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29-10-2014, 12.24.37 | #34 | ||
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
sono d'accordo! e secondo me in quelle epoche li,non gli sarebbe venuto nemmeno in mente di porsi una domanda del genere,probabilmente perché non ne avrebbero sentito manco il bisogno..infatti siamo noi che ci gingilliamo.. loro si accontentavano di vivere,al contrario succede (sempre per noi) che in questo modo lo abbiamo paradossalmente dimenticato. prendi a questo proposito proprio il tempo …per noi sembra che non ce ne mai abbastanza e in verita ci sfugge continuamente (così come ci sfugge vivere)..per loro il tempo era una cosa sola con la vita,quindi lo VIVEVANO il tempo. Citazione:
pero mi chiedo pure quanto possa ancora durare questa abbondanza quantitativa,fino a quando la terra potrà ancora resistere,e se un giorno diventerà un posto arido e ben poco ospitale per poterci vivere sopra…e mi sembra che si sta facendo il possibile per arrivarci. per contro l'idea stessa che abbiamo del medioevo (preso qui in esame) sembra ricordarci solo negatività,buio e superstizione ecc.. pero ci si dimentica tra l'altro che vi sia stata progressivamente un denigrazione intenzionale e un interesse a far credere solo questo,così che oggi riteniamo che il nostro,a partire da un certo momento in poi sia stato un "progresso" mentre loro vivevano nelle barbarie e se si va a vedere bene,oltre le apparenze direi che e' il contrario..come probabilmente diventa ogni giorno sempre più evidente per tutti…ma già il medioevo risulta un epoca molto più vicina a noi di quanto magari ve ne sono state altre succedute molto prima,e così diverse da risultare secondo la nostra storiografia già non classificabili,ma direi di più dicendo addirittura non immaginabili,proprio in virtù di una facoltà a noi scomparsa..inoltre come se appunto sia l'uomo moderno a decidere quando sia cominciata e a decidere che esista una "storia" di per se…e quello che viene prima come se non esistesse o peggio eravamo solo scimmie,sempre e Solo secondo la teoria darvinista….piu in generale e da un altro punto di vista e' quello che succede quando sono i "vincitori" a scriverla,di modo che tutti i fatti vengono riportati solo per denigrare e falsificare daltra parte….non voglio manco negare che vi siano state cose meno gratificanti ma ritengo pure che la descrizione che si usa darne faccia già parte di un periodo in cui sia avvenuto una cambiamento di mentalità tale che per noi ad esempio risulta sempre più inconcepibile una realtà che non sia comprensibile se non solo attraverso la ragione o quello che coincide di più coi nostri sensi,che sia percio "dimostrabile" ..escludendo percio tutto cio che non vi rientra mettendo a confronto le cose da un solo ed unico parametro di riferimento per rientrare in ambito della discussione il libro di flatlandia,che mi e' venuto in mente di citare secondo me vi si possono trovare spunti molto interessanti sul tema |
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29-10-2014, 12.57.51 | #35 | |
Moderatore
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
Quanto al servo della gleba di sicuro faticava molto più di noi, ma aveva anche molto più tempo a sua disposizione rispetto al dipendente di oggi (molto più dipendente in tutti i sensi) e paradossalmente anche più garanzie: non rischiava ad esempio di morire di miseria come un disoccupato attuale per il quale appare normale oggi pensare che in nome del profitto può tranquillamente venire sacrificato. |
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29-10-2014, 19.12.43 | #36 | |
Ospite
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
concordo : l'espansione della forma moderna della volontà di potenza sotto le forme della tecnica e del capitalismo porta ad uno sfruttamento della terra che, con l'emersione del ceto medio della Cina&friends è incompatibile con le Risorse Razionate Non Rinnovabili.. il Club di Roma (citato da Severino nel suo libro "La tendenza fondamentale del nostro Tempo" che mi ricorda tanto "Il regno della quantità e i segni dei Tempi" di Guenon) ipotizzava che in un momento incalcolabile del secolo 21° (che per loro era il successivo xrchè lo scrivevano a metà anni 70 in piena crisi petrolifera e geopolitica) ci sarebbe stato un crollo rapido del capitalismo mondiale.. mentre stiamo scrivendo gli Usa con la Nuova Tecnologia Mineraria hanno scoperto altri 100 anni di Oil&Gas a prezzi dimezzati ma ad alto consumo di sotto-suolo frantumato e rischi elevati per la popolazione xrchè i microbacini sono vicini ai centri abitati.. io credo che la Tecnologia potrà (ammesso e non concesso che il suo potere sia Illusorio come dice Severino) solo allungare il brodo cioè rinviare un pò... personalmente prima della distruzione Fisica della Terra vedo altri due scenari di Lungo Termine : o Guerra Economica molto ma molto più dura di quella odierna x spartirsi gli Input necessari al capitalismo.. oppure Guerra Armata.. . in termini filosofici credo che l' inquetudine meta-fisica delle masse (espressione di Ernest Junger da cui molto copiò Heidegger) un tempo trovava Sfogo/Cura nella Religiosità/MetaFisica dell'Al di Là per le Masse.. poi nel 900 in Occidente con la Secolarizzazione ha trovato parziale com-pensazione dell'Al di Qua della Tecnica e del Capitalismo.. ora il mio cruccio è : ma se Tecnica e Capitalismo sono Destinate ad Implodere E d'altra parte Non c'è più la Valvola della Religiosità.. DOVE si SFOGHERA' l'ANGST.. il mio timore l'hai già capito : nel Lungo T. sarà GUERRA o Eco o Armata.. - |
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29-10-2014, 19.28.55 | #37 | |
Ospite
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
medioevo ha prodotto filosofia altissima ma erano elite.. noi saremmo stati al 99,9% servi della gleba analfabeti (che non sono ricordati individualmente a differenza di quelli della scolastica) soggetti al ius primae noctis ed ad altro molto peggio.. Materialmente (PER ORA) anche il 20% della popolazione occidentale sotto il livello della povertà stà meno peggio del 90% dei medioevali.. anche se entrambe le categorie non verranno individualmente ricordate.. . |
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30-10-2014, 12.35.27 | #38 | |||||
Moderatore
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
Secondo me invece Alfa e Alf* (e ogni altro occorrente intermedio) sono parti di un unico oggetto che li contiene tutti, che chiamiamo anfora e che vengono via via ad apparire in reciproca relazione di appartenenza, esclusione ecc. proprio come un libro è fatto di tante parole, pagine, capitoli che vengono via via ad apparire mano a mano che le leggiamo. Citazione:
Nel libro di Varzi non trovo che ci si appelli alla realtà esperenziale per valutare pregi e limiti delle metafisiche a rifletterli per quello che sono, ma principalmente per vedere come la realtà esperenziale appare alla luce di diversi postulati metafisici per capirne gli effetti e valutarne le difficoltà logiche. Citazione:
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30-10-2014, 13.14.59 | #39 | ||||||||
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
Noi esistiamo nel mondo dell’apparire, proprio perché appariamo a noi stessi e secondo le regole di questo apparire, questo è vero. Ma è diverso voler dare realtà ontologica a questo apparire, perché questa realtà ontologica contraddice la logica dell’identità. Beninteso, ce ne può sempre fregare della logica dell’identità, ma questo renderebbe insensato qualsiasi discorso. Citazione:
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30-10-2014, 13.26.59 | #40 | |
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana
Citazione:
PS si noti che ogni cerchio con cui la sfera appare al quadrato non è un ente diverso, ma è solo un modo diverso di apparire della stessa sfera, e dunque la sfera è quella storia di cerchi. |
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