ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
26-09-2011, 12.43.20 | #203 |
Ospite
Data registrazione: 01-02-2008
Messaggi: 25
|
Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Citazione:
SCRIVE Doctor Strange: "Ma la domanda di base era sul perchè di tanti modi di credere, nella quale vengono richiamati i tanti modi di sentire (non solo di pensare) diversi, per cui il sentire col cuore non appartiene al solo credere nel dio (cioè nell'idea di un dio) in cui si crede." RISPONDE ciriemilio: "La mia risposta alla riflessione di base, è dal primo link: per sete di potere e miglior controllo degli altri!! Poi se il sentire col cuore non è sentire Dio....ahimè, qualcuno consiglia di non dimenticare, che la più grande forza del principe della terra e dei suoi spiriti è far credere, anzi, convincere che il male non esiste ed è pura fantasia, ignoranza, leggenda!!" ------------------------------------------------------------ Cerco di capire questa risposta, che mi sembra una delle basi del pensiero di fede monoteista nella sua semplificazione e radicalizzazione. Il perchè dei tanti modi di credere (cioè delle molte religioni e pensieri non religiosi) sarebbe la sete di potere e il maggior controllo sugli altri. Così generalizzando posso essere d'accordo solo a metà, per via che c'è anche, sempre in generale, la buona fede, la volontà di far del bene e la pratica del bene. Ma certamente chi scrive sottointende che il giudizio negativo esclude il monoteismo, e forse anche le cattive interpretazioni del monoteismo, in quanto la sola vera fede sarebbe una sola. Le altre fedi sarebbero un uso strumentale della religione finalizzata al male. E sarebbero senza cuore, in quanto solo credere in Dio sarebbe dato dal sentimento, mentre gli altri sarebbero influenzati da entità maligne. Chi scrive poi evoca "il principe della terra e i suoi spiriti" che opererebbero per convincere la gente che egli non esiste. A me sembra che ciroemilio stia evocando entità immateriali descritte nel libro in cui crede, cioè il diavolo, il demonio, satana, gli angeli malvagi, ecc... Sottointendendo evidentemente che anche gli interlocutori che non condividono il suo tipo di fede siano influenzati da questa presunta entità immateriale diabolica. Mi sembra che questo comincia ad essere scorretto in questo forum dove si cerca di ragionare con rispetto degli altri. E mi sembra anche che questa posizione assoluta riguardo il bene e il male sia piuttosto necessaria nei monoteismi, ed appare una delle credenze di maggior impatto emotivo, un simbolismo e una retorica capaci di convincere. Due citazioni: "Il male mette radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore di un altro. (Josif Brodskij)" "Il male possiede una voce poderosa che desta le anime volgari e le riempie d'ammirazione, mentre il bene è largamente muto. (Honoré de Balzac)" Non c'è niente di più poderoso, nell'immaginario, dell'universale lotta fra il dio del bene e il dio dl male. (Se cercate una religione mite andate da un'altra parte) Però, se il male è il conflitto (per esperienza), non è forse base del conflitto credere nell'assoluto bene e nell'assoluto male? Perchè ovviamente chi ci crede crede di stare sempre nel bene e che il diverso da lui sia nel male. Io credo che queste siano invenzioni umane. E che, se esiste una Divinità personale positiva questa sia ben oltre le nostre capacità di comprensione, che si può aver fiducia che tutto andrà per il meglio per tutti, in modi ineffabili, che poco c'entrano con le nostre modeste idee e credenze. Ed è questa la fede semplice, positiva e vasta, che non è contro gli altri, che non può essere usata per egoistico interesse di possedere di più, e per avere si deve intendere anche avere attaccamento alle idee. |
26-09-2011, 18.18.39 | #204 |
AgaeflamO
Data registrazione: 01-03-2008
Messaggi: 76
|
Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Scusate se rispondo senza aver letto tutto ma sono arrivato tardi, volevo semplicemente dire una cosa.
