oltre: il pensiero ed il sentire di ciascuno è legittimo, ma non posso fare ameno di pensare che se vogliamo capire e sapere come siamo noi e l'immanente universo, da cercare ce n'è a josa...e che i valori fondanti del laicismo abbiano pari valore, anzi piu' attuale, dei valori che cerchiamo o ci provengono dai concetti del trascendente.

Alla fine la metafisica, pur nel lungo termine, non ha futuro se non nel'immaginario emozionale di una speranza...spesso illusiva.

Sul piano dell'oggettività razionale le varie scienze sia fisiche che umane, e le filosofie stesse, la erodono inevitabilmente....tanto piu' che il darwinismo oramai è universalmente riconosciuto per l'efficace interpretazione che da' del vivente: di dove veniamo..dove andiamo ..e come.

Del perchè non sappiamo...ma chi lo sa?...vale la pena cercarlo? ....un perchè è nessario?
Forse ci conforterebbe se rivolto a buon fine...ma quale la base se non immaginaria?
ciao
ulysse is offline  
Vecchio 24-03-2008, 21.24.25   #179
Noor
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Citazione:
Originalmente inviato da ulysse
Alla fine la metafisica, pur nel lungo termine, non ha futuro se non nel'immaginario emozionale di una speranza...spesso illusiva.
Non posso che concordare.
La metafisica non ha sbocchi nel pensiero,anzi lo contraddice..
e solo in rari casi ha offerto indicazioni ad una "pratica realizzativa" (in Occidente l'"esoterico" Plotino,ad esempio).
Noor is offline  
Vecchio 24-03-2008, 21.55.05   #180
Koli
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Citazione:
Originalmente inviato da Dasein
Infatti non si escludono le differenze, come tu sai, ma Vattimo sembra voler dire che si, le differenze hanno tutte la stessa validità

Da quel poco che so di Vattimo, ho tratto la tua stessa conclusione. Lo reputo troppo intelligente ed esperto per poter affermare una frase del genere. Forse però, la sua posizione è prorpio questa. Resta il fatto che continuo a reputarlo (per quel che può valere), intelligente.
In merito a questo presunta validità di ciascuna posizione, mi ricordo quando lo scorso semestre, la mia prof di Gnoselogia e allieva di Vattimo, ci ha chiesto con tono lievemente polemico e senza mai citarlo esplicitamente, se secondo noi tutte le posizioni avevano lo stesso status. Naturalmente io ho risposto di no. Lei va detto, ha un orientamento diverso da Vattimo.

Citazione:
Originalmente inviato da Dasein
a seconda del punto di vista di ciascuno, ma, oltre questo, c'è quello che essenzialmente Vattimo rifiuta: che queste differenze siano e che dunque abbiano una struttura che è "forte", immutabile, stabile, nonostante egli stesso quel qualcosa di stabile lo enunci, probabilmente senza accorgersene (ma credo non se ne voglia accorgere, visto che è uno dei pensatori più acuti che noi abbiamo, acuti fino a quel limite, che, come tu sai, nessuno tranne il nostro Severino vuole mettere in discussione).

Dovrò cercare di leggere, su internet per il momento, visto che il tempo è inclemente, qualcosa di più sul filosofo di Torino.
Koli is offline  

 



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