ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
18-07-2014, 16.32.22 | #12 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
Siamo noi a creare il significato di questo nostro mondo, eppure è pur sempre questo mondo che viene a creare il nostro significato, a proiettarci come un io sento che..., un io sono certo di... e via dicendo. Sembra il famoso problema dell'uovo e della gallina. Da cosa si comincia, dal mondo o da me? Non per evitare furbescamente il problema, ma io direi di cominciare da tutti e 2 insieme, sia pure cercando di tenerli ben distinti come ci hanno saggiamente insegnato, diciamo in ogni istante complementari e senza prevalenze di sorta. D'altra parte se ormai oggi sembra diventare sempre più evidente che è l'io a definire il mondo, un tempo (e nemmeno troppo tempo fa) appariva evidentissimo quanto fosse il mondo a definire me. Quanto a te, Paul 11, per la prima ipotesi severiniana (come d'altra parte anch'io, green&grey e chiunque altro) potresti solo essere l'illusione di un film astratto che in realtà è una sequenza infinita di innumerevoli e reali enti fotogrammi, per la seconda inveci sei realmente la storia che il film viene a narrare e che non può mai finire proprio in quanto non si completa mai di tutti gli innumerevoli significati fotogramma che le competono. Ma chissà, magari bisognerebbe chiedere direttamente a Severino come la intende davvero, sempre ammesso di poterlo capire. Ma certo questa domanda è molto interessante: Chi sono io? Chi mi fa così? Io stesso o il Mondo (ossia il Tu di tutto ciò che è altro da me, la totalità del mio contraddittorio come direbbe Hegel e pure Severino a quanto ci spiega Berto)? |
|
31-07-2014, 16.17.28 | #13 | |
Ospite
Data registrazione: 27-08-2008
Messaggi: 135
|
Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
ciao Maral, è un pò che non vengo qui, avevo da studiar x un concorso, e nn è finita.. cmq ti dò la mia opinione tocca e fuga al tuo dubbio.. mi pare che il tuo problema è quello che in matematica si chiama il Problema della Potenza del CONTINUO.. banalmente a scuola studiamo che dopo i Razionali (decimali magari OO ma pur sempre esprimibili con un Ratio) ci sono gli Irrazionali (OO cifre inesprimibili con un Ratio).. dopodichè si dice : Interi e Razionali (Discreto) + Irrazionali = Reali (il CONTINUO).. ovvero direbbe Parmedide : un essere TUTTO PIENO, perchè non può esservi qualcosa di più qua e di meno là.. aggiungiamo che il CONTINUO (oo Piccolo) NECESSITA dell' OO Grande.. banalmente 0 = Finito / OO ... anche se qui potremmo dire, ERRANDO a mio parere, che se con Zero intendiamo il NULLA allora esso è l'Inverso dell'OO... altra cosa da aggiungere è che il Vero Continuo/Pieno implica non l'OO Potenziale ma l'OO IN ATTO di Cantor.. premesse queste idee.. passiamo al tuo quesito : il problema è che Ogni Singola Apparizione Dura un Nulla.. dopodichè naturalmente qualcuno dice che si è Nascosta mentre altri dicono che si è Nullificata ed altri ancora che si è Tras-formata.. ma tutti (anche te ed il 2° Severino) dite che l'Eterno Tn Appare x un tempo Infinitesimo.. la Differenza tra Nulla ed Infinitesimo > Nulla è Sottilissima.. Ambigua.. Sfuggente.. secondo me nessuno riesce davvero ad afferrarla.. concludo con un altra suggestione : la Potenza e l'Atto di Aristotele.. per cui l'Atto Pre-Cede la Potenza.. cioè il Fiammifero Pre-Cede Immanentemente la Fiamma (mentre per Platone la Idea Stà Sopra il Particolare.. e per Heidegger la Possibilità Stà Sopra la Realtà).. ebbene : si dice che la Fiamma è la Potenza.. ma i manuali di filosofia vedo che spesso si ingarbugliano perchè a mio parere troppo poco meditati e troppo tanto scolastici.. lo so dice perchè si pensa questo esempio nel momento T0 dal punto di vista del Fiammifero.. mentre in T1 dal punto di vista della Fiamma essa sarà Atto e la Potenza sarà la Cenere.. ma allora cosa è questa Potenza ? essa è il Pensiero ORA IN ATTO di un Qualcosa che Ora Non si Vede Fenomenologicamente (con i Sensi) ma che si Presume si Vedrà in Futuro (anche con i Sensi).. se non ho inteso male questa potrebbe essere la traduzione del tuo "l’essere questo legno è anche apparire come cenere di questo legno e come ciò a cui la cenere darà luogo in altri cerchi dell’apparire a questo fenomenologicamente inaccessibili".. e se ho capito giusto.. allora concordo.. così come si può concordare solo labilmente pensando e dialogando su simili questioni.. ciao e buona estate a tutti Piero form Genova PS: scritto di getto.. scusate errori vari.. |
|
01-08-2014, 00.21.03 | #14 |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-01-2013
Messaggi: 331
|
Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Volevo aggiungere alle considerazioni di Pan, che condivido al 100% che una possibile categorializzazione del concetto di infinetesimale, la potrebbe aver data Deleuze occupandosi di Leibniz (l'inventore di tale formula).
