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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
20-11-2014, 09.16.27 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Il pubblico invisibile
Citazione:
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20-11-2014, 18.53.20 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Il pubblico invisibile
Citazione:
Perchè hanno poca personalità e cercano accondiscendenza, vogliono stare nel branco ed essere accettati. Ma la legge del branco è la mediocrità. Bella la metafora...alla fine siamo nudi ,soli e con noi stessi e chi è più critico su di noi se non noi stessi, non possiamo mentire noi stessi all'infinito,possiamo prendere per i fondelli gli altri, giustificarci, ma come la mettiamo con lo specchio di noi stessi? Si segue la fiumana, si temono sentieri impervi alla ricerca di noi stessi , a tentativi di senso e significati della nostra esistenza. A cercar di capire cosa veramente conta. Cadere, sbagliare , è inevitabile: allora meglio la piattezza della mediocrità e dell'ipocrisia. Meglio non prendere posizione, meglio non avere e soprattutto mostrare una propria opinione...il sorrisino dell'ebete val bene in qualunque circostanza. L'opportunismo, il servilismo ,l'essere deboli con i forti e forti con i deboli è il metodo. Eppure c'è anche chi fa scelte di vita, cerca una propria dimensione. Meglio sbagliare, nel rispetto e nell'onestà, meglio tentare che vedersi scorrere la vita come sabbia fra le dita e stringere niente. Perchè è il cammino il senso. |
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20-11-2014, 20.50.44 | #5 |
Garbino Vento di Tempesta
Data registrazione: 13-05-2014
Messaggi: 147
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Riferimento: Il pubblico invisibile
Ciao CVC,
bello e interessante, almeno per me, l' argomento che hai avviato e che è di fondamentale importanza approfondire perché sarebbe l' unica consapevolezza che ci porterebbe ad abbandonare una delle piaghe più deleterie dell' uomo: la vanità. Spesso si pensa che la vanità ci adombri con la sua presenza specialmente nel porci di fronte agli altri facendoci appunto assumere pose che non ci appartengono per reclamare il nostro diritto a non passare inosservati. Anche se poi questo diritto è una dipendenza assoluta da ciò che gli altri pensano di noi e dal come ci tengono in considerazione. Ma la vanità ha un ruolo molto più subdolo. Ed è quello che ci porta a giustificare ogni azione che facciamo, spesso mentendo a noi stessi. Ed è parzialmente vero che quando siamo soli con noi stessi ci rendiamo conto dell' abisso in cui risiedono le nostre spinte emotive più profonde e che a volte ci fanno compiere azioni di una cattiveria inenarrabile. Senza pentimenti. In fondo lo scopo della morale era proprio questo. Quello di coercizzare a non compiere atti scellerati in seno al gruppo di appartenenza nei gruppi umani atavici. E questo appunto perché si sapeva, perché lo si viveva giornalmente, il rischio legato a lasciare allo stato brado il nostro avo preistorico. Naturalmente alla vanità si unisce anche l' orgoglio, vari pregiudizi e molte forme di autoinganno per dimenticare o nascondere o addirittura sublimare le motivazioni e le stesse azioni da esse generate. Fromm ha scritto a lungo sulle razionalizzazioni e spesso mi sono trovato d' accordo con lui. Ma anche Nietzsche in alcuni aforismi descrive ampiamente questo fenomeno. Questo è certamente uno dei più belli: La memoria mi dice che ho fatto questo, ma l' orgoglio mi dice che non l' ho fatto. E alla fine l' orgoglio vince: Non ho fatto questo. ( Non è fedelissimo al testo, tratto da Umano, troppo Umano, ma ne è il succo ). L' uomo in mezzo agli altri in fondo è una bestia abbastanza prevedibile, ma non c' è nulla di più imprevedibile del rapporto che ciascun uomo instaura con sé stesso. E nonostante tutto il nostro sapere e il pensiero di chi ne ha parlato, scritto e descritto, rimane una delle caratteristiche su cui aleggia con più approssimazione la parola ' mistero '. Il mistero che avvolge i meandri dell' agire umano, di quell' essere che sono solito definire come l' animale impossibile. To be or not to be. This is the problem. ( Amleto, Shakespeare). Incipit tragaedia! ( Nietzsche ). Ovvero la TRAGI-FARSA-COMMEDIA DELLA VITA. Grazie della cortese attenzione. Garbino Vento di Tempesta. |
21-11-2014, 08.17.30 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
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Riferimento: Il pubblico invisibile
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21-11-2014, 08.24.23 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Il pubblico invisibile
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21-11-2014, 15.46.42 | #8 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Il pubblico invisibile
Citazione:
La morte è l'incontro dell'attore con la sua estrema solitudine da cui il gioco dei ruoli, gli applausi e pure i fischi del pubblico lo avevano preservato. Occorre abituarsi all'idea e morire un poco ogni giorno. |
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21-11-2014, 20.31.10 | #9 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
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Riferimento: Il pubblico invisibile
** scritto da CVC:
Citazione:
E no, se sei attore di giorno, maggiormente lo sarai durante la notte. Non c'è sospensione di apparenza. Se il metro di valutazione diurno è invisibile, perché di notte dovrebbe essere diverso? ** scritto da Garbino: Citazione:
Ma se non ci fosse il demone maligno che interesse avrebbe, a chi importerebbe, se ti prendi o no cura di te stesso? Tanto il/la fine è lo stesso! Inoltre è obbligatorio, e la nostra volontà lo dimostra, stabilire se credere o meno al demonio maligno. ** scritto da maral: Citazione:
Certo, far morire ogni giorno quel che sono, per far nascere quel che vorrei essere e quel che sarò per sempre. Alleluia. Ultima modifica di Duc in altum! : 22-11-2014 alle ore 00.09.47. |
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21-11-2014, 22.23.21 | #10 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
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Riferimento: Il pubblico invisibile
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