Il fatto che ci siano tante religioni e un solo Dio corrisponde al normale processo evolutivo, cioè è normale che la scoperta della ruota sia posteriore a quella del fuoco. Ma soprattutto perché un conto è l'unità spirituale, una cosa che credo non potrà mai esistere dato che siamo tutti diversi. E un conto è l'avere Fede in un unico Dio, che come dicevo sopra è qualcosa che prima o poi arriverà, si tratta di aspettare ancora un po. Per ridirla in altri termini, la mente umana arriverà un giorno a considerare che ci sia un unico Dio e quindi ad adorarlo in quanto tale, ma non arriverà mai ad adottare una stessa filosofia. E' chiaro ognuno ha una mente differente che fa un ragionamento differente e se tutti prima o poi arriveranno al concetto del Dio Unico, (come si passò dal politeismo al monoteismo) non so potranno mai uniformare i pensieri relativi a questo Dio. |
26-09-2011, 22.20.26 | #205 |
Ospite
Data registrazione: 01-02-2008
Messaggi: 25
|
Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Per capire meglio come la fede sia un fatto comune alle tante religioni, e che è difficile dire quale sia quella vera, è bene esaminare quella che maggiormente vanta la prerogativa di essere rivelata dalla divinità unica, il monoteismo.
I monoteismi principali, dei quali si parla quando si pone la questione "un Dio tre religioni" sono ebraismo, cristianesimo, islam. Per tradizione a noi interessa soprattutto Dio e il Cristo, cioè il libro detto rivelato che è la Bibbia. Questo testo non a caso è comune a varie religioni cristiane, perchè viene interpretato. Ogni gruppo religioso che lo interpreta ( spesso in modo dogmatico)afferma sostanziali differenze dagli altri. Considerando tutta la scienza ed esperienza fino ad oggi è possibile capire meglio come si può interpretare. L'ermeneutica è l'arte di interpretare ciò che un autore ha scritto, i metodi che devono essere applicati per comprendere rettamente un testo, in questo caso la Bibbia. La scuola letterale - storica - grammaticale (realismo): Si accosta al testo sostenendo la necessità che un testo sia considerato nel suo senso chiaro ed esplicito a meno che il testo stesso dia indicazioni che si tratti di linguaggio simbolico; fintanto che, cioè, in virtù della natura del testo in esame questo sia impossibile. La scuola allegorica-simbolica (idealismo): Si accosta al testo cercandovi un significato simbolico più profondo. Guarda oltre alla narrazione superficiale per scoprirvi un significato spiritualizzato, il "vero significato" simbolico e spirituale. Questo metodo di interpretazione, però, è respinto dai riformatori protestanti Lutero e Calvino perché pregiudicherebbe la forza e l'impatto della parola presa così come sta. La scuola critica (naturalismo): Ci si accosta al testo con presupposti naturalistici, particolarmente sul metodo di ispirazione. Definita generalmente una lettura liberale del testo, la Scuola critica è quella prevalente oggi. Abbandonando o ridefinendo il presupposto che la Bibbia sia infallibile Parola di Dio e respingendo il concetto di ispirazione verbale della Bibbia (ritenuti in quanto tali concetti "superati", "mitologici" e "non scientifici"), di fatto assumono la scienza moderna e la ragione come autorità ultime per l'interpretazione del testo biblico. L'ispirazione della Bibbia viene ridefinita in quanto essa è ritenuta fallibile o espressione solo del tempo in cui è stata scritta. Il soprannaturale viene "ridimensionato" secondo presupposti naturalistici. Laddove si conserva l'autorità del Cristo si afferma come Egli si sia "adattato" alla cultura del tempo e che quindi non intendesse veramente dire quel che diceva (sbaglierebbe quindi il letteralista ad accoglierlo in modo oggettivo ed eternamente valido). Il relativismo ed il soggettivismo, quindi, diventa il risultato inevitabile di questo approccio, la Bibbia non si potrebbe usare per provare alcunché in modo oggettivo. Contestato viene quindi il principio della Bibbia come regola ultima di fede e di condotta (se non in modo ideale o generico) assumendo per queste altri criteri ed autorità (la "tradizione" o lo scientismo). La critica delle forme di Rudolf Bultmann, sostiene come i documenti scritti della Bibbia siano basati sulla raccolta di tradizioni orali. Afferma che a governare lo sviluppo di queste tradizioni sia stato l'ambiente culturale in cui sono cresciute. Per esempio, i Salmi sono considerati testi liturgici per un