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01-05-2014, 21.48.50 | #244 | |
prof
Data registrazione: 28-05-2011
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Citazione:
L’OGGETTIVAZIONE DELL’INOGGETTIVABILE Prospettive per un moderno approccio alla questione scienza- fede Il titolo di questa riflessione è suggerito da considerazioni sia religiose che scientifiche, mi affretto a dire che l’idea prese forma dall’attualità di certi importanti eventi scientifici; c’è chi crede di poter sostenere il suo scetticismo religioso fidando sull’argomento che né la scienza né altro approccio avrebbero finora trovato una prova oggettiva ed inattaccabile della così detta “esistenza di Dio”, quasi che una tale prova si possa trovare frugando nei cassetti o negli armadi. All’inizio ‘900, grazie all‘estrema fantasia di alcuni giovani, ed oggi ben ricordati scienziati, si verificò l’incrinatura, niente meno, che delle catene imposte dal realismo oggettivistico tramandatoci dalla dall’approccio alla quotidianità; ancor oggi, nonostante tutto, queste catene rimangono, per certi importanti aspetti, problematiche. L’incrinatura ha agito su due fronti: uno, quello della relatività einstaniana (che generalizzava quella Galileiana) che indebolì, senza rinnegarla del tutto, l’elegante immagine del mondo classico Newtoniano-Lagrangiano; l’altro fronte si è manifestato con le scosse che la fisica quantistica ha inflitto al pensiero razionale storico, che era ben solido già prima che Galileo ne consacrasse la fede assoluta con la così detta “prova oggettiva”, il solo certificato di validità di una teoria. Va anche detto che la scossa prodotta dalla scoperta del “quantum” energetico e delle sue conseguenze è stata notevole anche perché è giunta quando ancora imperava il positivismo del pensiero filosofico ottocentesco, che esasperava la concretezza oggettiva non soltanto in fisica. Ciò che non tutti sanno, o non ne sono convinti o non hanno ben afferrato, è che quella rivoluzione scientifica di inizio ‘900 ha aperto, fra tant’altro, un varco che consentirebbe, ma non immediatamente, di giungere ad archiviare la vecchia e fuorviante questione dell’inconciliabilità tra scienza e fede. Non ò però facile: mi è appena capitato di leggere in internet l’impressione di un tale che, riferendosi alla recente conferma del bosone di Higgs, conclude che finalmente si è avuta la prova dell’“inesistenza di Dio”! Tutta questa premessa per richiamare l’attenzione sulla diversità tra la visuale realista e quella idealista del mondo da parte dell’IO cosciente (o Osservatore universale). Realismo e idealismo furono posizioni opposte che animarono il dibattito filosofico ottocentesco, estintosi senza in seguito alla constatazione che nessuna delle parti poteva provare o smentire la validità di una o dell’altra posizione, ciò per riconosciuta pratica equivalenza. Secondo la posizione “realista” (o oggettivistica) il mondo delle cose del pensiero (Res cogitans) è “dentro” la mente dell’Osservatore mentre il mondo della così detta “realtà fisica” (Res extensa) ne è “fuori” e la sua esistenza o realtà è indipendente dall’Osservatore e dall’osservazione. Secondo la posizione idealista (soggettivistica), invece, il mondo è interamente “dentro” la mente dell’Osservatore il quale ne è la singolarità origine. In tale mondo sia la Res cogitans che la Res extensa si fondono nell’impasto dell’iper-complessità della struttura logica dell’universo; sicché nulla è indipendente dal tutto; la sostanza dell’impasto è la Conoscenza che potrebbe essere, in qualche modo, descritta come uno “spazio” che, al pari di quello comunemente inteso, farebbe da contenitore del tutto, compreso il tempo e lo spazio ordinario. La Conoscenza, tuttavia, l’Osservatore la percepisce, direi, di consistenza flaccida nel senso che l’azione osservante, ovvero il dominio che l’Osservatore vorrebbe avere sull’universo, non è precisa ed immediata ma, appunto, flaccida, differita e spesso errata, tanto da dar ragione al realista che sostiene la sostanziale indipendenza, piuttosto che legami tra le cose nel mondo. Perché la fisica quantistica aprirebbe ad una visione più idealistica del mondo? Per