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07-11-2014, 22.56.26 | #82 | |||
Moderatore
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
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Mantenendo il linguaggio matematico se la Gloria del Destino è l'aleph (infinito parsiale della totalità) la Gioia della Gloria è Ω, il Destino che appare, la totalità di tutti gli infiniti e appare come forse apparve a Cantor che impazzì tentando di darne ragione matematica. Citazione:
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08-11-2014, 14.39.55 | #83 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
Mi si è cancellato il papiro di risposta.... allora siccome non ho le forze faccio un riassunto. 1. Hai ragione questo è Hegel. 2. Il niente di Severino è un niente anche dei singoli enti. 3. Per Boole passando a Frege per arrivare a Peano, invece è un ni-enti. (e infatti mi è sovvenuto che Severino critica Frege) 4.Non digerisco il fatto che però Severino usi proprio Hegel per parlare del paradosso di Russel (vedi i post prima della estate). 5. Rimane il paradosso che per Severino il PNDC è SIA (a questo punto) dell'Ente che degli enti. 6. Ma allora il vero apparire non è questa contradizione, piuttosto che quello legato alla successione degli infiniti enti simili e mai uguali? 7. Capisco sempre di più cosa intende Sini parlando di Severino quando parla di Religione degli enti. sorry avevo scritto di più...che disdetta! spero si capisca lo stesso. |
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08-11-2014, 14.48.20 | #84 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
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Appunto riprendendo questo paradosso ma tu come fai a giustificare il PDNAC, che a me pare tra l'altro la stessa cosa del PDNC. Infatti stai facendo una operazione semplicemente linguistica ossia sta utiliazzando l'universale negativo al posto di quello positivo. Ma questa complementarità degli enti, come fa a essere nello stesso tempo quella dell'ente originario? l'introduzione dialettica del'infinito in atto di cantor lo capisco, ma non credo risolva nulla del paradosso, non è infatti solo una modalità di quel essere complementare? Il punto è che all'infinito appunto avremmo di nuovo la contradizione di avere una complementarità che è una unità originaria. Il che è impossibile logicamente. |
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08-11-2014, 21.37.18 | #85 | |
Moderatore
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
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Il passato sarebbe relazionato al futuro a prescindere da qualsiasi catena di causalità, e così un punto dello spazio rispetto ad un altro...ma qui si entrerebbe in un campo di considerazioni molto complesso che riguardano i paradossi di natura quantistica ed il nuovo concetto fisico di vuoto quantistico... |
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09-11-2014, 12.49.08 | #86 | ||||||
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
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09-11-2014, 13.06.21 | #87 | |
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
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Il non essere di A NON A non dà luogo a una contraddizione, anzi è negazione della contraddizione e la contraddizione (tra A e NON A) sussiste ripresentandosi all'infinito per poter essere sempre dialetticamente negata. Tutto l'universo è quindi in ogni sua parte, ma in una modalità specifica di quella parte, quindi in una modalità che è parziale anche se re invia alla totalità delle modalità che via via necessariamente appare, ma sempre poter mai essere ridotta a quella singola parzialità. |
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09-11-2014, 17.35.53 | #88 | |
Moderatore
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
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09-11-2014, 19.26.08 | #89 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
e no! l'ente è originario, non l'ente di tutti gli enti. Cioè il PNDC dell'originario è assurdo rispetto al PNDC degli enti. Ragionaci! E' un grosso problema. domanda 2. Era su un video dell'user Amoretto...noto con piacere che hanno tolto tutti i quasi mille video...che bestie! Aspetta che te lo carico...quando ho tempo. |
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11-11-2014, 18.58.15 | #90 | |
Ospite
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
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questo post riguarda il contenuto che io assegno alle parole (potrei usar Pluto e Paperino).. diversamente da voi e dai molti.. PDNAC = Non AUTO (con Sè) Contraddizione = è Necessariamente ed Eternamente Vero PDNC = Non Contraddizione (con l'Altro da Sè) = è Necessariamente ed Eternamente Falso PDC = di Contraddizione (con l'Altro da Sè) = è Necessariamente ed Eternamente Vero (= Hegel).. per me Aristotele, id suoi interpreti ed il 99,9% degli appassionati di filosofia ? dimenticano inconsciamente la parola AUTO nel formulare il Principium Firmissimum di A... dicono un assurdo.. un falso.. IL PDNC è FORMALMENTE LA NEGAZIONE DEL PDNAC cioè un IMPOSSIBILE CHE SI AUTO-NEGA DA SE'.. mentre il PDC NON SOLO NON E' LA NEGAZIONE DEL PDNAC MA BENSI' LA SUA COMPLEMENTARE NECESSITA' CHE SI AVVERA X INTENSIFICAZIONE ALL'OO... si può discutere se PDC SENZA N (Hegel) ed il PDNAC siano due nomi della stessa cosa (come intendi te) o due forze diverse.. una che spinge dall'Interno dell'ente e l'altra dall'Esterno per crearne l'Identità (il PDI di Maral).. mentre invece mi sembra un errore di logica linguistica chiamare PDNC il Principium Firmissimum.. forse è per questo che Severino critica la manualistica filosofica laddove essa afferma che Hegel/Dialettica/PDC NEGANO il Firmissimum di Aristotele.. diciamo che il mio è un tentativo di Chiarificazione del Linguaggio alla Wittgenstain prima maniera.. probabilmente a livello di contenuti su questo punto siamo d'accordo.. . |
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