Ossia l'infinetisimale come proiezione aritmetico-geometrica di Dio. Non so se compaia in Severino.(sarebbe interessante leggere cosa scrive su Leibniziz, nella sua storia della filosofia). |
01-08-2014, 10.53.45 | #15 | ||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
Citazione:
Buona estate a te |
||
28-08-2014, 23.36.05 | #16 | |
Ospite
Data registrazione: 27-08-2008
Messaggi: 135
|
Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
sul punto che l'Ente Piero non sia solo questo qui ed ora ma sia la somma anche di tutto ciò che è stato e che sarà (od apparirà come pensi tu/Severino) credo di poter esser ok.. il qui ed ora sono solo una parte dell'ente Piero che a sua volta è solo una parte della totalità che a sua volta non è solo quella hic et nunc.. l'ho pensato autonomamente circa due anni fa riflettendo su Eraclito "siamo e non siamo gli stessi" ed Aristotele che diceva : Eraclito è coerente con PDNAC anche se i più dicono il contrario.. ed io concordo con Eraclito/Aristotele (a livello di intuizione of course.. la Verità in tasca nessuno ce l'ha).. inoltre riflettevo sulla Sostanza/Essenza Aristotelica come "ciò per cui qualcosa è ciò che è e non è altro da sè" (in pratica la risemantizzazione Metafisico/Ontologica del principio Logico del PDNAC).. e sugli Accidenti che sono InEssenziali all'Ente nella sua Sostanza.. ovvero Piero qui e ora può aver le rughe o la pelle liscia ma esiste un quid che è sempre Piero.. un trait d'union che lega ciò che ero e ciò che sarò.. ed il mio disvelarsi sarà compreso sono quando tutto il Piero mi sarà auto-apparso.. un viaggio nello Spazio-di-Tempo come diceva Heidegger (invertendo Einstein).. detto ciò: non concordo invece sul fatto che questa intuizione che forse, in parte, ci accomuna.. possa negare l'evidenza che quella Parte di Piero che Ora Appare.. Appare x un Infinitesimo.. per un Attimo che fugge via (forse nel nulla o forse si nasconde in A-letheia).. cmq è Apparsa solo x un Attimo Immisurabile.. Incomprensibile.. il fatto che gli Attimi siano Continui non Elimina il Problema dell'Infinitesimo.. anzi : lo Conferma Matematicamente come scrissi nel post precedente => Infinitesimo = 1 / OO In Atto (alla Cantor).. l'Intuizione dell' Ora come Parte del Tutto non risolve a mio parere il dilemma dell'Infinitesimo che Sembra un Nulla Ma Non lo E' perchè E' Apparrso ed il Nulla Non Appare/Non è.. probabilmente l'aporia è insolubile x l'uomo.. , bye |
|
29-08-2014, 18.43.50 | #17 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
|
|
20-10-2014, 16.41.44 | #18 |
Ospite
Data registrazione: 27-08-2008
Messaggi: 135
|
Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Aristotele
http://matematica.unibocconi.it/arti...%80%99infinito “L’essere o è in potenza o è in atto (τò μεv δuvαμει τò δε εντελεχεια) e l’infinito è invero per aggiunzione o per sottrazione. Così si dice che una grandezza non è infinita in atto ma lo è per divisione”. ma se A. parla così : allora anche per lui la Potenza è Modalità dell' Essere.. cioè la Potenza Non è il Nulla.. e siccome il concetto di Potenza è la base per la teoria del Tempo.. allora anche per A. il Futuro (la Potenza) giù E' .. eppure io ho sentito Severino che dice che in A. la Potenza è una mera ri-denominazione del Nulla.. mi sà che siamo TUTTI degli OPINIONISTI ONDIVAGHI |
