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22-05-2007, 13.56.56 | #42 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-12-2005
Messaggi: 1,638
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?
Citazione:
Non ho neppure parlato della scottatura Noor…di quella che tanto dolcemente sembra accarezzare la nostra pelle e cambia colore con la doccia serale...quella che noi poi si cura con la cremina profumata e che la perizomata spiritualmistica, colei che ha imparato l’Art de Vivre, si passa dolcemente tra le pieghe della sua pelle nella penombra della condizionata-mente fresca camera da letto… …però parlo dello stesso sole! Quello si…lo stesso identico sole! Pensa…lo stesso sole che a noi, Consapevoli, Reali, Mistici, Olistici, Contemplativi della Verità Assoluta (Turaz dove sei?...aiutami nell’enfasi) c’accarezza, ad altri strappa…prima la pelle, poi la vita! Il tuo breve pensiero però è per me come una linfa vitale..altro che l’apologia all’apostasia a me diretta da parte dell’amico Yam! Gli occhi traggono la loro essenza dallo stesso sole che per alcuni è solo il sole che riscalda, per altri è ira di dio…per nessuno dei due è questo ed anche quello! L’Art de Vivre invece trae la sua essenza in base all’orientamento che vogliamo dare ai nostri occhi. Sforziamoci ad orientare la vista verso il bello (dicono ce ne sia uno in qualunque cosa) e appena il brutto ci offusca la visuale seguiamo i consigli impartiti nella bellissima firma di Mirror…cambiamo occhiali… …ce ne sono di tutti i tipi e scegliendo quello giusto, visto che noi possiamo permettercelo, sarà sempre lo stesso sole che tanto c'accarezza... ...tanto il caldo NON esiste! |
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22-05-2007, 21.57.48 | #43 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?
Devo dire che Maxim ha in parte ragione. L’esperienza di Nexus si chiama “immedesimazione”, e tutti abbiamo quel tipo di esperienze, solo che pochi si soffermano a farne una analisi come lui, anzi, quasi sempre viene del tutto ignorata in quanto rientra nelle normalissime reazioni della mente di fronte a certi stimoli esterni. Quando andiamo al cinema, per esempio, a vedere un bel film avvincente, l’io scompare per “immedesimarsi” nell’azione che si svolge sullo schermo, fino a diventare parte di quella trama. Finito il film, bisogna fare un leggero sforzo per ‘rientrare’ nella ‘realtà’. E come questo ci sono infinità di altri esempi.
C’è poi ‘l’imbambolamento’ (non so se si dice così), quando in una qualsiasi circostanza, ci si assenta con la mente dal momento presente, si tengono gli occhi fissi nel nulla con la mente in bianco, anche in quel caso l’io scompare momentaneamente per restare in una specie di terra di nessuno. L’esperienza come quella di Nexus, per sè, non conta nulla, è quanto di più normale e comune ci sia. Quello che, secondo me, conta veramente, è la rielaborazione che ne fa lui, dimostrando una sensibilità fuori dal comune. Di una banale esperienza, ne fa una poesia, un motivo di profonde riflessioni sul proprio essere, fa vibrare la sua mente e il suo cuore in frequenze più sottili, come una corda di violino. Questo è veramente importante, perchè così facendo, sta ristrutturando la sua casa (la bolla psichica nella quale siamo tutti immersi e che ci portiamo appresso ovunque come una tartaruga). La casa dove abita il suo io e attraverso la quale guarda il mondo attorno a lui. Nexus ha fatto passi da gigante, e la casa che si sta costruendo è luminosa, spaziosa, arieggiata. Ha buttato giù pareti, ampliato porte e finestre, tinteggiato tutto di bianco e possibilmente ha buttato nella spazzatura tante cose vecchie alle quali un tempo era legato. A volte però l’io si smarrisce e confonde la luce della propria casa con cammini di luce che portano a fusioni col Tutto, con il Sè, con l’Io Sono, con consapevolezze dell’assoluto e con tutti quei nomi e concetti con i quali la mente adora sbizzarrirsi. Certo, restano sempre stanze relegate, al buio, dove si aggirano spettri e fantasmi, creazione inconsce della nostra mente, che prima o poi dovremo affrontare a viso aperto, altrimenti la vita ce li riperesenterà sotto diverse vesti e circostanze, esternamente e internamente. E poi ci sono le stanze illuminate