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19-01-2006, 12.38.14 | #62 |
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Mi piace la piega che sta prendendo questa discussione...
Io non sono un esperta di sogni, ma su una cosa concordo con alcuni pezzi di interventi: i sogni si possono interpretare e ciò è legato profondamente con la conoscenza di chi fa il sogno, da parte dell'eventuale analista se è lui ad avviare l'interpretazione, o da parte di chi fa il sogno e quindi di se stessi. Non a caso man mano che mi conosco in profondità, inizio a comprendere con una certa chiarezza e sento che i sogni sono un pozzo di informazioni e messaggi che noi stessi ci mandiamo di una ricchezza eccezionale. L'interpretazione di un sogno può essere infinita, è vero, ma secondo me è infinita perchè infinite sono le angolazioni da cui si può guardare una stessa cosa. Ossia lo posso interpretare in chiave spirituale, psicologica, esperienziale... e ognuna di queste chiavi ha una sua sfaccettatura. Il limite all'infinita interpretazione lo metto io comprendendo cosa ho bisogno di capire in quel momento e può avvenire che a distanza di tempo mi ritorni in mente un sogno fatto perchè mi servono "informazioni" diverse o capisco qualcosa che prima non mi era chiaro. Concordo anche il sul fatto che ti sei spiegata perfettamente |
19-01-2006, 12.55.13 | #63 | |
Ospite abituale
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Citazione:
bhè Fragolina, l'inconscio come dice la parolaè l'inconoscibile; quello che ci viene spinto da esso e viene sotto forma di *lapsus*, *sogno*, *gesto mancato* è solo quello che ci vuole far capire... altrimenti l'steria cos'era ?? l'inconscio non si potrà mai conoscere..... anche se stai in analisi a vita, potrai solo sapere quello che ti vuole dire.. nemmeno in ipnosi si può conoscere tutto l'ES e come disse zio Sigmud: "l'inconscio non sbaglia mai.." |
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19-01-2006, 13.04.54 | #64 |
Ospite abituale
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l'inconscio a cosa lo riconducete...?
al Se' o all'ego...? prima dell'inconscio c'è altro...se ci si connette però... l'annullamento delle "separazioni" tra conscio e inconscio avviene attraverso un processo di "morte e risurrezione" continuo dell'ego "sino a che non renderete il dentro come il fuori e il fuori come il dentro non entrerete nel regno" (vangelo di tommaso) Guardate che dalla mia esperienza è molto più attinente di quanto pensiate... |
19-01-2006, 13.39.17 | #67 | |
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Citazione:
Sì! Ma sarebbe una risposta lunga. Sto provando a scriverla ma intanto voi aggiungete spunti e... pazienza, prima o poi arrivo |
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19-01-2006, 14.32.20 | #69 |
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(per la sintesi... sarò per un'altra volta... )
Premetto anche che io non apprezzo in modo particolare il metodo freudiano di interpretazione dei sogni. Per intendersi, io non credo che sia tutto così macchinoso come credeva lui. Non credo che i sogni siano principalmente realizzazioni di desideri e che esista un “lavoro onirico” che trasforma il contenuto dell’inconscio nel contenuto manifesto del sogno attraverso spostamento, condensazione e sostituzione. Questa è la terminologia che usa lui. In soldoni vorrebbe dire più o meno: tu vorresti andare a letto con tua madre ma “censuri” questo desiderio, allora sogni che stai cavalcando su una giumenta e hai in mano un frustino. Cavalcare rappresenta l’atto sessuale, il frustino un simbolo fallico, la giumenta la madre. Lo so perfettamente che ho fatto una banalizzazione! Ma questo è l’idea popolare che si ha dell’interpretazione psicoanalitica dei sogni. Ecco, io non intendo questo. I sogni hanno da dire molto di più e su molte più cose e lo fanno anche in un modo molto più diretto. La mia esperienza personale di “sognatrice” mi ha insegnato però, che i sogni, i miei almeno, imparano a parlare la lingua in cui si aspettano di essere compresi Per imparare a capire che cosa dicessero i miei sogni ho dovuto trovare in sistema interpretativo che fosse per me “naturale”. Da quel momento abbiamo iniziato a capirci alla grande. Nel frattempo è venuta fuori la questione di cosa sia l’inconscio. Bella gatta da pelare! Di cosa parliamo quando parliamo di inconscio? Ovviamente di qualcosa di cui non siamo consapevoli ma che in qualche modo agisce in noi. E fino a qui è semplice. Poi le cose si complicano, Freud stesso ha da dato due diverse definizioni nella prima e nella seconda topica. Jung l’ha poi profondamente ampliata e modificata. Altre studiosi hanno dato notevoli contributi. A me piace quello di Jung, ma questo lo sapete tutti! Ora, per spiegare che cosa sia l’inconscio, questi studiosi hanno scritto interi libri, non ho la presunzione di sintetizzare in un post. Diciamo che secondo me l’inconscio contiene molto di più del “materiale rimosso”, cioè di quello che