rispondere è necessario ricordare che la fisica classica si è sviluppata poggiando, quasi interamente, sulla così detta “realtà materiale o oggettiva” la cui “esistenza” si ritiene auto-dimostrata proprio dalla materialità, ritenuta in sé prova oggettiva per eccellenza. Già da prima del 1901, anno della scoperta del quantum energetico ad opera di Planck, si percepivano segni che preludevano eventi importanti nella struttura del pensiero scientifico. Si verificarono effettivamente nel ventennio successivo alla scoperta di Planck e furono la “relatività” e la “meccanica quantistica”. A circa un secolo dall’avvento della meccanica quantistica, come mai sopravvive la consueta rigidità oggettivistica nel pensiero scientifico e persino teologico? E’ molto difficile rispondere, però spero di riuscire almeno a compendiare il mio punto di vista. Non si può pensare che si abbandoni facilmente il realismo, entro cui ci siamo radicalmente forgiati. Se considerassimo una particella sub atomica, per esempio, un fotone, descrivibile, come le altre del genere, solo secondo elaborati modelli matematici, allora questo è in oggetto materiale (Res Exstensa) o ideale (Res cogitans)? Se fossero ancora vivi i grandi Heisenberg o Shroedinger, la loro risposta sarebbe senza dubbio, la seconda, ma non da tutti quei grandi ricercatori potremmo attenderci altrettanto; se oggi interrogassimo un pur preparato giovane studioso di meccanica quantistica, la sua risposta sarebbe, quasi certamente, oggettivistica. Questo giovane direbbe che di ogni particella si è sempre trovata prova “oggettiva” mediante molteplici esperimenti presso ben noti centri di ricerca, Credo che questa lettura dei fatti andrebbe interpretata più o meno così: mediante un percorso logico, di per sé abbastanza convincente per l’Osservatore, che chiamiamo teoria T1, si perviene alla probabile verità e descrizione di una particella P avente le proprietà p; bisogna provare questa verità, come? Non certo cercando di vederla apparire fisicamente da qualche parte ma creando, invece, un secondo percorso logico di prova, cioè un'altra teoria T2 che comprenda, fra l’altro, l’impiego di strumenti e macchine adattati per funzionare secondo il nuovo percorso logico T2 che, generando eventi E, interpretabili seguendo questo stesso percorso, ci si avvicini sufficientemente alla verità di P. Se l’esito di questo avvicinamento soddisfa l’Osservatore, allora P è verificata entro i limiti di certezza attesi, diversamente si dovrà procedere ancora nella ricerca attraverso altri percorsi logici e teorie T. Si evince da quanto detto, che neppure la così detta prova scientifica fornisce una certezza maggiore di quanto si attende l’Osservatore, quindi, anche per queste cose, che generalmente si ritiene esulino dal campo religioso, è indispensabile la fiducia (fede) dell’Osservatore sul programma di ricerca. Per le questioni di fede religiosa, invece, le prove di tipo scientifico, si dice, non valgano perché richiedibili solo quando l’oggetto di indagine, che pur è dentro la mente cosciente dell’IO, vi si trovi ad una certa distanza da questa singolarità-origine. Allora la Conoscenza dell’Osservatore (l’IO) è più o meno debole nei riguarda dell’oggetto di indagine, e può essere rafforzata solo con serie di prove che riducano questa distanza. Invece, diversamente dai comuni osservabili dell’universo, che pur sono dentro lo spazio conoscitivo dell’IO ma più o meno distanti da esso, Dio è proprio dentro la singolarità IO perciò è, come dire, una Singolarità dentro la Singolarità senza una “distanza” ulteriormente riducibile. Chiunque solo parli di prova di esistenza di Dio è fuori strada perché dovrebbe cercare, niente meno, che la prova che egli stesso, come Osservatore, esiste: Sembra pazzesco, ma a costui va comunque riconosciuta l’attenuante fortissima di vivere incastrato, come tutti, salvi pochissimi asceti, ma, questi, per tempi limitati, nell’oggettivismo più retrivo. Persino l’Aquinate era oggettivista! Per liberarsi, almeno un poco, da questo stato di prigionia intellettuale, sarebbe auspicabile un compromesso cosciente con la vigente impostazione oggettivistica; molto di più non si può fare, almeno per ora. D’altra parte, ammesso che si riuscisse ad abbandonare completamente la mentalità oggettivistica, ci si ritroverebbe, non potendo far conto sulla “Conoscenza assoluta” (prerogativa per ora solo divina) nell’impossibilità pratica persino di scrivere un’equazione di un evento scientifico; una situazione che proprio non mi augurerei!. Il compromesso cosciente tra Realismo e Idealismo servirebbe, dunque, proprio per facilitare il lavoro di accrescere gradualmente, ma con migliori aperture, la Conoscenza che è la sostanza di cui è fatto l’Universo. |
