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07-01-2004, 09.09.48 | #54 | |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Citazione:
Altra cosa... a me non servono gli insegnamenti cristiani, mi serve trovare me stessa, capire chi sono..una seria analisi introspettiva che non dipenda da parole di un predicatore o profeta quale era Cristo (per me era tale, non certo il figlio di un Dio che..tutto sommato..non esiste se non nella mente di chi ha fede in quel credo). ciao |
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07-01-2004, 09.37.21 | #55 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-12-2003
Messaggi: 104
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x Evaj
Citazione:
Ok. Discorso chiuso. Ciao |
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07-01-2004, 17.20.31 | #56 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Credo che abbia ragione Deirdre, la questione che poni attraverso domande complesse è stata più volte affrontata nel passato in questo forum. Ma poiché una discussione è dinamica e il suo sviluppo è anche e soprattutto in funzione degli attori che vi partecipano, è mia volontà esprimere anche stavolta il mio parere. Atteso che non sono credente, spero che non ti dolga del fatto di ricevere ancora una volta delle interpretazioni fornite da chi non crede.
Se Dio è perfetto com'è possibile che abbia dato origine all'uomo che non lo è E' mia opinione che se Dio avesse creato l'uomo perfetto, non avrebbe dato vita ad un uomo, bensì ad un altro Dio la cui esistenza sarebbe stata priva d'alcun significato, perché la sua perfezione si sarebbe unita a quella del Creatore, generando un unico essere perfetto. La perfezione - Unicità - non ammette differenze e due perfezioni tenderebbero naturalmente a coincidere e fondersi in una unica. Ne deriva che per l'uomo sia alquanto normale e conseguente essere imperfetto. E' da questa logica imperfezione che discendono tutte le altre considerazioni… proviamo a vederle: Se Dio ci ha dato la libertà perchè andiamo all'inferno; non è questa una forma di punizione che limita la nostra libertà. La libertà dell'uomo si esplica nelle scelte che deve compiere. La vita è una sommatoria di scelte fra diverse opzioni possibili. Se l'uomo non compisse queste scelte, non vivrebbe. La scelta implica che si possano intraprendere, fra quelli possibili, percorsi più o meno consoni alla bisogna e alle necessità che si parano davanti. Se l'uomo fosse perfetto non avrebbe alcuna libertà di scelta, perché la perfezione presuppone che la direttrice, la strada da percorre sarebbe la più diretta, la meno dispendiosa e quella, in definita, priva della possibilità d'incorrere in errori, quindi sempre unica, giacché unica è la Verità. Questa circostanza eliminerebbe la possibilità di effettuare delle scelte, per cui la libertà sarebbe annullata. La vita sarebbe un limpido mare privo d'increspature e, direi io, anche alquanto noiosa. Ovvio che questa libertà presuppone la possibilità di commettere errori che allontanano dallo scopo, dal fine ultimo. Per quanto riguarda poi il significato da attribuire a questo fine ultimo, il Cristianesimo e, in genere, un po’ tutte le spiritualità, in ultima analisi, postulano che sia quello di conseguire il ricongiungimento con il Creatore, con il Logos, ecc… La Caduta sarebbe solo il sommarsi d'errori che allontanano in maniera irreversibile da questo fine, anche se la legge del karma, anzi del samsara, che presuppone la reincarnazione, uno dei capisaldi della filosofia spirituale orientale, annulla l'irreversibilità della caduta. Dio, essere perfetto e omniscente per antonomasia, dovrebbe certamente conoscere tutto, quindi anche il nostro destino. Questo sarebbe già scritto e a Lui noto nel suo epilogo, ma sarebbe sconosciuto all'uomo che esperisce, che vive la vita. Questi lo ignora. E' nella sua dimensione permeata d'ignoranza che si sviluppa e prende corpo il suo libero arbitrio. La libertà sarebbe quindi una condizione limitata all'ambito umano, tanto che se quest'ambito limitato fosse trasceso in vita, si conseguirebbe quella perfezione che annullerebbe la libertà. Fatto disdicevole, questo, ma abbondantemente controbilanciato dalla possibilità paradisiaca di entrare direttamente in contatto con Dio. Se Dio è amore per la verità perchè non ci ha creati in grado di poterla comprendere nella sua completezza. La vita è una continua, incessante ricerca. C'è chi afferma che l'uomo sia un instancabile ricercatore di Verità e che questa attività non avrà mai termine. Questa, la ricerca, sarebbe il mezzo attraverso cui conseguire l'elevazione dello spirito. Ora, detta ricerca si sviluppa attraverso l'utilizzo di sistemi, o qualità, o caratteri tipicamente umani, cioè imperfetti: la ragione e il 'cuore' (termine, quest'ultimo, omnicomprensivo, utilizzato per indicare tutte quelle qualità che non sono ragione… sentimenti, emozioni, amore