abbiamo vissuto e dimenticato. Abbiamo una vita interiore profonda e davvero viva di cui non siamo consapevoli. E l’inconscio è davvero inconoscibile, ma ci si può entrare in relazione. Attraverso i sogni e non solo. Forse, se continuiamo a parlare di sogni, che un po’ per tutti sono la “via regia” per l’incoscio, prima o poi ci facciamo anche un’idea di inconscio. Dice Jung: " la vera e propria interpretazione del sogno, è di regola un compito arduo. Essa presuppone penetrazione psicologica, capacità di combinare insieme cose diverse, intuizione, conoscenza del mondo e degli uomini e soprattutto conoscenze specifiche che implicano tanto nozioni assai estese quanto una certa intelligence du coeur. Bisogna respingere l'interpretazione stereotipa di motivi onirici; gli unici giustificati sono significati specifici, deducibili attraverso accurati rilevamenti contestuali. Anche chi possiede una grande esperienza in questo settore è pur sempre costretto a riconoscere la propria ignoranza dinanzi ad ogni sogno e, rinunciando a tutte le opinioni preconcette, a predisporsi a un qualcosa di completamente inatteso.(...) Cito ancora Jung Non tutti i sogni hanno la stessa importanza. Già i primitivi distinguono tra piccoli e grandi sogni. Noi diremmo piuttosto sogni insignificanti e sogni significanti. (...) Ho analizzato molti sogni di questo tipo e vi ho rintracciato spesso una particolarità che li distingue da altri sogni. Infatti in questi sogni affiorano immagini simboliche che incontriamo anche nella storia dello spirito umano. E' degno di nota il fatto che colui che sogna può perfettamente ignorare l'esistenza di simili paralleli. Essi contengono cosiddetti motivi mitologici o mitologemi, che io ho definito col termine di archetipi. Si intendono con tale termine forme specifiche e nessi figurativi rintracciabili in forma analoga non soltanto in tutti i tempi e in tutti i paesi, ma anche nelle fantasie, nelle visioni, nelle idee illusorie e nei sogni individuali. La loro frequente presenza in casi individuali, come la loro ubiquità etnica, dimostra che la psiche umana è soltanto in parte unica e soggettiva o personale: per l'altra parte invece è collettiva e oggettiva. Noi parliamo quindi da un lato di un inconscio personale, dall'altro di un inconscio collettivo, il quale rappresenta in certo modo uno strato più profondo rispetto all'inconscio personale, più prossimo alla coscienza. I grandi sogni, ossia i sogni ricchi di significato, provengono da questo strato più profondo." Bene, adesso quello che ho citato va spiegato. Intanto che cerco di scrivere una spiegazione comprensibile, mando. |
19-01-2006, 15.00.27 | #70 | |
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Citazione:
Questo tuo intervento Fragola è molto bello ed interessante. A Intuito Jung mi piace. La parte sull'Inconscio collettivo collegato a quello individuale e gli archetipi (il tuo uso del termine è secondo me corretto - io studio antropologia culturale) è un altro pozzo ricchissimo da cui attingere. Se hai voglia ed interesse ad approfondire la cosa ti consiglio di curiosare nelle varie mitologie di tutti i popoli e nell'infinità di divinità esistenti, ma anche nelle favole antiche e recenti... è una cosa che ho iniziato a fare e ti renderai veramente conto di come ciò che dici non è solo teoria (ma penso tu lo sappia già benissimo). Guarda cos'ho trovato... ero andata a prendere un libro dove c'era un testo che parla proprio della memoria primordiale che permane sotto forma di inconscio in ognuno di noi. Ora che leggo, vedo che è citato Jung, ma è un libro sul buddismo (non sono buddista, ma leggevo per curiosità). "Alla luce del principio dell'eternità della vita, il Buddismo spiega che l'ottava coscienza immagazina non soltanto le esperienze di questa vita, ma anche tutto ciò che l'entità della nostra vita ha sperimentato sin dall'infinito passato. Nonostante spesso non ne siamo consapevoli l'influenza di questa coscienza sui nostri pensieri, parole e azioni è dunque enorme. E' interessante notare come anche lo svizzero Carl Jung abbia percepito l'esistenza di questa "memoria" ereditata dal lontano passato, come spiega nella sua teoria dell'inconscio collettivo. In breve egli ritiene che le persone, cos' come condividono l'eredità di caratteristiche fisiche quali braccia e gambe, condividono anche un patrimonio innato di esperienze comuni che provengono dalla preistoria o forse ancora da più lontano. Jung rilevò infine che immagini e simboli archetipici ricorrono indipendentemente nei sogni e nelle fantasie delle persone e nelle mitologie di intere società, in tutte le epoche e in tutte le creature." Conclude dicendo che quella che il Buddismo chiama ottava coscienza, che suppongo sia poi l'inconscio, si attiva durante il sonno in modo particolare, da cui l'emersione di immagini e cose di difficile interpretazione senza la dovuta conoscienza. Direi che siamo giunte ad un punto comune per vie diverse |
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