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03-05-2014, 02.23.16 | #245 | |
Cioraniana Incrollabile
Data registrazione: 04-07-2010
Messaggi: 154
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Citazione:
sai, la cosa divertente è che le religioni sono tante, ma il dio adorato e creduto è sempre e solo quello al maschile da quando mi sono convertita alla Wicca, rielaborandola totalmente secondo il mio gusto personale, oltre a risolvere la maggior parte dei miei problemi - tutti dovuti alle religioni patriarcali, del quale siamo immersi - vedo le cose metafisiche con una nuova prospettiva. Il problema, a parere di una femmina - come direbbe Tommaso d'Aquino, un maschio malriuscito (aiuta molto rapportare la teologia cristiana con "il pensiero Wicca") - non è che le religioni siano tante, ma è che le religioni sono tante, ma il dio adorato è sempre il padre, il maschio trascendente, la gerarchia in terra che proclama sacerdote-imam-rabbino (maschi) e le femmine, di scarto (al massimo come suore o mogli fecondabili ), che proclama che dio si prega sempre e solo con desinenze maschili perchè "non è da dio, essere considerato femmina o con valenze femminili: dio si fece maschio incarnato!" e per favore non citatemi Giuliana di Norwich, perchè non solo non è neanche ascoltata, ma dottore della chiesa è san Tommaso d'Aquino, e le sue concezioni - che poi sono quelle che hanno i cristiani - di androcentrismo, di "eccellenza del maschio" tanto in cielo, quanto in terra. La stessa nascita di Cristo - maschio - per me è uno scandalo, davvero, l'idea di un dio che si fa maschio in terra, con la pretesa - saccente - di "salvare anche le donne" non si sa bene in virtù di quale comunanza psico-fisica Io, che non mi rivedo né in cristo, in quanto maschio, e con nessuna specificità femminile, e che quando prego, lo faccio al femminile, ora sto molto, molto meglio e da fuori, vedo tutte le altre religioni come quello che sono: pura androcrazia che giustifica che la femmina è inferiore, esclusa dall'ipostasi e sottomettibile a gravidanze e dominio del maschio. Specialmente psicologicamente, perchè in fondo per darti le botte, non c'è bisogno di essere credenti, lo fanno anche gli atei Non che io sia contraria al fatto che gli uomini adorino un dio padre maschio, creato a loro immagine e somiglianza e che giustifica le pulsioni dei loro istinti sessuali dominatori; basta che le donne si sveglino e inizino ad adorare una Dea, creata a Loro Immagine e Somiglianza di Specificità Femminile. |
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11-09-2014, 13.40.28 | #246 |
Ospite
Data registrazione: 06-03-2013
Messaggi: 7
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Se la comunicazione è una, perché tante lingue? Dio è uno ma gli umani sono tanti, quindi ogni umano ha un approccio diverso a Dio. Quando gli umani si raggruppano standardizzano la loro visione di Dio, così nascono le religioni.
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13-09-2014, 00.34.28 | #247 | |
prof
Data registrazione: 28-05-2011
Messaggi: 221
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Citazione:
Questo metterebbe fine a tante sovrastrutture che gravano sulla religiosità in generale. |
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21-02-2015, 11.15.48 | #248 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 15-02-2015
Messaggi: 9
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Amici del forum, spero che questo mio intervento vi giunga nonostante gli anni passati, io sono un nuovo iscritto e solo adesso posso entrare in un dibattito molto interessante.