etcc..). Se avessimo il dono di discernere senza alcuna possibilità di errore la Verità divina dalla verità umana, saremmo esseri di Conoscenza, quindi omniscenti, quindi divini, quindi non più umani. Diverremmo perfetti già in questa vita e potremo far a meno di tante cose, troppe, che ci attorniano, in pratica potremmo far a meno della vita stessa. La Verità affermata dal Cristianesimo è una Verità che trascende il mondo sensibile, l'uomo e la vita, che sta' al di sopra di tutto e di tutti: insondabile fino in fondo, imperscrutabile fino in fondo, inarrivabile, forse, solo a malapena percepibile nella sua consistenza, essenza ed esistenza… insomma, sarebbe Dio stesso. Noi della Verità percepiamo il profumo, la possibilità che possa esservi al di là di quella sottile linea d'orizzonte che ci separa dall'Evento. Comprendere fino in fondo la Verità divina, quella ultima a cui penso tu faccia riferimento, sarebbe un po’ come comprendere Dio fino in fondo… cosa inammissibile per esseri imperfetti che raggiungono la propria perfezione non attraverso la materia, il corpo, ma solo attraverso l'anima che si libera e ritorna al Creatore allorquando sarà liberata dalla materia…. Così postula il Cristianesimo, almeno quello ufficialmente e maggiormente noto. In questa vita, per l'uomo che vive, la massima aspirazione è quella di convivere con la certezza fideistica che vi è la possibilità di conseguire questo risultato. Ecco perché questa spiritualità si rende concreta attraverso la fede e il credo e non attraverso la Conoscenza. Ma questa fede, supportata da un valido sostegno razionale, non è mai insipida o priva d'attributi tipicamente umani: alle volte vacilla, altre si conferma. La fede non è un semplice ed ottuso confidare in qualcosa di trascendente, è, invece, una scelta cosciente che, puntellata dal raziocinio, si produce in un abbandono intimo ai misteri che non pretende di svelare. Misteri che riposano fra le braccia di Cristo e del Creatore, e la sublimazione dell'esistenza nella morte è appunto il disvelarsi di questi misteri. La Fede è innamorarsi della percezione, solo percezione, di questo destino. Perciò alla fede genuina è solo possibile contrapporre un'altra fede di segno opposto, supportata da altrettanto raziocinio. Nessuno potrà mai dimostrare l'esistenza di Dio, come nessuno potrà mai dimostrare il contrario… solo fede. Se Dio è ogni cosa ed è solo bene, da dove è uscito il male Il male è insito nell'uomo, perché, appunto, questi è imperfezione e il male è imperfezione. Questa è la condizione dell'uomo: vivere immerso in una condizione, in una dimensione permeata di bene e di male. Non è possibile, in questa dimensione umana, espungere il male a vantaggio del bene. Questo rapporto: uomo-bene/male è il fondamento della morale, cioè della 'teologia' che inerisce all'intenzionalità dell'atto. La morale promana dall'uomo sviluppandosi verso l'esterno, edificandosi nel particolare rapporto con Dio e nelle relazioni fra uomini e di questi con Dio. E' multiforme e dinamica come variegata e soggetta a continue mutazioni è l'esistenza della specie umana. Il male è quindi insito nell'uomo ed è il concretarsi della sua imperfezione. Dio avrebbe quindi creato la possibilità che si generasse il male, ma questo è solo inerente all'uomo, non al Creatore, è connaturato alla sua libertà di agire e rappresenta l'esaltazione dell'umanità. Eliminare totalmente il male, per atto divino, significa negare le principali caratteristiche dell'uomo. Il Cristianesimo si esalta nel dolore, s'imbeve di dolore e lo sublima nell'abbraccio con Dio/Padre, perché Cristo è simboleggiato nel suo legame con la croce e solo soffrendo e morendo crocifisso ha riscattato la genia umana dal peccato di superbia. E' quindi la mortificazione della superba pretesa umana d'innalzare sé stessa alla pari o al di sopra di Dio, è un bagno d'umiltà e un ricondurre alle origini tale superbia. Non so se ho risposto in maniera sufficientemente esaustiva alle tue domande, ci ho solo provato, così come ora provo io a porre alcune domande che mi auguro ricevano delle risposte sensate e non arzigogolate visioni che sfociano nella 'improbabile teoretica dell'oniricità lacunosa': a. L'anima, di cui qualcuno afferma l'esistenza, è creata? b. È perfetta? c. Se perfetta come può sottostare alla legge della Caduta e perdersi? d. E' possibile che questa, perfetta in sé, possa soggiacere alla corruzione dovuta alla materia imperfetta e, quindi, meno evoluta della prima e così Perdersi? P.S.: non sono mai riuscito a comprendere bene cosa significhi affermare la perfezione dell'Universo. Sempre che non si scivoli nel panteismo, come può una creazione essere perfetta e parte dei suoi abitatori no? |
07-01-2004, 18.22.48 | #57 |
Utente bannato
Data registrazione: 03-01-2004
Messaggi: 0
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Questo è un problema che mi affligge da molto tempo...
