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09-01-2004, 08.10.06 | #72 |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Io davvero mi domando se ciò che vien detto valga la pena d'esser ricordato..o meno. Si parla di dolore che dona gioia, una sorta di autocastrazione o autoimposizione (e sappiamo che il dogma cristiano impone talune regole che, a mio avviso, sono a dir poco medievali, alcune... poi, vanno addirittura contro l'uomo).
Mi sovviene la figura di San Francesco ma.. ragazzi, siate realisti..di San Francesco ve ne è stato uno ed è stato più che sufficiente. Mortificare il corpo in nome di un dio, secondo me è qualcosa d'abominevole dato che, in fondo, se si segue un filo logico... quel corpo, Lui l'ha donato. Mortificare i desideri, le speranze "terrene", in nome di un presunto dio (dato che fino ad oggi, le prove che abbiamo non certificano che Egli esista davvero).. è qualcosa d'ingiusto nei confronti della dignità stessa dell'uomo. Le regole che vengono imposte dalla chiesa sono a dir poco sorpassate. Pregare, pregare, pregare... secondo me è inutile, non serve dato che quel dio non esiste se non sotto forma di coscienza indipendente dall'uomo il cui solo fine è la Manifestazione. Bha..sarò io strana..ma... |
09-01-2004, 08.13.44 | #73 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Dunadan, la sofferenza non è mai piacevole, soprattutto quando si tratta di sofferenza cosciente e rinuncia volontaria. Tutti soffriamo, ma si soffre in maniera meccanica, e cioè quando si è in preda a dispiaceri che non dipendono dalla nostra volontà. Mentre le sofferenze coscienti sono proprio quelle che vengono ricercate volontariamente per creare un certo atrito nelle sfere dell'attaccamento, per potere in fine liberarsi dal forte senso di proprietà. Sono proprio queste sofferenze coscienti ad accrescere il germe dell'Ainima, il germe dell' Amore incondizionato. Da non confondere assolutamente con l'altruismo, che a mio parere è solo un personale e forte egoismo. Ciao Riccardo |
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09-01-2004, 08.26.09 | #74 |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
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Lucifero, io credo che tu abbia la vocazione del martire... ma predicare tutto questo può essere un male dato che quanto tu affermi impone una sorta di vita fatta di negazioni, imposizioni e castrazioni...
Perdonami, ma trovo del tutto assurdo il tuo messaggio. (ignorami pure.. non importa...ma ricordati che le parole hanno un valore e le tue le trovo alquanto pericolose) |
09-01-2004, 08.48.14 | #75 | |
Ospite abituale
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Citazione:
deirdre, ricorda che quì siamo in un forum di spiritualità, dove credo che vi siano raccolti individui che cercano, analizzano, riflettono, propongono, danno, prendono, giudicano per trovare delle risposte. Io parlo a seconda delle mie personali e soggettive esperienze, esperienze che mi hanno in fine portato a non dovere più soffrire, esperienze che mi hanno dato la vera Libertà. Ti sembrerà assurdo ma è la mia verità. Quindi il tuo è un giudizio puramente soggettivo, e se Tu non la condividi non vuol dire che tutti non la condividono, se così fosse toglierei da subito il disturbo. Ciao Riccardo |
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09-01-2004, 08.56.26 | #76 |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
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Non dubito di questo..e nessuno, (neppure io)... ti ha invitato ad andartene, permetti che ognuno esprima il proprio parere? Questo è il mio che a te garbi o meno...
Reputo pericolose le tue parole...ovvio che è un'opinione del tutto soggettiva, ciò non toglie che abbia tutti i diritti di dirla. La ricerca spirituale non implica per forza una sofferenza indotta, mortificante e costretta. Questo reputo assurdo..come assurdi, per me, sono tutti i rituali o simli che implicano la mortificazione della "carne" e degli slanci animici, dai più "bassi ai più alti" E poi che significa "ricorda che siamo su di un forum di spiritualità"... cioè...??? Spiritualità= sofferenza? No, fammi capire.... ciao Ultima modifica di deirdre : 09-01-2004 alle ore 08.59.27. |
09-01-2004, 11.16.49 | #77 |
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In effetti siamo su un forum di spiritualità dove ciascuno di noi esprime la propria opinione, quale essa sia.