con luce artificiale e tanti troni dove abbiamo sistemato i nostri dei, santi e madonne (magari entità che esistono veramente, ma nell’impossibilità di accedere a realtà diverse dalla nostra, semplicemente la mente le crea ad uso e consumo del proprio io). E poi c’è la cantina, buia anch’essa, dove ci sono bauli polverosi, mai aperti, perfino dimenticati, che celano il senso vero della nostra esistenza in questa dimensione di vita. Un giorno, quando avremo il coraggio e saremo preparati a scendere nelle profondità di noi stessi per aprire quei bauli e accogliere con amore tutto quel dolore e violenza che nasce dalla materia oscura e incosciente, fredda ma allo stesso tempo incandescente, perchè attraverso il nostro tante volte bistrattato io possa elevarsi e trasformarsi nella sostanza con la quale la mente evoluta potrà costruire mondi di pace e armonia, di amore e consapevolezza. E che dire delle tante vie che promettono il ritorno a “casa”, lasciando sul campo di battaglia i cadaveri dell’ego, dell’io, della mente e di tutto ciò che secondo queste vie non è pura essenza?? Noi siamo perchè la mente è, e la mente è una emanazione del ... (Dio?, Sè?, Essenza?, Tutto?, l’Assoluto?), ma ciò che è stato creato o è emanazione di qualcosa, non può tornare per volontà propria al Creatore o Essenza..., così come il personaggio di un romanzo non può decidere di abbandonare il libro per tornare alla fonte dalla quale è nato, cioè la mente dell’autore. Ma nel nostro caso chi è l’io e chi l’Essenza? Siamo entrambi, solo che abbiamo l’attenzione così centrata nella mente che non ce ne accorgiamo di nulla. Ma talvolta accade che, per non so quale ragione o meccanismo, il Sè (qualche nome bisogna pur darlo, anche se credo che non ci sono nomi possibili...) compare da dietro la mente come il Sole da dietro la Luna durante l’eclissi, e in quel momento magico, inenarrabile, l’io diventa consapevolmente l’emanazione, la periferia di ciò che siamo nel centro stesso del nostro Essere, quel “fagottino” come Yam l’ha chiamato tempo fa in una descrizione per me geniale, che si aggira per il suo ‘io’ (o viceversa?) fino che tutto si dissolve nella dimensione senza spazio (vuoto?), ne tempo, ne nulla a cui possa partecipare la mente (eccetto un registro che permane in una dimensione della memoria che oso dire fa da sfondo alla mente senza appartenere alla mente). Da quel momento tutto cambia in profondità, sai finalmente chi sei, e assumi la vita in questa realtà non più come l’io, centro del tuo essere e separato da tutto il resto, ma come un ruolo che ti sei affidato a te stesso. Ma questo avviene nello sfondo del tuo essere. In superficie non si diventa santoni ne illuminati. Le battaglie della vita continuano, con tutto il suo carico di durezza e dolore, con le poche vittorie e le tante sconfitte, con l’impotenza di assistere a un mondo dove regnano l’ingiustizia, il dolore, la sopraffazione dell’uomo contro l’uomo e la natura, ma anche con la gioia di assistere al risveglio di esseri come Nexus, o alla comprensione che va molto al di la delle parole, quasi a sentire col cuore l’energia che sta alla fonte degli scritti di fratelli come Mirror, Yam, Turaz, Atisha, Gyta, e tanti altri. Tutto questo l’ha scritto la mia mente, ed essa dubita di se stessa, non sa se sta descrivendo un’ennesima creazione sua, oppure se riflette almeno in parte ciò che succede oltre se stessa. Ma dietro la mente c’è una Coscienza che sa perchè succedono le cose, e tutto è come deve essere. Mi scuso se ho detto troppe castronerie. Saluti Bruck |
22-05-2007, 22.08.41 | #44 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?
Buona serata gioia e benevolenza nei nostri cuori!
No caro Max il caldo esiste e , a volte, uccide, quello che stoicamente non vuoi accattere è che ci sia la possibiltà che quella bambina nel Ciad lo "viva" e lo accetti non usando i tuoi o i miei parametri ; mi sembra di aver letto da qualche parte che il manatma gandhi abbia detto "noi indiani abiamo iniziato a morire di fame da quando sono arrivati gli inglesi"... sottigliezze ma anche spaziosità di vita... claudio ps e il cacciatore e la preda? claudio |
23-05-2007, 07.29.28 | #45 | |
Ospite pianeta Terra
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?