23-10-2014, 21.13.37 | #19 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
|
Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
L'obiezione che vede lo stesso ente infinitamente divisibile nel tempo, e sempre diverso, è un 'inferenza come la precedente, perché nella realtà non emerge , o meglio, non siamo in grado di osservare un ente sempre diverso mano mano che diminuiscono gli istanti di tempo in cui osserviamo quello stesso ente. Un esempio reale di questo fatto sono le particelle elementari, esse possono rimanere immutate , per come le conosciamo,in un certo quanto piccolo lasso di tempo. Un fotone al tempo t1 è uguale al fotone che osserviamo al tempo t2 fuorché lo spazio relativo a noi in cui esso si trova, il fatto di dire che stiamo osservando 2 enti diversi poiché è trascorso del tempo non è un fatto posto dalla realtà, ma solo una nostra inferenza che potrebbe essere vera oppure falsa, ma non evidentemente osservabile. |
|
24-10-2014, 20.20.43 | #20 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
Farò lo stesso esempio che c'è nel libro: immaginiamo che Lara si rechi al mattino da un vasaio e comperi un anfora (che chiameremo ALFA). durante il tragitto verso casa dall'anfora si stacca un pezzetto microscopico e alla sera l'anfora è a casa sua (chiameremo l'anfora a casa di Lara alla sera ALF*). Secondo il principio di indiscernibilità ALFA e ALF*) non possono essere la stessa anfora, nonostante quello che pensa Lara, e anche il primo Severino direbbe che sono 2 enti diversi in quanto sono ben diverse le situazioni che li determinano per come sono e così direbbe pure il filosofo tridimensionalista, salvo affermare (a differenza di Severino che considererebbe questi enti eterni), che a un certo punto (quando si è staccato il pezzetto) ALFA ha cessato di esistere per diventare ALF" che solo per comodità continuiamo a considerare la stessa anfora che al mattino stava in negozio. Al contrario il filosofo quadridimensionalista direbbe che l'anfora è davvero sempre la stessa ed è precisamente quell'ente di cui al mattino dal vasaio appare come ALFA e alla sera, a casa di Lara, appare come ALF* con tutte le posizioni temporali intermedie. Nel primo caso nel tragitto che va dal negozio alla casa di Lara abbiamo un numero infinito di enti oggetti spaziali che si richiamano per somiglianza, nel secondo abbiamo invece un unico ente che possiede un numero infinito di modi di apparire, che non possono apparire tutti insieme per cui l'ente non è un puro oggetto spaziale, ma una collezione di eventi dell'apparire che lo identificano come tale. Per certi versi il secondo Severino (quello de "La Gloria" e di "Oltrepassare") mi pare più vicino a questa posizione che potremmo dire relativistica in senso einsteniano. Entrambe le posizioni hanno vantaggi e problematicità, entrambe sono conformi al principio di identità anche in termini severiniani, ma lasciano aperta la questione su come intendere la metafisica dell'ente, ossia se essa debba includere o meno nell'unità totale che lo identifica la fenomenologia del suo apparire temporale, dunque l'intera storia che lo manifesta e non come oggetto istantaneo solo spaziale. In sintesi l'ente è la storia del suo apparire o un elemento che (anche se eterno) subito scompare di una storia che appare? |
|