Mi rivolgo soprattutto a te Guido che hai posto il problema delle tante religioni e se il tema fosse per te ancora caldo vorrei dire anche la mia, però non aspettatevi da me discorsi filosofici o giù di lì. Io dirò pane al pane, vino al vino. Perché l’uomo, che ha una “ratio”, non dovrebbe porsi certe domande? Ma l’uomo se le pone da che mondo è mondo: “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?” Quindi non vedo perché una persona intelligente e raziocinante debba prendere per verità assoluta (per es.) il racconto evangelico che narra del concepimento di una vergine, annunciato dall’arcangelo Gabriele, quando lo stesso arcangelo è andato in un secondo tempo da Maometto è gli ha detto che in cielo c’è un libro e che lui lo doveva divulgare. Ma allora qui possiamo già intravedere delle incongruenze, o contraddizioni che dir si voglia. E poi che sia una vergine a concepire è un po’ grossa! Ma il problema è subito risolto in quanto c’è chi vuole così è può farlo. La suddivisione delle religioni è dovuta secondo me al fatto che l’uomo va alla ricerca della religione o della filosofia che più risponde altre proprie esigenze. Il cristiano fervente, beato lui, si crogiola nella sua fede ed è soddisfatto così, non si pone tante domande. E’ pur vero che il cristianesimo a sua volta è diviso in tante “correnti”, se così vogliamo chiamarle. Uno perché è “Evangelico”? Perché in quella corrente si sente realizzato, magari è passato dalla chiesa cattolica a quella evangelista perché il cattolicesimo non rispondeva a pieno alle sue esigenze, e si potrebbe continuare con altri esempi. Secondo me è innegabile che nel professare una religione c’è una forte componente emotiva, ne sono prova le conversioni avvenute in personaggi noti di oggi. Anche perché, non vorrei suscitare in alcuni scandalo, non è sciocco pensare che ognuno si attacchi a ciò che crede più si confaccia al proprio “Io”, che può essere la bottiglia, la droga, questa o quell’altra fede, non a caso i marxisti dicevano che la religione è l’oppio dei popoli (cito perché è quello che subito mi è venuto in mente), ah, dimenticavo la fede politica, di un partito, per non parlare dei guaritori e maghi vari ai quali molta gente s’affida. Un altro fatto innegabile è che le tre religioni monoteiste si basano su scritture dette sacre, ognuna delle quali risponde al vero secondo coloro che la professano. Prendiamo ad esempio il vangelo, è stato scritto parecchi anni dopo la morte di Cristo, e nessuno degli evangelisti, a quanto pare, l’ha conosciuto personalmente, e quindi può darsi che i vangeli siano stati a loro attribuiti dalla tradizione orale. D’altra parte l’esistenza di Cristo è documentata quasi esclusivamente dai vangeli e l’unico cronista che ne parla è un certo Giuseppe Flavio, ma si parla di secoli fa e quindi non è chiaro se questo cronista ne avesse parlato per sentito dire o per cognizione di causa. I vangeli accettati dalla chiesa sono quattro, perché gli altri messi all’indice sono detti apocrifi (significa nascosti), da non divulgare, altra incongruenza. Dicendo questo dove voglio arrivare? Se uno si sente di credere, direi quasi ciecamente, come facevo io da ragazzo, nella, propria fede religiosa, beato lui, nella vecchiaia a me qualche dubbio è venuto, tanto è che seguo mensilmente delle riunioni che analizzano le conferenze di un teologo nell’intento di vederci più chiaro, fra l’altro in queste riunioni è saltato fuori, io l’avevo già supposto, che Adamo ed Eva sono personaggi mitici inseriti nella bibbia per trasmettere un insegnamento, ma la chiesa tuttora continua a parlare di peccato originale, che non ha ragione d’essere, perché Adamo non essendo esistito non può averci trasmesso nessuna colpa ereditaria! Anche Abramo, pare, sia mitico. Praticamente con questo voglio dire che le scritture non vanno lette ed interpretate alla lettera, ma per l’insegnamento che voglio dare. In un altro mio intervento, rif. Riflessioni sull’uomo (lettere on line), ho citato una religione il Mitraismo, che era in competizione col Cristianesimo, quest’ultimo ha prevalso grazie anche all’intervento di Costantino che nel Concilio di Nicea (325 D. C.) ha messo a posto le cose, convertendo anche sua madre che è divenuta poi Sant’Elena. Io la faccio breve, c’erano anche ragioni politiche, fra l’altro fu stabilito che la Pasqua dovesse cadere la prima domenica dopo il plenilunio successivo all'equinozio di primavera, in modo quindi indipendente dalla Pasqua ebraica. Qui ci sarebbe da prolungarsi sull’influenza delle fasi lunari sulle questioni religiose, ed anche sull’astrologia. Chi volesse approfondire può