Citazione:
ciao Bruck .. era un po' che avrei anch'io voluto scrivere, magari più sinteticamente, queste parole.. necessarie per mettere ordine al proprio essere psichico.. perchè è lì che necessita la pulizia, dove si è obbligati a fermarsi per un lungo periodo.. dunque si può restare, di conseguenza, bloccati nel proprio cammino evolutivo.. La meditazione ho trovato è il modo migliore per iniziare a penetrare questo nostro mondo interiore.. però meditare significa anche predisporsi ad una certa disciplina, perchè errando nei propri piani inferiori si smuovono al passaggio strati oscuri inaspettati.. diventando così oggetto magari di strane Visioni che nulla hanno a che fare con l'oggetto della meditazione.. ed il conseguente meditare... Queste sono le precauzioni da prendere.. da Conoscere per non farsi influenzare.. introducendo calma e vera umiltà con se stessi.. per imparare successivamente a tenere sotto controllo le proprie tendenze per raggiungere vera saggezza e Verità.. per poter vibrare armonicamente con l'unico strumento a nostre mani, il meraviglioso corpo/mente.. allora l'esperienza che faremo sarà benefica.. per noi e per gli altri.. |
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23-05-2007, 09.26.03 | #47 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-12-2005
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?
Citazione:
Ehmmmm? Ma che stai dicendo carissimo amico mio? Mentre noi stiamo disquisendo, in altri lidi, se la moto ed il denaro sono doni karmici o, in questo, sulla profondità dei messaggi di una Risvegliata in perizoma (anzi Perizoma…tiè…anche questo con la maiuscola ) ci sono persone che per forza imposta (e da qui ne deriva l’accettazione obbligata) non possono usare gli stessi parametri nostri relativamente ad un “oggetto” che è lo stesso per entrambi. Oggetto che noi ci possiamo permettere di sublimare perché non ci fa male, oggetto che possiamo usare per i nostri viaggi contemplativi dai quali secondo alcuni di voi ne risulterebbe Consapevolezza, Realtà…Art de Vivre! Comprenderai amico mio che tutti gli aggettivi summenzionati presuppongono che quell’oggetto, unico ma dagli effetti diversi, possa essere percepito e “scoperto” da tutti allo stesso modo…basta scovarne l’Assoluto, cioè la sua Realtà ultima, cioè il suo Noumeno… …e come fare per scoprirne l’essenza ultima, assoluta per tutte le creature esistenti al mondo, ivi compresi i bimbi del Ciad?...semplicissimo! …ad esempio la meditazione (pardon…Meditazione). Ecco, con tale pratica, condita da qualche lettura in sanscrito tradottaci da Yam, i preziosi consigli di qualche guru della domenica e tra una confessione ed una redenzione…a noi la Luce, il Segreto della Vita, il Tutto che si dispiega innanzi i nostri occhi che ora non vedono più la realtà…ma la Realtà (caspita è sempre stata davanti a noi e ce ne accorgiamo solo ora?). Abbiamo finalmente compreso il Tutto Unico per Tutti, Uno per Tutti, Tutti per Uno, e questo comprendere si tramuta per noi in Art de Vivre…altro chè, bimbo del Ciad, avessi i miei poteri per scoprire l’essenza ultima di quell’unico oggetto che tanto ti spaventa….sapessi, sentivamo anche noi il caldo un tempo…ora non più perché esso NON esiste! Avessimo almeno il coraggio di inserire in quell’Art de Vivre un minimo de Bon Ton per tenerci per noi, stretto, stretto, quel nostro Assoluto e di non andarlo a comunicare come tale. Ora continuate pure con i vostri voli...ho deciso di rimanere a terra! |
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23-05-2007, 09.29.39 | #48 | |
Perfettamente imperfetto
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?
Citazione:
Hai fatto un magnifico intervento, profondo e garbato, che condivido in pieno. Il discorso è stato scritto dalla tua mente, come facciamo tutti ovviamente quando scriviamo, ma si vede che dietro ci stava la Luce della Consapevolezza a ispirarlo. Ciao Bruck! |
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23-05-2007, 09.32.02 | #49 | |
Sii cio' che Sei....
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?
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Ciao Bruck, e' sempre un piacere leggerti. Radici profonde nella terra e sguardo su nel puro cielo dell'inconoscibile dove splende il Sole i cui raggi sono proprio quell'intelletto attraverso cui Egli crea. Si gioca un po', come vedi qualche raggio ogni tanto inizia a ricordare...di essere. |
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23-05-2007, 10.59.47 | #50 | |
Moderatore
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?
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Ciao Brucus P.S. comprendo che chi contrasta chi ha provato certe esperienze senza averle provate possa arrecare fastidio.........ma forse ciò accade perchè la memoria (di quando non si era provato ciò che si è provato) non ricorda adeguatamente. P.P.S. Il problema del dolore proposto da Visechi prima e da Maxim oggi rimane insoluto. Non comprendo perchè non si vuole riconoscerlo. |
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