uso pubblico ed ufficiale in modo simile alle composizioni usate nel mondo antico in simili circostanze. I vangeli non riporterebbero accuratamente gli avvenimenti della vita di Gesù, ma sarebbero piuttosto miti creati dalle prime comunità cristiane, i quali riflettono le correnti sociali, teologiche e culturali dell'epoca. Queste varie forme di letteratura popolare, leggende, favole, miti e parabole, sarebbero state evocate quando una comunità soffriva di un qualche problema, e persino il processo con cui il problema veniva affrontato, avrebbe prodotto ulteriori modifiche del racconto. Ciò che abbiamo oggi nei vangeli o nell'Antico Testamento, quindi, non sarebbe di fatto una testimonianza della vita di Cristo, ma piuttosto credenze e pratiche in evoluzione della Chiesa primitiva. Secondo la critica delle fonti di Julius Wellhausen si interpreta Genesi 1 e 2 come se fosse una giustapposizione di testi d'autori diversi (con ciascuno la propria teologia), concetto poi allargato a tutto l'Antico Testamento: J (Jahwista), E (Elohista), D (Deuteronomista), (Sacerdotale). Secondo la Critica della risposta del lettore di Stanley Fish, è la strategia interpretativa del lettore a creare il testo, non esistendo alcun testo se non quello che il lettore o interprete immagina. Secondo il decostruzionismo, non si può mai veramente conoscere ciò che un testo significhi oggettivamente e può significare, di fatto, molte cose differenti. Il testo non avrebbe un suo significato fisso e precostituito. L'autore è considerato irrilevante per determinare il significato di un testo. Questo significato lo determinerebbe solo il lettore. Ci sarebbero tanti significati quanto vi sono lettori. La scuola devozionale (Pragmatismo): Ci si accosta al testo non per cercarvi verità eterne ma verità "che funzionano per me". L'enfasi è posta sull'applicazione, non sull'intenzione dell'autore o significato oggettivo del testo. Nell'interpretazione delle Scritture, la scuola devozionale (comune nella mistica cristiana) mette in evidenza gli aspetti edificanti del messaggio. Considera la Bibbia come un mezzo per ottenere un'esperienza mistica. Secondo questa scuola la Bibbia serve per la devozione e la preghiera, non avrebbe perciò bisogno di essere studiata come fonte di teologia dogmatica. La scuola esistenzialista: Ci si accosta al testo come ciò che sollecita il lettore ad una scelta esistenziale in vista di una "vita autentica". Bultmann e Tillich cercavano di reinterpretare la Bibbia alla luce delle categorie esistenziali di Martin Heidegger. Gli esistenzialisti semplicemente impongono al testo il proprio significato soggettivo. (Contenuti da Wikipedia) |
29-09-2011, 11.39.45 | #206 |
Ospite
Data registrazione: 28-09-2011
Messaggi: 8
|
Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Un saluto a tutti.
Scusatemi se mi arrogo il diritto di intervenire in questa difficile discussione che mai potrà essere definitiva,conclusiva,perché alla fine,ognuno di noi,resterà fermo con il proprio punto di vista! Intanto,prima di continuare,devo anticipare che sono un emerito ignorante con la pretesa di avere un mio parere e di volerlo esprimere,al di là della mia mancanza di cultura. Se mi permettessi di parlare di una delle varie scienze e volessi dire la mia opinione in merito,sarei uno stupido presuntuoso;però,trattandosi di un argomento non scientifico ma,solamente di un punto di vista relativo ad un proprio modo di vedere circa l’esistenza di Dio,sono in grado,così come tutti,di dare un mio giudizio. Dopo aver letto,fra i tanti,alcuni commenti,mi pare che non vi siano punti di vista relativi alla “necessaria invenzione di entità divine"! Non credo di essere uscito fuori tema. Ultima modifica di Toni Monti : 29-09-2011 alle ore 17.15.34. |
29-09-2011, 19.52.11 | #207 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
|
Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Citazione:
Spero... poichè ho l'impressione che quì tutti si buttino acoglienti e famelici sui nuovi arrivi...desiderosi di nuove idee e punti di vista...da distruggere! Se ho ben capito diresti che l'invenzione di nuove entità divine è "necessaria"...quasi inevitabile: in effetti è vero! ognuno o a gruppi potremmo tutti inventarci e adorare sempre nuove divinità. Del resto i romani, se ben ricordo, non avevano i penati, gli dei della casa e della famiglia? i loro morti credo! Certo quella della proclamata tua ignoranza è una "captatio benevolentiae"... comunque alcune verità (relative s'intende) le hai dette: per esempio che in questi forum puoi discutere quanto ti pare, ma ognuno resta sempre della propria opinione...la vision è immutabile...anzi, aggiungo io, è proprio discutendo e opponendosi dialetticamente ad altre opinioni che insorge spesso, il fenomeno della radicalizzazione nella propria...dopo di chè è finità! Per sostenere la sua parte ogni truco dialettico o dogmatico è buono! Credo che quello della radicalizzazione sia un fenomeno da studiare a fondo...anche per cercare di evitarlo. Penso anche, però, che non solo per le scienze, ma anche per le semplici opinioni generaliste o, in specifico, per le entità divine e le vision religiose, una cultura consapevole sia importante e occorra comunque formarsela...tanto più se uno l'entità divina intende inventarsela per conto suo! o, comunque, la auspica. In genere, pero', non è che l'uomo della strada possa comunque essere ignorante ed esprimere egualmente opinioni di valore, di un qualche interesse, sull'essere ed il divenire...ove tutti possono dire qualunque cosa. Quindi, pur esendo qualità del saggio autodefinirsi ignorante, il "saggio ignorante" si impena comunque per essere meno ignorante anche dove l'ignoranza è effettiva. Con tutto questo sproloquio volevo comunque dire che anche è caratttere del "saggio ignorante" partecipare almeno ad un forum tipo questo per poter continuare a proclamarsi con sempre maggior ragione, da vero saggio...ignorante! Però una domanda mi viene spontanea...e ti sarò grato della risposta: Perchè l'invenzione di nuove entità divine potrebbe essere "necessaria"? Necessaria a che? Ultima modifica di ulysse : 30-09-2011 alle ore 14.17.13. |
|
30-09-2011, 16.00.24 | #208 |
Ospite
Data registrazione: 28-09-2011
Messaggi: 8
|
Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Ciao ULYSSE,ti ringrazio della risposta e,con piacere,ricambio!
Intanto,riferendomi a qualche “collega” di forum che usò la frase “con un mucchietto di parole”,anche io,leggendoti,sostengo che a volte,”con un mucchietto di parole” si spalanca un universo di argomenti e di domande e risposte. Mi limito a fare riferimento soltanto a qualche domanda. Ho dovuto fare qualche sforzo per capire il significato della “captatio benevolentiae” che poi,mi è stato confermato ricorrendo ad internet:questo,a dimostrazione di quanto affermavo circa la mia ignoranza e la mia continua intenzione di superarla,nonostante la mia età avanzata! Non ho parlato di “nuove”entità divine che,infatti,spuntano come i funghi perfino riguardo alla Scienza,allo spettacolo,allo sport,alla politica… La necessaria invenzione delle entità divine,la faccio risalire ai tempi dell’homo sapiens o,comunque,nel momento antropologico nel quale,quegli esseri umani cominciarono ad interrogarsi in merito a quello che succedeva intorno ad essi:forse…capirono come si faceva a… far nascere una nuova vita ma,non capivano perché si moriva senza usare violenza;non capivano perché quella luce,lì in alto,appariva e spariva;non capivano,anzi,si spaventavano quando quelle luci,lì in alto,tuonavano e,forse bruciavano e uccidevano,non capivano come crescessero le piante,i fiori,la frutta… Non capivano e,di conseguenza,cominciarono a darsi una,anzi,delle risposte:esistevano delle entità al di sopra delle loro forze e delle loro volontà:le entità soprannaturali! Ultima modifica di Toni Monti : 01-10-2011 alle ore 10.45.24. |
02-10-2011, 14.18.59 | #209 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
|
Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Citazione:
Io ad esempio non avevo capito che alludevi al sorgere del sentimento religioso alle origini. Pensavo parlassi dell'attuale momento o epoca storica. In effetti, sebbene io non ne veda la necessità, ancora scorgo insorgere, nuove religioni o nuove versioni di religioni...per lo piu' le definiamo "sette". Limitandomi ad alcune derivazioni cristiane, noto che alcune hanno anche una forte presa: cito, ad esempio, di derivazione cristiana, gli amish, i mormoni, i testimoni di Geova numerosissimi...ecc... Citazione:
Il latino può conferire, a volte, al discorso, una certa eleganza, ma si sopravvive anche senza! Sull'acculturarsi o meno l'età non ha influenza ..anzi può essere uno stimolo: memento mori!...quindi datti da fare!...ma vale per tutti, a qulunque età! Citazione:
Citazione:
L'Homo Sapiens Sapiens lo troviamo già centomila anni fa. Io ho l'imprensione che ad un vago senso di "oltre l'umano" l'uomo fosse già arrivato molto prima...forse un milione di anni prima?...comunque quando si sono cominciati a seppellire i morti e a dare loro un posto anche oltre la vita: non potevano sparire così improvisamente e del tutto. Il ricordo restava e col ricordo lo spirito..comunque qualcosa di impalpabile che avolte ritornava la notte nel sogno e nel ricordo. Quindi il sentimento che oggi chiamiamo "religioso" ma che allora era solo un qualcosa di confuso ricordo, dolore e paura e meraviglia, sorse forse dalla necessità di seppellire i morti e ricordarli come entità presenti ma non visibili: dove erano andati? doveva esserci un posto dove stavano...e dove pure noi andremo..da cui il conforto di non finire! Ma prima ancora era il magico della natura (piante, animali, fenomeni vari..anche confusi col nascere e morire) che li affascinava e li intimoriva e per rendersi amici i gestori del tutto li rappreserntavano in icone, li tenevano in casa, magari li nutrivano...e, come simboli, li adoravano. Ecco, il simbolo fu veramnte l'inizio della religione...sempre diverso e diversamente adorato per clan, gruppi ed etnie lontane fra loro nel tempo e nello spazio che nulla sapevano gli uni degli altri o che, comunque, s'intravedevano ad intervalli lunghissimi per scambi di merci o per guerre. In tali condizioni non potevano certo elaborare un unico modo ed un unico linguaggio (già che non ce l'avevano) per definire e adorare l'essere o gli esseri extraumani che a tuto sovrintendevano e che potevano dare la vita o la morte. Credo di essere tornato alle origini, ma credo anche che molto di piu' non si possa dire a proposito di origini....certo che poi le cose si complicarono parecchio e, sencodo me, si complicheranno sempre piu'. Nel campo delle "culture", sia pure religiose, le forze sono naturalmente centrifughe e non centripete...anzi puntare alla unificazione ed al pensiero unico così nella religione, come in politica, sarebbe un guaio: meglio l'effervescenza creativa!. Ultima modifica di ulysse : 03-10-2011 alle ore 13.34.09. |
||||
03-10-2011, 12.20.04 | #210 |
Ospite
Data registrazione: 01-02-2008
Messaggi: 25
|
Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Un saluto a Toni Monti.
Mi sembra che con "la necessaria invenzione delle entità divine", e la spiegazione del perchè, si possano ben inquadrare le molte religioni, e la spiegazione possa comprendere le molte idee individuali e le molte culture umane. Cercare di comprendere questo appare importante, come diceva ulysse , anche se poi ognuno rimarrà della sua idea, ma per cercare di sciogliere le radicalizzazioni. Le diverse fedi non sarebbero un problema particolare, come le diverse opinioni, se non ci fosse l'esternazione aggressiva. Penso che "inventare" entità divine si dica necessario a motivo che riguarda effettivamente la storia di tutti i popoli, più o meno, e sia necessario comprenderne i motivi, anche se siamo orientati più sulla razionalità. La questione non è poi nuova, riguarda il mito. Il mito vuole spiegare le realtà incomprensibili con un pensiero fuori dal razionale, i suoi contenuti vanno oltre la forma d'espressione del mito stesso, in quanto mezzo per arrivare alla conoscenza superiore di sè e della realtà. Di fronte all'uomo primitivo la natura, la vita, la storia e tutto ciò che lo circonda, appare come un turbinio di immagini senza senso e il mito diventa quindi un modo per ordinare e conoscere la propria realtà. L'uomo non conosceva, (e non conosce tuttora origini e destino) le leggi che governano la natura, le cause della vita e della morte, del bene e del male, non comprende i motivi storici che hanno determinato la condizione del suo popolo e rischia di perdersi, di cadere preda dell'ansia e della paura e, solo attraverso i miti, egli trova il senso della realtà, costruisce l'ordine di quelle immagini, altrimenti incomprensibili. I miti rivelano l'ordine profondo che regola la vita e la morte, i successi e le sconfitte, l'estate e l'inverno, tutto ciò che è accaduto e che accadrà. Il mito è il bisogno di spiegare la realtà, di superare e risolvere una apparente contraddizione della natura, è struttura delle credenze di un gruppo sociale, è la sua cultura, il suo sapere. Oggi il mito è racconto fantastico, simbolico, ma dove è religione è scienza sacra, verità. Quindi il mito rimane una religione a cui non si crede più. |