guardare su Google: “La precessione degli equinozi”, da lì attraverso link vari il tema può essere ampliato. Come vedete le cose da chiarire sono molte, sull’argomento sono stati scritti fiumi di parole, ed è legittimo che uno che professa una fede voglia vederci chiaro, approfondendo la propria conoscenza per non seguire pedissequamente i dettami che riceve, è cosa nota che i cristiani sono molto ignoranti in materia rispetto a chi professa un’altra religione. Bisogna anche tener conto che il mondo si sta secolarizzando, anche se Piazza S. Pietro si riempie di gente ad ascoltare il Papa. Concludendo, Guido vai pure avanti nella tua ricerca della verità, come faccio io, non bisogna dare niente per scontato, anche gli atei, danno per scontato la loro mancanza di fede. I poveri “tapini” sono quelli che come noi ricercano la luce in mezzo alla nebbia delle varie credenze. In bocca al lupo! Ciao. |
06-03-2015, 23.04.47 | #249 | |
osservatore
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Citazione:
Veramente i primi scritti che riportano non tanto il Gesu' storico - quanto il Cristo della fede è stato Saulo di Tarso ( vi sarebbero dei dubbi circa l' esistenza di questo personaggio .. ma ammettiamo che questo autoproclamatosi apostolo.. sia veramente esistito ) - Ora il Tarso, nelle sue famose lettere, riferisce che questo Messia/Cristo sarebbe stato giustiziato - ma - per intervento del Dio biblico, " sarebbe " stato resuscitato. Orbene questo ritorno in vita sarebbe ben diverso da quelle pur sempre strepitose resurrezioni del passato ( vedi Elia e/o Eliseo - Libri dei Re / cosi' come quelle compiute dal Gesu' della carne - opp. quella compiuta da Pietro ( la Tabita _ Atti 9.36/41 ) o dallo stesso Saulo ( Eulico _ Atti 20.9/12 ). Ora " questa " speciale resurrezione è completamente diversa ( secondo il Tarso ).. perchè sarebbe eterna. Chi fu resuscitato ( ammesso che tutto sia credibile ) è di nuovo trapassato.. Solo due personaggi - in tutta la storia dell' umanita' - "" non "" avrebbero conosciuto la morte poichè sarebbero ascesi " direttamente " in cielo ( Enoch / Elia ) - Ordunque il suo Messia/Cristo del Tarso sarebbe dotato di un corpo angelico e non morirebbe piu' - perchè ( sempre secondo il Tarso ) la sua entita' spirituale gli permetterebbe un' esistenza completamente diversa da come la concepiamo noi.. dotati di carcasse di fango vivente. Quanto al " significato " di quella strepitosa resurrezione Saulo da' una sua personalissima interpretazione - e che comunque sara' uno dei pilastri della nuova costituenda religione.. eccc.... Quanto allo storico Flavio Giuseppe.. questi gode di una pessima reputazione, essendo egli un bugiardo di prima grandezza ( H. Bloom - Gesu' e Yahwe' - Rizzoli ). Non è uno storico credibile. E poi i suoi scritti sarebbero stati manipolati dai nuovi " esegeti " .. ecc... ( vedi ancora il libro citato, il cui autore è un correligionario del Gesu' terreno ) - Ora i vangeli sono stati scritti DOPO le lettere del Tarso - quando il suo pensiero trionfo' sulle altre " correnti " che costituivano il primitivo movimento gesuano.. Quanto agli autori dei testi non si sa "" chi "" li ha veramente scritti. Gli stessi nomi ( Matteo / Marco / Luca .. ) sono di comodo e furono attribuiti - solo - nel II secolo ( Romano Penna - docente ordinario del N.T. presso la pontificia Lateranense _ autore di DNA del cristianesimo - pag. 38/39 ---- Palo - scriba di Gesu' - EDP ) - Per il credente, ovviamente, quei testi sono fonte della sua fede e come tale egli li considera come divinamente ispirati ( almeno cosi' scriveva Saulo _ nella lettera a lui attribuita _ 2 Tim. 3/4 ) - Poi tu prosegui citando la Genesi / Costantino / la data della Pasqua - ecc... ma non vedo la domanda -- |
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12-03-2015, 20.19.29 | #250 |
Nuovo ospite
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Ciao sebastian b,
solo adesso mi sono accorto del tuo intervento che ho trovato estremamente interessante, mi attiverò per fare ricerche su Saulo di Tarso, tu affermi che Giuseppe Flavio non è attendibile, io frequento un gruppo di discute sulle conferenze di un teologo che a me pare molto preparato è stato lui a citare Giuseppe Flavio, penso che l'abbia ritenuto attendibile, comunque faro delle ricerche anche su questo personaggio. Non ho capito la frase finale. Però io vorrei anche sentire il parere di chi ha iniziato questa discussione che ho visto ha riscosso molto successo visti i numerosi interventi. Ma lui evidentemente ha abbandonato il forum visto che non è più intervenuto. Comunque grazie per il tuo intervento. |