L'equilibrio non è facile da perseguire quando si vanno a toccare discorsi interiori.
Se, come ci faceva notare Visecchi, abbiamo a che fare con paure che con le loro 'limitazioni' fanno anche si che noi proteggiamo la nostra vita, eliminarle del tutto non possiamo oggettivamente ritenerlo positivo.
Quindi, in questo caso la risposta è: no.
Sulla paura frutto dell'ignoranza, dobbiamo accordarci su ciò che intendiamo per 'ignoranza'.
Per me vuol dire 'non conoscere' e la forma più profonda d'ignoranza ritengo sia quella data 'dall'ignorare d'ignorare' e priva gli esseri umani della voglia di progredire e di conoscere, dando loro la sensazione di 'conoscere tutto'.
In fondo il tema di questo forum rimane 'il dio dei cristiani' ed allora, se voglio riferirmi a qualcosa che si possa avvicinare al 'TUTTO' e alla 'comprensione assoluta e completa del TUTTO' non so che trovare Dio in grado di farlo (che sia dei cristiani o no vanno bene tutti, tanto siamo noi umani ad essere così cavillosi).
Come ho sentito dire anni fa semplicemente da un ragazzo di vent'anni: 'Dio, se esiste, non può essere così stupido!'.
Quando noi cerchiamo di esprimere il concetto del 'tutto' lo restringiamo sempre a qualcosa che è sicuramente più piccolo rispetto a quello che è in realtà.
Secondo me è una forma di PAURA anche quella che ci fa mettere in moto questo involontario 'restringimento degli orizzonti', paura di tutto quello che non siamo in grado di controllare, paura che ci porta alla costruzione di ristrette certezze.
Questa è una delle forme di paura che per me va combattuta.
Quindi in questo caso la risposta è: si.
Il fatto di cronaca dell'uomo che ha ucciso la moglie ed il figlio è troppo distante da me perchè possa darne un parere certo ma parlare solo di paura e di gelosia mi sembra restrittivo.
Ognuno di noi può esporre ciò che vuole: per me è anche mancanza di accettazione di un fatto, presunzione di ritenere che il suo modo di vedere il loro futuro fosse il migliore possibile, non tenendo conto delle diverse esigenze e dei diversi sentimenti altrui.
Ogni fatto può essere interpretato da tante angolazioni diverse.
Il dubbio, quando non diviene patologico limitandoci la vita, quando è equilibrato, può aprirci ad una visuale sconosciuta ma non per questo non valida.
Può aiutarci a proseguire in un cammino di conoscenza, vagliando nuove possibilità.
Vagliare le possibilità non vuol dire necessariamente farle proprie, ma valutarle.
Es.:
Sto valutando l'idea di Lucifero che sia positivo generarsi volutamente sofferenza con l'intenzione di crescere, che sia positivo spingere gli altri a seguire la stessa strada, pur senza sapere bene chi si ha di fronte (in questo caso con l'intenzione di far crescere gli altri).
Quanto detto fino ad ora non ha portato concetti chiari ed esaurienti, per quelli che sono i miei principi, per far si che la mia opinione al riguardo cambiasse.
Secondo il mio punto di vista le argomentazioni a difesa di questa tesi sono contraddittorie, come già ho espresso in messaggi precedenti, e continuano ad esserlo.
Io continuo a considerare 'pericoloso' far questo, specialmente non sapendo se chi è di fronte a noi è in grado di sopportare una sofferenza maggiore di quella che, magari a nostra insaputa, porta su di sè.
Il modo di esporle che è stato usato ha forse ha anche rafforzato un po' il mio punto di vista iniziale!