Forse non è completamente inerente alla traccia... In questo caso chiedo scusa.... Dunque.... IL mio problema è sul concetto di volontà.... Molti uomini, se non sono cechi, riescono a vedere il bene giusto? Ma il loro problema è poi quello di volere il bene... Facciamo un esempio.... Io so che dovrei studiare per andare bene a scuola, ma non ne ho voglia di sedermi a tavolino.... Un mio compagna questa volontà così forte da permettegli di studiare invece ce l'ha... A me manca qualcosa che lui invece possiede.... Questa volonta di agire è data da qualcosa di interno all'uomo ma lui non ha nessun potere su di essa... Un uomo del genere non riesce a mettere davanti ad un primo guadagno (in questo caso tempo libero) un secondo cioè quello di vivere in modo retto.... Questa persona che colpa ne ha? Se la sua indole non ha la forza di fare il bene? Questo discorso si può allargare anche al volere del Dio-Giudice cristiano ( e di tutte le altre dottrine che ritengono che ci sia un Dio Giudice) Il nostro dio vuole qualcosa da noi, ma se io non ho la volontà per fare questo qualcosa, che colpa ne ho? Posso si avere le capacità di farle, ma non ho la volontà. la volontà quindi cosa è? La mia interpretazione toglie completamente senso alla realtà, quindi o questa non ha senso o io sbaglio... Corregetemi.... E poi un'ultima cosa.... Sull'inferno... Dio sa ogni cosa, ci lascia liberi di agire ma lui sa le nostre scelte prima che accadano (l'ho letto da qualche parte tra i messaggi di questo Post), e nella descrizione del Dio Cristiano questa cosa ha senso... Ma quindi Dio quando un'anima scende sulla terra (le crea lui? non lo so) sa gia se questa farà una vita retta o una vita degna dell'inferno... A questo punto perchè ha tolto qualcosa dal non essere per poi metterla in un essere eternamente sofferente? Non ha senso... E se poi Dio non sapesse il futuro e quindi la meta di ogni anima (E questa cosa gia di per se non ha senso) perchè toglie dal non essere qualcosa per metterlo di fronte a una prova che in caso di fallimento si conclude con un ETERNA INFINITA DANNAZIONE? Siamo liberi giusto? Ma al momento della mia creazione non mi è stata data la possibilità di scegliere tra essere e non essere... Mi è stato imposto di essere e un tentativo di non essere (cioè di allontanarsi da dio) viene punito con un essenza obbligata nel dolore.... E infine, la dannazione nella concezione cristiana che conosco (in caso contrario sarei conteto di delucidazione) è il completo allontanamento da Dio, se (seguendo l'interpretazione di S. Agostino) Dio è l'essere e noi soltanto partecipazione all'essere il completo allontanamento da dio dovrebbe concludersi con il non essere, non con la dannazione.... Mi sfugge il senso.... FantasiaFinale |
07-01-2004, 18.50.24 | #58 | |
Ospite abituale
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Citazione:
L'Anima è una grande energia, ma che l'uomo non ha, o meglio che è convinto di possedere. Quella cosa che inganna l'uomo è l'Energia Emozionale, che per l'appunto scambia per Anima. Visechi, le tue domande sono la prova evidente che l'Anima non esiste, o meglio: ESISTE ma sono pochi gli individui che la posseggono ben formata, poichè solitamente, e queste sono le persone che hanno una predisposizione innata al dolore e alla sofferenza, ne posseggono un germe. Vedi ad esempio le vite dei santi, questi grandi uomini nè possedevano il germe. Mentre I GRANDI ILLUMINATI l'avevano ben formata e cristallizzata. L'Anima quindi a parer mio deve essere fabbricata di sana pianta. Avrei molto da dire su ciò, ma credo che si esca fuori dalla discussione iniziale. Ciao Riccardo |
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07-01-2004, 19.43.26 | #59 |
Utente bannato
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.....che tristezza credere che solo il dolore possa schiudere il nocciolo della nostra intelligenza....chissà, chissà, chissà dove è andato a finire l'Amore.......
Una vita di dolore e sofferenza per crearsi un'Anima.....che desolante profonda irreversibile tremenda tristezza.... Caro Riccardo ti auguro infinito bene, dal profondo del mio cuore. |
07-01-2004, 19.47.55 | #60 |
Utente bannato
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x Visechi
"P.S.: non sono mai riuscito a comprendere bene cosa significhi affermare la perfezione dell'Universo. Sempre che non si scivoli nel panteismo, come può una creazione essere perfetta e parte dei suoi abitatori no? "
L'Universo non è perfetto, perchè attende di essere completato. L'Uomo è una cellula malata in un corpo (l'Universo) sano. Sano non vuol dire perfetto. Un bambino di tre anni può essere sano, ma il suo sviluppo sarà completo solo dopo la pubertà............ sempre che la cellula malata non lo uccida prima ciao |