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 La Riflessione - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 17-04-2012, 22.02.08   #1
ciro6
AgaeflamO
 
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Data registrazione: 01-03-2008
Messaggi: 76
Lettera agli Spirituali

Lettera agli Spirituali sulla verità e sull’Equilibrio Evolutivo di Giancarlo Braido
https://www.riflessioni.it/la_rifless...volutivo-1.htm

Tra i tanti articoli da poter approfondire ho visto quello di G. Braido e mi sono collegato alla pagina per iniziare la lettura, quando mi sono imbattuto in queste frasi:

“Studiare senza meditare è inutile. Meditare senza studiare è pericoloso”.
Tutto ciò che viene assimilato mediante lo studio deve, infatti, far parte di quel “tempo in cui si va oltre“, il tempo della meditazione. Lo studio, gli insegnamenti, ciò che impariamo dagli altri, le proprie esperienze sono i materiali di base, la meditazione è la propria abilità a realizzare ciò che viene realizzato si chiama consapevolezza.


Allora mi sono chiesto se tutto questo possa avere un senso, una lettera agli Spirituali che inizia con termini come "meditazione" e "consapevolezza"
Cioè, secondo me la spiritualità non è cosa che passa né per l'una né per l'altra.
La spiritualità è qualcosa che avviene nel mistero più profondo.
Prima di continuare la lettura, vorrei un primo confronto con chi se la sente di intervenire.

Ultima modifica di ciro6 : 18-04-2012 alle ore 08.46.22.
ciro6 is offline  
Vecchio 04-06-2013, 23.31.23   #2
Mozart92
Nuovo ospite
 
Data registrazione: 27-07-2012
Messaggi: 1
Riferimento: Lettera agli Spirituali

Citazione:
Originalmente inviato da ciro6
Lettera agli Spirituali sulla verità e sull’Equilibrio Evolutivo di Giancarlo Braido
https://www.riflessioni.it/la_rifless...volutivo-1.htm

Tra i tanti articoli da poter approfondire ho visto quello di G. Braido e mi sono collegato alla pagina per iniziare la lettura, quando mi sono imbattuto in queste frasi:

“Studiare senza meditare è inutile. Meditare senza studiare è pericoloso”.
Tutto ciò che viene assimilato mediante lo studio deve, infatti, far parte di quel “tempo in cui si va oltre“, il tempo della meditazione. Lo studio, gli insegnamenti, ciò che impariamo dagli altri, le proprie esperienze sono i materiali di base, la meditazione è la propria abilità a realizzare ciò che viene realizzato si chiama consapevolezza.


Allora mi sono chiesto se tutto questo possa avere un senso, una lettera agli Spirituali che inizia con termini come "meditazione" e "consapevolezza"
Cioè, secondo me la spiritualità non è cosa che passa né per l'una né per l'altra.
La spiritualità è qualcosa che avviene nel mistero più profondo.
Prima di continuare la lettura, vorrei un primo confronto con chi se la sente di intervenire.

Per prima cosa vorrei dire che dissento fortemente quando nella lettera si afferma che" la verità non esiste" Che dire ad esempio del "principio di non contraddizione?" Non può essere considerato una verità?

Comunque ritornando al tuo spunto: spiritualità è una parola che include significati molteplici e differenti. Però nella tua accezione "mistero più profondo" intendi forse qualcosa di inconoscibile? Se così fosse non avrebbe neppure senso discuterne. Evidentemente per spiritualità si intende nella lettera il pensiero come astrazione.
Se invece per astrazione intendi l'indagine interiore, stiamo comunque parlando di pensiero astratto dato che l'interiorità non appartiene al mondo dei fenomeni.
Mozart92 is offline  
Vecchio 03-07-2013, 10.34.07   #3
Duc in altum!
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
Riferimento: Lettera agli Spirituali

E' proprio questo l'errore, non accettare il paradosso come l'unica e reale verità assoluta possibile.
E l'errore in materia religiosa (o spirituale) conduce e provoca l'immoralità.
Infatti non è possibile la meditazione senza silenzio, e l'anima ci fa giungere la sua voce nel silenzio, quindi meditare senza ascoltare le opinioni della spiritualità (voci interiori) è impossibile; e più è sincero e profondo e ricercato il silenzio, maggior risonanza avrà, nello spirito/anima, l'esito della meditazione.
- "Educarsi al silenzio significa imporsi tempi nella giornata in cui facciamo tacere il frastuono attorno a noi e le preoccupazioni dentro di noi, per attingere momenti di quiete in cui esercitare il nostro ascolto delle voci interiori, soprattutto della voce di Dio" - è con queste parole che il Cardinale Betori consiglia di dedicarsi quotidianamente alla meditazione, anche perchè è il Mistero che illumina la conoscenza e non la conoscenza il Mistero, ed allora nella meditazione, con la meditazione: il Mistero si trasforma in consapevolezza.
Duc in altum! is offline  
Vecchio 01-11-2013, 20.50.41   #4
mariodic
prof
 
L'avatar di mariodic
 
Data registrazione: 28-05-2011
Messaggi: 221
Riferimento: Lettera agli Spirituali

Citazione:
Originalmente inviato da ciro6
“Studiare senza meditare è inutile. Meditare senza studiare è pericoloso”.
Tutto ciò che viene assimilato mediante lo studio deve, infatti, far parte di quel “tempo in cui si va oltre“, il tempo della meditazione. Lo studio, gli insegnamenti, ciò che impariamo dagli altri, le proprie esperienze sono i materiali di base, la meditazione è la propria abilità a realizzare ciò che viene realizzato si chiama consapevolezza.


La spiritualità è qualcosa che avviene nel mistero più profondo.
Prima di continuare la lettura, vorrei un primo confronto con chi se la sente di intervenire.
In breve:

-La Riflessione è studio, su ciò sono d'accordo.

-L'IO è Unico ed è la singolarità origine nonché il supporto del Sistema Logico che è proprio ciò che percepiamo o intendiamo come Universo, non è errato dire che l'IO è l'Universo.

-La sostanza costitutiva dell'Universo è la Conoscenza e, ritengo, ddovrebbe essere considerata analogamente ad un "campo" quantistico ed in questo senso scientificamente definito. (Mi rendo conto del problema tutt'altro che semplice).

-Se l'IO è l'originne dell'universo, allora l'IO è DIO? No, benchè qualitativamente omogenei (come dire: della stessa sostanza, che è la Conoscenza), le due entità si differenziano dalla ,diciamo così, quantità di Conoscenza che li caratterizza, infatti la Conoscenza debole dell'IO consente solo un potere flaccido, cioè un potere, sul universo, quasi prevalentemente nominale così com'é il potere che un tale "non vedente" vanta sui suoi tanti cagnolini, tenuti da altrettanti guinzagli -tutti stretti in pugno- che hanno lunghezza va da pochi centimetri a molti chilometri: il dominio nominale è, sì, su tutti i cagnolini ma il potere effettivo è limitato a quelli con cortissimo guinzaglio per poi decrere rapidamente fino alla totale vanificazione mam mano che i guinzagli crescono di lunghezza.
mariodic is offline  

 



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