Non credo che 'Amore' e 'Sofferenza' debbano essere necessariamente legati. Ognuno fa il suo percorso a modo suo, questo è vero, ma non si può dire che senza sofferenza non c'è amore. Fondamentalmente trovo anche io un po' pericoloso inneggiare alla sofferenza come modo per capire l'amore. La sofferenza fa parte della nostra vita ma andare a cercarla mi sembra un po' strano come atteggiamento...! L'argomento di questo forum è il Dio dei cristiani, ma non è un Dio che incita alla sofferenza fine a se stessa: "Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere ed un tempo per morire, un tempo per piantare ed un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere ed un tempo per guarire, un tempo per demolire ed un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare ed un tempo per perdere, un tempo per serbare ed un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere ed un tempo per parlare. Un tempo per amare ed un tempo per odiare, un tempo per la guerra ed un tempo per la pace." Non riesco proprio a farmi entrare in testa come si faccia, ogni volta che si parla del cristianesimo, ad inneggiare alla 'Sofferenza'! Il messaggio che ho citato fa parte della Bibbia: Qoèlet 3, 1-8. A me sembra di più ampie vedute, ma forse sono superficiale nel leggerlo. |
09-01-2004, 17.40.18 | #78 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Nessun timore, le discussioni sono dinamiche e si evolvono in funzione dei contributi che ciascun partecipante apporta. Ogni intervento rappresenta sempre un valore aggiunto, il titolo di un thread è solo un incipit, uno stimolo… poi la discussione evolve e imbocca la direttrice che più merita di essere sviluppata. Io sarei quasi convinto che quella che noi chiamiamo normalmente anima non sia altro che la vita psichica, che guarda caso si adatterebbe bene alla tua energia emozionale, ma è priva di attributi metafisici e si costruisce attraverso l'interazione dell'individuo con il mondo circostante e la cultura preesistente, creando così nuova cultura e nuove relazioni. Piuttosto, fammi capire bene: l'Anima esiste o non esiste? Non è creata! Bene, nulla questio, è costruita, ma i tasselli, i mattoni fondamentali necessari alla sua costruzione, sono anch'essi increati? Cosa è creato? Cosa rimane del nostro essere materiale ed immateriale dopo la nostra morte? C'è un ritorno verso colui che avrebbe creato almeno i mattoni essenziali necessari all'edificazione dell'Anima/Coscienza? Mi darai atto che postulare l'esistenza primigenia, o contestuale alla nostra nascita di una fonte germinale da cui si edificherebbe l'anima/energia emozionale, sia un diverso capzioso e sofistico modo di definire l'anima. Chi o cosa attribuisce ad alcuni uomini questa potenzialità in fieri, dormiente, che dovrebbe essere risvegliata attraverso pratiche iniziatiche? Non è forse un Creatore? Oppure, non pensi che potrebbero avere ragione coloro che affermano che non vi è creazione ma solo sviluppo di potenzialità umane che hanno ben poco a che vedere con supposte teorie metafisiche o esoteriche? Almeno stavolta prova a fornire una risposta, già una volta hai voluto evitare di replicare a domande che ti avevo posto e che forse hai ritenuto poco gradevoli. Attendo! Il dolore alle volte aiuta a crescere, talaltra prostra. E' vero che il dolore e la sofferenza siano insiti nell'uomo, ma questa condizione non è il suo status ideale. Un non credente non può in alcun caso rassegnarsi a vedere in esso il mezzo catartico su cui basare la propria crescita interiore, sarebbe come confidare nell'alienazione. Il dolore distorce la percezione di sé stessi e di ciò che gli sta' attorno, creando i presupposti per una visione artefatta, pessimistica del mondo e della relazione con il metafisico. Non sempre dal dolore scaturisce una tensione verso il divino, spesso si verifica il contrario: il suo rifiuto, anche rabbioso. Il dolore spesso contrae e comprime, spingendo l'individuo a rinchiudersi in un rancoroso solipsismo. La gioia e la felicità, ancorché spesso effimere, viceversa, producono un'esaltazione e un'espansione del proprio intimo che protende il soggetto verso rapporti che possono anche andare oltre quelli umanamente e normalmente esperibili, che travalicano il ristretto confine del materiale, che agevolano l'instaurarsi di un contatto con quanto è spesso solo immaginato o presunto. E' la gioia il canale più diretto ed immediato per accostarsi a quanto di trascendente l'uomo percepisce, soprattutto se questo stato dell'anima è posto in relazione, per contrapposizione, al dolore altrui, perché il rapporto con Dio, almeno nel Cristianesimo, non è solo individuale ma si qualifica e si vitalizza proprio attraverso il legame esistente con la pluralità d'individui. Non si deve aver paura di soffrire, purché si sia anche consapevoli che alla sofferenza ci deve essere un termine e uno sbocco, in caso contrario la vita, che è bellissima, assumerebbe solo un significato negativo e così non deve mai essere, affinché Tanathos non prevalga su Eros. |
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09-01-2004, 18.18.24 | #79 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Concordo. Ma ancor più della gioia, direi la pace interiore. Ultima modifica di basil : 09-01-2004 alle ore 18.24.44. |
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09-01-2004, 19.37.19 | #80 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Visechi, queste domande e molte altre me le sono poste moltissimi anni fà, ma non ho trovato nessuno che potesse darmi delle risposte chiare e soddisfacenti e questo fù la causa che mi portò all'esasperazione delle mie crisi. L'esasperazione mi creò un dubbio, il dubbio mi diede modo di riflettere in maniera diversa dal solito modo di pensare, questo nuovo modo di pensare scaturì una serie di intuizioni. Per farla breve, le risposte a quelle domande le trovai, man mano, quando cominciai a lavorare su mestesso. Ricordi la famosa frase: UOMO CONOSCI TE STESSO. Bene, ci impiegai molti anni ma alla fine ne uscì pienamente soddisfatto. Ora Visechi, se io rispondessi alle tue domande, non solo mi direbbe qualcuno che sono pericoloso, ma mi metterebbero, se potessero, al rogo. Quindi se davvero ci tieni a queste risposte ti inviterei di pormele in privato. Questa e la mia e-mail: millenniumlibri@tin.it Ciao Riccardo |
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